Per un certo periodo della mia vita, che andava dai tredici anni a diciotto minuti fa, qualsiasi film hollywoodiano a budget ridotto con dei poliziotti corrotti mi faceva uscire di testa e conquistava la mia stima incondizionata per puro principio, più o meno come -non so- le commedie con una ragazza bianca tatuata che sbarca il lunario servendo a una tavola calda mentre insegue il proprio sogno di ballerina avant-hop. Nanni Cobretti ovviamente ne è informato.
Nanni l’ho conosciuto qualche anno fa. Eravamo giovani, scapestrati, privi di discernimento e dotati di connessione ADSL. Lui mi ha insegnato a stare al mondo, ha dato uno scopo alla mia vita, mi ha fatto conoscere qualche ragazza e ha risolto un mio problema con il fisco. Mi ha convinto che non c’era niente di male a rifiutare l’arte e a considerare cose tipo Massima Copertura tra i più grandi film mai realizzati per il solo motivo di averlo beccato per caso al videonoleggio nella primavera del ’94. Nanni mi ha plagiato. Ha reso la mia esistenza meno uncool e più sciolta, mi tiene in forma e controlla la mia dieta. Di tanto in tanto mi spedisce mail propositive di quelle che potreste aspettarvi da un caporedattore, e incassa quasi sempre una risposta affermativa. Per farti scrivere un pezzo sui 400 calci Nanni è capace di ogni bassezza. Funziona così: ti scrive mail ad orari impossibili chiedendoti di vedere un film per la settimana successiva, buttando lì un paio di premesse paurose, come quella volta che mi convinse a vedere Suck parlandone come di un rock-horror movie con Henry Rollins (a quell’ora di notte non è mai chiaro se la colpa è di chi ha scritto o di chi legge). Capita così che Nanni mi chiede con nonchalance se ho voglia di vedermi un sequel apocrifo/DTV di Street Kings, in italia La notte non aspetta, ambientato a Detroit e con Sean Bean al posto di Keanu Reeves. Ovviamente mi viene un mezzo infarto. Sean Bean più poliziotti corrotti uguale stare bene subito. Sean Bean è una mia fissa più o meno dai tempi di Goldeneye e mi ha convinto a vedere e persino RIVEDERE cose come Don’t Say a Word per godere appieno della sua performance. Sean Bean è il fratello maggiore bastardo e senza scrupoli che non ho mai avuto, quello che arrivava a casa tardi leggermente alticcio e mi legava a una sedia costringendomi a guardarlo mentre stuprava il mio orsetto di peluche.
Contrariamente a Sean Bean, di Ray Liotta non m’è mai fregato un cazzo. Ray Liotta l’ho raccolto sul ciglio di una strada lastricata di buone intenzioni cinefile, figlio rinnegato di una certa grandeur hollywoodiana, meraviglioso protagonista di Quei Bravi Ragazzi e in seguito talento sprecato per eccellenza dell’industria del cinema mainstream. A me Ray Liotta è sempre stato sul gozzo, a maggior ragione considerato il fatto che ha preso parte da quasi-protagonista a Identità. Questa premessa è importante soprattutto per comprendere l’umorismo di Nanni Cobretti: Nanni è uno che ti spedisce al macello con noncuranza suggerendoti di guardare un sequel di Street Kings con Sean Bean e poi a film iniziato ti scrive “PS: scherzo. In realtà c’è Ray Liotta.” Queste cose qua nel mondo reale non succederebbero MAI.
httpv://www.youtube.com/watch?v=a-JLp-Tmyxg
Comunque, dicevo, il poliziesco violento. è una cosa di cui si può parlare, ma credo che la passione per gli sbirri corrotti risalga a prima di aver letto Ellroy. Quando è stata la prima volta che al cinema avete fatto il tifo per il cattivo? Pensate anche solo a un film come Affari Sporchi e a quanto avreste voluto veder trionfare IL MALE solo per non darla vinta a Andy Garcia e a quei cazzo di capelli a spazzola. Io tendenzialmente sono un fan dei buoni, ma ci sono duemila ragioni per cui queste cose succedono. La prima è che gli attori di grosso calibro si prendono meglio a fare la parte del cattivo. La seconda è che anche senza scomodare l’attorone, lo sbirro corrotto o alcolizzato puoi darlo in mano a un caratterista a caso con la faccia come un portone e portare a casa un film che riguardarlo prende sempre da dio. Questa rigida convinzione ha subito parecchie scosse nella mia esistenza, abbastanza da convincermi a non riguardare film che oggi probabilmente troverei agghiaccianti tipo -appunto- Massima Copertura, ma tutto sommato è una cosa in cui credo ancora molto. Poi insomma, Nanni mi ha convinto a vedere Street Kings – Motor City.
Per quanto riguarda il regista Chris Fisher vi rimando senz’altro ad una delle più lucide e importanti analisi della sua opera, firmata guardacaso dallo stesso Nanni in occasione dell’uscita di S.Darko: è importante sia per comprendere com’è che fa le cose Chris Fisher sia per capire appieno il concetto di sequel DTV. Cito testualmente perchè è impossibile dirla meglio: “vivono in una dimensione parallela che ignora le regole dei normali sequel per seguire piuttosto quelle dei rip-off, o dei plagi stile Asylum, con il vantaggio però di possedere i diritti per usare il marchio e i nomi originali, e volendo qualche dollaro in più. Insomma, generalmente non si aggiunge nulla, ma si sfrutta una proprietà riconoscibile e si fa solo una specie di remake in versione scema, dove possibile con attori più belli”. Non ho quasi nient’altro da aggiungere. Naturalmente Street Kings 2 non è scritto da James Ellroy, sostituito da un paio di semiesordienti, e non ha un cast pauroso a fare da contorno (e su questa vi prego di considerare che oggigiorno si parla di cast pauroso anche solo se c’è Hugh Laurie). C’entra con l’originale nella stessa misura in cui un produttore si accorge che stanno per scadergli i diritti del sequel di Street Kings e decide di girare la prima sceneggiatura con poliziotti corrotti che gli capita sottomano -in tutto questo la cosa atroce è la concreta prospettiva di uno Street Kings ambientato in ogni città americana, tipo C.S.I.. Quel che fa strano è leggere il pezzo di Nanni su S.Darko e accorgersi che la stessa inesistente padronanza di materiale è il nocciolo artistico anche di questo film qua. In realtà è un po’ inquietante, perchè OK non aver capito Donnie Darko ma La notte non aspetta non è che ci sembrava così difficile da inquadrare. Eppure niente, il film è uscito e dura un’interminabile ora e mezza piuttosto povera di bastardate poliziesche e fucili a pallettoni (eccezione immeritevole, per così dire). L’unica scena davvero divertente è quando all’inizio del film Ray Liotta viene gambizzato durante un acquisto di roba sotto copertura, dopodichè fa tutto schifo. Cinquanta minuti netti se ne vanno in pipponi sul senso del dovere pro o contro, sul genere “lui era un corrotto” “no” “sì” “no” “giuro” “aveva una famiglia” “eh” “sbarcava il lunario” “lavorava all’antidroga” “il lato oscuro” etc. Altri quindici minuti escono in ritratti familiari, in più ce ne sono sei a sentir parlare un negro tirato in mezzo che dice MAN all’inizio e alla fine di ogni frase. I restanti venti minuti sono dedicati a un intreccio tra i quindici meno appassionanti della storia del cinema, e non c’è nemmeno Sean Bean, neanche un cameo. Nel prefinale comincio a pensare che in realtà non sia colpa di Nanni Cobretti quanto piuttosto di un malinterpretato senso del dovere mio personale, una cosa che non mi ha mai dato nulla di buono e che -incrociando le dita- mi porterò comunque nella tomba, a prescindere dal fatto che Street Kings – Motor City non lo consiglierei neanche al mio dentista. DVD-quote:
In tutto questo il protagonista del film è tale Shawn Hatosy. L’avete visto in un milione di altri film e giustamente non l’avete mai cagato.
Wim Diesel, i400calci.com
Pensieri sparsi:
– il titolo sembra quello di un videogioco tipo GTA o similari. E, grazie al meraviglioso 2, neanche il capostipite;
– “Sean Bean” è una credenziale che purtroppo basta e avanza per sciropparmi roba tipo Percy Jackson e amenità mitologiche simili (non nominatelo, vi prego). Leggere su IMDB quel “Silent Hill: Revelation 3D (filming)” mi ha fatto male in profondità;
– non ho la profondità intellettuale per capire Ray Liotta. Per mia ignoranza personale e motivi inspiegabili per me potrebbe essere uno dei fratelli Baldwin non riconosciuto;
– la storia della prima volta che ho tifato per un cattivo mi ha stimolato ai ricordi. La risposta, comunque, non è piacevole né necessaria perciò andrò tranquillamente oltre (“Jeepers Creepers, where’d ya get those eyes?” e chiudiamola qui);
– spero che l’afroamericano (politically correct, man) non si chiami di cognome Lazarus, cosa che mi aspetto da qualunque film americano da qualche anno ormai. E arriverà, eccome, prima o poi;
Non che sia il mio genere preferito, ma poliziotti corrotti attira pure me (per dire, a me è piaciuto “I padroni della notte” e l’ho pure visto al cinema, non so cosa ne pensiate voi ma a questo punto dell’esposizione è irrilevante) e insomma… va beh, non l’avrei visto già dal titolo.
Non sapevo nemmeno della sua esistenza.
Leggere “S.Darko” mi ha gettato nello sconforto.
Vado a razzolare nel torbido delle foto sull’internet di Sean Bean, via.
Belli i retroscena su “come i redattori si conobbero e iniziò la leggenda”.
Ma davvero, ultimamente guardate solo dei gran fail. Dico per voi eh. I 400 calci sta diventando un martirologio. Questo era “the curse of Wim Diesel”.
Gesummio, la vecchiaia… ho visto “sequel di film che piace a Wim”, ho visto “veterano non nuovo a una serie B che non merita al suo milionesimo ruolo da poliziotto ambiguo” e mi e’ uscito un nome a caso. Poteva uscirmi “Val Kilmer”. Avessi visto che era di Chris Fisher avrei riso fino a scordarmi che giorno era.
Bravo Wim. Mi ha fatto venire in mente quanto taaaaaanti anni fa affittai “8mm” per il lulz e arrivai alla fine depressissima con la netta sensazione che joel schumacher a certe robe ci credesse davvero (equivalenza “guardare un porno dove al massimo si vede una manetta per mezzo secondo” = “OMG contribuire alla morte di DONNE VERE” eccetera).
In verità io ho cominciato a fare il tifo per i cattivi già da Wile E. Coyote e Road Runner…con tutti i soldi che Wile caccia per prendere sto struzzo mi sembrava uno spreco di soldi esagerato non farglielo prendere.
Su Liotta non mi esprimo, mi è sempre stato sulle palle a prescindere, quindi non faccio testo.
X-man, tifavi quindi per Bip-bip?
post dell’anno
i Calci mantengono l’equilibrio negli universi
voglio un pupazzetto* di tutti voi
*action figure
@magdalena – ammetto che la teoria che vede Ray Liotta come un Baldwin mancato ha un suo perverso fascino e tappa diversi buchi concettuali, e non so perchè ora sto pensando a turbulence.
@gigos – la verità è che ormai il capo tratta peggio me di come tratta miike. è stato pianiFicato e messo insieme nel lungo periodo.
@nanni – sì, beh, la negazione mi pare sia la prima fase.
@dolores – ma quando LUI si mette gli occhiali?
“Mi ha convinto che non c’era niente di male a rifiutare l’arte”
È una cosa bellissima.
Dopo che tanti anni fa vidi Quei Bravi Ragazzi, il Ray Liotta nella mia testa è un cocainomane anche nella vita reale. Questo spiegherebbe il perchè di scelte che neanche il neogaleotto Nic farebbe.
cordialità Signor. Pallino
Wim: MACINA.
(in other news: scopro in questo momento che tre giorni fa ha debuttato una serie HBO che si chiama Game of Thrones, è un drammone di cappa e spada di cui non so ancora niente tranne che i protagonisti sono SEAN BEAN E PETER DINKLAGE. voglio fare l’amore ora, con chiunque.)
in game of thrones sean bean fa boromir anche se gli han detto che nn e’ lord of the ring…..
Guardatelo Game of thrones non solo per sean bean ma per la trama (tratta da una serie di libri stupendi) e per Dinklage che interpreta il più grande figlio di puttana mai visto in una storia fantasy.
Ah…. contrariamente a quello che ci si potrebbe aspettare Dinklage non interpreta un nano di quelli fantasy con l’ascia, la barba lunga e la birra sempre in mano. Interpreta un nano vero.
@Dolores
“8mm” l’hai visto (come me) solo per Joaquin Phoenix versione trucida?
“Game of Thrones” è fico.
Anche se c’è il nuovo pseudo-Conan.
Però c’è da dire che come indizio del Conan a venire, il Jason Momoa di Game of Thrones ha superato le mie aspettative.
ammazza che brutto il poster.
Colgo l’occasione:
Ma nanni cobretti recensirà mai il nuovo film di nanni moretti?
Volevo ricordare che Sean Bean significa alla lettera: Giovanni Fava.
Ora capisco che a qualcuno possa piacere il Fava, con tute le declinazioni, ma il tipo in effetti non è mai uscito dalla parte di Ronin e forse risulta un pò ripetitivo, senza peraltro mai lavarsi i capelli.
Ellroy piacerebbe a molti, come traguardo filmico. Secondo me c’è andato vicino il regista di LA Confidential. Ma più vicino di così, la vedo difficile. Almeno per Hollywood.
Bello l’apologo. La frase sull’arte no.
Direi che è un sicuel non necessario.
Non che si necessitasse disperatamente anche del primo.
Il primo,almeno in italia,ha il merito di avere come doppiatore per Laurie,per la prima e unica volta,Sergio Di Stefano,che lo doppiava in House MD e che ha reso onore al suo mestiere,avvolto nel buio della sala.
Non nominatemi il suo sostituto in quella serie,che sono capace di uccidere al solo udire quel nome.
Per me il sostituto si chiama “Insopportabile inespressivo uomo che doppia non avrai le mie orecchie”.
–
Un po di equazioni:
S. Darko:Donnie Darko=Star Wars Trilogia Originale:Star Wars Trilogia Sequel
Provo ancora orrore ripensando a quella sera in cui ho visto QUELLA COSA.
Scusate,mi correggo:
S. Darko:Donnie Darko=Star Wars Trilogia Originale:Star Wars Trilogia PREQUEL
Mi vergogno tanto di questo errore.
a propo di seguiti “apocrifi”, oggi mi sono malauguratamente imbattutto in day of the dead con mena suvari, credevo fosse una rivisitazione dell’originale invece nn centra un cazzo, oddio a parte il dettaglio che anche qui c’è lo zombi innocuo che ti diventa quasi simpatico. cmq, tralasciando la cagosità del film, che nn a caso dopo 4 anni (2007) nn ha ancora trovato un distributore italiano, manco disposto a farne dvd da regalare alle pompe di benzina per 5 euro, mi chiedevo se ormai izzombi lenti fossero davvero estinti. pure qui corrono come bolt e saltano come bubka senza l’asta, ma davvero lo zombi moderno se nn corre nn fa più paura a nessuno?!?
Game of Thrones deriva dalla saga di G.R.R. Martin.
La saga non mi piace, ma magari vederla trasposta su schermo senza tutto quello spreco di carta e inchiostro potrebbe asciugare i punti più paludosi del Beautiful medievale.
E poi c’è Sean Bean.
@harry – in realtà sarebbe Giovanni Fagiolo, la fava è broad bean.
@puffo – il mio stratagemma è affidarsi alla mente. gli zombi veloci non esistono.
No, Jane, l’ho fatto solo per il megalolz. E non ho ottenuto il megalolz.
(Anche la finaccia del povero Phoenix va a corroborare l’isteria dell’assunto di base.)
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