Siamo a dicembre! Sarebbe anche ora di finire le recensioni del FrightFest, che era ad agosto. E siamo nel 2011! Ogni paese ha diritto alla sua scena horror. Anche la Svizzera. E che si sbilancino un po’ anche loro, no? Sennentuntschi viene venduto come il primo horror Svizzero della storia, e io mi fido a meno che la sola presenza di Michelle Hunziker non faccia di ogni film un film svizzero e che Alex l’ariete venga considerato horror per via di come recita Alberto Tomba.
A differenza di quanto successo per Rabies, il primo horror israeliano, per questo Sennentuntschi se la sono presa abbastanza comoda partendo da una leggenda locale opportunamente ritoccata, sfruttando inoltre due dei più noti simboli della regione: la bellezza mozzafiato delle Alpi, e il carisma e l’intraprendenza del poliziotto Huber. E per non sbagliare, ci hanno infilato pure quella patata clamorosa di Roxane Mesquida a fare la donna muta e selvaggia.
Sigla! (prequel?)
httpvh://www.youtube.com/watch?v=U4x0BxEh7O4
La trama è presto detta: il poliziotto Huber (Nicholas Ofczarek) trova un prete impiccato, e una strana ragazza che si aggira per le strade del piccolo paesello di montagna. Huber decide di prenderla sotto la sua protezione, ma il resto della comunità protesta veementemente, chi per manifesta gelosia per la patataggine incredibile della Mesquida, chi perché sostiene che essa sia in realtà il diavolo incarnato e responsabile del suicidio del prete. Il fatto che lei sia muta e regredita allo stato selvaggio, e che soprattutto venga colta da furiose crisi isteriche in presenza del vescovo e/o di una croce, sembrerebbe avvalorare quest’ultima ipotesi. Motivo per cui Huber decide di chiamarla Giuditta (spoiler: non è vero, ma ci sarebbe stato tutto). Giuditta (chiamiamola lo stesso così per comodità) ovviamente si innamora di Huber, perché a) lui la tratta bene e b) chi non si innamorerebbe di Huber? È praticamente il Dennis Quaid elvetico, ma più giovane e sovrappeso, il che incarna il sogno erotico di ogni casalinga (e forse a questo punto dovrei rivelare che nemmeno lui in realtà si chiama Huber). Da bravo uomo tutto d’un pezzo dai valori morali inattaccabili, il nostro non cede. Però un giorno la abbandona a casa della sua ex per andarsi a fare le sue indagini in santa pace, per cui Giuditta ci rimane male, strippa, dà in escandescenza e scappa. Nel frattempo, in una baita di montagna, il vecchio Erwin, insieme al figlio sordomuto Albert e a un occasionale ospite giunto dalla città per ripigliarsi da delusioni amorose, decide di invocare una Sennentuntschi, mitologica creatura femminile che nasce magicamente da una scopa e qualche straccio per soddisfare ogni desiderio del proprio padrone, tipo la versione stracciona della Donna esplosiva. E indovinate a quel punto chi si materializza alla porta? Segue degenero con pausa sandwich (strizzata d’occhio e gomitino), ma niente potrà fermare la voglia di giustizia del poliziotto più solerte del Canton Ticino.
Sennentuntschi è proprio il tipo di storia che piace a me e di cui esistono sempre meno esemplari: un bel giallo con contorno religioso, fra superstizioni e perversi segreti di provincia, con una gnocca allergica ai preti, dosi abbondanti di sesso e morte e costante ambiguità fra terreno e ultraterreno. Non è girato da dilettanti allo sbaraglio e si vede: il budget è più che adeguato e Michael Steiner dirige con mano solida, equilibrando tutti gli elementi con sapienza e costruendo una storia a incastri che riesce a mantenere vivo l’interesse senza ricorrere a facili trucchi (a meno che non consideriate Roxane Mesquida come il migliore degli espedienti). L’horror a voler essere del tutto onesti è pochino, ma ben piazzato, e per il resto ci si destreggia fra indagini poliziesche e atmosfere da favola nera.
Se comunque conoscete altri film in cui Roxane Mesquida sta zitta e si fa trombare da tutti non esitate a segnalarmeli nei commenti.
DVD-quote:
“Mi è piaciuto. Ma di bruto bruto bruto.”
Nanni Cobretti, i400calci.com
Immagino che bello il film ambientato nel posto piu’ palloso al mondo, tra le case uguali a quelle del presepe, l’ordine che regna ovunque e la gente che pare uscita dal terzo Reich.
La noia delle alpi dovreppe chiamarsi sta roba.
Ovviamente non lo vedro’ mai per evitare che i suoi messaggi subliminali mi invoglino a fare ordine in casa.
inutile dire che a metà post mi sono fermato a vedere tutto lo sketch.
A me Roxane Mesquida non m’intriga, il film è godibile lo stesso?
Per la cronaca, il film ha vinto il ToHorror Film Fest di quest’anno!
@soloparolesparse: urca, sapevo che era in programma ma non avevo letto i vincitori! Tu c’eri? Com’era la concorrenza?
@schiaffi: non avrei mai pensato che tra “sesso”, “morte”, “Satana” e “Roxane Mesquida che si fa trombare da tutti, threesome incluso” tu saresti stato capace di leggere solo “Svizzera”… va la’ che sei un fuoriclasse :)
Non ci siamo.
mi ha fatto sbadigliare dalla noia e la cosa che mi fa incazzare di più è che la storia se sfruttata meglio poteva anche essere figa come la protagonista. I tempi sono tutti sbagliati, non mi puoi far sbadigliare un’ora e qualcosa per poi darmi un gorefest negli ultimi 10 minuti… poi alla lunga ci sono dei bei buchi di sceneggiatura.
la mia dvd quote è “provaci ancora Fritz”
se interessa la mesquida consiglio ‘kaboom’ di araki
Ho concluso la visione di questo Sennecoso dopo 45 minuti in preda ad una noia tale, che mi è tornato in mente con piacere il giorno in cui al militare dovetti lavare 3000 piatti nello schifo più totale. Forse un giorno troverò la forza di concludere, in genere non lascio mai un film a metà ma questo è per gente davvero paziente.
@Nanni avete presente “Adam Chaplin”? una bella rece?
Tempo fa compravo su base mensile un fumetto della Bonelli, “Dampyr”, ed uno degli episodi che ricordo con maggiore piacere era ambientato proprio nell’ordinata, pulita e perfettina Svizzera (la storia verteva attorno al culto di un demone antropofago).
Il film recensito mi incuriosisce alquanto, anche per via dell’ambientazione inconsueta. Però che delusione scoprire a metà rece che il poliziotto protagonista non si chiama davvero Huber.
Mi son fatto l’idea che il Cobretti sia in realtà l’agente della signorina Mesquida. :-)
@zioluc: grazie! corro
@Mr.POP: quando riusciamo a procurarcelo, volentieri
@pau: che il film possa non piacervi e’ onestissimo, ma se salta fuori che sono l’unico che diverrebbe volentieri l’agente della Mesquida mi preoccupo…
No, Nanni, per carità. Altro che agente, a me andrebbe bene pure il brigadiere. :-)
scusate OT: ma ‘sto adam chaplin è uscito?? questa estate sono andato sul sito per comprarmi il dvd ed era ancora coming soon…
Ma allora, cattivoni? La piantate di insultare la mia terra d’origine?
@Nanni: io conosco un film in cui il protagonista da’ un due di picche immenso alla Mesquida per farsi dibbrutto Asia Argento. Eh. Giudica tu.
come sempre più spesso mi capita convengo con phoenix, anche a me la Mesquida non mi intriga, ha gli occhi da “frignon fatale” e ricorda Eva Green tagliata con lo sgarzino
@ Cicciolina
Mi sembra evidente che il protagonista del film che menzioni soffrisse di qualche forma di feticismo per lo sporco nelle unghie…
@Nanni
Si, io c’ero… e me ne prendo anche la colpa visto che ero in giuria con Colombo e Minerba.
Concorrenza agguerrita e molto variegata, ma su questo i mezzi tecnici erano evidentemente superiori e si è sentito
@odderflip A me Eva Green piace. In effetti questa ne è (personalmente) la versione più brutta. De gustibus.
@phoenix: infatti tagliata con lo sgarzino significa proprio quello, la Green non si discute.
@ cicciolina: a me asia argento intriga, basta che si metta un tappo in bocca…
Visto, devo dire mi aspettavo peggio. Inizia moscio poi migliora specialmente verso la fine. Troppi culi e cazzi sfronzolanti poca figa e poppe cmq, sti svizzeri so strani. Non male, non male affatto.
SPOILER (CAVATEVI GLI OCCHI EVENT HORIZON STYLE o a preferenza atti di sodomia a caso)
Solo una cosa non ho capito: ma allora albert il tizio muto perchè quella bambina nel presente l’ha visto? Allora i fantasmi esistono :)
Adoro questa recensione e il titolo stupenderrimo del sito. Appena visto su Netflix, dato che era in scadenza. E poi studio tedesco, un bel modo per imparare la lingua.
Dunque, a me il film è piaciuto immensamente. Il regista è riuscito a sfruttare bene lo spunto folkloristico per produrre una bella storia moderna (anche se ci ho visto molto di Fulci e degli anni ’70). Gli attori secondo me non sono il top del top ma ogni performance era adeguata al ruolo e al contesto.
A dir la verità, non so se definirlo un horror. Non mi sono spaventata neanche per un minuto, e io sobbalzo per un nonnulla. Nonostante ciò, non è una storia prevedibile e mi ha interessato dall’inizio alla fine. Sicuramente si può migliorare, ma è un ottimo inizio.
P.S. Perché Albert alla fine del film?
Pare Sukkubus – Den Teufel im Leib con Roxane Mesquida al posto di Pamela Prati.