Tempo fa mi ero già abbondantemente dilungato intorno al tema dei found footage e su quanto essi avessero ormai irridimibilmente rotto l’ultimo quarto di minchia. Oggi, dopo aver visto SXTape di Bernard Rose (sì lo stesso di Candyman ma anche lo stesso che ha girato un biopic su Beethoven con il Gary Oldman del 1994. QUEL Gary Oldman), la mia posizione è cambiata. Ma non poi molto.
httpv://www.youtube.com/watch?v=hleFaQJH9_g
IL FOUND FOOTAGE È MORTO.
httpv://www.youtube.com/watch?v=hleFaQJH9_g
Sì, lo so che è difficile definire un genere, o sottogenere, cinematografico morto (almeno finché è vivo Tarantino), eppure ormai la sensazione è che il found footage sia arrivato al suo estremo capolinea. Questo da un lato mi fa seriamente dubitare sul fatto che esso possa essere considerato un sottogenere cinematografico (tutto infatti sembra suggerire che sia più un registo narrativo), dall’altra mi dà l’ennesima certezza sul fatto che ormai mi sono stuccato definitamente il cazzo di vedere inquadrature di piedi dall’alto.
La mia impressione è che il FF abbia avuto un emiciclo di vita relativamente breve, se paragonato all’intera storia del cinema, ma, al contempo, esageratamente lungo per quello che in sostanza è. Ovvero cinema povero. E non si sta parlando (solo) di vil denaro: eccezion fatta per “la sua prima manifestazione su schermo di Blair” e pochissimi (1) altri (2) fulgidi (3) esempi (4), il Found Footage è una scatola -vi piace scatola?- che solitamente contiene poche idee, poca sceneggiatura, pochissime maestranze e poca regia. Al contrario di quanto possano pensare alcune persone, questa povertà d’insieme non è l’elemento che contraddistingue il found footage bensì è il found footage a denunciare, a monte, il tutte queste carenze. Creare della sospensione dell’incredulità da due soldi attraverso una ripresa in soggettiva che non lascia nessuno spazio all’interpretazione (vedi quello che voglio esattamente che tu veda e te lo faccio vedere con campo stretto e inquadratura mossa) vuol dire ammettere di non voler dare allo spettatore la possibilità di “spaziare” nel tuo mondo immaginifico. Anche se, più prosaicamente, la questione si risolve nella semplice assenza di direttori della fotografia, responsabili degli effetti speciali, operatori di camera, tecnici del suono, sceneggiatori, segretarie di produzione, soggettisti, comparse e scenografi.
Se il found footage, quindi, è una sorta di apologia del surrogato, SXtape (o Sx_Tape, o sxtape, o come si scrive) ne è forse il suo esempio più micragnoso. D’altro canto basta leggere bene la locandina: “Dal produttore esecutivo di Paranormal Activity e dal produttore di Insidious”. Roba che, a vederla scritta sopra al titolo, sembra più una giustificazione che altro anche se forse un “Non ci stanno i soldi” sarebbe stato più onesto. E infatti SXtape è un film così povero da non potersi permettere nemmeno tutte le lettere del titolo.
Se volete vi racconto pure la trama: Jill e Adam sono due ultratrentenni in quel di Los Angeles. Adam va in giro con la sua videocamerina, Jill fa quella cosa che fanno solitamente le ultratrentenni nel 2014: sogna una carriera artistica nonostante il numero e la qualità dei suoi successi le suggeriscano che forse sarebbe più portata a chiedere moneta alla cinque. Ma Adam, che ha lasciato la sua carriera di conduttore di carri di buoi accecato dalla luce dell’amore, è pronto ad assecondare quella “testa matta” della sua ragazza, arrivando a proporle di squattare una struttura pubblica fatiscente per trasformarla nella sua galleria personale. La struttura in questione è un’ospedale psichiatrico. Ovviamente lì dentro troveranno il “fantasma” (la solita donna dai capelli lunghi che indossa una camicia da notte) che quando viene ripresa direttamente crea un fastidioso effetto distorsione nella videocamera. A questo punto il film è fatto. Il resto della pellicola vede loro due (e altri due fastidiosissimi personaggi che scompaiono nel giro di una manciata di minuti che sono comunque troppi), in giro per la location illuminata dalle luci verdastre mentre tutto intorno una crew di 3 persone a caso passa il tempo a scuotere catene, fare UUUUUUUHHH, intonare canzoncine dei Teletubbies e picchiare sui muri. Il vero orrore scatta quando alla fine nessuno dei personaggi tira fuori un panino.
“Sì ma si intitola SXTAPE! E il SX?”. Amici miei carissimi, secondo voi, in tutta onestà, se uno non ha manco il coraggio di scriverla con tutte le lettere quella cosa, quante sono le possibilità che ve lo mostri anche? Per quanto mi riguarda, quindi, il titolo di questo film è SPERTAPE. “Sì, ma c’è Bernard Rose! Quello di Candyman! Qualcosa saprà fare no? Il tocco dell’autore! La mano sapiente!”. Vorrei poter dire di più rispetto a “No, non c’è” ma davvero non so che aggiungere. Ah sì, c’è un ampio utilizzo delle riprese in profondità, ma parlando anche di un ospedale dove il 95% dello spazio è occupato dai corridoi direi che, più che una scelta, è una specie di obbligo.
Infine una piccola parentesi dedicata al finale. Partiamo dal presupposto che gli ultimi due minuti e mezzo di pellicola, se presi in toto, ci lasciano con l’inquietante interrogativo “Ma cosa cazzo ho visto?”. Ciò detto: teoricamente le scene che seguono il finale sembrerebbero, o almeno “logica vorrebbe” fossero, delle cose registrate dalla medesima videocamera successivamente (o magari precedentemente, o chissà). Orbene. L’ultimissima scena vede la nostra protagonista, presumibilmente tempo dopo i fatti narrati, praticare una fellatio a un ignoto soggetto maschio. Bene il cazzo è pixellato. È PIXELLATO. Al che i casi sono due: o qualcuno ha ritrovato (FOUND) il video amatoriale (FOOTAGE) e per divertimento ha deciso di applicare un filtro di censura al cazzo oppure Bernard.
Finisce così.
Oppure Bernard. Il resto se volete mettetecelo voi. Anche se secondo me non serve.
DVD-Quote suggerita
SXtape è un film così povero da non potersi permettere nemmeno tutte le lettere del titolo.
Bongiorno Miike, i400calci.com
BONUS:
Abbiamo deciso di stilare una serie di piccole CONDIZIONI BASILARI, senza le quali riteniamo che un filmmaker non dovrebbe più prendersi il disturbo di girare un Found Footage. Le prime regole le mettiamo noi, le altre stanno a voi.
1) affrontare un tema non gia’ affrontato da altri FF
2) saper resistere senza la scena in cui il cameraman di fronte al pericolo dice “vaffanculo io continuo a riprendere anche se non ha senso perché LA GENTE DEVE SAPERE”
3) trovare una scusa qualsiasi che elimini i tempi morti prevedendo tipo l’uso di piu’ fonti senza intaccare troppo la sospensione dell’incredulita’
4) dall’altro lato, non impantanarsi nel realismo a tutti i costi, non incastrarsi in strutture tipo “quello che state per vedere e’ il filmato integrale ritrovato a salcazzo”, usare i vantaggi dello stile in prima persona senza ingabbiarsi in limiti eccessivi
5) essere affrontati come precisa scelta narrativa, e non solo perché il direttore della fotografia e’ andato a fare un safari in Africa e a luglio proprio non e’ disponibile
6) no musica extradiegetica. se è un found footage usi effetti sonori credibili, grazie al cazzo che questo è il filmato integrale ritrovato nella grotta dei cannibali però mi metti la musichina che mi dice quando avere paura.
7) si deve passare al sodo entro 20 minuti, non che passi 3/4 di film a parlare di quanto è pericoloso questo e quello e poi lasci tutto ai 3 minuti finali
Beh dai, la protagonista Caitlyn Folley si vede nuda nuda, per un FF è già tanta roba! Esempio: http://112.imagebam.com/download/oXN1plko1_8qUXSJPWz5Ng/33093/330928523/A003.jpg
Exo: a ognuno le sue opinioni. Ma un paginone centrale di playboy non mi vale 90 minuti di visione.
Eppure gli horror più interessanti che ho visto quest’anno sono tutti found footage: The Borderlands, The Den, The Banshee Chapter (questo più pseudo-ff), Afflicted, The Sacrament e mi sa che ne dimentico qualcuno. Gli ultimi due li voto pure come migliori del 2014, finora.
E’ vero che c’è anche molta robaccia poco ispirata (tra le più recenti sconsiglio Alien Abduction), però il genere o sottogenere o quel che è mi sembra tutt’altro che morto. Poi siamo tutti d’accordo che il ff stile Paranormal Activity coi fantasmi ha rotto il cazzissimo da un bel po’, ma con un’idea più originale alla base, perizia nel realizzarla e seguendo le altre linee guida che avete suggerito appunto di bombette ne saltano fuori.
Di quelli che citi ho visto solamente The Sacrament e per me è stato un po’ un meh. La questione è che la quantità di film mediocri, per non dire pessimi, che escono in questa “forma” ormai sta soverchiando (opinione mia eh, poi ora mi guarderò i titoli che hai suggerito e sono apertissimo ad aprire le porte alla speranza) il buono che c’è. Un po’ come accadde per LA GRANDE CRISI DEL VIDEOGIOCO del 1983 quando le schifezze superarono la roba di qualità affossando l’intero sistema come un grande tsunami di guano e lava.
In realtà la 1) è più facile a scriversi che a farsi. Se mi ricordo alcuni dei ff visti, sinceramente mi pare sia stato fatto un po’ di tutto. Mi sa che l’unica vera innovazione che ricordo è A Ride in a park con la go-pro dello zombie nel senso di “tutto in soggettiva del mostro” (en passant: grande sonoro con i suoi rantoli, il soffocarsi con il sangue etc)
La 2) è la più ovvia, la condizione che verificatasi dovrebbe portare a spegnere il dvd immediatamente
La 3) mi pare davvero la chiave di volta. Hai due modi per realizzarla, uno appunto il moltiplicarsi delle fonti (lasciando da parte casi extra tipo the bay, avevo letto una considerazione di sahljanto e evans a proposito. Per loro la ricetta era quella di avere il misto cam “consapevole” – quella del documentario – che gli permettesse zoom, inquadrature ricercate etc + le micro cam per i momenti più matti. MA soprattutto insistevano sul fatto che i diversi pov dovessero seguire ciascuno una persona diversa, e quindi più persone = ritmo.
Il secondo e unico modo efficace per eliminare la noia rimane ad oggi il corto, proprio per il concentrarsi degli eventi.
Per me l’unico ff tollerabile, oltre i corti dei vari V/H/S, rimane quando è registro narrativo occasionale all’interno della fiction (es. end of watch, anche se poi del pov se ne fotte largamente).
Certe volte mi chiedo pure come sarebbe venuto Maniac se si fosse trovato un modo per trasformare in ff unendo la soggettiva allucinata di quel rachitico di elijah wood ad altre fonti. Quando ammazza la suicide girl in soggettiva – tra parentesi momento più tosto del cinema horror delle scorse stagioni: sei un deforme sudato con gli occhi grandi, una tipa giusta ti sta per stappare una gazzosa e tu per premiarla la strangoli brutta merda – è una cosa da non credere per la forza che ha. Però quanto sarebbe stato figo avere che so, la web cam della tizia accesa che permettesse di collocare nello spazio della stanza, l’omicidio? Una specie di ibrido: la soggettiva, anzichè essere una micro camera, rimaneva la visione distorta di wood. Il resto, altre fonti.
Che poi mi sa che è pure una cosa che il film tentava di fare con es. il circuito di videosorveglianza della metro
non che m’interessi particolarmente, ma la cosa del cazzo pixel sarà perchè non hanno trovato un fallo di gomma realistico che venisse via con pochi soldi e pareva brutto farglielo prendere in gola davvero.
Quindi, poveri di soldi, d’idee per portare in scena un chinotto e pure poveri di coraggio
Sì, poi ovvio, concordo. I FF loffi superano di gran lunga le eccezioni meritevoli. E’ la loro colpa maggiore, quella di aver dato l’illusione a tutti di poterci provare anche senza avere idee
Europa Report m’è piaciuto, considerando che il ff in genere lo scanso come la peste.
Chiunque giri un sextape senza mostrare la fica deve solo morire
@darkskywriter: non ho ancora visto Afflicted, ma la forza di The Sacrament sta proprio nel fatto che non calca la mano sul found footage, si concentra piu’ sul contenuto che la forma e propone un contenuto che si regge alla grandissima anche da solo, non ti spiega da dove viene il filmato ma sfrutta le caratteristiche del FF per diverse scene costruite con cura e nelle altre imbroglicchia spesso e volentieri per privilegiare l’atmosfera all’integralita’. Spurio cosi’ mi va benissimo.
@steven: il punto 1 e’ mio ed e’ consapevolmente iper-generico, ma si riferisce al fatto che comunque l’80% dei FF in giro sono ancora incentrati su streghe e fantasmi.
Caspita Darksky, mi hai incuriosito con the Den, sono a metà visione ed è davvero fico…spero continui così anche per la seconda parte, perchè finora davvero merita!
@Miike: mica lo salverei per un paio di tette e un culo, anzi a leggere la tua rece probabilmente è l’unica cosa salvabile! Ma, come ho fatto io, basta una googlata per togliersi la curiosità invece di ammorbarsi 90 minuti di FF loffio…
In generale si’, penso che a morire definitivamente senza scuse (esclusi miracoli) sia piu’ che altro il Found Footage dogmatico.
Noroi di Shiraishi per me vince nei FF, bizzarria giappo e tante cose sì, ma funziona.Anche Okaruto, sempre suo, vince un pò meno ma gran finale wtf. Sxtape è lammerda ma grazie per avermi fatto scoprire che anche l’intervallo rai è un FF
@nanni: ah, ecco. E che ci vuoi fare, un po’ per pigrizia, un po’ perché le ante socchiuse sono facili da filmare e costano poco…
Poi si potrebbe pure fare un discorso sull’innovazione. Deve riguardare necessariamente il tema? Abbiamo sì predominanza di diavuli & fantasmi, ma anche zombie, killer e mostri non scherzano. Non so se ci sia qualcosa a tema vampiri ma io ho beccato pure ff su dinosauri (l’orrendo Tape 407. SPOILER: non si vedono mai i dinosauri). Insomma un po’ di tutto come dicevo
A me intriga di più l’innovazione nella messa in scena: es. lo zombie di cui sopra, il cane di Slumber Party Alien Abduction. Ci vorrebbe uno slasher con pov di un nano, oppure qualcosa realizzato interamente con dash-cam, o che ne so un medical thriller con chirurgia telerobotica e microcamere
Afflicted è a tema vampiri ed è la dimostrazione che nel 2014 si può ancora fare un film di vampiri bello (come lo è pure Only Lovers Left Alive, anche se è totalmente anticalcistico).
Comunque anche se la messa in scena è quella sempliciotta del documentario standard, se il tema è interessante, poi il film funziona: dell’anno scorso mi viene in mente The Conspiracy. Viceversa il già citato Alien Abduction è girato bene e con effetti dignitosi, però le idee e le sorprese stanno talmente a zero che ti annoi anche se il ritmo è abbastanza elevato.
L’ideale naturalmente è fra girare insieme forma e contenuto, ad esempio The Den è sul mondo delle videochat random ed è appunto quasi tutto girato tramite videochat.
ps
Noroi l’ho visto anni fa e ricordo che mi aveva spaventato di brutto, consiglio anch’io a tutti.
The Den si avvicina al nuovo livello da battere nei FF, se non fosse che svacca di cattiveria nell’ultima parte, riportando quanto di ottimo fatto nel primo tempo al livello mediocre di tutti gli altri mediocri FF. Peccato, perchè la prima parte mi aveva quasi fatto pigliar male come si deve..
Afflicted è una stronzata colossale senza se e senza ma
La dvd quote è bella, forse addirittura troppo bella per essere vera, in quanto credo che al titolo manchi la E soltanto per distinguersi dall’altro SEX TAPE in uscita, con Cameron Diaz e Jason Segel.
Appunto.
Vi rendete conto che un HORROR ha paura di scrivere “sex” per esteso mentre una COMMEDIA CON CAMERON DIAZ no?
Ma che razza di mondo e’ questo???
Un horror diretto da un ex-collaboratore di Playboy, per giunta.
@Darkskywriter d’accordo con te (sopratutto su The Sacarament) ma su THE DEN proprio no. Insomma mi aveva fatto veramente cagare per tutta una serie di WTF incredibili, forzature di sorta e trama di una noia mortale (almeno a me). Certo, meglio di tanta (tantissima) altra roba. Mi pare di aver visto un trailer americano ultimamente di un qualcosa che era talmente identico (a The Den) che pensavo fosse un remake e invece no. Boh. Comunque sia il VERO problema del FF è che PRIMA si fa una storia e dopo si pensa al modo migliore per renderla su schermo. In B/N? Lento? Veloce? Colori acidi alla troma? FF? invece i (peggiori) film che lo usano partono dal FF pensando DOPO al racconto. Per me è un grosso errore. Per questo, come dice Nanni, The Sacrament funziona. Se fosse stato girato in modo normale, come fa di solito Ti West, il film avrebbe funzionato ugualmente. Il FF, come nel primo TBWP, aggiunge quel qualcosa in più.
Volevo far notare che, nella sua noia, il film ha comunque degli spunti interessanti.
Non avete parlato dello sparo in testa metafora della lobotomia, del video in cui compariva lo stupro subito da una paziente anni prima, e che la protagonista, che poteva godere di tutto il sesso consensuale che voleva senza problemi, è stata posseduta dallo spirito di quella donna stuprata in quell’ospedale.
credo che la e di sex manchi proprio per questo motivo, perché il film si riferiva allo stupro subito da quella donna in quell’ospedale dopo essere stata drogata/anestetizzata dal dottore. e quando si parla di stupro non si parla di quel sesso consensuale che si sarebbe aspettato lo spettatore, da qui la mancanza della e nella parola sex.
sarebbe interessante capire come mai nella scena dello sparo in testa il ragazzo vedesse Borges, quale sarebbe il riferimento. forse alla dualità tra la ragazza “oca e libertina” e l’altra ragazza con problemi psichiatrici (anche se non lo sappiamo di certo) e stuprata?
e le incubatrici? figli che nascevano come risultato degli stupri messi in atto da quel dottore?
spoiler: il cazzo pixellato viene staccato con un morso. credo sia il continuo della vendetta da parte dello spirito della donna stuprata.