Che secondo me il problema di quel filmone che è Quella Casa nel Bosco è che poi uno vede un filmetto horror di quelli che da anni costellano la nostra vita, e si incazza come una biscia. Insomma, alla fine c’è un prima e un dopo Quella Casa nel Bosco. Era inevitabile? Già, era inevitabile. Che poi a voler bene vedere ci sono pochi punti di collegamento tra The Pack – La Meute e Quella Casa nel Bosco. Pochissimi! Tipo nulla! Diciamo che questo filmetto francese mi ha fatto subito pensare al film di Whedon e Goddard per una e una sola questione: ma come cazzo si fa ad avere così poca fantasia? Anzi, ma come si fa ad avere le idee così confuse su come si scrive una sceneggiatura? La colpa di un filmetto del genere, di chi è? Solo di Franck Richard, regista e sceneggiatore di questo prodottino? O di anni e anni di visioni coatte di filmetti scritti con i piedi?
La questione è che, nel momento in cui “abbiamo detto tutto, abbiamo fatto tutto”, c’è da una parte la rassegnazione di tanti che non sanno più assolutamente che fare della loro inutile vita e decidono di NON girare un film horror. Dall’altra parte c’è la rassegnazione di tanti altri che, anche se pure loro non hanno assolutamente nessun’idea su cosa si possa fare di nuovo nel mondo dell’horror, decidono comunque di fare un film horror. Che, ve lo giuro, non è obbligatorio. Cioè, non è che un giorno Franck Richard ha ricevuto una lettera del comune del paesino dove abita che gli diceva che lui era obbligato a fare un film, eh? “Gentile Sig. Richard, con la presente le comunichiamo che per quest’anno il comune di Baguette Sur le Mer ha selezionato il suo nome per farla diventare il prossimo nome da tenere d’occhio dell’horror franco-belga. Ci dispiace dunque dirle che dovrà abbandonare la sua scuola di pattinaggio per bambini molto alti, per dedicarsi anima e corpo al cinema de paura. Cordiali saluti, Il Sindaco”. No, non è andcata così. Peccato, sarebbe stato meglio, ma non è andata così. Franck Richard dev’essere uno che si bulla del fatto di avere realizzato “un piccolo film, capace di mettere insieme luoghi comuni provenienti da altri film. Luoghi comuni… parlerei più di sensazioni. Sì, ecco: sensazioni!”. A Franck Richard: mavaffanculovah.
Parte la sezione di recensione con gli spoiler. C’è una ragazza dura che fuma le sigarette e ascolta il metal, che vaga da sola in macchina per le strade della campagna francese. Dopo essere stata guardata male da alcuni motociclisti con la barba e la giacca da motociclisti con la barba, dà un passaggio a uno con la faccia da depresso. Si fermano in un diner (di quelli tipici della campagna francese, no?) che sembra proprio uno di quei diner dove si fermano i giovani nei film horror americani. Poi lui scompare e lei si mette sulle sue tracce e poi succede che lei finisce male. Ok, già visto. Ma il problema è solo questo? No, siamo abituati a vedere film fotocopie di film che erano già fotocopie di altra roba. Qui, quello che stupisce è il metodo accazzo con cui le cose vengono sommate nel tentativo di fare un film di genere. La cicciona squallida del diner che rapisce la ragazza e la chiude in una gabbia. E qui allora la torturerà. Ah, no. La lega a una sedia per poi metterle delle cose strane in testa tipo dei macchinari un po’ Saw un po’ boh che le estraggono il sangue. Ma le stanno estraendo il sangue? O le stanno iniettando quello del cinese vestito da cowboy che continua a ripetere: “John Wayne”? Scusa, ma perché c’è un cinese in un diner della provincia francese vestito da cowboy che continua a ripetere “John Wayne”? Ah, perché il regista è un pazzo? Wow, anche le mie amiche sono tutte delle pazze! Ma l’avevo già capito che il regista era un pazzo quando aveva fatto comparire senza senso uno che corre avvolto nella plastica e va a sbattere contro un muro e chi lo guarda, pensa, non si sconvolge nemmeno! Che storia.
Poi c’è un momento in cui viene fuori una roba senza senso, ma trattata come se fosse un cosa con del senso, per cui la cicciona del diner appende la ragazza dura e il cinese cowboy a testa in giù sulla terra viva. Da lì sotto compaiono gli zombi dei suoi 4 figli morti mentre lavoravano in miniera (che è il posto dove dovrebbe lavorare Franck Richard. Metacinema?) e che sono diventati dei mostri zombificati senza occhi e con le mascelle tipo i graboidi di Tremors, che si cibano del sangue di gente che la loro madre disperata rapisce. Maccosa. Maccosissima. Ma non quel maccosa che poi ti diverti. Quel maccosa che sta per: “ma cosa cazzo stai facendo?”. Per altro facendo il tutto con estrema lentezza come se questa scelta artistica donasse credibilità a un film dove ci sono dei fratelli minatori trasformati in sanguisughe senza occhi. E da lì in avanti le cose continuano a peggiorare. Giuro. Tiremm innanz, vah.
DVD Quote:
“Un film degno del ritiro della patente.”
Casanova Wong Kar-wai, i400calci.com
Solo a metà lettura mi sono ricordato di aver visto il film in questione.
La punkettina odiosa, da schiaffi nella fazza. Il resto sono cose a caso.
“Il Branco” sì, ma di cazzate. Buongiorno
Bello! :P
Solo a fine articolo ho capito i punti di contatto con “quella casa nel bosco”…cioè robe che succedono a caso tipo i graboidi che escono senza alcuna premessa di fanta-monster-horror che invece in QCNB erano parte integrante del patto. Davvero a caso allora…
Ps
Premesso che non lo vedrò mai,,c’è una cosa che m’intriga; che fine fa il tipo con la fazza triste? E’ uno dei cattivi? Lo trova appeso e scarnificato verso la fine? Scompare e bo?
Ma il tipo con la fazza triste è Benicio del Toro in Sin City, dai!
Hey, ma Jamie Foxx vestito di blu era così brutto che avete preferito cancellare il post?
Praticamente hanno preso il colpo di Scena di “The Woman” e c’hanno fatto’n film, scrivendoci quattro cazzatine intorno (inserire MEME a caso)
@naccio: poi torna. È andato su troppo presto perché sono ubriaco.
Ma la “cicciona del diner” non è la concierge di Amélie, quella che aspetta la lettera del marito fedifrago?
un film dimenticabile in effetti, mi ricordo comunque la barzelletta che si raccontano i 2 nel diner!poi l’ho raccontata ai miei amici
@Kandrew
non puoi citare una barzelletta, dirmi che è bella e poi non raccontarla, eh.
@tchacky.
No! hai risvegliato la maledizione. Ogni volta che sento dire (o leggo) “Amélie” nella mia testa parte la colonna sonora di fisarhmonica frhosciese e mi viene la melanconia per tutto il giorno.
@Nanni
Il blog nuovo è bellissimo.
Il tuo nuovo motto è la frase migliore che ho letto nell’anno solare. Suggerirei come variante: “Ecce combo”.
Effettivamente succedono cose a caso ma son cose divertenti, atmosfere surreali, brutte morti (in senso positivo). A me non è dispiaciuto, forse perchè alla lontana (ma molto alla lontana) ha ricordato ‘La Casa Della Bestia’ di Richard Laymon
A me ha fatto ridere la DVD-quote perché mi hanno ritirato la patente giusto ieri. È vero.
@Luotto Smettila di investire vecchie.
a me è piaciuto! è strambo! ok, forse ho confermato la sua incompatibilità con i 400 calci.
però mi è piaciuto anche the raid, l’ho visto l’altro ieri.
http://www.youtube.com/watch?v=Aka3kcalLxI
Ho indovinato la citazione?
Hovintoquacchecosa?
Nel caso voglio l’action figure di Nanni (ovviamente con gli occhiali grossi).