L’unica cosa più irritante di vedere un film brutto è vedere un film brutto fatto in malafede, categoria che fino ad oggi comprendeva i seguiti direct-to-video (spremere un’idea fino all’ultima goccia e poi spremere ancora), i rip-off (copiare l’idea di altri e sperare che non se ne accorga nessuno) e i cinepanettoni (nessuna idea whatsoever a parte “Massimo Boldi prende qualcosa nel culo”). Demons Never Die non si fregia della presenza di Massimo Boldi, non è il seguito di niente e, nonostante un debito grosso come Città del Messico nei confronti di Scream, non è nemmeno un rip-off in senso stretto, ma ha comunque scritto in fronte FURBATA a caratteri cubitali e non fa neanche molto per nasconderlo: teen slasher con facce della tv realizzato con due lire e in 18 giorni (!!) da un ex agente di borsa (giuro) senza nessunissima esperienza e al grido di se mi dice bene ho fatto il nuovo Attack the Block, se mi dice male ho buttato i soldi del pranzo di Idris Elba.
TRAMA Quando una compagna di scuola si toglie la vita in una maniera che non è AFFATTO SOSPETTA, un gruppo di liceali londinesi, ognuno con i propri Traumi Psicologici cha vanno da “ha assistito all’omicidio della madre” a “non avevamo tempo per approfondire anche questo”, stringe un patto per suicidarsi tutti assieme. Quando però, chi perché è finalmente riuscito a scopare, chi perché si è calato una pasta (giuro), cambiano tutti idea e decidono che è meglio la vita (“dì di sì alla vita così puoi drogarti e fare sesso” mi domando se la Chiesa approverebbe questo messaggio) un killer munito di maschera e coltellaccio li prende di mira ed inizia ad ucciderli uno ad uno (probabilmente la Chiesa approverebbe il killler).
MORALE Questi giovani d’oggi non sono mai contenti.
CAST Robert Sheehan, l’ex Nathan di Misfits, telefilm bellissimo dal quale ha divorziato alla fine del 2010 senza dare tante spiegazioni e per fare sa Dio cosa, ma la sua presenza nel 2011 in film come questo e Season of the Witch suggerisce che qualcosa nel suo piano sia andato terribilmente storto. Assieme a lui un mucchio di attori pischelli presi qua e là da serie e soap che nessuno ha visto fuori dall’Inghilterra e forse neanche dentro. Ospiti d’eccezione: un rapper che non conosco, un ex conduttore di Top of the Pops e una giudice di X-Factor UK che muore nei primi tre minuti di film come Drew Barrymore in Scream.
TITOLO DI LAVORAZIONE Non sto scherzando, Suicide Kids.
Alla base c’è una timida idea di commistione dei generi, ma l’idea rimane tale e il risultato è un film abbastanza brutamente diviso in due parti che non c’entrano niente l’una con l’altra: la prima metà è un brutto episodio di Skins con pretese di introspezione e Parlare Di Cose Serie come il problema del copycat suicide tra gli adolescenti, la seconda è un brutto clone di tutto quello che c’è stato da Scream in poi, portato avanti senza convinzione e senza un’idea che sia una. Chi ne esce peggio sono i personaggi (che in uno slasher non sono mai le palline più luminose dell’albero di Natale, ma qui butta veramente male): nella prima metà hanno sguardi tristi e il cappuccio tirato su anche se non piove, parlano di togliersi la vita come atto di estrema ribellione verso una società in cui non si riconoscono e Nathan di Misfits fa un monologo che non finisce più sui DEMONI CHE ABBIAMO DENTRO (spoiler: i demoni del titolo sono metaforici), nella seconda parte non hanno più né il cappuccio né una caratterizzazione, diventano di punto in bianco i classici protagonisti scemi di uno slasher che quando sanno di avere un killer alle costole scappano nel bosco invece che verso i centri abitati.
Dopo un’ora e venti passata a combattere la tentazione di inventarmi il finale perché tanto è chiaro che fuori dai limiti urbani di Londra questo film l’ho visto solo io, si salvano solo Nathan di Misfits e la fidanzatina e se ho capito bene il killer era una joint venture tra un professore frustrato e un poliziotto pazzo. Vorrei potervi dire che non è quel genere di film in cui nell’ultima inquadratura, un secondo prima che partano i titoli di coda, si vede il killer presunto morto che riapre gli occhi, ma, beh, sarà per un’altra volta, dai.
Audace quasi quanto la sceneggiatura è la messa in scena, che ripropone grandi classici come la fotografia iperdesaturata stile instagram e i titoli di testa che sembrano la sigla di Beverly Hills declinata emo con l’attore che entra nell’inquadratura quando sotto compare il suo nome. Non contento di ciò Arjun Rose (c’è un pattern? Nanni mi fa vedere solo film fatti da gente con nomi buffi?) fa il fenomeno e infila tre robe bruttissime a caso che lo faranno ricordare dalle generazioni a venire come “uno che non era un regista e infatti infilava robe bruttissime a caso”:
1) i protagonisti VIDEOCHATTANO (gesùccristo) e lo schermo si divide in 8 riquadri dove ognuno ha colore diverso come quando i Power Rangers sono dentro al Megazord;
2) scena presa di peso da Skins con ralenty e jump cut con sottofondo musicale trancetechnoelectropop per suggerire lo stato allucinato dei regazzini che si sono appena calati una pasta;
3) qualcosa come dieci minuti di riprese alla Blair Witch Project con l’affascinante aggiunta di una visione notturna che aumenta i contrasti e vira tutto in verde, pertinentissimo!
Il film è uscito nelle sale la sera di Halloween (= la gente va al cine e vuole vedere una cosa di paura qualsiasi), è stato su due settimane e non ha coperto per un pelo i costi di produzione, segno (incoraggiante) che non basta fare una roba in frettissima e con pochi soldi per creare un “caso” (serve almeno un’idea di merda), un po’ come alcuni anni fa imparammo a nostre spese (perché ci toccò guardarli tutti nella convinzione che prima o poi sarebbe saltata fuori la figata della vita) che non bastava fare un film di exploitation consapevolmente brutto per essere i nuovi Tarantino/Rodriguez.
Progetti per il futuro?
Robert Sheehan dice che limonerà duro con Karen Gillan in una parodia di Romeo e Giulietta, che coi Calci ha poco a che fare ma era giusto dirlo per chiarire che non proprio tutte le scelte che sta facendo sono delle minchiate.
Arjun Rose proverà a rapinare un bancomat, che si fa prima.
DVD-Quote Suggerita:
“Ho fatto un film in 18 giorni, vuoi scopare?”
Arjun Rose, agente di borsa
Lieto di non averlo visto.
Oddio mi hai fatto venire in mente questo e ora voglio morire.
Anzi, voglio prima vedere Demons Never Die per avere un metro di paragone e capire quale sia peggio nella categoria “poverinata con i suicidi e un attore preso da una serie di successo inglese”, poi morire.
Stanlio, non so come sia Demons Never Die, ma quello lì che linki è una roba che sfonda il muro del no.
@giopep: e ce lo so! A metà film volevo strapparmi i bulbi oculari e pisciarmi nelle orbite vuote. Però le caratteristiche sono quelle, pare…
Per la cronaca, il parere di Cicciolina:
http://www.i400calci.com/2011/01/chatroom-spesso-il-male-di-vivere-ho-incontrato/
Madonna che brutta bestia. Piu’ ci penso piu’ mi rendo conto di essere stata fin troppo indulgente.
Chatroom mi ha fatto rivalutare la candidatura di Hidetoshi Nakata a “miglior Nakata di sempre”.
Raramente ho desiderato così ardentemente la morte di una strafiga come di Imogen Poots in quel film.
Ma Robert Sheehan fa le faccette?
Ma meglio Tulisa che muore in questo o Davina che muore in Dead Set?
Ma lo sapevate che Idris Elba e’ originario del mio quartiere?
(apro parentesi calcistica)
@stanlio: ma ti ricordi quando il centrocampo del Bologna era NakataPecchia?
(chiudo parentesi calcistica)
@Nanni: me lo ricordo eccome! Non vorrei sbagliare, ma la coppia di centrali del Man. Utd di quel periodo era composta dall’altrettanto spettacolare StamBerg. Sogni di rock and roll di vederli tutti in campo insieme…
Comunque voi che conoscete le cose della tivvù mi dite chi è la bionda popputa della foto lissù? Vorrei conoscerla e sposarla, per almeno un paio di giorni. Grazie del contributo.
@Stanlio:
Guardando Imdb potrebbe essere tale Emma Rigby, però c’è anche una certa Jennie Jacques dotata di meloni non indifferenti. Scegli un po’ tu…
La prima parte di questo film è Non Buttiamoci Giù di Hornby?
Vada per JJacques, ne apprezzo maggiormente le rotondità contadine.
Oh, ma comunque, dimenticavo, del film a ‘sto punto fotte sega, ma gran bel pezzo, Quantum! Me lo son letto con gusto, pensando: “Non vedo l’ora di perdermelo”.
ho capito il leit motiv di fondo di questo film!
essere nati nel 1989!
classe dimmerda :P
karen gillan…..un motivo in più per seguire Doctor WHO.