Vorrei chiedervi una cosa, giusto per capire chi è l’imbecille: nella primissima scena dopo i titoli di testa uno dei regaz protagonisti si ferma davanti a un muro ricoperto da sbiaditi poster dello stesso film in cui sta camminando. Secondo voi ha senso? Perché una persona sana di mente dovrebbe fare una cosa del genere? Solo a me da fastidio? Forse quello poco sano di mente sono io? Certo, è una stupidata, ma non ne comprendo il motivo. Un film che si fa pubblicità da solo nel momento in cui non ha più bisogno di pubblicità perché chi lo voleva guardare lo sta tipo già guardando. Forse il regista, Menhaj Huda, deve aver pensato che oh, troppo divertente ci mettiamo l’easter egg così la gente se lo nota se la sghignazza. NO MENHAJ, NO, NOI NON SGHIGNAZZIAMO, NOI SIAMO SEVERI E PRIVI DI BIECA IRONIA. Che parlando di ironia, il nostro amico Menhaj qui ne ha un trascorso piuttosto oscuro: il suo secondo lungometraggio (che comunque non sembra brutto) si intitola Kidulthood, perché parla di quello che c’è prima dell’adulthood, l’età adulta, e quindi ahah ha fatto un gioco di parole ahaha troppo divertente ahaha FUORI DA QUESTO PIANETA, MENHAJ. FUORI. Del tutto lecito se vi state chiedendo se anche Comedown sia un giochetto simile e del tutto lecito rispondervi no, e tra l’altro non sembra c’entrare nulla né con la trama, né con i personaggi, né con qualsiasi morale barra significato presenti. In italiano un comedown è quell’hangover da droga che si ha dopo quelle serate tudefade passate a pisciare in mezzo alla strada e nel film c’è sì una scena in cui qualche pasticca viene inghiottita ma è un elemento del tutto irrilevante, quindi insomma, Menhaj, coi titoli non ci siamo proprio. Tra l’altro Menahj è proprio un nome esilarante e ogni volta che lo leggo rido, quindi insomma.
Comedown è il terzo film inglese dell’anno a essere ambientato interamente in un tower block (il primo è Citadel, il secondo Tower Block), struttura le cui ammirevoli fattezze potete ammirare nell’inquadratura qui sopra. In principio l’idea di girare horror e action dentro casermoni del genere sembrava una discreta figata, soprattutto considerando le potenzialità mostrate da Attack the Block e The Raid (anche se qui è un’altra roba), ma ora possiamo tranquillamente dire che hanno già spaccato la minchia. Luoghi periferici e degradati del genere portano solo a infognarsi in personaggi che se scritti con poco entusiasmo e fantasia finiscono per essere piatti, noiosi e tutti uguali. Solitamente sono ragazzini della miglior specie teppista, e solitamente fanno un sacco di cazzate, e solitamente sono divertenti ma dopo un po’ spaccano il cazzo e c’è bisogno di un cambio d’aria.
Comedown è anche un direct-to-dvd da due milioni di dollari presentato ad un festival e morta lì. Sì, ho detto due milioni di dollari; sì, anche io credevo che i DTV non costassero più di 500mila dollari. Insomma c’è un motivo se sono DTV e uno di quelli solitamente è il budget. La mia idea è che dopo le prime proiezioni le reazioni del pubblico sono state talmente scarse che hanno visto bene di fare un passo indietro e buttarsi in DVD invece che dall’ultimo piano. La produzione è comunque cinematografica e si vede: fotografia impeccabile, interni curati e attori tutti bravi presi dalla perlopiù dalla tv come accade spesso in Inghilterra e dei quali avevo già visto Adam Deacon in Dead Set, quel circa capolavoro con gli zombi nella casa del grande fratello. Non c’è aria da film indipendente o low-budget da nessuna parte se non in qualche sangue in CGI di troppo, ma i problemi stanno in zone del tutto esuli dal valore della produzione.
La trama in breve: sei regaz vanno in questo tower block abbandonato a installare un’antenna per una radio pirata, bere, drogarsi e fare serata tudafada ma una ragazza sparisce e durante la ricerca le cose si fanno complicate. Vorrebbe essere uno slasher con tanto di assassino psicopatico fissato coi piccioni e munito di stanzino dedicato alle torture intento a farli fuori uno per uno, lo vorrebbe con tutto il cuore, solo che l’amico Menahj è un po’ scemo e quello che poteva essere un regolarissimo slasher ignorante e divertente a uso regaz fatti a brandelli finisce per essere una discreta noia oberata dalla mediocrità.
L’unica scena veramente buona è una e comporta un ragazzo, il pazzo e una sparachiodi: il ragazzo continua a strisciare per terra mentre il pazzo, senza alcuna fretta, gli spara un chiodo dopo l’altro; durerà tre minuti che sembrano dieci ed è l’unico momento in cui il film osa spingersi nella violenza più esplicita e sadica riuscendo a mostrare qualcosa di veramente horror. Il resto purtroppo subisce la decisione del regista di concentrare tutta l’enfasi sulla caccia al topo dei ragazzi lasciando pochissimo spazio alla violenza e finendo per perdere qualsiasi ritmo e guadagnare un sacco di noia. L’impressione è che le capacità ci siano tutte ma manchino le palle per osare e tirare fuori quello che tutti si aspettano da uno slasher: sangue, violenza e divertimento. Quando il tempo passato a camminare per corridoi, insultarsi e non fare niente è superiore a quello speso per questi tre elementi non credo sia nemmeno possibile definire slasher il film in questione. È pura matematica delle percentuali. La cosa peggio è che l’ho affrontato senza aspettarmi veramente nulla, senza aspettarmi chissà quale originalità o brillantezza; vista la buona fattura con cui si presentava speravo fosse un po’ divertente, un po’ ignorante e ricco di sangue, ma è riuscito comunque a stracciarmi le palle; non è abbastanza horror da divertire, non è abbastanza thriller da intrattenere, non è abbastanza niente da essere qualcosa. Anche questa è pure matematica delle percentuali, me l’ha insegnato un mio amico del sindacato nani.
DVD-quote:
“5% sparachiodi 95% due coglioni”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
Menahj a troisPRIMO!
che delusione…visto il titolo (che ho tradotto viene giù) e visto un palazzo diroccato pensavo fosse un film su ragazzini che facevano venire giù i palazzi con le esplosioni…delusione
Dio bo’ i trend nel cinema sono una cosa da abbattere.
Nicky Menahj
Anche io pensavo fosse una sorta di uomo vs palazzi..peccato..
Dead Set, ecco come si chiamava! Divertentissima miniserie degnissima dei 400, non ho mai potuto citarla perchè scordato il titolo, tra l’altro azzeccatissimo e, QUELLO Sì, ironico… grazie JC :)
Tutto ebbe inizio con il Cubo di Natali. Adesso usano i palazzoni tipo The raid. Oppure le stanzette con enigmi da risolvere. Un giorno vedremo Ice T arrivare sul triciclo di Saw.
Anche io ho pensato al ragazzino che butta giù i palazzi (crolla stronzo, crolla). Sarebbe stato un filmone mennahjjia….
“hanno visto bene di fare un passo indietro e buttarsi in DVD invece che dall’ultimo piano”
Ho riderissimo di gusto
E cmq oltre al non essere ignorante, non horror, non thriller e non abbastanza qualcosa, poteva andare pure peggio. Tipo che lo facevano in found footage: scene concitate di rampe di scale a caso, pianerottoli di sbieco etc
Visto il trend palazzoni, propongo il Premio IACP ai Sylvester per il peggior film ambientato negli stessi.
Schiaffi ride?
In effetti è stato più un ghigno e in sottofondo è partito l’organo inquietante
Ho immaginato per un attimo una versione italiana con Raoul Bova, Michele Placido e Laura Chiatti… Potrei pure andare a vederlo al cinema
Ma allora non è dinamite quella in mano al tizio del poster? Mennhajjia… che occasione sprecata.
Ma dopo il palazzone il nuovo protagonista del cinema inglese è anche la sparachiodi?
Già ha una parte da co-protagonista col villain finale in Tower Block…
C’era una sparachiodi in Tower Block? Ah me me li ricordo bene io i film, proprio bene.
Dai il finale!
È l’arma del finale!
Hai ragione! Che sbadato, è la conferma che ‘sti due vanno in coppia. Certo almeno Tower Block aveva delle belle cosette.
JC questo non è il terzo film inglese ambientato in una Tower Block ma bensì il quarto. C’è pure Dredd 3D.
Tower Block peggior attore non protagonista ai prossimi Sylvester