Allora, ci sono tre amici che stanno facendo un viaggio in macchina, è tardi, sono stanchi morti, hanno guidato tutto il giorno. Appena vedono un motel sul bordo della strada si fermano e chiedono tre camere singole. “Spiacente, signori, siamo quasi al completo. L’unica stanza disponibile è una matrimoniale, ma il letto è molto grande”. I tre sono talmente stanchi che accettano, e vanno a dormire nel lettone tutti insieme.
La mattina dopo, a colazione, il tipo che aveva dormito sul lato sinistro del letto fa “Oh, pensavo di passare una nottataccia, e invece non solo ho dormito come un sasso, ma per tutta la notte ho sognato che scopavo!”. E quello che aveva dormito sul lato destro, di rimando: “Cazzo, ma lo sai che stavo per dire la stessa cosa? Ti giuro, anch’io ho sognato che scopavo tutto il tempo!”. E quello che aveva dormito nel mezzo: “Buon per voi. Io per tutta la notte ho sognato che sciavo”.
Ah ah ah ah ah!
Quante risate che ci facciamo noi della combriccola! La cumpa, la cricca, la ghenga, la compagnia, la banda. La congrega, la conventicola, il gruppo, la chiesuola, il clan, la comitiva. Troppo dei pazzi, siamo. Oh, raccontiamocene altre! Non ce n’è come un venerdì sera a raccontarsi barzellette di fronte a una media chiara in un Irish pub di Terni per rinfrancar lo spirito e farci sentire realizzati nella vita. Solo noi, le Nastro Azzurro, le litografie fantasy alle pareti e lo spirito di Pippo Franco. Certe notti la radio che passa Certe notti sembra avere capito chi sei. Dai, un’altra, un’altra.
OK, ce l’ho, zitti tutti, ne so una che fa spaccare: c’è un thriller spagnolo uscito l’anno scorso, recitato in inglese, intitolato come un softcore del ’93 e interpretato dalla Cucinotta.
È finita. Fa ridere, no?
No.
Che Transgression non fosse tutta questa pietra angolare della storia del cinema era piuttosto chiaro sin da subito. Nessun regista spagnolo ha mai detto Voglio diventare il nuovo Eric Von Stroheim: faccio un gialletto paratelevisivo con la Cucinotta. In questo, anzi, Transgression è una profezia autoavverantesi di inoppugnabile scontatezza: tu, regista Enric Alberich, prenderai un canovaccio di briganti che irrompono nella quieta meschinità di una famiglia altoborghese, tu lo girerai come fosse una puntata di Uno Mattina, tu sceglierai un direttore della fotografia che è scappato nella giungla nel 1989 e crede ancora che le luci azzurrine che entrano di taglio dalle veneziane siano ammissibili, tu ti farai produrre il film dalla Cucinotta, tu le farai commettere il ruolo della moglie, e di conseguenza tu, Enric Alberich, realizzerai un’opera da quattro soldi. Non c’è scampo. Con premesse simili l’autodeterminazione non ha spazio di manovra. Il destino di un film così è scritto, punto.
E non sarò certo io a puntare il dito contro Transgression accusandolo di non essere Panic Room o Funny Games o Secuestrados o Cherry Tree Lane o anche solo Trespass di – mi si passi il termine – Joel Schumacher. Nessuno si aspettava che lo fosse. È il rovescio positivo della medaglia: se sei un giallo spagnolo con la Cucinotta non deluderai mai nessuno, perché nessuno pretenderà mai un fico da te. No, no, non è per questo motivo che Transgression mi ha fatto perdere l’ultimo briciolo di fiducia nel genere umano.
Un giorno, quando avrete la mia età e il clima sulla terra sarà diventato ingestibile e ci sarà la malaria a Belluno, capiterà anche a voi di essere convocati per una “bella rimpatriata”. In genere si fa con gli ex compagni del liceo, ma esistono anche testimonianze di “belle rimpatriate” delle medie o persino delle elementari. Funziona che vi sederete tutti a un tavolo, ordinerete una margherita e cercherete di rievocare i motivi per i quali non vi telefonate più da venticinque anni. E sarà lì che, dopo circa un’ora e mezza dall’inizio della festosa pizzata, grossomodo al centro della tavola, vestita di un soffice maglione rosa a collo ampio, noterete la presenza di Moira. Dovrete fare mente locale per qualche secondo prima di ricordarvi di lei. Non perché sia timida, anzi, ha l’aria serena, conversa volentieri con tutti, racconta del bimbo di due anni e di quello in arrivo, che “se è un maschio pensavamo Giacomo”. Non è neppure antipatica. È molto gentile. Suo marito lavora in un ufficio non ho capito bene di cosa, ed è una pasta d’uomo. In viaggio di nozze sono stati in Egitto. Se le chiedi come sta, sta sempre davvero bene. E non mente, non lo dice per cortesia, per quanto il tono abbia sempre un filino di birignao di troppo. Non sarebbe nemmeno brutta, Moira, se non fosse per tutto quel cerone. Insomma, capite? Non è che Moira sia sciatta, patetica, zarra, stupida o invecchiata male. È che Moira è il nulla. Ha avuto la fortuna di ricevere il dono inestimabile del suscitare, nella stragrande maggioranza delle altre persone, una pacata, benevola, serenissima indifferenza.
“Perché ci racconti queste cose, Luotto?”, chiederà la mia insicurezza.
Semplice: perché parlarvi di Moira – e so che ce n’è una anche nelle vostre vite – è l’unico modo in cui riesco a descrivervi l’impatto di un film come Transgression sullo spettatore, o meglio il suo non-impatto. Transgression, al di là della pochezza registica e del fatto che vi è coinvolta la Cucinotta, è quanto di più prossimo allo zero assoluto io abbia mai visto su uno schermo. Le mie impressioni a fine visione assomigliano da vicino alle testimonianze dei rapiti dagli alieni: “Ricordo di aver visto un logo luminoso e alcune scritte in spagnolo, poi ho un’ora e mezzo di buio totale, e qualche fugace immagine di un paio di tette enormi. Aiuto”.
Con la sua impressionante mancanza di qualsivoglia spasmo di vita, Alberich confonde il fare un film con il filmare le indicazioni di scena del suo copione, portando Transgression oltre la banalità e fino a una sorta di autoannullamento. Per un’ora e mezzo assistiamo a semplici cose che accadono, ombre di un immaginario cinematografico potenziale mai concretizzato, come se il semplice dire agli attori “andate lì con una pistola in mano” equivalesse di per sé a creare un thriller. È per questo che Transgression non è buono neanche a suscitare le risatacce di scherno o l’interesse degli amanti del trash. Non c’è neanche la spazzatura, c’è un bidone vuoto, c’è il viso contrito della Cucinotta che sta lì, e dopo un po’ riesci a guardarle attraverso, come quelle immagini stereoscopiche che andavano di moda qualche anno fa, che se le fissavi a lungo ti si incrociavano gli occhi e vedevi emergere il delfino. Solo che qui non emerge niente.
Chi può avere interesse a creare un film del genere, ancor prima che a guardarlo? Ci dev’essere qualcosa sotto. Forse è tutta una copertura. Forse Transgression è l’opera di una finta troupe di criminali mascherati da cinematografari che con la scusa di girare il film distoglievano l’attenzione dai complici che stavano forzando il caveau nella stanza sul retro. Come si può pensare che esista qualcuno che ha dedicato settimane della sua vita a creare una cosa così? Come poteva Transgression essere il sogno di qualcuno?
È a questo punto che mi torna in mente Moira. E ne desumo che Transgression sia stato girato da una troupe di Moire, che sia esso stesso un’enorme Moira filmica. Come Moira, Transgression si accontenta di seguire le indicazioni di scena di un copione schematico e basilare, la riduzione alle forme più semplici di mille altri copioni già girati e già vissuti. “Se è maschio pensavamo Giacomo”. “Are you fuckin’ crazy or what?”. “Che bella la montagna, però che freddo!”. “They took my money! Gimme the fuckin’ gun!”. Se fossimo amici di Transgression su Facebook, ad aprile ci vedremmo tutti taggati su una foto di coniglietti. “Tanti auguri di una felice e santa Pasqua!”. Ma la Pasqua, per chi ci crede, non è già santa in sé? Che senso ha che tu ci auguri una santa Pasqua, Moira? È come augurare una diuresi renale. Ed è perfetta, allora, l’amara inconsapevole ironia di quel titolo, Transgression. Solo tu, Moira, potevi vedere della trasgressione in un teledramma di ladri che irrompono e imbavagliano, solo tu potevi vedere scandalosa malvagità in una scacciacani puntata alla tempia, in una temperinata nella schiena che è l’unico schizzo di sangue di un film senza violenza né fisica né psicologica, né mostrata né suggerita, né paventata né immaginata, solo tu potevi vedere una destabilizzante critica sociale in quei personaggi di ricchi stronzi che in fondo in fondo sono tanto colpevoli quanto i ladri, solo tu, Moira, tu che concepivi il massimo della trasgressione in un paio di sigarette fumate nei cessi della scuola, in una barzelletta sporcacciona, e in un’accarezzata di cazzo estorta da qualche calciatore delle giovanili sulla spiaggia di luglio e poi confessata al parroco fino allo sfinimento per anni e anni a venire. E adesso guardati: stai davvero benissimo, tu.
Titoli di coda.
httpv://www.youtube.com/watch?v=SrxDT7L17yM
DVD quote suggerita:
« » (Luotto Preminger, i400calci.com)
Lo and behold! Accarezzata di cazzo :D Una variante di uno mattina insomma. Buon San Vittore a tutti, patrono delle carceri!
Ca po la vo ro.
Il pezzo, dico.
Ma è bellissimo questo pezzo! Grande Luotto!
scrivi davvero bene vecchio mio e oggi sei particolarmente ispirato.
Quando avrò un figlio lo chiamerò Luotto, anche se pensavo Giacomo.
P.S. Cucinotta con il baffo depilato o nature?
Tra l’altro io la barza iniziale l’ho letta a casa e l’ho capita mezz’ora dopo, in metropolitana. Ci sto troppo dentro.
Ma soprattutto, c’è il fratello scemo di Javier Bardem?!
La cucinotta è la übermoira, comunica piattezza anche nel suo essere scoscesa. Ma gli spagnoli gli metti du’sise – mastodontiche – e non capiscono più un cazzo. Mica come noi.
Complimentoni alla tua insicurezza, fa grandi cose.
E comunque il ’93 è stata una grande annata per i softcore, mica cazzi.
Pezzo dell’anno.
Buongiorno amici!
Sì, c’è il fratello scemo di Bardem. Sentirlo recitare in inglese è come sentire il dottore che ti dice “ho i risultati dei suoi esami, si metta seduto”.
MERAVIGLIOSO!
a me le litografie fantasy nei pub non dispiacciono…
E’ piaciuto pure al secondogenito di Moira.
Luotto sei come Romario. si passa il tempo a chiedersi “ma c’è? ma sta giocando?” e te ne esci sempre col colpo di classe.
grandissimo pezzo
la domanda che tutti si stanno facendo ma non hanno la decenza di fare: è stato dato ampio spazio recitativo ai 2 enormi bazooka di cui è dotata la cucinotta?
Gran pezzo..complimenti @Luotto…però ti devo chiedere riguardo a “fugace immagine di un paio di tette enormi”: a)Sono della Cucinotta? b) Se si, devo scorrerlo in fast forward o mi dai il minuto preciso?
La Pubblicità della Pasta Cuore dai
Ragazzi, vi prego, me la spiegate la barzelletta in incipit ? Credo di essermi rincoglionito e non l’ho capita…
@aldo
pensa alle racchette da sci…
@ Luke e Jean: vi ringrazio per la preferenza accordataci. Le tette sono della Cucinotta, ma ovviamente non sono GNUDE. Son le solite scollature strizzate e puntate verso l’obiettivo, e nel disastro generale uno tende ad aggrapparsi a quelle. Ma la signora non ha mai fatto veder nulla in carriera, figurarsi se lo fa adesso che c’interessano molto meno.
@ Umbem: Romario sta recuperando dopo un lungo periodo d’infortunio. Se tornerà a camminare sarà anche grazie all’affetto dei tifosi come te, piccoli ma dal cuore grande
Caro Aldo, succede che quando scii e cambi direzione volgi il culto a destra e mancina, spostando il peso di qua e di là, così da condurre perfettamente la tua curva. Solitamente si accompagna questo gesto con un meccanico “HOP” ad ogni cambio di direzione, e tocchi la neve con la tua racchetta da sci come un pittore che sistema i baffi da sparviero al suo ritratto. Nell’essere sodomizzato dai due amici, il gagazzo in mezzo si trova dunque a ripetere l’azione dello sciatore, offrendo il proprio culto una volta all’uno una volta all’altro. Perché poi il miglior Luotto dell’anno, nonché l’unico, abbia inserito questa storiella all’inizio della rece, sfugge anche a me.
Grazie Abraxas, non ci ero arrivato.
Ora posso ridere anche io.
AHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHA
Lo so perché sono stato azzurro di sci http://www.youtube.com/watch?v=i63KO7DbdOY
Moira dopo questo articolo passa da nome ad aggettivo. E’ deciso
Aaaah! Non vedo il delfino! Mi sento come il ciccione di Mallrats che non vede la barca a vela.
E in più la battuta me l’hanno dovuta spiegare…
Comunque gran pezzo. Ne vogliamo di più.
MOAR LU8 PLS.
(io quella della sci l’avevo capita che le racchette = i cazzi, non quella roba difficile dell’ondeggiamento. Sono un animo semplice?)
Pezzo veramente bello ed ispirato…
Cha-fuckin’-peau
Ma infatti la barzelletta dovrebbe essere racchette = cazzi, forse è Effetto Botte che è un animo complesso.
Lo dice anche il sempre infallibile Yahoo Answers:
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20110416103427AAE18X7
Quindi si tratterebbe di doppia sega, non di doppia sodomia? Beh, meglio che niente…
Ah. Ma…ma…ah. Stasera la racconto all’analista, è meglio. Comunque Luotto grazie: gran gran pezzo!
E sarà così trasgressssscìon che la Cucinotta non mostrerà nemmeno le uniche due ragioni per cui è accettabile farsi torturare dalla sua recitazione…
Cordialità
Attila
Pero’ notate la finezza Luottiana: inizia il pezzo con una barza sulla doppia sega e lo conclude con la menzione della “accarezzata di cazzo”. Io sono a posto cosi’.
Recensione capolavoro! Davvero complimenti.
Però lasciatemi dire che roba così…
“Come si può pensare che esista qualcuno che ha dedicato settimane della sua vita a creare una cosa così? Come poteva [………..] essere il sogno di qualcuno?”
…la penso spesso anche di molti film che qui ed altrove mandano in visibilio un sacco di persone. E un sacco di persone immagino penserà la stessa cosa delle stronzate che mandano in visibilio me. E non per arrivare all’odioso (e falsissimo) alibi del “de gustibus”, ma per dire che probabilmente anche Moira quando guarda verso di noi vede una Moira.
@Tommaso: la differenza è che noi abbiamo ragione e Moira ha torto!
Me l’ha detto il Grande Cthulhu (il quale parla nel sonno, anche se è un sonno millenario).
In realtà quando una Moira vedrà uno di noi, con un po’ di fortuna la sua vita sarà rovinata per sempre, pensando che proprio dietro una porta in tutti i suoi cinema preferiti, uomini con camicie rosse di lana, provano sballi incredibili con pizze in da la fazza che lei non conoscerà mai… (cit.)
la Moira di cui parla Luotto è la Sgnaccamaroni dell’ultimo numero di rat-man, aka la Donna Filosofale
Ah, ti riferisci a Troccola (Bella Swanson → Bella Anatroccola → Troccola).
Non direi però. Se infatti l’Ortolani ci rimanda a una donna filosofale che è la controparte ideale del Servo della Gleba, estremamente fascinosa quanto algida e spietata, la Moira luottiana è l’individuo senza guizzi, culturali, caratteriali o estetici che appiattisce se stessa in un comportamento ispirato alle medie del censimento ISTAT, fino al punto di vivere senza compiere vere scelte e “comportarsi in un certo” modo senza alcuna riflessione.
la Moira richiama uno dei nomi delle norne, rappresentazioni del destino ineluttabile, io la vedo come un richiamo dell’inferno sclaviano
D’altronde, lungi dall’essere stato scelto a caso o dall’essere il nome di una suo vera ex-compagna di classe, il nome scelto da Luotto tradisce una lampante volontà di richiamare l’archetipo:
“Nella mitologia greca le tre Moire erano la personificazione del destino ineluttabile.” (Wiki)
Cacchio Abraxas lo stesso minuto!
Cari colleghi redattori dei calci, VOI CE LI AVETE GLI ESEGETI?
No, PERCHÉ IO SÍ.
no, scusa!!
era solo una combinazione, ho letto l’inizio del nuovo rat-man oggi e ho pensato “hey, ma questa è la Moira!” e siccome ogni occasione è buona per citare ortolani…
scusa!
Ottimo pezzo!!
Domanda: se guardare questo film è guardare il vuoto, se guardo nel vuoto vedo questo film?
@gigos:
Ma io non ho copincollato!
Tiè
http://images4.wikia.nocookie.net/__cb20070825163953/nonciclopedia/images/f/fe/Gesto_ombrello.jpg
@Lu8:
esegeta proprio esegeta no, però ho girato un po’ la provincia
Questo è IL PEZZO 2012.
Eccezziunale veramente!
rece più bella del film mi par di capire, che di conseguenza non vedrò
Luotto più spesso da queste parti!
Tutti in piedi per Luotto.
Forse questo film non è così vuoto se ha portato al concepimento di cotanta recensione.
E in fondo a questo servono le Moire, a ricordarti che non c’è limite al vuoto e che, per quel che conta, quel tuo ex compagno tossico che ora vive in una casa occupata in Spagna non è quello messo peggio. Tu pensi alla tua Moira personale e ne parli con un po’ di paura e tanta tristezza con i tuoi amici, tirando fuori discorsi sul senso della vita e altre cazzate da ubriachi.
Il nulla ha una funzione sociale. Avercene di film… uhm… beh non esageriamo.
Già dopo i primi commenti mi ero dimenticato di che film si stesse parlando, il che significa che a) Luotto ha scritto un gran bel pezzo e tutti han preferito commentare quello, e b) il film è davvero Moira (quoto chi ha proposto di renderlo un aggettivo).
Idem per me. Rece dell’anno.
We have Moira, we have Schiaffi.
@Effetto botte! e @abraxas
Dopo un paio di notti insonni, senza leggere la risposta di abraxas, avevo pensato al gesto che si fa quando si tengono le due aste ( come si chiamano ??? racchette ??? ma davvero ??? ) per darsi la spinta. Di conseguenza quello in mezzo aveva tirato due seghe simultanee agli amici. La versione del culo che va di qua e di là di Effetto Botte! è molto elaborata ma ha pure essa abbastanza senso…
Comunque questa barzelletta è troppo cervellotica … forse ci potrebbe fare un film Nolan.
e secondo te perchè il sogno nel sogno nel sogno è ambientato in un bunker sulle alpi?
@abraxas
Cazzo… ora sì che ho capito il finale di INCEPTION, allora…
Più lu8, meno rencensioni che sembrano showcase dello Zingarelli.
tutto bello, il tuo pezzo e i commenti, grazie Luotto.
a me la Cucinotta sta da sempre sui maroni, e mi chiedo che senso abbia darle dei copioni se poi non scopre mai i “due enormi bazooka”.
ma la odio ancora di più per la risposta che diede in un’intervista che faceva tipo
LP: “Maria Grazia Cucinotta, attrice, produttrice cinematografica, regista, mancata miss italia, fugace immagine di un paio di tette enormi nel rapimento dagli alieni. che musica le piace?”
MGC: “Tutta tranne LA METALLICA”
Disse così davvero.
Lucia, giurami che l’ha detto veramenteperdavvero e io ti crederò, e mi avrai risollevato la mattinata
Se è un maschio pensavamo Giacomo, ma ora è Luotto, sappilo.
(gran pezzo) (le farai commettere il ruolo della moglie ahahah)
Luotto te lo giuroperdavvero.