Ecco, cose del genere per me non hanno senso di esistere.
Blood: The Last Vampire è un film finto-orientale, diretto da uno dei tanti francesi lanciati da Besson (Chris Nahon) e tratto da un anime che non conoscevo. Per cui questa è la recensione in versione “non ho visto l’originale”: se dopo averla letta non siete soddisfatti e pensate che un paragone sia fondamentale, fatemi un fischio e vediamo cosa si può combinare.
Come ormai saprete, io non ho problemi con la mancanza di una storia coinvolgente a patto che le scene d’azione siano fighe. Qui la storia non è altro che una versione seriosa di Buffy, con la variante tutto sommato inutile che la protagonista è un essere sovrannaturale giapponese (non è chiaro se le due cose siano collegate). Inoltre tutta la vicenda è ambientata negli anni ’70: probabilmente nell’anime aveva senso, ma nel film pare soltanto una scusa per divertirsi con una fotografia stilosa, e soprattutto girare un combattimento al ritmo di Space Truckin’ dei Deep Purple (scelta apprezzata).
Detto questo, io ho grosse difficoltà con operazioni del genere, e ve le espongo:
1) se il 99% dell’abilità tecnico/atletica della protagonista è dovuto a un uso smodato di CGI che fin dalla prima scena le fa fare cose impossibili e innaturali, il mio grado di interesse per le scene d’azione crolla vertiginosamente;
2) se la suddetta protagonista è vestita da scolaretta giapponese con tanto di gonna svolazzante ma metà del CGI sopracitato viene impiegato per fare in modo che non le si vedano mai le mutandine, oltre che a disinteressarmi mi sento preso per il culo;
3) se un combattimento tra donne non mi mostra nè abilità tecnico/atletica, nè un paio di misere mutandine, nè uno straccio di pseudo-eleganza di scuola orientale, allora l’unica speranza di salvare la baracca è buttare tutto in splatter pesante alla Machine Girl, ma come avrete intuito non è questo il caso.
Se poi ci aggiungiamo una storia pasticciata che oltre ad annoiare ha pure pretese melodrammatiche, amici, è davvero finita.
Vedete voi.
DVD-quote suggerita:
“Ridatemi i miei soldi, ipocriti!”
Nanni Cobretti, i400calci.com
Ieri sera c’era Demolition Man.
Ed è stata la prova che tutta questa CG ha fatto più male che bene all’Action.
La colpa e’ del maledetto Matrix e di chi ha pensato di affidare ruoli di esperto di kung fu a chi fa fatica persino a tirare un calcio ad altezza coscia. Poi ci si e’ messo pure La tigre e il dragone, e qualche stronzo (compreso il Chris Nahon sopracitato, regista di Kiss of the Dragon), ha pensato che il CGI fosse necessario pure a gente come Jet Li. E’ stato l’inizio del periodo piu’ buio in assoluto per i film d’azione.
concordo su tutta la linea.
E mentre una volta gente come Scott Adkins(perchè alla fine Seagal, Norris, JCVD cosa sono?) diventava famosa, ora è costretta all’anonimato perchè i film di azione li fanno tutti attori senza il phisique du role.
E gloria sia per quei pochi che hanno avuto culo tipo Statham.
tutto vero purtroppo.
Dico purtroppo perchè l’anime (non la serie, su cui ho letto pareri contrastanti, ne il fumetto, di cui ho letto troppo poco) non era affatto male.
La tragedia è che si vedeva l’orrore già dal trailer. E ti ci incazzavi perché era di quella bruttezza ricercata nel tentativo di essere cool e fichi a tutti i costi. Per Dio, l’action richiede poche regole, ma ben precise. Violarle in nome del “tanto c’è la CG” è la morte del genere.
Zen
Minchia jet li in cgi, tipo in “romeo must die” o “the one” (che almeno qui erano contestualizzati)..
E vogliamo parlare della cgi nei car chases?
Checcazzo, ma allora mi guardo un cartone animato…
Registi francesi col nome ganzo prodotti da Besson: facciamo piangere il Bambino Gesù fin dal 1998.
Una vaccata immonda.
A.
l’anime era tutt’altra roba e l’ambiantazione negli anni 70 aveva un senso diverso. l’ho adorato e speravo in qualcosa di decente in questa trasposizione. Invece questo film è davvero orrendo e la cg è anche fatta con il culo. i ritmi sono pessimi e si fa fatica ad arrivare in fondo. i combattementi sono noiosi e il finale fa ridere i polli. delusione totale.