Quando leggiamo Asylum e SyFy, leggiamo due cose: film orribili e ovvietà. Il punto alto della sfacciataggine lo si raggiunge quando, oltre a palesare capacità tecniche infime, le storie sono scritte senza alcuno spunto narrativo, né tantomeno narrativa stessa. Più che a storie bisognerebbe riferirsi a situazioni: come Carver raccontava frammenti di vite che né cominciavano né finivano nei confini del racconto, la Asylum racconta momenti dell’esistenza di persone a caso tra un mostro gigante e l’altro. Queste persone vivono in funzione del mostro e, per estensione, della morte. Non importa il loro passato, non importa il loro futuro; importa il loro presente, ma solo se testimoniato da una creatura. Potremmo quindi dire che nel contesto narrativo il mostro diventa demiurgo, plasmatore e definitore di esistenze. Tutto questo non c’entra nulla con quanto ho da dirvi su Bermuda Tentacles. O quasi. Il punto è che a volte le cose cambiano, anche solo per un momento, e quando tutto non sta andando a puttane la sorpresa può farci uscire di testa e incasinare la nostra capacità di giudizio. È un po’ come quando si sale sulle scale mobili e queste non funzionano: il cervello si aspetta un movimento e lo precede, regalandoci quella strana sensazione di poco equilibrio. Allo stesso modo, quando guardiamo un film Asylum il nostro cervello si setta automaticamente su “niente” e ci permette di affrontare la visione tra una cazzata e l’altra, facendoci addirittura apprezzare quei pochi momenti da noi percepiti come validi ma che in realtà sono solo orribili sfumature di carino in un mare di schifo. Il cervello, insomma, è il più efficente sistema di adattamento alle ripetizioni in circolazione, e quando si rompe la routine si rompe anche lui.
Bermuda Tentacles parla di militari nel triangolo delle Bermude che vengono attaccati da dei tentacoli giganti e diciamo incazzati; non sapendo come affrontarli, i nostri eroi organizzano una spedizione subacquea per sconfiggerli e magari recuperare anche il presidente degli Stati Uniti, andato perso in zona qualche ora prima. Poi succede l’impossibile: il film tira fuori scene d’azione lunghe e ben ritmate, sconvolge il pubblico con dei twist e, soprattutto, costruisce un arco narrativo basato sulla scoperta e sull’andare avanti. Insomma: è il primo film Asylum che non si limita a mostrare quanto il titolo dichiara. Nel mondo di tutti i giorni se un Asylum/SyFy si chiama I tentacoli delle Bermude le uniche minacce ad essere mostrate saranno dei tentacoli nel triangolo delle Bermude, e niente più. Nel mondo di tutti i giorni quegli 80 minuti saranno composti da 10 minuti di tentacoli e 70 di dialoghi misto drama misto urla. E INVECE il Bermuda Tentacles che ci si aspettava è condensato giusto nei 20 minuti iniziali, poi succedono cose che in qualsiasi altro film verrebbero definite prevedibili ma che qui, per il principio delle scale mobili rotte, provocano stupore e assenza di parole e fanno poi finire il film su un piano ulteriore rispetto a quello su cui è cominciato. Un vero e proprio miracolo, in grado anche di mettere in ombra tutti i soliti problemi che queste produzioni si portano dietro: recitazione goffa, computer grafica scadente, montaggio a caso e dialoghi ridicoli. Bermuda Tentacles è, incredibilmente, un vero e proprio b-movie della tradizione a noi più cara, quella di cui fanno parte i rip-off di Alien, quella di Inseminoid e Galaxy of Terror. Resta molto brutto, ma ha la stessa sensibilità e lo stesso arrogante modo di fare le cose un po’ a caso, usando idee degli altri. Gli manca giusto del tempo massimo e un certo fascino da videocassetta marcia.
La vita non sarà altro che un momento tra un mostro gigante e l’altro, ma non è per forza un male. Baste uscirne vivi.
DVD-quote:
“Orribile ma pur sempre incredibile”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
Bella recensione, mi hai fatto quasi venir voglia di recuperarlo!! Poeta!
Quoto Giacomo. Me lo scar…cerco subito!
Non ci credo…ma che davero? La Asylum che fa un film appena appena decente….vabbè Jean Claude …ti credo sulla parola!!!
OT
Scusate l’impudenza, ma potreste fare uno speciale sul quel capolavoro mancato di “crusade”? Doveva essere diretto da Paul Veroheven e a detta di schwarzenegger e di molti di quelli che hanno letto lo script sarebbe stato il ruolo della vita di arnold. Scritto da uno degli sceneggiatori de “il mucchio selvaggio”, prevedeva le seguenti scene in cui Arnold( c’è per la prima volta avrebbe fatto la parte di un tedesco): a) falsifica un miracolo b) assiste alla castrazione (mostrata nei dettagli) di un amico e aspetta di fare la stessa fine (c) viene cucito in un asino morto per essere dato in pasto alle iene (d) si invaghisce di una principessa mussulmana e questa lo fa tr@mbare una delle sue serve, mentre lei guarda (e) nella battaglia finale usa una falce per farsi largo tra i nemici, tranciando gambe come fieno. Poi pensate un Verhoeven che può affrontare apertamente temi come fede, cristianità etc e in più tanta tanta violenza primordiale. TANTA ROBA
Il triangolo no, non l’avevo considerato. Brava Asylum!
In effetti l’ho sempre pensato che con qualche mostro ogni tanto i racconti di Carver ne guadagnerebbero…
con tutto l’affetto, ma paragonare questa baracconata a un racconto di Carver, e` proprio una stronzata madornale
E io spero che la prossima sceneggiatura per l’Asylum possa scriverla il nostro caro JC Van Gogh… che se lo merita alla grande!