Laurence Tureaud non ha avuto una vita facile. Lui e i suoi 11 fratelli, vivevano in un project. In una casa popolare, insomma. E se non siete proprio dei damerini di città sapete cosa vuol dire passare la propria infanzia, o magari anche l’adolescenza, in un project. Poi è andato a studiare: era bravo in tutti gli sport- Football, arti marziali, Atletica… – ha vinto una borsa di studio ed è entrato nella NFL, nei fieri Green Bay Packers. Alla fine non era nulla di che come giocatore, ma aveva un gran faccia e un fisico inviadibile. E la nomea di essere un pessimo elemento. Per cui, poso tempo dopo, Laurence Tureaud è diventato Mr.T, o meglio, B.A. Baracus. E in men che non si dica si sono aperte per lui le maggiche porte del successo. E sono piovuti dal cielo una marea di soldi. E lui è cambiato. Gli amici del project magari lo chiamavano per una pizzata con i vecchi amici del project, ma lui era sempre indaffaratissimo. Un brunch con Frank Lupo, un ape con George Peppard e le sue amiche giovani e carine… Sapete come vanno quelle cose. C’è da dire però a sua discolpa che anche gli amici del project erano cambiati pure loro… Certo, scavallavano ancora i motorini, facevano ancora brutto all’angolo di una qualche strada di periferia di Chicago, ma non erano più la balotta di una volta. Quella “sporca dozzina” che aveva terrorizzato il quartiere negli anni andati. Eh… si sa che quei ricordi sono difficili da cancellare dai marciapiedi della vita. Anche se piove è un casino… E a me piace pensare che l’ispirazione per questa bomba, a Laurence sia arrivata in una di quelle epifanie che stanno tanto bene nei biopioc sui grandi artisti: si vede l’artista X tutto fatto dopo una serata di bagordi. Brutto, stanco, non più la giovane promessa che era fino a qualche anno fa… O erano solo mesi? Amici fasulli collassati sul divano della sua nuova e lussuosa casa, sciacalli pronti ad approfittare di lui e del suo talento… E allora l’artista X chiude gli occhi. Chiude gli occhi, e torna con la memoria a quei giorni felici. A quei giorni irrimediabilmente andati, ma ancora vivi nel suo cuore. A quei giorni in cui tutto quello che faceva era giusto. E gli veniva pure facile. A quei giorni anche violenti, se volete… in cui bastava uno sguardo di troppo durante la partitella di calcio nel parcheggio del project per far volare due pizze in da la fazza. A quei giorni in cui mi hanno detto che Ricky Macello gira col pezzo. Insomma, a quei giorni in cui va bene tutto, ma lascia stare mia madre!
httpv://www.youtube.com/watch?v=7_rBidCkJxo
Scusate ma l’emozione mi impedisce di scrivere oltre.
La cosa bella e’ che e’ uno di quei sound talmente rappresentativi di un periodo che non solo sei in grado di indovinare l’ovvio decennio, ma anche l’anno preciso. Ho detto non prima dell’84 e non piu’ tardi dell’85, poi ho controllato Wikipedia ed e’ appunto dell’84…
Lacrime.
epico.