È bello vivere nell’era dell’internet: senza indugio posso andare su Google, cercare Adrián García Bogliano e scoprire chi cazzo sia. Vi interessa? È un regista argentino, nato in Spagna e che perlopiù produce in Messico. Una persona delle idee chiare come la sua provenienza geografica, di quelli che vuole fare il cinema di genere come quando il cinema di genere era davvero valido e diceva qualcosa all’arte, signora mia. Col magico mezzo dell’internet scopro che su queste pagine si è già parlato di lui: Luotto Preminger, redattore dagli occhi splendenti e dalla barba emozionante, ne ha parlato ben due volte con le clamorose recensioni di Penumbra e Here Comes The Devil, due film dalla comune caratteristica di fare schifo al cazzo. Il profilo di Bogliano è quello dell’incapace che crede di fare film meritevoli perché ispirati a cose, con un particolare senso del dettaglio che privano lo spettatore della più sfacciata esperienza gore ma regalano l’immersione totale in un’atmosfera di terrore. Di queste parole Bogliano ha capito solo SBABARABABARBABA, perché quello che fa lui è scrivere rumenta per girarla male, ma col fare tronfio della minchia eretta.
Sempre leggendo Luotto Preminger, redattore dei tuoi sogni, si apprende un altro preoccupante fatto: i suoi film piacciono. Piacciono alla gente, allo spettatore X del festival e allo spettatore Y dei torrent. Here Comes The Devil ha vinto film, regia, sceneggiatura e attori al Fantastic Fest, il più grande festival di cinema di genere d’America, mannaggia la puttana, mica un Tenebria Film Festival qualsiasi. Qui si lavora da anni e anni per discutere e premiare in modo coerente e ponderato un cinema di genere moderno e valido e poi arriva uno stronzo qualsiasi e rovina tutto, l’internet impazzisce e la gente si fa influenzare in maniera definitiva.
Sul finire dell’anno scorso sono iniziate a uscire le prime liste dei film dell’anno e in quelle horror era evidente una costante: Late Phases, debutto americano di Bogliano con un buon Nick Damici nel ruolo del vecchio cieco che deve scoprire cosa sta succedendo nel ritiro per vecchi in cui vive, e visto che vivere nell’era dell’internet è bello sono corso immediamente a leggere qualcosa a riguardo. I commenti erano per la maggior parte positivi (“un bellissimo horror, meglio delle solite produzioni”), con particolare enfasi sulla rituale scena di trasformazione in lupo (“un unico piano sequenza girato con maestria“), un po’ di palese esagerazione (“nulla di così bello da The Howling e An American Werewolf in London“) e una certa attenzione verso il tono generale (“si prende il suo tempo e costruisce a dovere storia e personaggi“). A coronare il tutto, Bloody Disgusting (un sito dalla dimensione e dal seguito non indifferenti) ne parla come “a masterpiece of the werewolf genre“ e gli dà il voto più alto. Alla fine della fiera, Late Phases sembrava davvero un bel film, quindi ho guardato Late Phases, che sembrava davvero un bel film, e quello che ho visto non era esattamente davvero un bel film. Quello che ho visto era una noiosissima merda alla Bogliano in cui il protagonista sembrava una specie di Charles Bronson cieco e i lupi mannari uno scarto di produzione dei Gremlins.

MIGLIOR COSA DEL CINEMA DAI TEMPI DEL CINEMA
C’è sicuramente una possibilità che quello nel torto sia io. Una possibilità remota, nascosta da qualche parta in un’isola in mezzo all’oceano. Per ora rimango nella mia più totale convinzione che Late Phases sia la vera truffa dell’anno scorso. La presa per il culo del decennio. Trovo difficile che chiunque abbia visto un buon numero di film horror e conosca il genere possa parlare di questo film anche solo benino, quindi figuariamoci con folle entusiasmo. E non c’è nemmeno molto da dire, eh: la regia è estremamente banale e televisiva, priva di alcuna idea o intuizione, e detta un tono che sembra serio e introspettivo perché piatto e per nulla ispirato, che tra l’altro sfocia nel quasi comico quando inizia a fare l’horror, confermando che non era serio volutamente ma solo così, presente nel tempo e nello spazio a un certo momento, in balia degli eventi. La sceneggiatura, di tal Eric Stolze, è un compitino e la trasformazione abbastanza una cazzata. Il piano sequenza di cui si parla è in realtà un trucchetto per staccare senza essere visti, mentre l’attore viene truccato in maniera diversa ad ogni giro di camera. C’è praticamente una sola mutazione visibile in corso d’opera durante l’intera sequenza mentre il resto avviene fuori campo, in un movimento di macchina lento, inutile e senza alcuna precisa enfasi. Gli effetti pratici vanno bene, ma non sono nulla che qualsiasi professionista non sappia fare meglio. Rendiamoci conto, quindi, che come The Howling proprio ‘sto cazzo.
Late Phases deve aver trovato il suo pubblico in quella fetta di persone che guardano quattro film horror all’anno, due dei quali anni ’80, e che poi s’atteggiano da ammiratori del genere, esaltandosi e indignandosi quando vengono messi in gioco quegli elementi considerati universalmente intoccabili come gli effetti speciali reali e i pupazzoni o l’omaggio spinto al vecchio cinema. Gente disposta a parlare bene di un film solo perché presenta questo tipo di caratteristiche, dicendo cose tipo “è noioso, ma c’è il pupazzone. ✮✮✮✮✮“ e garantendomi un discreto giramento di coglioni. Gente che occupa l’internet in percentuali preoccupanti.
È grave che un film del genere piaccia così tanto, grave che siti quotati ne parlino così bene, grave che qualcuno sia anche disposto a premiarlo. Poche cose, quando si parla di cinema, mi danno più fastidio di un giudizio completamente insensato: il parere personale è una cosa, dire le cose a caso un’altra.
DVD-quote:
“MORTE AL FALSO CINEMA”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
Leggo su IMDB che il regista ha diretto undici film dal 2004 in poi e ha, al momento, un altro film in post-produzione… e poi in giro ci sono ottimi professionisti e artisti che non riescono a lavorare o a trovare finanziamenti. Non mi spiego proprio certe cose…
Bellissima rece, yeeah!
Ho letto l’ articolo al cesso (non prendertela, è un momento di grande raccoglimento per me) con il cellu nascosto in un libretto di Seneca, per fare il sofisticato casomai entrasse la segretaria bionda e prosperosa dal forte accento russo.
Al cesso.
Chiuso a chiave.
Boh, forse ho pensato che fosse capace di scassinare serrature i cose così, qualche abilità, perchè proprio non so cosa ci faccia esattamente qui.
Tra l’altro nella versione mobile le prime tre righe sono scritte così:
È bello
vivere
nell’ era
Non mi sarei mai aspettato un’ introduzione ermetista alla Ungaretti, che fiko.
Confesso che prima di cominciare a leggere ho scorso l’articolo per guardare le foto. Dall’immagine del pupazzo ho pensato che si stesse recensendo un film degli anni ’80, e pure a basso costo! E’ vero che quelli sono gli anni in cui l’horror ha visto cose magnifiche, ma i pupazzoni li facevano meglio di quello scopino da cesso con i denti.
Per il resto non posso esprimermi, normalmente trangugio quintali di film spazzatura ma questo manca all’appello e non so se me la sento di rimediare alla lacuna.
Madò, io sono sensibile ai film di lupi mannari, non ne esce uno decente mai e questo fa schifo al cazzo.
Buongiorno Ivy. Grazie Jean-Claude che almeno mi hai evitato la visione.
Questa rece mi arrapa.
Grazie
Il discorso sulla ggente che fa la ggente approcciandosi all’horror si può, ahinoi, applicare praticamente ad ogni genere (e ogni ambito).
Però, forse e dico forse, noi “esperti” dovremmo provare ogni tanto a cambiare prospettiva: in fondo è normale che la gente “normale” veda quattro film horror all’anno, come di qualsiasi altro genere. Giusto e sano criticarli quando fanno i pecoroni, ma trovo utile anche provare a capire perché ad esempio roba piattissima come questo Late Phases (ovviamente non l’ho visto, mi fido della recensione) stimoli una reazione che film più interessanti non stimolano…
…poi certo se penso che questo Bogliano dirige un film all’anno mentre Neil Marshall e Christopher Smith non girano un film da sei anni(!), spero che la ggente muoia male e le fiamme della vendetta si innalzino alte da ognuno di questi festival horror di ‘sto cazzo.
L’ululato di Joe Dante è stato il primo con trasformazione a vista ha opera di Rob Bottin che L’hanno dopo crea il mostro memorabile di La Cosa invece Un lupo americano ect aveva i toni un pò più da commedia, il lupo camminava a 4 zampe e gli effetti erano di Rick Baker,ne metto un’altro molto bello ma che non cita nessuno In Compagnia dei lupi di Neil Jordan,e l’ultimo è Dog Soldier di Neil Marshall ,il licantropo e difficile da rendere….
Questo deve avere un manager o un ufficio stampa della Madonna. Non mi fiderei nemmeno a fargli zappare l’aereo.
HCTD che film squallido
Scusate il doppio post ma BOYCOTT SYLVESTER 2015 SE NON METTONO SABBIA MIGLIOR ANIMALE !!!!
boh io ho un debole per i lupi mannari, mi sono fatto quasi piacere perfino quel wolves con Jason Momoa, appena c’ho due ore e una pizza&coca a portata di mano mi sparo pure questo e buonanotte
io, di lupi mannari, sono affezionata ad un film della mia adolescenza chiamato “unico indizio la luna piena”. l’amore è amore.
di sicuro questo lo vedrò, ma capisco bene e condivido il tuo ragionamento.
Naaa, non sono d’accordo, il film è divertente e se hai visto una valanga di bmovies horror degli anni ’80 ti può piacere alla grande.
Ma è un film sui lupi mannari o sugli yorkshire mannari?
Riderone.
Stronzone
Here comes the devil pesantata senza pari, se anche qui tira st’andazzo mi riguardo lo sketch col licantropo di Waxwork che in un minuto faceva un casino che levati
a me questo pupazzone scrauso mi ha ricordato questo: https://www.youtube.com/watch?v=5RmBQarrygY
Parlando di Licantropi, mi viene in mente What We Do in the Shadows, che ho visto qualche giorno fa: il film e’ un mockumentary sui vampiri, ma ci sono anche Licantropi. Mi ha fatto ridere il modo in cui sono stati rappresentati (c’e’ solo un momento in cui si traformano e si vede tutto da lontano), come un gruppi di persone che si comportano come cani.
Tu di Bogliano hai capito nada. Ma non è importante.
Cosa ci sarà da capire su questo cialtrone…
Secondo me non è così brutto….non sarà un capolavoro ma si lascia vedere.
L’ho appena visto e l’ho trovato pretenzioso e buffo. Mi sembrava di guardare un Clint Eastwood cieco nella peggior versione de L’ululato. Retorica del reduce a go go, e per finire una bella spruzzata di sano conservatorismo. Poteva anche essere interessante l’idea di fondo, ma il film è tutto convenzionale, i lupi sono pupazzi risibili. Io dico solo: mah.
Finito giusto ora e francamente mi ha stupito trovare questa rece così cattiva (che non ricordavo). A me è piaciuto molto, ci sono vari rimandi ai classici ’70-’80 – il protagonista cieco ricorda un po’ quello di Il gatto a nove code, con qualche spruzzo di Furia Cieca – ma è un film con una sua personalità. A conti fatti i licantropi, a parte nel finalone splatter, sono sempre fuori campo, ma l’atmosfera che si costruisce intorno al protagonista per me funziona, non mi sono mai annoiato, entri subito in empatia con lui e con la sua semplice, anche molto prevedibile se vogliamo, storia.
Insomma l’ho trovato molto umile e vecchia scuola, niente cazzate in cgi e megatwist contorti di sceneggiatura, ma soddisfacente nella sensazione che ti lascia, tipo come aver letto un vecchio racconto di King.
Visto ieri attizzato da una recensione di Nocturno (da tempo il Sorrisi e Canzoni TV dell’horror). Calma piatta. Non so se sia più improbabile il cieco giustiziere con badile o il perpetuo mannaro… Ma tanta tanta noia. Grande Jean Claude, film così vanno demoliti!
Sui meriti del film sono d’accordo con Darkskywriter e trovo la recensione di Jean-Claude Van Gogh non solo “cattiva”, ma anche stolta e supponente!
Scusate,
ho visto anche io questo capolavoro.
Non mi pare corretto parlare di quanto l’autore del post sia o non sia stato cattivo.
Parliamo di quanto cattivo sia il film. o di quanto buono sia il film.
Dopo averlo visto.
Dopo 5 minuti il protagonista già sa (esclusi i poliziotti che sono una macchietta inutile e scontata) che ci sono lupi mannari che girellano per la comunità. Thrilling = 0.
Il protagonista cieco e stereotipo del veterano del vietnam e che onore e gloria lo vestiranno fino alla fine (ridicola proprio sta cosa), spara come il più figo degli sniper a stelle e strisce. Si muove come ci vedesse e soprattutto, mentre misura la sua casa… accende la luce… certo… è cieco, no? Torna tutto.
Non parliamo del rapporto con il prete che è al limite del comico, come scontata la macchina che non si accende e altre mille cose che dici, “ok, ora accade esattamente questo e questo”.
Penso io che comunque ci sarà la suspance nel capire chi è il lupo mannaro…
ieeeee… te lo spiattellano lì in faccia a diritto. Tralasciamo le azioni che compie successivamente.
Non approfondirò cosa penso sui licantropi che paiono un incrocio fra un teletubbies e Alf l’alieno, ma con i denti in fuori, né sui movimenti di camera degni di un bradipo (che se hanno senso ci mancherebbe, ma ce lo devono avere un senso).
Per me è una cagata pazzesca.
N