Sono usciti un miliardi di film fighissimi nel 1984, e noi – grazie alle nostre straordinarie capacità divinatorie – siamo stati i primi ad accorgerci che quest’anno ne sarebbe caduto il 30esimo anniversario.
Di conseguenza, alcuni li abbiamo riguardati insieme grazie a un’opportuna rassegna di #400tv.
Altri invece cercheremo di coprirli con un bel post completo che vi aiuti a riscoprirli a modo.
1912
Edward Rice Burroughs pubblica su The All-Story, a puntate, il primo volume delle sue Barsoom stories, che sarebbero passate alla storia come “i libri con John Carter”. Non per la prima volta (ci aveva già pensato H.G. Wells con La guerra dei mondi), un terrestre si ritrovava a contatto con una razza aliena; per la prima volta, però, gli extraterrestri – visitati a casa loro, non invasori – dovevano fronteggiare una creatura loro pari se non superiore. Le storie di John Carter segnavano, nell’immaginario collettivo, l’inizio della riscossa della specie umana contro i mostri dello spazio, emersi come minaccia dal fondo dei telescopi e dalla soluzione delle equazioni che stavano cominciando a raccontarci un universo molto diverso – e molto meno antropocentrico – da come ce l’eravamo immaginati fino ad allora.
1933
Henry Ralston inventa Doc Savage, l’anello mancante tra l’eroe da romanzo pulp e l’ormai classico supereroe da fumetto – completo di squadra di superamici, poteri al limite del sovrannaturale, soprattutto, dettaglio da non sottovalutare, prototipo dell’uomo a tutto tondo: bello, intelligente, colto, esperto di fisica, chirurgia e arti marziali. Savage usava gadget in stile Bond/Batman, picchiava come uno Sherlock Holmes incrociato con, be’, Batman, saltava come un Tarzan – tutti nomi che non invento io, ma dichiarate ispirazioni di Lester Dent, principale scrittore della saga. Savage comparve ovunque: in fumetti, film, show radiofonici. Un (super?)eroe creato per essere brand. Era il 1933.
1972
In Tarzan Alive, finta biografia del tizio delle liane scritta da Philip José Farmer, l’uomo che introdusse il sesso nella fantascienza, viene teorizzata l’esistenza della fittizia Wold Newton family, guarda caso citata anche in un’altra finta biografia di Farmer dedicata a Doc Savage. L’idea? Il 13 dicembre 1795, a Wold Newton, nello Yorkshire, un meteorite cadde dalle parti di una fattoria; essendo radioattivo, la sua vicinanza causò una serie di mutazioni incontrollabili nei passeggeri di un autobus che passava di lì per caso. I loro discendenti acquisirono così forza e intelligenza straordinarie. Tra i membri della famiglia Wold Newton, Farmer annoverava Savage e Tarzan, e Sherlock Holmes, e Arsenio Lupin, e perfino vivaddìo la cugina di Doc Savage.
Flashback anagrammatico: 1927
Anche Howard Phillips Lovecraft, in Il colore venuto dallo spazio, aveva immaginato qualcosa di simile alla Wold Newton, con conseguenze piuttosto opposte però.
1984
W.D. Richter, autore tra le altre cose degli script di Grosso guaio a Chinatown e Terrore dallo spazio profondo, ed Earl Mac Rauch, autore tra le altre cose dello script di New York, New York, mettono insieme tutto quanto hanno imparato fino ad allora in ambito cinematografico (fantascienza, commedia, azione, romanticismo, assurdità, satira) e chiudono il cerchio iniziato da John Carter e Doc Savage, decorandone poi la circonferenza con ghirlande di spacconeria e synth presi di peso dal decennio delle power fantasies, al tempo nel pieno del suo splendore (avete presente, no?, lo speciale 1984 dei 400calci.com?), e dando vita a Buckaroo Banzai, l’eroe definitivo, ideale conclusione di un percorso al quale mancava solo il superamento del dualismo fascino animale/raffinata intelligenza per compiersi.
Sherlock Holmes o Batman? Lo swag di James Bond o le rudi botte di Tarzan? Holmes è un sociopatico, e Batman un disturbato, Bond troppo sfuggente, Doc Savage forse troppo vintage. Buckaroo Banzai ha tutto, in un secchio, con un uovo in cima, e ha il carisma dell’intrattenitore e i talenti dell’artista, è una popstar e uno stuntman, un fisico nucleare e un tamarro di periferia. Buckaroo Banzai non è l’uomo che chiunque vorrebbe essere: è l’uomo che chiunque dovrebbe essere. E ha un problema con gli alieni.
Ispirato alle grandi storie pulp del pippone introduttivo, spruzzato di glitter per adeguarlo ai tempi, Buckaroo Banzai è una creatura molto strana, un film riguardo al quale amo spesso immaginare le reazioni al primo screen test effettuato all’incirca quando io venivo al mondo: tutti con la faccia di John Lithgow qui sopra, e un illuminato a sussurrare, accarezzandosi i baffi, «questo flopperà e diventerà successivamente un cult grazie alle VHS». Ancora una volta, non invento: furono le prime parole di Gene Siskel dopo la visione. E in fondo erano gli anni dei grandi classici che nessuno capisce finché non ci si ferma un attimo a riflettere e solo allora se ne coglie la vera grandezza.
È uno one-man show firmato Peter Weller, uno degli attori più inespressivamente carismatici della storia del cinema, intorno alla cui sicumera viene costruito un personaggio che combina Marlon Brando, Elvis e Clint Eastwood. Scienziato ed eroe – il presidente degli Stati Uniti lo chiama spesso per chiedere consigli –, è sul punto, quando lo incontriamo, di compiere un’impresa: penetrare l’immenso spazio vuoto di cui è composta la materia, zuppa di nulla nella quale galleggiano, a distanze siderali, elettroni, neutroni e protoni, e venire in contatto con altre dimensioni. Nel frattempo, attraversare una montagna guidando un pick-up Ford F-350 sul cofano del quale è montato un razzo nucleare e un oscillation overthruster, utile ad attraversare la materia.
Nel frattempo, in un ospedale psichiatrico…
… il professor Emilio Lizardo, il primo a infrangere la barriera tra le dimensioni e per questo rinchiuso al mattatoio, riceve notizia dell’impresa di Buckaroo. È qui che entrano in gioco gli alieni.
Quale sia il legame tra questi tre elementi lo lascio volentieri scoprire a tutti quelli che non hanno mai visto Buckaroo Banzai e che lo faranno stasera. Tutti gli altri già sanno che [EHI, SPOILER!] Lizardo, sentito a un certo punto del film gridare PORCO GIUDA!, è in realtà John Worfin, capo dei ribelli Lectroidi e sanguinario guerriero, e che la sua eliminazione per mano di Buckaroo Banzai prima che possa venire in possesso dell’overthruster è condizione irrinunciabile affinché i Lectroidi buoni non facciano esplodere la Terra, attaccando la Russia e provocando così la fine della Guerra Fredda e l’arrivo della Terza Guerra mondiale.
Questo è Buckaroo Banzai: un’avventura come si raccontava negli anni Venti, tanto letteraria e raffinata negli spunti quanto cafona nella messa in scena, e meno male. È un potpourri di generi e immaginari che funziona perché tenuto insieme dal collante che è il suo protagonista, l’uomo a tutto tondo che nobilita la fisica delle particelle con un paio di occhiali da sole e conquista le pupe con uno sfavillante assolo strappalacrime. È Avengers con le maschere di gomma al posto della CGI e dei costumini, e con l’inimitabile assalto visivo ottantiano che trasforma ogni scena in un’orgia – quello che per esempio Manborg ha colto alla perfezione e ha saputo riprodurre fedelmente, quello che fa di Killer Klowns un grandissimo film e quello che, nel cinema sci-fi più o meno mainstream, hanno solo Joss Whedon (con Firefly, soprattutto), James Gunn e, perché no, Edgar Wright.
La marcia in più arriva perché Richter e Mac Rauch sanno come combinare i fuochi d’artificio del tempo in cui vivevano con l’approccio raffinato, intelligente (un tempo si sarebbe detto “nerd”, o “geek”, ma Big Bang Theory ha rovinato tutto) e soprattutto curioso della fantascienza classica. Buckaroo ha un network di comunicazioni grazie al quale può ricevere notizie in tempo reale da tutto il mondo: si chiama World Watch Wire, e il World Wide Web verrà proposto solo cinque anni dopo. La dimostrazione che BB è un film science-approved? La presenza di Jeff Goldblum nei panni di uno scienziato vestito così:
Per chi ama le facce da cinema è una festa: Christopher Lloyd è l’alieno John Bigbooty, Clancy Brown è Clancy Brown, Ellen Barkin anticipa Jennifer Lawrence di trent’anni
, compare persino, per la gioia di voi giovani, Mike di Breaking Bad
, e c’è un umorismo basilare ma consapevole (senza mai scadere nel solito, noioso meta-) che prende un pizzico di satira alla Mel Brooks
e la miscela con gag da cartone animato
Sapete cosa? C’è persino il finto annuncio di un ipotetico sequel intitolato Buckaroo Banzai vs. The World Crime League prima dei titoli di coda, con tanti saluti a Tarantino&Rodriguez per dire.
Più che un film, Buckaroo Banzai è un’enciclopedia, una cronistoria del nostro viaggio fino alle stelle e ritorno, con tutta la consapevolezza nei nostri mezzi e nella nostra unicità che questo comporta. Non una semplice celebrazione del macho, però, piuttosto un’ode all’ingegno, all’intelligenza, al sapere oltre che al saper menare. A posteriori, è una power fantasy molto più moderna di un Rambo o di un Die Hard, e quindi necessariamente incompresa al tempo, perché esponeva concetti alieni e coraggiosi con mezzi e toni assolutamente contemporanei e puntuali. Nel 1984, forse, sembrava solo un pastiche senza costrutto. Oggi che ci tocca convivere con questi orrori
Buckaroo Banzai è soprattutto un grande rimpianto: perché non ce ne siamo accorti prima e ci siamo fatti fregare da Hello Kitty?
VHS-quote suggerita:
«Cosa ci fa un’anguria qui?»
Stanlio Kubrick, Hong Kong Cavaliers
Pezzone. Introduzione da lacrime e film che ora voglio recuperare a mille.
Quanto alla cultura nerd: ringraziate i GenYers. Con l’avvento di internet e le possibilità di aggregazione da esso offerte, qualsiasi puttanata è diventata motivo di orgoglio e, di conseguenza, coolness, creando mode orribili.
Big Bang Theory é un concept che doveva finire dopo una, due stagioni: il suo successo e la sia reiterazione hanno contribuito a creare una massa di fighetti e fighette palestrati che portano apposta gli occhiali dalla montatura spessa o di piccoli sfigati che si sentono realizzati se guardano Lo Hobbit di Jackson e sbavano dicendo: “gnnnnn ma quella è una viverna” o reputano The Amazing Spiderman 1 e 2 dei buoni film solo perchè più fedeli.
CHE ODIO
Bel pezzo e film che propio una bombetta, lo metto in lista recuperi…
Ma che merda e’ big bang theory, l’ho provato a vedere una volta, na tristezza…ancora con le risate finte alla striscia la notizia stanno poi…?
A parte poi lo sdoganamento ed elevazione a modello del nerd ,del nerdisimo e dello sfigato cronico…una delle peggiori piaghe degli ultimi anni, che stanno dando vita a generazioni di rincoglioniti.
Sono stato investito di prima mattina da un treno carico di cultura, grazie Stanlio!
Non ho molti ricordi di BB, probabile ne abbia visto metà e poi più nulla ma ne ho sempre sentito un gran bene. Molto probabile un’operazione recupero.
Lieto di sapere che non sono l’unico a detestare Big Bang Theory, ma a quanto pare siamo ancora troppo pochi.
P.S. Jonathan Banks è stato giovane?!
Ok, vi ho bruciato questa volta :): l’ho visto qualche mese fa in inglese sottotitolato. Film divertentissimo ed assurdo- l’unico problema è che Weller è di un’antipatia insostenibile.
@ Past. BBT è carino e nulla più. La migliore sit-com sulla figura del nerd (nel senso vero del termine: perdente, sfigato) resta “Spaced”.
Ma che pezzone Stanlio! Thumbs up!
TBBT abbandonato qualche stagione fa, ho perso anche la voglia di recuperarlo.
Film visto non so quando, che a dire il vero ricordo come un gran merdone ottantino, ma ora mi avete messo la curiosità di rivederlo.
PS Credo sia Herbert George Wells non Orson Welles. ;)
@tommaso, chiaro, sì, hai ragione tu, sistemo subito grazie!
grande pezzo!!!stanlio devo recuperarlo perchè mi manca.
la frase coi links “grandi classici che nessuno capisce finché non ci si ferma un attimo a riflettere e solo allora se ne coglie la vera grandezza” mi ha fatto venire gli occhi a cuoricino.
su big bang theory voglio dire una cosa semplice. potrà non piacere la sit-com in generale, ma questa serie ha il merito di aver portato (più o meno) a conoscenza di un pubblico mainstream le VERE EQUAZIONI DELL’ELETTRODINAMICA QUANTISTICA DI 60 ANNI FA.
un pò come fece a suo tempo 2001 odissea nello spazio omettendo i suoni dello spazio PERCHE’ NELLO SPAZIO IL SUONO NON S PROPAGA, o come il più o meno sottovalutato (da questo punto di vista) cartone animato Evangelion in cui – PER DIRNE UNA TRA MILLE – se due eva (o due angeli fate voi) si sparavano uno contro l’altro con il fucile a raggio protonico I RAGGI NON SI SCONTRAVANO MA SI AVVITAVANO AD ELICA UNO SULL’ALTRO PERCHE’ CARICHE DELLO STESSO SEGNO SI RESPINGONO.
però, se non vi piace la fisica, è un’altra storia.
mai sottovalutare Evangelion :)
scusate il pippone.
Fino a 10 anni fa, il ruolo di Sheldon Cooper sarebbe stato solo quello del punch-ball umano.
Bel pezzo, Stanlio, non avendo visto il film non ho nulla da aggiungere ma solo una domanda da porti, che mi è venuta spontanea durante la lettura: che rapporto c’è tra Buckaroo Banzai e Doctor Who? Uno ha influenzato l’altro, sono due mondi a parte o semplicemente su certe tematiche si rifanno a uno stesso immaginario?
@Anna: quanto dici l’ho visto solo nelle prime stagioni, quando i 4 nerd di TBBT non erano solo 4 sfigati alla moda ma soprattutto 4 professionisti, competenti nel proprio lavoro, sfigati nel resto, e le spiegazioni di fisica for dummies si sprecavano, rivolte a Penny=telespettatore. Nelle stagioni successive si è perso tutto, dissolto nella melassa (melassa cosmica?), quella in cui al pubblico mainstream interessa soprattutto sapere se Sheldon copulerà o meno, e nessuno di questo pubblico sembra trovare poi così divertenti le diatribe tra loopisti e stringhisti, o tra fisici sperimentali e teorici (personalmente ancora mi cappotto pensando a Leonard mollato perchè non vuole crescere suo figlio come un loopista… non credo che scene simili si vedano in molte altre sit-com).
@Gualtiero Bianchi:
verissimo, purtroppo. hai ragione.
duro marketing, sed marketing.
@Gualtiero mi cogli imbarazzantemente impreparato su Doctor Who, mai stato un fan :-(, ma quanto ho visto/conosco mi sembra più virato sul versante Douglas Adams della fantascienza piuttosto che sul machismo (non è una brutta parola) ingannevolmente divertito e cialtrone di BB.
Attendo conferme o smentite da whovians più esperti però, mentre mi cospargo il capo di cenere per la mia lacuna.
@Gualtiero, Anna, esatto motivo per cui non lo guardo più.
Pezzone. Filmone.
Lacrimone, pure.
Ho vaghi ricordi di questo film, visto nel pleistocene su Italia 1 di domenica mattina (o analogo orario bislacco). Peter Weller super. Jeff pre-Mosca molto weird. Alieni spettacolari.
La faccenda nerd non mi piglia. The Big Bang Theory ok una puntata ogni tanto, delle prime serie. Poi basta.
Meglio, molto meglio The IT Crowd (quello inglese).
Saluti e grazie anche a nome di Buckaroo!
ok tutti a parla di recupero…ma si trova in giro?
@samuel paidinfuller: il film si trova, l’ho preso qualche mese fa. E l’ho visto.
Aldilà della bontà e della bizzarra fantasia il film è scritto, strutturato e ritmato male. Si aprono trame secondarie per poi non chiuderle, e alcuni snodi narrativi sono sbrigativi. Non mi è piaciuto per nulla, ma sarei contento di rivedere uno taglio del genere al cinema.
Per rispondere alle domande di tutti: Chiunque ha preso elementi da Buckaroo Banzai. Da Doctor who a ritorno al futuro (in modo vergognoso!), a Wes Anderson
Film da recuperare istantaneamente. Detto ciò, il link a Dune m’ha fatto sbavare: farete uno speciale anche su quello? E’ tempo che venga rivalutato, ok il libro è meglio (e grazie), ok Sting che fa le fazze da matto, ok certe scenografie che a rivederle oggi urlano BARACCONATA, ma cazzo comunque FILMISSIMO
Ho qualche perplessita su “La Cosa”. Bello è bello, ma l’ho sempre considerato un Carpenter minore.
@rocco: il tuo commento mi ha colto gravemente di sorpresa, convintissimo che tutto il mondo fosse serenamente d’accordo con me nel definirlo uno dei 5 migliori horror di tutti i tempi. Niente polemica, eh? Sono solo un po’ stordito.
Come Tommaso l’ho visto un miliardo di anni fa (in vhs) perché se ne parlava già tanto all’epoca (credo fosse su ciak visto che esisteva solo quella rivista di cinema). Non mi piacque, ci sono cose più divertenti e fatte meglio in quell’epoca…Nello stesso anno uscì giochi stellari che per me rimane un gioiellino (non vado a scomodare terminator sempre 84) oppure i pirati dello spazio (ice pirates) commediola spaziale stupida ma graziosa anche se di poche pretese.
Con il Dottore non vedo nessun punto di contatto ma potrei essere un completo idiota io.
@Rocco, perché la cosa uno dei film minori di Carpenter? Credo che insieme a Fuga da N.Y. – Fog e Halloween sia uno dei suoi capolavori indiscussi.
Scusate non so dove scriverlo ma avete letto che hanno fatto un documentario sulla Cannon?
Si intitola Electric Boogaloo: The Wild, Untold Story of Cannon Films
https://www.youtube.com/watch?v=q08SRDIj_qE
@ Nanni, @ Nero: io non ho mai capito una sega nulla. Ma per me non vale quanto Distretto 13, Halloween, Fuga da New York, Grosso Guaio a Chinatown e il Seme della Follia. Anche Fog mi è piaciucchiato, ma nulla più.
Visti i livelli medi di Carpenter, credo sia perdonabile una discrepanza di vedute.
@nero728: lo vedo sabato al London Film Festival e volevo stupirvi con la rece per direttissima, ma continuate (giustamente) a segnalarmelo tutti… Sto sul pezzo, tranquilli!
@rocco: ovvio, ma fino a un’ora fa ero straconvinto che La Cosa fosse IL punto fermo se Carpenter ne avesse uno.
@ Nanni. Le opinioni sono come le palle: ognuno ne ha due (almeno, mi pareva fosse così!).
Non ho ancora finito il pezzo, ma voglio darti un cinque altissimo per il secchio con l’uovo in cima… direi che non hanno nemmeno lesinato col patè
Buckaroo Banzai bello ma non bellissimissimo. è vero che alcune robe sono realizzate malino, ci sono cali di ritmo ecc. ma è altrettanto vero che gli si perdona tutto in virtù delle genialate elencate nella rece. e poi c’è peter weller.
la cosa più strana che ho pensato vedendolo è che non mi dispiacerebbe vederne un seguito diretto da wes anderson, per via di tutte le cose strampalate che fanno i personaggi nella più totale naturalezza, e poi anderson, con tutto il male che rappresenta, è uno dei pochi che, in caso di sequel, manterrebbe tutti gli effetti speciali vecchio stile, addirittura un po’ baracconi, senza sentire la necessità di puntare verso un nuovo franchise, uno shared universe e altre di queste cazzate che affliggono il cinema odierno.
(ho letto che vogliono fare uno shared universe su robin hood e un altro sui mostri della universal. sempre meglio dei supereroi, però comunque che palle.)
ecco, OT, secondo me uno shared universe che sarebbe stato fighissimo sarebbe stato quello degli expendables. se homefront avesse avuto per protagonista lee christmas, se jimmy bobo, un po’ rimaneggiato nella trama avesse avuto come protagonista barney ross e via dicendo.. secondo me sarebbe stato fico.
scusate lo sproloquio.
P.S. e comunque è proprio vero che da BB hanno attinto più o meno tutti a mani pienissime.
P.P.S. merda ai nerd, tanto nei telefilm quanto nella vita reale. big bang theory fa schifo sia perchè ci sono i nerd sia per le risate preregistrate. ma comunque io non l’ho mai guardato.
P.P.P.S. La Cosa per me è forse proprio il carpenter migliore in assoluto.
Boh, non mi era piaciuto all’epoca, non mi è piaciuto un paio di anni fa ma questo articolo mi ha fatto venire voglia di rivederlo.
> non mi dispiacerebbe vederne un seguito diretto da wes anderson
Ok che le opinioni sono come le palle e ognuno ne ha due, ma quando e’ troppo e’ troppo e questa non vale.
Il Reverendo espulso dal sito fino all’ora di cena.
sempre pensato che la cosa sta sullo stesso livello di alien ma mai capito perchè il secondo ha creato una dinasty e il primo no
Tagliamo un’opinione al Reverendo?
(posso essere riammesso nel sito, ora? giuro che non prnonuncerò mai più quel nome!!!)
secondo me x “la cosa” è impossibile fare il sequel per lo stesso motivo per cui è impossibile fare il sequel di essi vivono, o il signore del male, o il seme della follia, o qualunque altro film di carpenter: perchè tali sarebbero delle gran cazzate.
tali sta per tali sequel. mai infangherei i capolavori che ho citato.
@rocco: ti dirò che invece ho rivisto distretto 13 da poco , e mi tocca dire chhe si gioca male l’assaltone, visto l’esiguo budget. Buono,ma per me non tra i Capenter maggiori a differenza de La cosa(vaffanculo, E.T. e critici del cazzo).
Stanlio: scusa se faccio il rompicoglioni, ma batman è del ’39.
Bel pezzo, comunque.
Pensandoci bene però no, Napeleone Wilson ti amo quasi quanto i Kurt Russel.
Napoleone Wilson è la coolness fatta uomo!
@John Matri: uh dici perché l’ho messo lì tra i nomi di Dent. Sì hai ragione, non si capiva un cazzo, mi serviva Batman come paragone e ce l’ho infilato nel mucchione anche se viene dopo. Magari la riscrivo in italiano corretto, grazie.
“@ Nanni. Le opinioni sono come le palle: ognuno ne ha due (almeno, mi pareva fosse così!).”
No, è correttamente: Le opinioni sono come le palle: ognuno ha le sue.
@Reverendo: si’ rientra pure, scusami, ieri dopo cena sono andato dritto a dormire il sonno dei giusti.
@Ace: secondo me Rocco scherzava. Altrimenti l’ho istintivamente sopravvalutato e sono stato al gioco.
BB…MAI visto e a questo punto vedrò di rimediare, Se ci riesco…
I Nerd…Oibò, in ordine sparso alcune puntate di Big Bang Theory son carine ma alla fine i personaggi non mi sembra cambino mai, e di ragazze che leggono fumetti o guardano horror etc non se ne vedono mai…(ergo non esistono?) quindi lascio la serie ai fighetti della Firenze bene in collina che credono basti avere qualche gVafic novel sparsa, essere appassionati di cinema, ed esser mantenuti dai genitori per essere un nerd, o stare con un nerd!
La Cosa è un grande filmone. Punto! E pure Fog!
Dimenticavo: DUNE!
Dopo secoli di fama finalmente, qualche annetto fa, avevo tra le mie manine appassionate il DVD di questo film! Gloria e fama promenavano dalle memorie adolescenziali, sia circa i libri che proprio su questo film! Le braci venivano via via rintuzzate da immagini dei vermoni delle sabbie, dei costumi, di scene viste qui e là con Sting…di effetti speciali…
Me lo guardai e…scusate la pochezza del linguaggio usato su internet ma… E checazz’è??? No, dico, ‘na paaaallla!! No, via, battersi la vena è il minimo!!!
Sigh!
@Rocco Alano
Ho qualche perplessita su “La Cosa”. Bello è bello, ma l’ho sempre considerato un Carpenter minore.
-Rocco, a casa tua verranno de tizi.
P.S.
@qualcuno sopra;e comunque è proprio vero che da BB hanno attinto più o meno tutti a mani pienissime.
-non sono convinto sia cosi, per come la vedo molti hanno attinto dalle stesse fonti, dove anche BB ha preso.
Anni fa, da piu di qualche parte avevo sentito interessamenti di Tarantino e (di conseguenza)della sua crew su un progetto riguardante proprio BB.
@nanni ah se nel caso sia una battuta/scherzo non l’ho capita/capito.
vabbeh
Dune per me ha una prima ora\atto veramente ottimi.Da lì in poi il film si perde, ma lì ho sempre pensato che fosse perché Lynch non aveva il final cut.
BBT deve morire male.
@IRIZA sul film di DUNE sono troppo d’acccordo con te: secondo me, siamo sfortunate che abbiamo letto il libro prima del film. almeno x me è stato così e dunque il film mi è sembrato un’estenuante elencazione di tutte le millemila cose che succedono nel libro e che non puoi trascurare. dunque, più una cronaca del libro che un’appassionata trasposizione di esso.
nonostante la presenza del mio amato agente cooper.
Uhm. Io vado controcorrente.
Buckaroo non mi è piaciuto per nulla. Pur riconoscendo la scintilla della genialità e dell’eredità che ha lasciato ad una buona fetta di cinematografia anni ’80, il film mi è risultato di difficile digestione. Intendiamoci: divertente a tratti, ma nel suo insieme mi parso un delirio senza capo né coda. Purtroppo con me non è scattata proprio la scintilla: il protagonista è odioso, i comprimari sono dimenticabili, il ritmo è scialbo, il montaggio traballante, la sceneggiatura senza senso. Il grande Lithgow è quello che più di tutti spicca per bravura, il suo folle Lizardo è strepitoso. Il grosso limite, il mio, è stato evidentemente non l’aver capito il film.
Faccio comunque i complimenti per la recensione: davvero splendida, indubbiamente superiore a quanto avevo scritto io qualche mese fa. Bravo Stanlio!
Una rapida osservazione da vecchio Blue Blazer che questo film se l’è visto al cinema (facciamo pesare la vecchiaia): è interessante notare che in parallelo col film di Buckaroo Banzai venne anche pubblicato un romanzo, che ha lo stesso titolo del film, ma NON È una novelization del film. È piuttosto un remix, con una aggiunta di materiale extra – diciamo un 40% di materiale extra – che si incastra ad ingranaggio con la pellicola.
Rivedere il film dopo aver letto il libro è come vedere un altro film.
Esistono poi i fumetti, e da anni si favoleggia di un gioco di ruolo, che tutavia non è mai entrato in produzione per una complicata faccenda di diritti e altre paludi legali.
Il Banzaiverse è comunque piuttosto ampio, e vale la pena di esplorarlo.
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IO C’HO IL DI VU DIIIIIIII!!!
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