Buried è un esercizio di stile.
La sfida è chiudere Ryan Reynolds in una bara per 90 minuti, e vedere se riesce a togliersi la maglietta.
No aspetta: la sfida è chiudere Ryan Reynolds in una bara per 90 minuti, e vedere se s’incazza. La risposta è sì.
No, scusate: la sfida è scoprire se un film in cui per 90 minuti si inquadra sempre e solo Ryan Reynolds, vestito, immobile, e con scarsa illuminazione, è interessante. La risposta è no.
Ok, non era nemmeno questo. Stavolta ci sono.
La vera domanda è: come diavolo fa il regista, produttore, montatore e compositore Rodrigo Cortés a tenerci svegli per 90 minuti su un solo personaggio sepolto vivo?
La risposta è: bara.
httpv://www.youtube.com/watch?v=a1Y73sPHKxw
Chiuso l’inquietante angolo cabaret, passiamo a una recensione imparziale e professionale che segua i canoni standard.
La faccenda è che Cortés fa di tutto per non imbrogliare, tipo che non inquadra mai nulla al di fuori della bara, e che non usa flashback, ma poi regala a Ryan Reynolds un telefonino che prende, poi addirittura due per giochicchiare un po’ con la batteria che sta per finire, e a quel punto per l’ex stand-up comedian Reynolds si entra in territorio familiare, assistiamo a uno che se la chiacchera in allegria per un’ora e mezzo e la claustrofobia va un po’ a puttane. E visto che della potenziale mancanza d’ossigeno ci si ricorda solo a sprazzi, che sia in una bara o in una cella di isolamento o semplicemente bloccato al cesso senza carta poco cambia. È praticamente In linea con l’assassino, ma al buio.
Ma questa è pignoleria: il film è il classico progetto che pare fatto più per prendere un bel voto alla scuola del cinema che altro. Al ché trovo sia tutto sommato giusto che Cortés si sia iscritto ad un esame che sapeva sarebbe riuscito a preparare come si deve. Come si fa a tenere la tensione alta solo con una serie di telefonate? Come si fa a non addormentare lo spettatore trovando quante più inquadrature possibili per evitare una ripetitività visiva? Perché, con tutti quei cazzi di horror in cui il telefono non prende nemmeno in aperta campagna, me ne si piazza uno che funzia proprio nella più improbabile delle situazioni?
Cortés non batte ciglio: le sa tutte. E per un’ora e mezzo ci frega, e ci tiene incollati a un monumento di pretestuosità con ritmo incredibilmente alto e arrivando quasi a farci urlare “figata”.
Bravo, 7+. E molto bravo anche a Ryan Reynolds, che non potendo recitare con gli addominali gli tocca di farlo con i peli della barbetta.
Se nessuno cambia idea lo vedremo addirittura in sala in Italia dal 15 ottobre.
DVD-quote:
“Studenti del cinema! Prendete appunti! Poi vi interrogo.”
Nanni Cobretti, i400calci.com
io dovrò essere altrettanto bravo a riuscire a portare qualcuno dei miei amici al cinema… tipo non dicendogli che per un’ora e mezzo è inquadrato solo un tizio in una bara :D
Ho portato gente a vedere Pandorum e volevano farmi la pelle dopo… soprattutto perché io mi sono addormentato e loro NO e dopo ho anche simulato un “eddai non era male… era tipo alien, no?”
Mi è sembrato di vedere un gerbillo…
Strano che non ci sia un “Quentin Tarantino presenta” a bella posta…
Mi ispira un fottio.
anch’io voglio fare un esercizio di stile: incatenare un critico al cinema e inquadrarlo per tutta la durata del film senza mai muovere la macchina. Dite che me lo finanziano?
@gigi: se cambiamo film e mettiamo, che so, Codice Marziale 3: Missione Giustizia, te lo finanzio io :)
Non per dire ma un episodio di csi fatto da tarantino vedeva nick nella bara… genialata
@nanni: sei fin troppo tenero, io pensavo a qualche documentario iraniano di 6 ore sulla spigolatura del grano
Senza addominale non è Ryan Reynolds. Al suo posto avranno chiamato il gemello siamese a cui manca un rene * , Jason Lee.
(* da cui il FATTO che uno sembra più vecchio dell’altro. E questa è SCIENZA SPETTACOLO, signori.)
raga ma come posso vedermi buried sepolto in streaming? non ci riesco proprio… per favore datemi un link
Vado al cinema a vedere Buried dubbioso, col solo intento di scoprire quali espedienti avrà ideato il regista per costruire una trama attorno a un tizio chiuso dentro una bara. Gli espedienti sono così banali che dopo 5 minuti già ho capito che il film è una cagata. Dopo 10, mi addormento, annoiatissimo. Mi risveglio ad uno squillo del blackberry (il product placement è l’unica cosa degna di nota del film, forse) e scopro che il tizio nella bara sta avendo una gigantesca erezione. Ah no è un serpente. Mi riappisolo, e quando mi risveglio vedo che c’è un dildo fosforescente a far compagnia al Mr Johansson. Ah quindi l’espediente è il pene. Decido che sia una fissazione e quindi di rimanere sveglio fino alla fine, in attesa della successiva simbologia fallica. Invece la simbologia si sposta nel didietro, quello in cui il tizio sepolto lo prende nell’epilogo scontatissimo, stupidissimo e facilmente intuibile.
Stilisticamente agghiacciante, e poco coraggioso nel portare avanti fino in fondo la scelta di non uscire mai dalla bara. (Se volete vi spiego perché in privato approfonditamente).
La pseudotensione è affidata alla colonna sonora, la quale non è altro che una serie di crescendo di archi e ottoni messi lì a caso per fare suspense nei finali di scena. Non si capisce davvero, ma per niente, la scelta di usare dissolvenze in nero.
Non capisco come il ritmo possa definirsi incredibilmente alto, quasi “figata”. Anche una persona con una elementare conoscenza dei codici e del linguaggio cinematografico capisce che c’è una deroga su tutte le basi del linguaggio stesso.
Però che furbetto, Cortes, ne ha fregati un bel po’.
Scritto al risveglio dal riposino dopo pranzo, durante il quale mamma mi ha tenuto incollato ad un monumento di pretestuosità dovendo scoprire cosa sarebbe venuto dopo la pasta.
Ma, alla fine, lo tirano fuori?
Matteo è il classico sbruffone pseudo cineasta che vorrebbe declassare un film avendone visto, per sua stessa ammissione, solo pochi minuti. Ma lui ovviamente capisce così bene le tecniche cinematografiche che questi pochi minuti bastano e avanzano.
scopro che il tizio nella bara sta avendo una gigantesca erezione: l’hanno pensato un po’ tutti, ma nessuno l’ha detto perché, dai, che cazzo, sei serio?
Il finale scontatissimo è tale solo per lui, quindi Matteo è un fottutissimo genio, con più intuizione di un investigatore londinese, mentre tutti gli altri milioni di spettatori che ci sono cascati.. beh, poveri decerebrati, si vede che non hanno neanche una elementare conoscenza dei codici e del linguaggio cinematografico.
Mavafangul.
Il film sempre cagata rimane, a mio e sottolineo “mio” modestissimo parere di spettatore addormentato e a tempo parziale (“pochi minuti” è tutto da vedere… a me sono sembrate ore, vista la noia).
Vaaal, forse volevi dire cinefilo e non cineasta, visto che qui si parla di cinema e non si fa cinema, ma non fa niente. Comunque dire cinefilo a me dimostra che non mi conosci proprio per niente. E infatti come potresti? Invece dal tuo commento si ricavano giudizi definitivi e insindacabili. Dovrei dire che sei un “fottutissimo genio” (cit.) che fa psicanalisi da quattro soldi? Lascia stare, davvero. Sticazzi, del tuo giudizio su di me.
Sarebbe interessante, invece, se la smettessi di fare profili psicologici su internet e commentassi il film, piuttosto che le opinioni altrui. Hai visto il film? Che ne pensi? Perché secondo te non è una cagata? Ah dimenticavo, sticazzi anche delle tue opinioni sul film.
Fatti una risata in più e una scorta di senso dell’umorismo/ironia.
“Stilisticamente agghiacciante, e poco coraggioso nel portare avanti fino in fondo la scelta di non uscire mai dalla bara. (Se volete vi spiego perché in privato approfonditamente).”
spiega spiega
quale profilo psicologico? Ti rendi conto che ho scritto il commento in 20 secondi? Chi ti dice che io non abbia senso dell’umorismo? Il fatto che non apprezzi le tue battutacce sui dildo lo dimostra in qualche modo?
Inoltre io non ero e non sono interessato a dare alcun giudizio sul film: stavo giudicando in particolare il tuo commento, che è stupido a prescindere dalla qualità del film. Sticazzi, ok, non mi sembra che tu abbia chissà quanta voglia di discutere.
In caso contrario, comunque, da aggiungere all arichiesta di Hap Collins, vorrei chiederti di spiegare questa frase
“Non capisco come il ritmo possa definirsi incredibilmente alto, quasi “figata”. Anche una persona con una elementare conoscenza dei codici e del linguaggio cinematografico capisce che c’è una deroga su tutte le basi del linguaggio stesso.”
Quali sono i codici del linguaggio cinematografico? In quali punti buried li ha derogati? Ammettendo che buried abbia derogato i codici del linguaggio, in che modo questo può INEVITABILMENTE spezzare il ritmo (come intendi in questa tua frase) e rendere un film automaticamente non-figo?
(ci sono film che rifiutano i codici tradizionali della comunicazione e sono comunque decisamente fighi, come saprai)
Sinceramente, voglio vedere se c’è qualcosa dietro la spocchia da critico del cazzo del tuo commento.
Faccio miei fino alle virgole i commenti di Vaaal. Buried è un signor film raccontato BENISSIMO.
SPOILERISSIMO COMMENTO, ALERT
SPOILER
SPOILER
Ok, ma vi chiedo: quando il tizio del Nucleo Operativo Ostaggi gli dice che loro hanno salvato Mark White, e lui si segna il nome sul legno… attorno al nome disegna una bara, no?, o è un mio ricordo viziato dal finale?
FINE SPOILER
sinceramente non mi peri che segni una bara, ma non sono sicuro.
*non mi pare :-D
Attendevo questo film da molto tempo, la trama mi sembrava ottima ed innovativa, purtroppo poi non sono riuscita a vederlo al cinema e me ne sono dispiaciuta molto fino ad oggi…giorno in cui l’ho visto in dvd.
Mi spiego meglio:
I primi minuti sono molto interessanti, lo spettatore si immedesima subito nel poveraccio di turno ed avverte a sua volta anche un pò di affanno.
Si nota subito un’ottima fotografia e un sapiente uso della luce.
Fin qui tutto bene, poi mi tirano fuori la storia del rapimento in Iraq e rimango molto delusa.
Con tutte le motivazioni proprio quella più scontata e più politicizzata? Subito ho provato fastidio per un film che forse voleva raccontarmi di quanto sono cattivi e puzzoni gli iracheni terroristi… Insomma per un primo momento ho pensato fosse una pellicola a sfondo propagandistico (così, tanto per ricordare al mondo quanto è brava e bella l’America che va a liberare il MedioOriente dal male).
Andando avanti con la trama o le telefonate che dir si voglia, un pò mi sono ricreduta..infatti anche gli americani sono definiti dei gran puzzoni, quindi uno a uno palla al centro. Chiudo quindi la parentesi politica ma rimango ugualmente poco colpita…
Infatti finito il secondo giro di telefonate il film procede più o meno sempre uguale e diventa a parer mio un pò forzato. Mi stavo proprio annoiado lo ammetto.
E’ forzata soprattutto la scena del serpente che ho trovato veramente poco utile…non genera tensione anzi la smorza.
La mia delusione è cresciuta notevolmente nel finale, che ho compreso subito senza difficoltà. Non mi sono stupita e nemmeno ho raggiunto quel grado di tensione che desiderava far raggiungere il regista.
Quindi per me l’esercizio di stile non è proprio ben riuscito.
Avrei voluto un bel colpo di scena…una spiegazione che ribaltasse completamente il senso del film..caspita si poteva fare molto meglio di così!!
Il mio voto è un 6 meno ..buona l’idea di base, scarso il prodotto finale.
E poi ammettiamolo, degli esercizi di stile senza vere sperimentazioni e con trame banali ci siamo un pò tutti stufati!
ma sto film prima di tutto non era per nulla claustrofobico,più che un cassa sembrava un cassonetto,poi alcune trovate da b-movie erano propio ridicole.
Una cagata mostruosa. E sono uno che bene o male digerisce di tutto. Alla fine ho proprio avuto la classica impressione da “aver buttato via un’ora e mezza”. A parte che reynolds nun se po’ vedè e nemmanco ascoltà, e poi ci sono dei dialoghi di una banalità sconcertante, e un pavido tentativo di critica al “sistema” che se ne va a puttane con la speranza SPOILER del protagonista, che è palesemente spacciato fin dal minuto uno. Che poi la colpa non la dò mica a cortès, lui di suo ci ha messo il meglio (a parte scegliere il direttore del casting) perchè in effetti il film un’ora e mezza te la fa passare, gioca moltissimo con il non-luogo che è una bara, si inventa angoli di camera impossibili, si vede che il compito è fatto bene. Però una sceneggiatura così non doveva essere messa in scena.
Dalla rabbia gli ho dato UNO su IMDb, e per dire, a Garfield gli ho dato tre…