Terza parte del nostro specialone dedicato alle catastrofi di celluloide. Vi rinfreschiamo la prima e pure la seconda parte e vi ricordiamo che parte di questo speciale è già apparso sulle pagine di Vice Magazine. Oggi affrontiamo uno degli elementi più insidiosi in assoluto: l’acqua. Preziosa alleata contro il fuoco, è però al centro di moltissime tragedie. Le meteore creano tsunami. I terremoti rompono dighe. Le alluvioni alluvionano. Proprio l’acqua è al centro dell’unico esempio di moderno disaster movie italiano. Unendo dei patrimoni italici a quelli francesi (i più veloci tra gli europei nell’utilizzo delle nuove ed economiche tecnologie applicate alla Settima Arte), il discusso Renzo Martinelli, lo stesso che ora firma i kolossal pro Lega (grazie al quale Rutger Hauer paga le sue bollette della luce), firma Vajont – La Diga del Disonore, un mattonazzo/denuncia con tanti effetti speciali. Mica cazzi. Oltre a questo, daremo uno sguardo a una pellicola firmata dall’altro tedesco – oltre a Emmerich – innamorato dei disastri: La Tempesta Perfetta di Wolfgang Petersen.
VAJONT: LA DIGA DEL DISONORE, RENZO MARTINELLI, 2001
La Catastrofe: True Story. Nei pressi dell’odierna Pordenone, alle 22:39 del 9 ottobre 1963, 270 metri cubi di roccia scivolano dal monte Toc all’interno del bacino d’acqua creato dalla diga del Vajont, generando un’onda anomala di oltre 250 metri. Muoiono 1.917 persone e interi paesi vengono completamente distrutti.
Gli Indizi che le cose non stanno andando bene: Il primo indizio è di carattere linguistico. Si decide di costruire una diga sotto il monte Toc. Toc nel dialetto della zona significa “qualcosa di marcio, di molto friabile”. Non mi sembra una buona idea. I lavori di costruzione vengono funestati da una lunga serie di incidenti. Incidenti che possiamo dividere in due categorie: da una parte quelli realmente avvenuti, i fatti storici. Dall’altra quelli creati ad hoc dal film di Martinelli. Per quanto riguarda la prima categoria, citiamo la frana di Pontesei, località vicina e dalle stesse caratteristiche morfologiche. Più interessanti i segnali che urlano “MORTE” a pieni polmoni compresi nella sceneggiatura del film: mentre l’ingegner Semenza (Michel Serrault) pontifica sulle grandi imprese degli uomini che con le loro azioni sfiorano la grandezza dei Titani, un povero operaio – che quattro secondi prima ha mostrato al protagonista del film una foto di suo figlio dicendo cose come: “Che bello poter vedere i propri figli crescere!” – cade dalla diga sfracellandosi al suolo.
La Causa: La causa della tragedia è la stupidità. Tutto porta a pensare che la costruzione di una diga in quella zona sia una cazzata, ma la volontà di cimentarsi nella costruzione dell’opera d’ingegno “più grande di sempre” è troppo forte. A questo si aggiungono interessi economici e politici. La causa reale dell’onda anomala che investirà Longarone, come abbiamo visto, è però il distacco di parte del monte Toc.
Il Pazzo che predica al vento: In nessun altro film del genere sono presenti tanti personaggi che sanno che le cose andranno male ma che non vengono ascoltati. Si comincia dalla giornalista de L’Unità Tina Merlin (l’insostenibile Laura Morante), la quale denuncia più volte sul suo giornale la pericolosità del progetto. Ma non solo sarà osteggiata dalla ditta responsabile della costruzione della diga, la SADE, ma anche dal suo editore, che spesso le suggerisce di non calcare troppo la mano nei suoi articoli. La donna continuerà dritta per la sua strada e fonda il Comitato in Difesa della Valle. Nessuno però sembra prenderlo sul serio. Si aggiunge il figlio dell’ingegner Semenza, un geologo incaricato di verificare se la zona è pronta a sopportare il peso di una costruzione del genere. L’uomo presenta una relazione in cui scrive nero su bianco che c’è il rischio concreto di un distacco di 200 milioni di metri cubi di massa dalla montagna. Il padre però gli chiede di non rendere pubblici i suoi studi per non bloccare i lavori ormai ampiamente in corso. Per concludere dobbiamo citare anche la figura del signor Ghetti del Genio: l’uomo sostiene che, nel probabile caso di distacco di parte della montagna, il bacino d’acqua creato dalla diga tracimerebbe, inondando i paesi sottostanti. Anche questa ricerca viene ignorata e si procede verso l’inevitabile disastro.
Il Cattivo: Il vero responsabile della tragedia, l’uomo che anche di fronte all’evidenza si rifiuta di correre ai ripari, è l’ingegnere Alberico Biadene (Daniel Auteuil). Quest’ultimo, totalmente incurante dei numerosi indizi che porteranno alla catastrofe, continua a fare gli interessi della SADE e a smorzare gli animi dei contestatori con frasi come: “Ebbasta con tutto questo pessimismo!”. Man mano che l’inevitabile si fa più concreto, anche lui comincia ad avere delle crisi di coscienza che al massimo lo portano a sudare forte durante il sonno o a visitare nottetempo chiese in cerca del perdono.
Il Piano di Salvataggio: Non esiste nessun piano per cercare di evitare il disastro. Solo quando ormai i giochi sono fatti si decide di diminuire il livello dell’acqua nella diga per smorzare l’intensità dell’onda anomala. Ma è clamorosamente troppo tardi.
Si informa il Popolo: Il popolo non viene minimamente informato. I pochi che hanno dato retta ai pazzi di cui sopra si sono messi in salvo, gli altri continuano le loro vite come se nulla fosse.
La Tragedia unisce: In questo caso la tragedia divide. Il protagonista del film è il geometra Olmo Montaner, che durante i lavori si innamora e sposa la bella Ancilla (Anita Caprioli). I due si amano fortissimo e lei aspetta un bambino. La notte della tragedia, mentre lui si trova di servizio sulla diga, lei muore schiacciata dall’onda.
L’estremo Sacrificio: Manca colui che decide di sacrificarsi per salvare gli altri. La morte arriva per tutti inattesa. L’unico che va incontro alla morte con cognizione di causa è un nonno tenerone, testardo e un po’ suonato, che per amore nei confronti della sua terra natale decide di abbandonare la nipote che tanto ama.
Happy Ending: Manca totalmente un finale conciliante. Il film è narrato in un lungo flashback copiato paro paro da Salvate il Soldato Ryan. Si apre con un uomo al cimitero, che scopriremo essere poi il protagonista, che nel pippone finale chiede che venga finalmente fatta giustizia per tutte le vittime del Vajont.
Cosa resterà: Il tentativo di realizzare un blockbuster di chiara matrice americana (con “mirabolanti” effetti speciali) mescolando il tutto con un fatto di cronaca del nostro Paese è encomiabile. Si fa notare un’imbarazzante sequenza in cui un Cristo crocefisso galleggia nelle acque, simbolo di un sacrificio ingiusto. Il regista ha una delle mani più pesanti della Storia del Cinema e sparge melodrammaticità ovunque. C’è il sospetto che le inclinazioni politiche del Martinelli fossero di segno opposto rispetto a quelle sbandierate nei film successivi.
Joe the Plumber (Livello cafonaggine): Senza voto. Alla sbruffonaggine classica dei protagonisti di queste pellicole, viene preferito un vittimismo che vorrebbe essere coerenza e integrità morale. Più le persone vengono sottomesse o schiacciate, più si dovrebbe essere empatici nei loro confronti.
LA TEMPESTA PERFETTA, WOLFGANG PETERSEN, 2000
La Catastrofe: Il titolo del film dice già tutto. Ma come si forma una tempesta perfetta? Grazie per la domanda. Allora, siamo dalle parti di Boston, per la precisione nelle isole Sable. Basta prendere una tempesta e sottoporla alla corrente calda del Golfo. In questo modo la tempesta di trasforma nell’uragano Grace, un uragano molto potente (di 5° categoria, in grado di superare i 140 nodi di velocità). Visto che la sfiga esiste, l’uragano si dirige verso nord, ma una depressione a sud delle isole Sable con l’aggiunta dei venti freddi provenienti dal Canda, trasformano Grace nella temutissima Tempesta Perfetta.
Gli Indizi che le cose non stanno andando bene: Il film si apre con un sogno premonitore, che come si sa mena una iazza terribile, della bella Diane Lane. Lei si lascia sfuggire un “ho un brutto presentimento”, ma poi lascia tranquillamente partire la Andrea Gail, una barca usata per la caccia a pesci spada capitanata da George Clooney, per un simpatico viaggetto con destinazione i Grandi Banchi di Terranova. Durante il viaggio, prima di trovarsi in mezzo al macello più totale, l’equipaggio va incontro a una lunga serie di sfighe: Mark Wahlberg viene quasi mangiato vivo da uno squalo. John C. Reilly viene sbattutto in acqua da un’onda e rimane pure trafitto da un gancio. La collega di Clooney, interpretata da Mary Elizabeth Mastrantonio, continua a dirgli via radio che devono assolutamente rientrare a causa delle condizioni atmosferiche. Mentre gli sta dicendo: “State andando dritti verso la bocca del mostro!”, si rompe l’antenna della radio di Clooney, per cui nulla di fatto. Oltre a tutto questo c’è da aggiungere che la pesca va malissimo. Ma una sfiga nera! Se ci fosse stato un indovino a bordo, sono sicuro che avrebbe letto dentro le interiora di un pesce che le cose stavano prendendo una brutta piega.
La Causa: La cause sono, come abbiamo visto, di tipo atmosferico.
Il Pazzo che predica al vento: Mentre i pescatori della piccola cittadina di Gloucester nel Massaschusetts sono in mare, le loro donne si ritrovano tutte al bar del porto. Uno di quei bellissimi bar che esistono solo nella fantasia degli scenografi hollywoodiani, talmente sporchi e brutti da essere quasi delle installazioni. La sera il bar è frequentato da millemila persone, ha dei tavoli da biliardi, c’è birra a fiumi, musica della madonna, tipe da intortare a go go e sporadiche risse. Durante il giorno però ci sono solo le forti donne di Gloucester, MA che aspettano il rientro dei loro uomini e guardano come ipnotizzate i telegiornali locali. Tra le donne è possibile scorgere il Vecchio Lupo di Mare. Un vecchio con una barba perfetta, pipa all’angolo della bocca e vestiti lisi e sporchi. Il vecchio ne ha ovviamente viste di ogni ed è diventato mezzo pazzo. Il suo status di pazzo del paese lo porta ad essere ignorato (quando non apertamente insultato) dalle donne, ogni volta che apre bocca per dire la sua sul tempo.
Il Cattivo: Visto che le cause del disastro sono naturali non ci dovrebbe essere un cattivo, ma visto che non ci si vuole far mancare nulla si è deciso di inserire superforzatamente Michael Ironside. La storia è questa: tutti i pescatori del paesello lavorano per Ironside. Capitan Clooney, da un po’ di tempo a questa parte, riesce a portare a casa due branzini surgelati comprati al Billa. Per cui, giustamente, non è che Ironside lo riempie di soldi: gli da il giusto! Clooney però vede questa cosa come un affronto a sé stesso, ai suoi amici, alla profonda morale di tutti i pescatori di questo mondo che si battono per un mondo migliore dove non ci siano degli Ironside col braccino. Ironside, mentre la Andrea Gail è proprio nel mezzo della tempesta, si presenta al bar dove tutti stanno aspettando notizie. Il suo ingresso fa calare un silenzio irreale, rotto da una delle forti donne di Gloucester che lo insulta pesantemente. Per dirla tutta tutta, è Clooney che s’è messo da solo nei casini…
Il Piano di Salvataggio: Il piano principale è: “Oh cazzo! c’abbiamo davanti un muro d’acqua! Accelera abbestia e andiamoci contro forte forte!”. A questo geniale piano si aggiunge verso la fine un tentativo di salvataggio tramite elicottero, ma le condizioni atmosferiche non aiutano, per cui…
Si informa il Popolo: C’è anche una parte dedicata al classico giornalista che guarda le immagini dal satellite e in rapida successione reagisce così: 1) “Ah, guarda una tempesta!”, 2) “Incredibile! Se succede questo e questo e pure questo si verrà a formare… la tempesta Perfetta!”. Il giornalista informa subito chi di dovere e le televisioni cominciano a seguire gli eventi. Il problema principale è che l’equipaggio della Andrea Gail è senza radio e comunque si trova in mezzo al mare. C’è veramente poco da avvertire.
La Tragedia unisce: I protagonisti sono tanti e ognuno di loro, durante la tragedia, si unirà alla propria anima gemella. Il caso più eclatante è quello tra Mark Wahlberg e Diane Lane che sono innamoratissimi, ma talmente tanto che tra loro esiste una sorta di comunicazione telepatica. Diane Lane, non solo mena iazza con i suoi sogni premonitori, ma “sente” anche gli ultimi momenti di Mark Whalberg. Il caso più canonico di unione che si cementa in virtù della catastrofe è quello tutto virile tra i due marinai John C. Reilly e il grandissimo caratterista William Fichtner. I due, seguendo il perfetto schema del “poi ti amo, poi ti odio, poi ti amo, poi ti odio, (poi ti apprezzo)”. inizialmente non si possono assolutamente vedere. Successivamente, nel momento in Fichtner trae in salvo con gesto eroico il povero John C. Reilly che era finito in acqua con un gancio infilato nel corpo, tra i due si viene a creare quel rispetto e quell’amicizia cameratesca tipica degli uomini burberoni ma sotto sotto buoni. Clooney si capisce che in realtà ne vorrebbe tantissimo dalla Mastrantonio, ma riescono a unirsi solo tramite onde radio.
L’estremo Sacrificio: Verso la fine rimangono in vita solo Wahlberg e Clooney. Quest’ultimo si sacrifica per salvare il giovane amico.
Happy Ending: In questo caso è negato: a bordo della Andrea Gail muoiono tutti. Anche il sacrificio del povero Clooney è inutile visto che Whalberg, che si è poi ritrovato in mezzo a una tempesta senza giubbotto di salvataggio, non è tornato a casa.
Cosa resterà: Il digitale del film, utilizzato per costruire queste onde gigantesche, è piuttosto invecchiato. Sicuramente all’epoca (parliamo di 11 anni fa) su grande schermo avrà fatto la sua porca figura, ma oggi su un normale televisore casalingo evidenzia certi limiti. Resta un grande cast con un’inusuale (per la percezione di adesso) ruolo per George Clooney.
Joe the Plumber (Livello cafonaggine): Decisamente alto. Direi 8/10. Il film inizia con una bella ripresa al monumento ai marinai morti. Perché i marinai in questo film sono personaggi con la barba splendidamente incolta, la camiciona di flanella e un cappellino magnificamente consumato. Sono uomini che con il loro lavoro tengono viva la loro cittadina. Sono uomini veri che conoscono il mare e sono capaci di grossi sacrifici per un bene superiore, che non tutti sono in grado di vedere. Soprattutto se sei un fighetto tutto pettinato e con la camicia.
Scelgo “i pescatori di questo mondo che si battono per un mondo migliore dove non ci siano degli ironside col braccino”.
Non foss’altro perché lui, come chiunque altro abbia preso parte a Terminator Salvation, deve bruciare all’Inferno (Worthington a parte. I tortelli in gonna sono il mio punto debole).
E pensare che non ho mai visto questo film per i miei pregiudizi sui pescatori di pesce spada… mi sa che mi tocca recuperarlo.
Vajont, ovviamente, l’ho visto come tutti – quelli del mio tempo – costretta dalla scuola, con tanto di Martinelli live per il commento finale.
Era il giorno giusto per darmi malata, mi sa.
Parlando di acqua c’è un Poseidon che urla vendetta…
No no no no… non si fa, mi sento deluso.
Cordialità
Attila
Il Poseidon e’ in scaletta alla voce “barche che si arribaltano” insieme al Titanic, uomo di poca fede che non sei altro [gira i tacchi stizzito]
non per dire, ma sarebbe da vedere questo ( http://video.google.com/videoplay?docid=8879734850960378650# ) prima di poter commentare vajont
scusate se faccio il precisino ma la diga del vajont non è vicino a pordenone ma a belluno..
cmq peccato che non l’abbiano fatto gli ammeregani il film con i loro effetti seri
apprezzo la tempesta perfetta solo per il finale cattivello…chi l’avrebbe mai detto.
Ma davvero c’è un personaggio che si chiama l’ingegner Semenza ? o è un nomignolo da sfottò… ?
@ Harry Piotta: se la memoria non mi gioca brutti scherzi, anche Paolini nella sua celebre orazione civile cita un ingegnere con quel nome.
Hai certamente ragione, dal momento che non mi sono approvigionato sull’argomento. E anzi colgo l’occasione per cospargermi il capo di cenere di vampiro. Del resto, Paolini è sempre stato uno dei miei idoli:
http://www.youtube.com/watch?v=5gC9DBP6yiY&feature=related
Credo fossero un po’ più di 250 metri cubi di terra a scivolare nella diga… avrebbero fatto l’effetto di un peto; furono invece 270 milioni di metri cubi, che alzarono un’onda di circa 100 metri sopra il parapetto della diga…
@Budda=non per fare quello che, ma in questa sede i film si criticano in base alla loro appartenenza al genere disaster. lo spettacolo di paolini, 10000volte meglio del film di martinelli, è un’altra cosa.
@kruaxi=evvove mio.