31 Maggio 1929 – 8 Agosto 2014
Era il 1987.
Avevo 10 anni, e i miei unici mezzi di informazione cinematografica erano CIAK, i trailer in tv (chiamati “prossimamente”) e, nei casi clamorosi, i servizi del telegiornale.
Non mi lancio nell’ennesima divagazione su quanto fosse bello scoprire dell’esistenza di un film direttamente quando te lo trovavi davanti o al massimo un mese prima che uscisse, e arrivo al dunque: in questo pomeriggio del 1987 uno degli ospiti della Domenica In di Pippo Baudo era David Mendenhall. Quindici anni portati male, era lì per parlare della sua carriera di regazzino prodigio con alle spalle già un numero spropositato di credits da General Hospital al cartone animato dei Transformers, dove doppiava Daniel Witwicky. Ma nello specifico, quel pomeriggio aveva il compito di promuovere il nuovo film di Sylvester Stallone, Over the Top: Sly interpreta un camionista campione di arm wrestling (da noi comunemente noto come “braccio di ferro”), lui interpretava il figlio spaccamaroni.
Il momento chiave però è quando Pippo Baudo, introducendo il film, riporta una dichiarazione del regista: “voglio che grazie a questo film il braccio di ferro diventi una disciplina olimpica”.
Fu quella la mia introduzione a Menahem Golan.
Pensai “è pazzo”, ma la spavalderia mi rimase impressa e mi interessai a cos’altro aveva combinato questo signor Golan nella vita.
Scoprii in poco tempo che, in quanto capo della casa di produzione chiamata Cannon (intestata a lui e a suo cugino Yoram Globus), era responsabile di alcuni film che già amavo follemente, di altri che avrei visto di lì a poco, ma fondamentalmente in generale di un gran mucchio di classici su cui mi sarei buttato di corsa indipendentemente dall’aver saputo o meno che lui ne era coinvolto.
Perché la Cannon di Menahem Golan È l’action anni ’80.
Tutto ciò che non era prodotto ad alti livelli era roba loro: ne avevano colto lo spirito, ne avevano creato e/o continuato i trend principali, avevano fornito lo stampo da cui pure i migliori avrebbero preso spunto.
Il filone sui ninja (sia giapponesi che americani), la serie Missing in Action (scritta dopo Rambo ma prima di Rambo 2), i sequel del Giustiziere della notte, i primi film di Jean-Claude Van Damme, Invasion USA, Cobra.
E non solo: la serie di Allan Quatermain, i Barbarians di Deodato, i due Hercules di Luigi Cozzi e Lou Ferrigno.
Ma la Cannon non era solo action: si presero cura del Tobe Hooper post-Poltergeist producendo Space Vampires, Invaders from Mars e il sottovalutatissimo Non aprite quella porta 2, ed ebbero il monopolio cinematografico della moda della breakdance. E andarono persino più in là: la passione per il cinema a tutto tondo di Golan lo portò a finanziare progetti di Cassavetes, Zeffirelli, persino Godard. E almeno in un caso il suo contributo fu contagioso: sotto il marchio Cannon, Andrei Konchalovsky passò da Maria’s Lovers all’action cult A 30 secondi dalla fine, ritrovandosi senza rendersene conto ad essere assunto dalla Warner per dirigere Tango & Cash (e a scappare prima della fine delle riprese).
A seppellire la Cannon furono i pesanti flop delle grandi scommesse di fine decennio: il primo film tratto da una serie di giocattoli, Masters of the Universe, gli sfigatissimi Superman IV e Capitan America, e anche lo stesso Over the Top, che in sala incassò appena due terzi del budget e divenne un classico solo grazie all’homevideo. E ovviamente il braccio di ferro non diventò mai disciplina olimpica. Ci rimise tra le altre cose un adattamento di Spiderman, di cui con eccessiva lungimiranza possedettero i diritti per diversi anni.
Come potete vedere, elencare tutto quello che ha fatto Menahem Golan per il cinema da combattimento (e non solo) è impossibile: quello che possiamo fare, però, è raccontarvi di quando si occupò in prima persona di dirigere i suoi progetti da combattimento più ambiziosi: Over the Top, ovviamente, ma anche l’imprescindibile L’invincibile ninja (capostipite del filone) e l’epicissimo Delta Force.
E lo faremo con calma, dalla prossima settimana, lasciandovi per ora tutto il tempo per scorrere la sua ampia e gloriosa filmografia e recuperare tutto quello che vi ispira.
Ciao Menahem: queste pagine non esisterebbero senza di te.
Ammetto che non sapevo chi fosse, ma scorrendo il papiro dedicatogli su IMDB uno speciale su questo Signore che ha contribuito a regalarci tanti filmoni e d’obbligo.
Mi sono sempre chiesto, da quando vidi la prima volta Delta Force estasiato, se il nome dei produttori avesse potuto influenzare il governo/esercito israeliano al punto da far metter loro a disposizione mezzi e velivoli che difficilmente una produzione di quel livello si sarebbe potuta permettere (addirittura C-130 e CH-53 per ricreare il fallimentare raid in Iran)…
DF! Decisamente il capolavoro del genere della Cannon! XD
Ho scoperto solo qualche anno fa che produsse la serie delle fiabe! °_O
Non sapevo fosse morto ed è un bruttissimo colpo. Ricordo di una sua polemica con Dennis Alexio, di cui lessi su Mad Movies, in cui Alexio era furibondo e lo aveva minacciato e quest’umarell qui aveva risposto “si faccia avanti! Sono un figlio di Palestina!” e lì ho detto “no, vabbè, lo amo”.
Grazie per il bell’articolo e attendo i prossimi.
Zen
Mi è già tenuta voglia di rivedere la maggior parte di ciò che hai elencato
A Cannes quest’anno han presentato un provvidenziale documentario sulla Cannon, spero scorrerà nei torrenti giá in autunno http://m.imdb.com/title/tt3571904/
Fra l’altro scopro solo ora che Franco Nero Orgoglio Italico è stato ninja, corro a pescare
https://www.youtube.com/watch?v=vzfO-YUaVls
e niente da dire
Ecco più che Williams era lui quello da commemorare (almeno per chi ama vedere la gente che si spara e i cattivi che muoiono in maniere fantasiose).
Una specie di retrospettiva Cannon sarebbe la benvenuta, anche perché quel tipo di cinema rappresenta proprio quello che oggi manca nel panorama del cinema.
Probabilmente la Cannon morì perché era ormai superata dai tempi. L’introduzione massiccia degli effetti speciali aveva svuotato di appeal quel tipo di cinema di cui si nutriva lei e infatti l’ultimo eroe action duro e puro Van Damme rimase con le mani abbastanza schaicciate. O almeno questo è quello che dal mio minuscolo osservatorio su quegli anni mi sembra di vedere.
La domanda da porre è: ma oggi c’è una nuova Cannon, qualcuno in grado di intercettare quel pubblico?
Di più: quel pubblico esiste ancora?
Si potrebbero fare i nomi della Merantau Film, o della Sahamongkolfilm Co., ma le differenze sono troppe, a partire dal fatto che queste compagnie non sono statunitensi. Immagino che anche in Corea del sud esisterà qualche società analoga.
Per me il problema è che non esiste più l’offerta perché la domanda di quei film si è molto raffreddata, i gusti sono cambiati e purtroppo anche il rapporto che la nostra società ha con la violenza, la morte (o la nudità) è mutato.
Forse fra altri dieci anni si potrà nuovamente vedere gente che muore con la faccia esplosa. Ora come ora può supplire scavando nei meandri di YouTube.
O forse anche con le serie tv, non so, anche perché trovo difficilissimo vedere una serie tv.
Lo dissi tempo fa e ne approfitto per ripeterlo: a mio parere, pur con una serie di sostanziali differenze, la cosa che oggi assomiglia maggiormente alla Cannon sono i film prodotti da Luc Besson.
Viene dall’estero e opera perlopiu’ fuori da Hollywood; si dedica quasi solo all’action di medio-basso costo (differenza: si ostina a farlo nonostante sia platealmente fuori moda, ma riesce comunque a farsi distribuire con una certa regolarita’ in sala); ha lanciato star (Jason Statham), ne ha reinventate altre (Liam Neeson); prevalentemente produce, ma dirige in prima persona i film piu’ ambiziosi (differenza: li scrive TUTTI).
Se ne puo’ discutere, ma buttarlo nel mix mi sembra il minimo, ci sono aspetti per cui tende ad essere ingiustamente sottovalutato (ad esempio il fatto che il suo stile si smarchi un po’ dalla classica old school).
Detto questo si’, la Cannon era destinata a non durare in quanto troppo legata come temi/estetica a un reaganismo che andava scemando. La botta gliela diedero comunque i flop sopracitati – roba comunque condannata a fallire perché girata gia’ in partenza con mezzi largamente insufficienti per soddisfare il grande pubblico, tra un Masters of the Universe ambientato all’80% al giorno d’oggi e un Superman IV con una ridicola frazione del budget dei suoi predecessori.
Infine, per la cronaca, una curiosita’: a Cannon gia’ fallita, Golan produsse Desert Kickboxer, ovvero l’esordio alla regia di Isaac Florentine.
The Barbarians, perla di cui conservo la vhs registrata da Italia 1. Golan ha scoperto Florentine? Allora mi torna tutto
E scorrendo la pagina di IMDB il signor Golan ha prodotto anche Superfantagenio. Potrei piangere.
Anch’io conoscevo la sua roba ma non lui.Merita assolutamente un ripasso, peccato solo che i film con Sly non siano pienamente riusciti e non gli abbiano fatto fare il salto di categoria che avrebbe meritato.
@pillole: ci avrei scommesso le palle che avrei trovato almeno (e ripeto almeno) un commento come il tuo; scommetto che hai passato due tre giorni a rosicare perchè la gente piangeva un brav’uomo nonché immenso attore, ma siccome non sparava ai cattivi…
E aggiungo che mi è dispiaciuto (da lettore assiduo del sito) non vederlo salutato nemmeno con un post di due righe qui: ok non avrà fatto cinema da combattimento ma quando muoiono i grandi (del cinema) ci si dovrebbe ricordare che, generi a parte, ci sono persone che tanto hanno regalato al nostro hobby preferito!
@alex9: Mi dispiace averti fatto saltare la mosca al naso, ma credo che il tuo nervosismo derivi da una carenza nel riuscire a leggere un testo, seppur breve, e a estrapolarne le informazioni principali.
Tanti auguri per il tuo ennesimo anno in quinta elementare. Vedrai che questo è l’anno buono.
OT
Robin Williams ha interpretato ruoli indimenticabili ed era anche una stimabile persona.
Detto questo non sapeva calciovolantare e sparare allo stesso momento per cui mi sembra giusto vederlo ovunque tranne che qui.
/OT
Se ho capito bene tornano “Le Basi”! Molto bene, ne so zero di questa Cannon.
@pillole: La seconda domanda che poni è sicuramente interessante: esiste ancora quel pubblico? Secondo voi, a parte l’evoluzione tecnologica e il massiccio uso di effetti speciali, quanto ha inciso l’11 settembre? Io ricordo, emblematicamente, che si mise in contrasto la tragedia delle Torri con l’uscita imminente di un film con Schwarzenegger (Danni Collaterali), come per dire: “guarda qua, ancora si fanno questi film con l’eroe americano che spavaldo uccide i terroristi, quando la realtà è ben più tragica e complessa”.
Io credo che l’attentato abbia contribuito a far perdere alcune di quelle certezze e quella sicurezza che contribuivano a far immedesimare il pubblico americano degli anni di Reagan e oltre, negli eroi spavaldi e guasconi.
Già! Lo si è visto, in maniera diversa, anche nei telefilm come fatto notare.
@Zen
Semmai figlio d’Israele, che equivale a figlio di saibenecosa.
Gaffe come la tua sarebbe meglio evitarle. Più che mai adesso, visto quel che i figli di Palestina (quelli veri) stanno passando.
@Dr.Stranamorte
Mi sa tanto che la mamma degli eroi faccia dimmerda stelle e strisce sia ben lungi dall’aver raggiunto la menopausa.
“L’attentato” di cui blateri non ha fatto altro che aggiornare lo stampino.
Ma mi fermo qua che è meglio.
Ecco l’ intellettualoide! XD
Non avevo idea di chi fosse, ma una volta letto l’articolo e l’elenco dei film a cui ha lavorato ho capito il vuoto non indifferente che lascia. Tanta roba.
quanto cazzo era bello scoprire dell’esistenza di un film direttamente quando te lo trovavi davanti o al massimo un mese prima che uscisse!
Grazie. Le parole di questo articolo sono pietre miliari. Dai commenti noto che non tutti hanno il background necessario per apprezzare in pieno quello che è stato scritto. Quando Italia 1 sfornava film di Golan, da lui diretti o prodotti, una sera sì e una pure, quelle erano estati indimenticabili. Frustavi il videoregistratore. Ma la cosa più bella in assoluto era divenire parte di quell’universo di botte militarizzate, ritrovare il sottotesto scritto da Cia e Mossad a quattro mani alzate e l’assenza totale di Cgi. Da un film all’altro. Sarà un piacere ripercorrere quel cammino.
Dopo Menahem Golan, Menare Nolan.
Ricordo che da piccolo, “Masters of the Universe” mi piacque parecchio. Chissà rivederlo oggi se regge…. temo di no!
Decisamente no! XD
Comunque concordo che Robin Williams, pur essendo stato un grande attore, c’entri poco con questo magazine. Forse giusto per il ruolo da cattivo che gli regalò un Nolan non ancora ubriaco delle sue scorregge.
che commozione, tutto il primo paragrafo potrei averlo scritto io paola per parola. Leggere Golan/Globus per anni fu come un marchio di fabbrica che mi faceva drizzare le orecchie alla presentazione di un film.