«I love cunts more than I love God»: in queste otto parole, strillate da un Dominic Cooper all’apice del suo masochismo, sta tutto il succo di The Devil’s Double, un film che non è poi TROPPO un film ma lo è abbastanza da regalare al tizio inglese brutto-ma-bello quei riflettori di cui ha bisogno per spazzare via qualsiasi concorrente per il premio “Miglior coppia di attori che poi sono uno solo 2011”.
Sopra: ciao, sono uno dei due Dominic Cooper del film.
Dice in giro che The Devil’s Double è tratto dall’autobiografia di Latif Yahia, uno che di mestiere faceva il sosia del figlio di Saddam Hussein e ne prendeva il posto in situazioni pubbliche quali urlare ai soldati per esaltarli contro i porci imperialisti americani e ANDARE IN DISCO A FARSI LE TIPE. Ora, io non ho letto l’autobiografia, ma mi viene da pensare a) che sia comunque una romanzatura in chiave agiografica di una persona che non posso credere fosse così integerrima come viene dipinta e che probabilmente quando ha scritto il libro sentiva un gran bisogno di giustificarsi, e poi b) che dal canto suo Lee Tamahori – uno che in carriera ha fatto IL SEGUITO DI xXx SENZA VIN DIESEL – abbia deciso comunque di calcare un bel po’ la mano rispetto al source material, nel tentativo da lui stesso ammesso di fare un film su «i Corleone di Baghdad». Bravo. Nel 2011. Bell’idea.
Epperò, cattivo gusto a parte, TDD (posso chiamarlo così, d’ora in avanti?) funziona, nonostante Michael Thomas (quello di LADYHAWKE, capito? LADY FUCKING HAWKE) l’abbia scritto per una buona metà con la mano sinistra e per gli ultimi venti minuti con il retro del ginocchio. L’idea è questa, ed è vecchia come il mondo: tutte le importanti personalità della politica del mondiale hanno un sosia che funge da bullet sponge e da «vai avanti tu che io non c’ho sbatta». Quindi anche Saddam ce l’ha (aveva). Solo che, siccome Saddam non è (era) una persona qualsiasi ma un pazzo psicopatico, anche la sua famiglia bene non sta (stava). E così, tra le puttane di cui il Raìs si circonda (nota dell’editore nella persona di Cicciolina Wertmüller: in realtà di gente che si faceva chiamare Raìs io me ne ricordo solo due: Gheddafi e il ciccione dei 99 Posse), una moglie che pare Moira Orfei e ha afflati incestuosi nei confronti del figlio (giuro, c’è una scena AGGHIACCIANTE in questo senso, all’incirca a metà film) e gli stupidi americani che stanno provando a fargli saltare l’intero Iraq sotto il culo, viene fuori pure il figlio Uday, uno con dei daddy issues grossi come la mascella di Ludivine Sagnier (more on that later), un irrefrenabile amore per la cocaina e l’alcool e soprattutto un cazzo impossibile da tenere a bada. Un incrocio tra Charlie Sheen, Michael Douglas e il robot edonista di Futurama, solo che violento.
«Energumeni! Cospargetemi di cioccolata!»
Per quella storia dei daddy issues succede che il piccolo Uday (che è Dominic Cooper con una dentiera) vuole anche lui un sosia personale, e va a ripescare il suo vecchio compagno di liceo Latif (che è Dominic Cooper che comincia il film senza dentiera e poi se la mette per assomigliare a Dominic Cooper con la dentiera). Il quale è naturalmente riluttante, dovrei rinunciare alla mia identità, la mia famiglia, cosa ne dirà mio padre, nessuno pensa ai bambini, io allora te lo coppo, il padre, e tutta la famiglia se è per questo, OK d’accordo sono il tuo nuovo sosia. E così comincia un’ora e mezza abbondante di DEBOSCIO TOTALE, che mira da un lato a farci capire quanto schifo faccia la famiglia di Saddam – e il potere in generale – e dall’altro a costruire una serie di motivazioni convincenti per il payoff finale del DC buono, che a conti fatti è il momento più debole di tutta la messinscena, ultima inquadratura a parte. IL DEBOSCIO consiste in una serie di scene più o meno collegate tra di loro, episodi, capitoli, momenti, fotografie, alcune potenti, alcune molto potenti, alcune insostenibili. Senza spoilerare troppo, ci sono stupri, omicidi, stupri di sposine novelle, omicidi di sposine novelle, stupri di scolarette approcciate con fare laido per la strada, omicidi AVETE CAPITO. E poi squartamenti, cocaina, gente frustata e LUDIVINE SAGNIER. Che riesce contemporaneamente a essere il punto debole e quello forte (uno dei) del film. Forte perché, con il suo ruolo che non vi spoilero ma inizia per MIGNOTTA, spezza il dualismo Cooper buono/Cooper cattivo con un po’ di sano e cinico egoismo (umanità?), nonché forte perché pur essendo indiscutibilmente CESSA è anche indiscutibilmente SEXY AS HELL, e più la guardi sculettare e mordersi il labbro inferiore più pensi che anche se sembra la versione francese di Sarah Jessica Parker vorresti
Sopra: questo. Poi, alla fine del film, lei diventa lo Sean Penn di Sorrentino.
Il perché la Ludi (io la chiamo così, nell’intimità) sia anche il punto debole del film lo lascio scoprire a voi, ché tanto è difficile che arrivati a metà film vi venga voglia di mollare tutto. Perché fondamentalmente vorreste altre due o tre ore di Dominic Cooper. Che quando è Dominic Cooper buono è eccezionale ma un po’ prevedibile nel ruolo del brooding hero, tra dilemmi morali, dubbi sentimentali, disgusto per tutto e tutti. Ma è quando diventa Dominic Cooper cattivo che lo schermo esplode. Il suo Uday è una versione sanguinaria e totalmente psicotica di Roman Bellic di GTA IV, con un’ossessione quasi malsana per la figa e nessun controllo su se stesso, sulla zip dei suoi pantaloni e sul grilletto della sua pistola. Non ha pietà né parvenza di umanità, eppure i motivi del suo disagio sono suggeriti in maniera talmente convincente che è difficile non capire perché si sia ridotto così (il che non impedisce di odiarlo a morte e di avere una gran voglia di passargli la faccia su una grattugia per pecorino, ovviamente). Il cuore di tutto, ovviamente, è il padre: quando Saddam (l’anonimissimo Philip Quast) compare sullo schermo, il Nostro si fa piccolo piccolo e si rivela per quello che è, cioè la brutta copia del Raìs, senza senso dell’opportunità – quando Saddam uccide c’è un motivo, quando Saddam si fa portare le mignotte c’è un motivo, et cetera – e della misura né alcuna utilità effettiva nel Grande Schema delle Cose. Un po’ il suo Trota, ecco. «Avrei dovuto castrarti alla nascita» è la linea di dialogo più affettuosa che il tizio morto con i baffoni rivole al figlio durante tutto il film. E quindi, più che orrende crudeltà, gli atti di Uday sembrano capriccini fatti per dare un dispiacere al padre paziente e comprensivo nei confronti del figlio scemo con l’ADD.
E insomma il film funziona perché Dominic Cooper, perché le cosce di Ludivine Sagnier. Ma anche perché, più che essere una celebrazione dell’assoluta libertà di fare schifo che viene concessa dall’essere il detentore del potere altrettanto assoluto, diventa un modo per smascherare la piccolezza di chi del vero potere è privo e vive di luce riflessa. È un film contro la progenie dei potenti, più che contro i potenti: e in un’epoca di raccomandati e figli di papà funziona due volte. Poi certo, uno potrebbe lamentarsi del ritratto non-apologetico-ma-certo-non-troppo-negativo che viene fatto di Saddam, oppure del fatto che, come accennavo sopra, negli ultimi venti minuti Tamahori e Thomas perdono parecchio la bussola – che peraltro avevano tenuto in mano con più che apprezzabile competenza per l’ora e mezza precedente, con Tamahori che azzecca pure parecchi deliziosi trucchetti di regia e alcune inquadrature in campo lungo di Baghdad al tramonto e/o all’alba che lèvati. Ma sono lamentele che nascono ex post, una volta passata l’onda di adrenalina e disgusto e paura e sesso e violenza che gronda da ogni inquadratura. Forse The Devil’s Double non sarà un capolavoro né un gran film in senso classico, ma è un gran [Dominic Cooper] * 2 e anche tutto quello che ci sta intorno regge più che dignitosamente il peso di una prestazione attoriale come se ne vede una ogni cinque/sei anni. A me questo basta e, avoja, avanza per consigliarlo a chiunque abbia a cuore budella esposte, whisky, cocaina e fregna a profusione. Oh sì, e anche altre cose intelligenti, ma sto riguardando Ludivine Sagnier e non riesco a concentrarmi.
DVD-quote:
«Raccomandami ‘stocazzo, Saddy Udayvis Jr.!»
L’altro Dominic Cooper, attorischizoidi.com
PS: per chi ama il genere, la colonna sonora è da urlo, soprattutto nelle scene in disco.
Sembra interessante, forse, sperando che il resto del film a parte la parte attoriale non faccia troppo cagare da rendere intollerabile tutto. Lol Umberto Bossi nei tags :D
Per la cronaca il cantante dei 99 Posse è O’Zulu, quello a cui ti riferisci tu è il cantante degli Almamegretta che però si chiama Raiz, e con questa mi schiaccio un cinque alto da solo e me ne vado camminando come Richard Ashcroft nel video di Bitter Sweet Symphony
@Sapo: ero entrato nei commenti solo per scriverlo.
DAMMI STO CAZZO DI CINQUE ALTO!
la Sagnier cessa? De gustibus ma io dopo ‘Swimming pool’ me la ricordo bene.
@trecool: un cazzo di cinque alto anche a te, bro!
Uh? “Rais” è un titolo nobiliare che si applica ai capi di stato in Medio Oriente e Paesi arabi in genere. Cazzo c’entrano gli Almamegretta e i 99 Posse? Ho scritto qualcosa che non mi ricordo?
@zioluc: ha un corpo da favola e le farei parecchie cose vietate in diversi Stati anche democratici, ma ha la faccia da cavalla (http://im.in.com/connect/images/profile/b_profile3/Ludivine_Sagnier_300.jpg) tipo Sarah Jessica Parker. Poi vabbe’, le tette, ok.
@Stanlio: non tu ma il tuo editore Cicciolina!
Cmq ho già sguinzagliato il mio pusher di film perchè mi rimedi questo neo baccanale mediorientale!
A “Ludivine Sagnier cessa” ho smesso di leggere. Senza offesa, Stanlio, ma tu sei pazzo.
Vabbe’, almeno metà articolo te lo sei letto :-)
@Sapo e trecool: mi inchino alla vostra sapienza! Cinque alti per tutti! Però anche voi eh, che cristo di musica ascoltate… :-D
BAM! Ci sono tutto. Stanlio me l’ha venduto fortissimo, ora spero che dentro a sto televisore non ci siano mattoni! Ma l’affare è fatto!
PS. E ora qualcuno mi dirà “Oh gioio, lo sai che non c’è manco una cam in giro? E io bestemmio”
@Gaunt: guarda, non so a cosa tu ti riferisca nel tuo PS ma sento una forza dentro che neanch’io so come che pronuncia fortissimo una frase a me incomprensibile, ma sicuramente pregna di significato. Te la riporto qui, ma non ho responsabilità a riguardo: «VAI TRA, MKV».
@Cicciolina: ti amo. A parte questo, ovviamente non li ascolto, come qualsiasi vero uomo col pelo sullo stomaco ascolto musica virile, Death Metal al massimo Grindcore quando sono allegro, non dirlo a nessuno ma quando sono sotto la doccia canto canzoni melodiche, tipo Burzum… ma rimanga tra noi, che se i miei amici scoprono che sono eretico mi spaccano tutte le borchie dei bracciali e del chiodo come sfregio…
@Sapo: più che un cinque alto, per te va bene un 666 alto! Ottimo, continua così :-)
@Sapo e Cicciolina E basta con sti pompini a vicenda, o per meglio dire con sto 69. :D
@Cicciolina: Raiz non è grasso. Soggetto del film figata, Lee Tamahori che sbizzarrisce i cavalli figata. Vado a comprarlo nel videoteca qui da basso.
Cmq ha fatto lo screenplay di ladyhawke Micheal Thomas. Ma a parte quello a parte il già citato cattivo gusto (che sbalza ogni tanto) proprio perchè siamo nel 2011 e non nel 2000 l’interpretazione dell’attore non m’ha convinto del tutto. Il lato buono, chiamiamolo così, mi sapeva un pò di finto/caricaturale per quanto era eccessivo e contrapposto a quello cattivo (da un lato smorfia di superiorità e disprezzo dall’altro sorriso da ebete). Cmq ciò nonostante ha un suo perchè. Non ho notato la parte che è stata scritta con la mano sinistra ma sicuramente ho notato la parte che è stata scritta col retro del ginocchio :D E secondo me quella tipa non è CESSA nè indiscutibilmente SEXY AS HELL (3 kili di trucco e lo sguardo da pesce lesso con tutte quelle smorfie). Di sicuro ha il volto un pò da cavallo/triglia.
Phoenix, appunto! Lady Fucking Hawke! L’ho scritto, come non scriverlo, voglio dire, Rutger Hauer.
Urge dirimere questa questione della Ludi. Cessa? Sexy? Bella? Brutta? Ics?
a me non dice proprio niente di niente.. mah! de gustibus gente
Mah, non male, ci sta ci sta, peccato solo che l’insulsa parte finale rovini tutto e lasci una strana aura di imbruttimento.
A proposito di Ladyhawke (filmone) l’ho rivisto e ho notato ste curiosità:
– il cardinale (arcivescovo, gran prete, cheddirsivoglia) manda il cacciatore ad ammazzare lupi a caso. poi ci ripensa, e specifica: lupo nero
– navarre si becca un dardo in pieno petto ma se lo leva, non si fa niente e non ne parla più. le guardie stirano con un dardo invece, e sembrano più armaturate di lui
– durante l’assedio il frate imperius non fa che far dispettucci alle guardie
– una guardia fra la presa spock al frate imperius (che con quel nome…)
– una guardia sulla torre di imperius si becca un dardo di navarre di fianco, ma a giudicare dall’angolazione rispetto a dove saluta il ladro rivolto a navarre il dardo sarebbe dovuto inficcarsi più avanti
– i due “licantropi” rigenerano le ferite, o per lo meno isabeau manco un giorno dopo essere li infilzata già vola e balla
– per qualche motivo non specificato scavare una fossa inibisce la maledizione all’alba
– le guardie sono tutte degli impediti a parte il ruffiano del cardinale, il nuovo capitano della guardia è qualcosa di imbarazzante, e pensare che le aveva addestrate navarre
– il frate non uccide isabeau ma le dice va a vestirti e truccati in tono con la chiesa
– l’arcivescovocardinale va in giro con una punta acuminata sospetta
Ah anche: – quando il cacciatore mette le trappole interviene il lupo comparsa che muore al suo posto
E m’ero scordato: – quando rutger navarre polimorfa si leva solo la parte superiore dei vestiti, poi diventa lupo. i pantaloni a quanto pare non sono un problema :) o forse è una questione di censura… michelle isabeau peggio cade dalla torre ma polimorfa e i vestiti semplicemente scompaiono dalla sceneggiatura ^_^
Scusate il triplice commento semi-ot, ma è pur sempre Michael Thomas, quello di Lady Fucking Hawke.