Ve ne ho parlato qualche giorno fa nell’ultima Violenza Domestica e avessi saputo che ne avrei scritto a breve forse non mi sarei dilungato più di tanto sul commento, ma va bene così. Chi non ha voglia di leggersi una recensione intera (pazzi scatenati che non comprendo l’avanguardia letteraria che il sottoscritto comporta) può andare a leggere le poche righe di cui prima. Sono piuttosto esaurienti. Le persone giuste invece possono restare qui e prendere parte al dibatitto o, meglio, monologo interiore sul termine “tarantiniano” che andrò blaterando.
La cosa in realtà non nasce da una mia opinione sul film ma su quella di, a quanto pare, buona parte degli americani che l’hanno visto. Dico americani perché in giro si trovano soprattutto i loro commenti, essendo prima passato al Tribeca l’anno scorso (uscendone piuttosto bene) e poi uscito nelle sale solo lì, e dico americani perché ogni volta che leggo recensioni dalle opinioni chiuse in una scatoletta incartata dalla mamma 90 su 100 sono scritte da loro, quel branco di gente per cui fuori dal loro cinema non esiste un cazzo di niente. Vabbè insomma, ho il razzismo americano, di loro non mi fiderò mai, anche se sono brava gente. Cosa c’entra tutto questo: Raze è un film di derivazione exploitation, nello specifico di quel sottogenere chiamato WiP (Women in Prison) in cui, chiaro, donne in prigione si ammazzano tra di loro ed eventualmente tirano fuori le tette e iniziano a limonare. Il mio preferito è sicuramente The Big Bird Cage, un Jack Hill con Pam Grier che insomma se piace il genere è un visione fondamentale. Le mie preferenze non servono a nulla, volevo solo farvelo sapere. Come tutti sanno Tarantino con ‘ste cose ci sballa ai pazzi, ci esce scemo, ci va in fissa; ha avuto anche la bella idea di ritirare fuori Pam Grier nella sua veste più negra e farla conoscere a chi di blaxploitation e Jack Hill non sapeva un cazzo di niente. Io, ad esempio, non conoscevo Pam Grier prima di Jackie Brown, quindi grazie Tarantino. Avevo anche 15 anni ed era il 2004, ma insomma, il problema che s’è posto dal ’97 in poi, amplificato dal feticismo orientale di Kill Bill e le sborrate su pellicola rovinata di Death Proof, è stato il rifersi a lui ogni volta che si commentava un film anche solo dalla vaga ispirazione grindhouse. Nella metà dei casi era probabilmente colpa sua, nell’altra magari anche no. Il cinema di genere di certo non ruota tutto intorno a lui, c’è gente che ha passato anni provando anche solo a riproporre certe perle del passato, fallendo miseramente, ma quello che fa delle operazioni di Tarantino un successo non sono tanto i riferimenti in sé ma il modo in cui questi sono trattati, elaborati e portati su un piano ulteriore che va dalla citazione più sfacciata alla rielaborazione su pellicola di concetti bomba su carta la cui realizzazione non fu del tutto memorabile. Godard e Truffaut facevano lo stesso quasi sessant’anni fa, per loro stessa ammissione, perché facevano parte della prima vera generazione di registi ad avere altri registi come punti di riferimento, eroi, ispirazione. Non è un caso se Godard è sempre stato uno dei preferito di Tarantino. Il bello di essere un genio indiscusso è potersi permettere di rubare delle idee e migliorarle senza essere additato come un copione. È il principio che dovrebbe stare alla base dei remake e che se applicato a un progetto originale rischia grosso, ma non nel suo caso. Tra idee pazzesche e ricerche registiche c’è sempre quel tappeto di parole e conoscenze cinematografica che fa dei film di Tarantino dei film di Tarantino, senza possibilità di emulazione. Da qui possono derivare film “tarantiniani”, film che prendono un certo suo modo di vedere il cinema e lo elaborano personalmente, magari tirando fuori lo stesso tipo di dialogo logorroico tendente all’autistico mentre l’iquadratura gira intorno a loro, ma anche questo è molto vago: manco Tarantino, da Inglourious Basterds, sembra il solito Tarantino. La mia teoria a riguardo è molto lunga e se la volete magari la scrivo da qualche parte un giorno. Comunque, il termine è utilizzabile se attribuito a un film che prende Tarantino e lo porta da un’altra parte, con coscienza e personalità, e Raze non è uno di questi. Raze è un ottimo film con elementi che toccano in varie parti il cinema di Tarantino ma la cui forza sta proprio in un approccio che di tarantiniano ha esattamente nulla.
– Jean-Claude, a me sembra che tarantiniano qui l’abbia detto solo tu! Secondo me sei uno che se la racconta da solo. Sei un quaquaraqquà, fai finto di dire cose ponderate quando sei solo un egomaniaco privo di una vera capacità critica! – anonimo
Carissimo lettore o carissima lettrice, ti prego di andare via.
Scusate. Quindi, Raze: 50 donne che in qualche modo hanno a che fare con la lotta vengono rapite, imprigionate e costrette a lottare fino alla morte per soddisfare un gruppo di ricconi con la noia nel cuore. In un’atmosfera in bilico tra Hostel e Saw di queste 50 ne vediamo un decina: Zoë Bell fa da padrona ed è anche l’unica che con le botte ci vive, le altre vanno e vengono in un susseguirsi di scene che servono solo a prendere fiato tra una mazzata e l’altra. Tracie Thoms vince il premio “solo perché hai fatto Death Proof con quella più brava” e Rebecca Marshall si fa notare per essere quella convincente anche senza un background atletico, nonché quella con uno dei momenti più fighi del film. Rosario Dawson fa un cameo solo per essere picchiata a morte e credo si possa dare definitivamente la colpa a lei e al suo top prominente per tutti i tarantiniani presi (chi non ha visto Death Proof sappia che lei, Bell e Thoms erano le protagoniste della seconda parte). Diciamo che il regista se li è cercati tutti. A far la parte dei cattivi c’è quella che mi sento di definire come una delle coppie più azzeccate di sempre: una Sherilyn Fenn ingrassata che un po’ sembra mia zia con la tinta e Doug Jones sempre fenomenale che fosse per me con quella faccia lavorerebbe in ogni film dell’inquietudine. Entrambi orchestrano il gioco misogino, scomettono sulle partecipanti con fare divertito e, in generale, si comportano con una calma e sangue freddo da far impressione. Bravi e belli, come il cinema vuole che siano.
Il tutto è strutturato molto semplicemente: due prigioniere vengono portate nell’arena, si picchiano, si introduce il contesto, altre due si picchiano, si introducono personaggi, si pestano a morte tali personaggi. Il punto del tutto è far ammazzare a vicenda questa povera gente finché ce n’è e andare ancora un po’ avanti. La formula rischia di essere percepita come monotona e ripetitiva ed è vero, va un po’ accettato: nell’azione non ci sono guizzi particolari che contraddistinguono ogni combattimento e alcuni sono semplicemente una che ammazza e l’altra che inerme le prende contro un muro, ma almeno l’azione c’è, inizia subito e va avanti fino alla fine. Siamo in un momento in cui troppi film, che siano horror o action, promettono tanto ma mantengono niente, spesso procrastinando i momenti più succulenti fino alla prima ora per poi darcene molto pochi e fatti male. Qui l’azione inizia quasi immediatamente e all’ottavo minuto ci sono già donne scalze che si distruggono la faccia a vicenda e, incredibile, continuano anche dopo i titoli di testa. Quante volte avete visto un film di quelli venduti come “troppo violenti” che partivano alla stragrande per poi infognarsi subito dopo la scena iniziale? Io troppi, e infatti con Raze non ci ho creduto finché non l’ho visto, e quando l’ho visto ho applaudito.
L’azione non è pazzesca, non è The Raid, non ci sono coreografie elaborate e movimenti di macchina particolari: ogni combattimento è molto secco, diretto, peso e immorale. Solo le inquadrature che indugiano nel mostrare chi le prende rovinano un po’ quello che poteva benissimo essere un classico dell’action moderno, ma non me la sento di criticare in maniera eccessiva un film solo perché privo della stessa visione di chi al giorno d’oggi ne sta facendo la storia. In un momento come questo una pellicola in cui l’azione va avanti per 90 minuti senza mai perdere nel rapporto con i tempi morti è una specie da conservare e trattare bene, è un esempio da mostrare, un termine di paragone per chi in futuro deciderà di girare un film di botte. È il minimo sindacale, il minimo che ci si dovrebbe aspettare da un film definito “d’azione”, ed è già uno standard abbastanza alto.
Ogni combattimento è preceduto da un testo che annuncia i nomi delle combattenti, un espediente piuttosto normale ma che sul finale regalerà un piccolo momento di gioia, o almeno così è stato per me. In generale, il finale mi è piaciuto più di quanto avrebbe dovuto, forse perché fuori dalle mie aspettative. Sin dall’inizio la direzione è evidente e prevedibile: si capisce dove certe dinamiche andranno a parare, lo si accetta e si vedrà come saranno gestite, ma a una ventina di minuti dalla fine c’è un piccolo twist che spazza via il pilota automatico narrativo e dona un po’ di gioia e benessere.
In generale, questo è un genere di film che per essere apprezzato a pieno va accettato per quello che è, senza troppe pretese: non è il futuro dell’action, non è La Svolta, è solo un film in cui delle donne si ammazzano di botte, e se si è in grado di prenderlo come tale allora quella faccia sbattuta di peso contro il muro farà godere anche voi.
In tutto questo il regista, l’esordiente Josh C. Waller, tiene le distanze da qualsiasi cliché che il genere di partenza aveva da offrire: nessuna delle protagoniste si spoglia, limona o fa riferimenti cinematografici d’altri tempi; nessuna parte della pellicola è rovinata, nessun font ricorda un film anni ’70, nessun brano della colonna sonora sembra riprodotto da un 45 giri impolverato. Quello che poteva benissimo essere un film dal tono grindhouse, forse addirittura giustificato, è invece uno degli action più puliti e diretti mai visti ultimamente e, per questo, anche uno dei migliori. Forse si poteva sfruttare di più la grande forma di una Zoë Bell in evidente stato di grazia fisico, forse si potevano aggiungere più stunt e acrobazie nei suoi combattimenti, forse potevamo aspettarci di più, ma sono queste le cose che fanno la differenza tra un ottimo film e un capolavoro e a volte accontentarsi non fa male. Che questo sia il trampolino per un futuro di action in cui Zoë Bell e Gina Carano si faranno del male a vicenda.
Non ci vuole molto, comunque, per fare un bel film, basta solo sapere cosa si sta facendo: quando un pugno colpisce una faccia, questa si rovina; quando un calcio colpisce un ginocchio, questo si spezza; quando una faccia colpisce un muro, questo si sporca di denti; quando il cinema incontra l’action, questo è il protagonista.
DVD-quote:
“D’ora in poi l’esempio di “minimo sindacale” per chiunque vorrà cimentarsi nel genere senza fallire miseramente”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
anora non l’ho visto, ma concordo in pieno su quanto detto a proposito di Tarantino e del suo inimitabile stile.
visto ieri per essere pronto a comemntare questa rece, ovviamente condivisa in toto. Bei momenti gore, begli sfrantecamenti di faccia, bel sadismo. Ho già voglia di rivederlo.
@Jean-Claude, applausi a scena aperta per la rece (e standing ovation per Quentin, a proposito del quale sono assai interessato a sentire la tua teoria), mi hai convinto (mi cercherò anche un bel trailer): mio, anche se il calendario delle uscite in home video è abbastanza deprimente: 30 maggio (DVD e Blu-Ray) in Germania, ma a quanto pare è la versione tagliata (sic!) e 16 giugno in UK, solo in DVD (uncut? boh?!). Il 20 maggio (solo in DVD?!?!) negli USA (Rated R).
Aspetterò che cali di prezzo e anche per capire quale versione mi conviene comprare.
Quesito off-topic: perché in Germania esce qualsiasi cosa in Blu-Ray?!?
Sì, ma Rachel Nichols? Il suo nome è in locandina insieme a quello della Bell. Possibile che non ci sia nulla da dire su di lei ?
@Jean-Claude: Non farti pregare, fuori la teoria. Perché Tarantino non è più Tarantino?
ma di figa ghe nè?
nel senso di capezzoli/chiappe/nudismi
SPOILER?
Rachel Nichols qua è più o meno come Paul Giamatti nel nuovo Spiderman.
Mi sta quasi venendo voglia di recuperarlo. Quoto Faina…fuori la teoria! Per favore…
E’ dal trailer naturalmente in questi lidi – quanto ormai, due anni fa? – che lo aspettavo! Mi hai messo una voglia interminabile! Grazie Jean-Claude!
Chiaro che la teoria la voglio sentire pure io.
Però volevo capire due cose a proposito di Raze:
1) sono interessato alla versione uncut, è quella che hai visto tu? Si trova già?
2) mi sembra che abbia avuto una lavorazione lunghissima. Ci sono stati dei problemi a distribuirlo o a finirlo per problemi di ordine morale o semplicemente si è perso tempo?
Venduto! La uncut ovviamente.
Jean-Claude, sei proprio sicurosicuro di voler attaccare un pippone su Tarantino?
Quanti inutili post e flame scateneranno il suddetto? Scommetto che si iscriverebbe pure Genny ‘a Carogna per commentare..
Visto e sono d’accordo con la recensione, un po’ meno sul giudizio finale.
L’ho trovato un buon action: intrattiene nonostante i frigni continui delle protagoniste e una parte centrale da struscicamento di palle sul muro (perchè come dici tu, buon Jean Claude, i combattimenti alla fine son tutti uguali, di guizzi ce n’è pochi). Il finale obiettivamente gasa e ti lascia col sorrisone sui titoli di coda, poi però non ci ho più pensato un istante.
Tutto sommato fa il suo dovere con onestà e in un periodo di vacche magre come questo è un gran pregio, ma niente di così memorabile ecco.
@Dan Ko
se cerchi un women-in-prison movie con effusioni e tette a gratis a volontà, c’è fresco fresco Jailbait della Asylum: https://www.youtube.com/watch?v=WR-ouRYzlm8
Sono nel team di chi ha trovato poco interessanti alla lunga i combattimenti “non atletici”, ma soprattutto nel team di chi non si aspettava affatto che Raze mantenesse le sue promesse tematiche fino in fondo, che già avevo recensito una volta un pacchissimo che partiva da un concetto molto simile.
@donnie: questa cosa dei bluray tedeschi l’ho notata anch’io, purtroppo di solito clicco su “Compra” prima di finire di ragionarci.
In Germania tra l’altro ha avuto casini, non è riuscito a uscire al cinema nonostante il taglio di 10 minuti tipo. Quella che ho visto io è la versione intera, 92 minuti, IMDb ne lista 87. Devo aver beccato la versione Videodrome.
Velocemente: Tarantino è ancora Tarantino ma con quella letteratura in più che lo avvicina ulteriormente al cinema d’autore inteso come cinema di quelli con gli occhiali. In Inglourious Basterds tutta la parte francese di Shoshanna è la prima volta in cui lo si vede andare oltre le solite ispirazioni e buttarsi di testa nel cinema d’autore, quello incendiario, quello di Cannes ’68. Brad Pitt e soci sono invece il suo cinema, il solito, e il finale è il connubio delle due cose, un cinema che esplode nella sua forma più complessa. Molto in breve, eh.
“quando il cinema incontra l’action, questo è il protagonista.”
bravo!
@Jean-Claude: Capito. Personalmente non ci vedo tutta questa tensione al cinema d’autore negli ultimi film (ma magari mi sfuggono alcune citazioni), a me sembra solo che abbia cercato di adattare le sue storie e i suoi personaggi a periodi storici diversi dal suo solito: va da sé che l’effetto finale risulti più “raffinato” e quindi possa sembrare più autoriale, ma a dir le verità le sue ispirazioni mi sembrano rimaste le stesse.
Per me Tarantino ha fatto “film tarantiniani” e “film noir tarantiniani”, ma il suo cinema non è cambiato.
@jean-claude: io Inglorious Basterds l’ho visto come voler fare un mashup tra i film di guerra con gente in missione come I Cannoni di Navarone e la Nouvelle Vague, come Kill Bill era un omaggio agli spaghetti western e ai film di arti marziali.
Non un percorso autoriale, quanto la “solita” operazione di omaggio\ricostruzione die generi.
Mi hai incuriosito moltissimo sul film, lo vedrò a breve.
Per quanto riguarda Tarantino ti do ugualmente ragione. Anche a me è parso che con Inglorious e con Django abbia voluto superare la “spensieratezza” che caratterizzava i suoi film precedenti. Uccidere nazisti e, ancor più marcatamente, uccidere schiavisti non è sembrato essere solo un pretesto per la violenza e il divertimento domestico, ma ha dato l’idea di mirare a qualcosa di più alto e addirittura drammatico.
Ho una domanda per Jean-Claude!
Personalmente mi sono chiesto con che scopo organizzavano il torneo e con che criterio sceglievano le partecipanti, siccome non era platealmente una gara a cercare la miglior picchiatrice del quartiere (troppe semi-improvvisate che come requisito minimo avevano a malapena la speranza di reagire e durare) ne’ una specie di punizione alla Saw o metaforone sociale di alcun tipo, e non ho trovato (o mi e’ sfuggita) una risposta.
E in mancanza appunto di tecnicismi e/o acrobazie non era nemmeno da intendersi come spettacolo fine a se stesso, stile Lionheart e compagnia.
Tu come l’hai vista?
Tarantino semplicemente ha cercato di fare altro e meno male. Kill Bill per me è una mezza porcheria se visto come film in se e un giochino divertente se hai visto gran parte dei film che cita. Quindi io propenso sempre per la seconda ipotesi se sto parlando con gente che mi capisce e la prima con gente che non capisce un cazzo e pensa che Tarantino sia originalissimo e tutto questo detto da ME a cui Tarantino piace. Quindi dopo un inizio fresco (Le Iene, Pulp Fiction) si è arenato (per quanto la gente si riempa la bocca con Jackie Brown per me rimane uno dei suoi film peggiori) per poi perdersi completamente nei CAZZI SUOI (Kill Bill). Dopo un episodio un po MEH di Grindhouse si è messo seriamente a cercare di evolversi (Inglorious Bastards) e meno male visto che per me è il suo film più adulto con un sacco di cose fatte a modino, citazioni meno palesate e più adulte (da inquadrature che ricordano quadri fino ai film trasmessi al cinema nel film fino a un sacco di piccole cose che se non ne sai almeno un pochino ti perdi per forza di cose). Poi unisce le due cose e fa mezzo passettino indietro usando l'”eleganza” dei Bastardi per parlare un po dei cazzi suoi tirando fuori un western quando tutti urlavano “MA NON VANNO DI MODA”. E’ finito che son tornati di moda. Ora pare voglia fare un altro Western e qui non so cosa pensare perché BOH.
Tornando a RAZE non so. Ero dubbioso leggendo lo scorso trafiletto su Violenza Domestica e leggendo la recensione lunga mi pare di capire che posso tranquillamente evitarlo. Ok, divertente il giochino delle tipe che si menano ma se il film è tutto qui allora posso benissimo andare oltre. Non mi pare ci siano vette, non mi pare ci siano grossi colpi di scena, non mi pare ci sia neanche particolare tecnica (che da al tutto un maggior divertimento). Leggo solo di tipe che si menano (manco particolarmente bene) per 90 minuti. Una volta esaurito il giochino divertente ne vale la pena? Per quanto riguarda ME pare proprio di no. C’è da dire che il Grindhouse ha pochi mezzi e tanta inventiva e varietà, quella che spesso i film grossi non si possono permettere. Qui mi manchi che manchi proprio la varietà quindi salto tutto che il mondo è pieno di film migliori di questo.
Ciao.
@Nanni Una risposta non c’è perché le persone, in generale, sono molto brutte. Io l’ho visto proprio che un gioco totalmente gratuito organizzato per divertire ‘sti ricconi senza scopi nella vita, tipo le gare di polo in Engadina. Ci fosse di mezzo pure la massoneria avrebbe senso, considerando come è vestita lei e come i sacrifici umani siano sempre in mezzo quando si mitizza la cosa.
Sulla scelta delle lottatrici, dovendone prendere 50 ogni tot (all’anno?) credo vadano su quel che trovano, e niente più (come la tipa all’inizia che ha tipo l’hobby delle mma). Certo fosse una volta all’anno troverei preoccupante che questi riescano ad andare avanti senza problemi. Sono un numero un po’ assurdo.
Ma solo a me Zoe Bell fa cacare? Rovinava pure Death Proof… non sa recitare, ha la faccia da cazzo, carisma pari a quello della cassiera zora dell’eurospin… che ci trovate?
Audrey…(sospirino innamorato)
Ehm! Dicevamo?
@hkmovieposter
A molti Zoe Bell non fa cagare per il fatto che è una stunt-woman con le palle che ce le possiamo solo sognare.
…Aspè…non suona così bene come quando me lo sono detto in testa.
Secondo me in DeathProof ci stava proprio perfetta.
Visto.
Che dire, mi ha un po’ lasciato l’amaro in bocca. Complessivamente è ok, ho apprezzato moltissimo particolari come le nocche che si anneriscono e i volti che si tumefanno in base alla quantità di botte. Niente da dire, inoltre, per quanto riguarda la quantità di combattimenti, ne prometteva tanti ed è stato di parola.
Però i combattimenti sono veramente tutti molto simili. Ora non mi aspettavo chissà che coreografia, ma almeno qualche variazione significativa. E poi spesso è violenza contro donne piagnucolose, il che alla lunga me l’ha resa un po’ pesante.
Forse se ci fossero stati meno scontri simili e se si avesse dato più spazio alla seconda parte (dopo il twist per intenderci), magari mi avrebbe soddisfatto completamente.
Ah un’altra cosa, ma a che serve fare un film di sole donne che si picchiano se non si inserisce neanche una scena sexy?
@Nanni: io ormai ho quasi rinunciato ad acquistare edizioni tedesche e/o francesi dei film: o mancano i sottotitoli in inglese (che a me comunque ogni tanto tornano utili con certi attori dalla parlata biascicata o con accenti improponibili) o, peggio ancora, talvolta ci sono i sottotitoli in tedesco/francese non rimovibili se vuoi ascoltarti il film con la traccia audio in lingua originale (mi sa che mi sono appena preso un bidone simile con la steelbok francese di Maniac…).
@Jean-Claude: quotone, la scena inziale di Inglourious Basterds per me è roba da antologia del cinema, quando l’ho vista sono rimasto folgorato.
@vespertime: Tarantino E’ originale. Non in quello che propone, ma in come lo fa. Sono d’accordo che Reservoir Dogs e Pulp Fiction erano più freschi, sotto molti aspetti, mentre in seguito Tarantino si è dato al citazionismo più estremo, però lo ha fatto lasciandoci sempre la sua (bella e grossa) impronta personale. Al giorno d’oggi è quasi impossibile proporre qualcosa di nuovo nei contenuti, è il modo di proporre questi contenuti che fa la differenza. Ci sono i film di Tarantino e i film “tarantiniani”, ma non c’è verso che questi ultimi si avvicinino al maestro (della serie: “voglio, ma non posso”) e la maggior parte finiscono nel risultare piuttosto patetici. L’unico film “tarantiniano” che mi ha veramente colpito è stato Snatch, che resta tuttora uno dei miei film preferiti. Comunque in linea di massima sono d’accordo su quanto scrivi (sicuramente Inglourious Basterds e Django rappresentano un’evoluzione rispetto al suo periodo intermedio) e confesso che, per quanto Tarantino sia il mio regista preferito (assieme a Miyazaki), Jackie Brown l’ho visto una sola volta. Resta il fatto che Kill Bill per me è IL cinema di arti marziali/vendetta per eccellenza e #fottesega se è tutto una citazione, anzi, bene così.
Tornando a Raze, ho visto il trailer e purtroppo l’hype mi è scesa abbastanza. Non mi piace per niente come è girato, scene di lotta incluse…boh, valuteremo in seguito.
@Dr. Stranamore: ” ma a che serve fare un film di sole donne che si picchiano se non si inserisce neanche una scena sexy?”. Ottima domanda. Pensiamoci.
@donnie: guarda, io i film inglesi li seguo senza sottotitoli e non lo dico per vantarmi ma perché se non fosse cosi’ dopo otto anni a Londra sarei un semi-ritardato, pero’ ti capisco perché mi pesa ancora l’inculata di quando acquistai il bluray tedesco di Sint senza ricordarmi che era un film olandese e che quindi la presenza di sottotitoli inglesi avrebbe fatto il suo comodo…
minchia che male ‘sto film, e no, non per le pizze, ma il vedere una ex-figa come la Fenn trasformata in Miss Piggy.
Non c’è una gran trama a supplire alla noia che arriva dopo un tot di fight, non ci escono le tette e le coreografie non sono granchè. Certo ci sono alcune scene niente male, ma il twist è telefonatissimo quanto un’interurbana anni’80 senza TUT. Il finale poi è davvero meh e gratuito.
La cosa più brutta è che la bulletta arrogante, per la quale tifavo senza ritegno, si fa menare senza far nulla. Per il resto è godibile.
@banasci Anche io facevo il tifo per Phoebe :)
In effetti il personaggio interpretato da quella topona di Rebecca Marshall era il migliore e invece l’hanno fatta crepare senza muovere un dito contro Zoe. Scelta sbagliata, visto che si scontravano le due più forti dovevano tirare fuori un minimo di scontro. Un buon film cmq, ma poteva essere molto meglio.
@Mr.POP
Che poi bastava fare una cosa classica, tipo wrestling americano, dove il buono le da un po’ poi, dopo un colpo basso, ne prende una sassata fino quasi a morire e per finire, ribalta tutto e vince.
Non serviva inventarsi chissà cosa; invece no, Phoebe deve fare la figura del quaqquaraqua, tutto parole e niente azione.
Sarà che per me le donne che si uccidono a mani nude sono un’idea più disturbante di qualsiasi torture porn (non ci posso far nulla, in un paio di momenti più che a ‘Hostel’ ho pensato a ‘Salò’, lo so che non sto bene ma tanto qua siamo tra amici), a me è piaciuto veramente tanto.
SPOILER:
1) Il twist iniziale, con il personaggio che viene presentato come protagonista ucciso da Sabrina prima dei titoli di testa, sarà vecchio quanto Psyco e pure telefonato ma ha funzionato di brutto comunque. Anche perché è di gran lunga la morte più cruenta di tutto il film e a perpetrarla è la vera protagonista.
2) Le caratterizzazioni sono secche ma sufficienti a farti affezionare alle ragazze e soffrire con loro quando saranno costrette a uccidere una “amica” per sopravvivere.
3) Capisco il voler giocare in modo stronzetto con le aspettative degli spettatori (vedasi punto 1) ma penso che siamo tutti d’accordo sul fatto che l’unico punto dove il film inciampa in modo pesante è il duello tra Sabrina e Phoebe. Sì, sarebbe stato scontato farle affrontare alla fine in una scena epica di 10 minuti ma, con tutta la tensione che si era creata tra le due, era esattamente quello che tutti volevamo. Anzi, il vero carico da 90 sarebbe stato far vincere Phoebe (ok, anch’io ho tifato per lei da subito) e poi farla morire in modo ancora più raccapricciante.
“far vincere Phoebe (ok, anch’io ho tifato per lei da subito) e poi farla morire in modo ancora più raccapricciante.”
Esatto Ciccio, sarebbe stato un capolavoro.