Vi racconto una storia con un lato brutto e uno bello.
Anni fa decisi che volevo fare il supereroe e dare attivamente una mano al cinema amatoriale italiano, e organizzai una rubrichina in cui voi lettori mi mandavate i vostri corti e io li pubblicavo e commentavo.
Il lato brutto consiste nel fatto che sottovalutai la mole di materiale che di lì a poco mi seppellì oltre il plausibile, e dovetti chiuderla in brevissimo tempo.
Il lato bello consiste nel fatto che feci in tempo a scoprire Luca Simon Biccheri. E per fortuna non solo io: Antonio Micciulli (Tempo Di Reazione), lo scova appunto sulle nostre pagine e si ricorda di lui quando gli viene l’idea per Innumerevoli Ombre.
Innumerevoli Ombre è una web serie di quattro episodi, slegati fra di loro ma accomunati dall’ambientazione nell’Italia contadina di fine ‘800, ognuno in una regione diversa e parlato nel relativo dialetto. Ed è sicuramente qualcosa di particolare rispetto a ciò che trattiamo di solito, non strettamente un horror puro, ma decisamente inquietante e surreale.
Il terzo episodio, che abbiamo il piacere di presentarvi in anteprima, è ambientato a Gubbio, e fa così:
httpvh://www.youtube.com/watch?v=6UN0LfXy0uw
Potete vedere gli altri episodi sul canale Youtube della 4AM.
Bella segnalazione! Ho avuto il piacere di vedere il corto diverso tempo fa dato che l’episodio #2 è stato girato da un mio carissimo amico. Spero sempre che nel nostro paese il cinema di genere abbia un ritorno decente, che non siano i Manetti o quelle cagate la.
Notevole. Devo dire che è il mio episodio preferito finora.
Evidentemente non me ne intendo abbastanza per poter apprezzare questo…materiale.
Ho voluto vedere tutti e tre gli episodi, anche perché questo mi era parso troppo brutto e sconclusionato e davvero non mi sembrava giusto tagliare carne con osso.
Effettivamente per me questo è rimasto il corto peggiore. Mi dispiace, ma il mio no è bello deciso.
L’idea di partenza è giusta, storie autoconclusive, ambientate in un passato vicino ma poco indagato (fra l’unità d’Italia e la prima guerra mondiale che cazzo è successo? Boh, forse Giolitti) e, giustamente, recitate in dialetto.
Ok, però poi ci si ingarbuglia nei soliti problemi che mi ammazzano.
Tipo:
1) Le storie che cosa raccontano? La possibilità che io sia ottuso c’è tutta attenzione. Ovviamente parlo per me, ma se la cosa fosse stata più chiara tipo “gruppo di briganti/gendarmi/mostri attacca famiglia contadini che ha fatto tanto per comprarsi il mulo e li ammazza tutti senza pietà” credo che da persona semplice quale sono mi sarebbe piaciuta molto di più.
Invece no.
Mi chiedo perché non si può mai cercare di volare un pelo più in basso del settimo cielo e tentare di raccontare banalmente una storia?
2) Inquadrare particolari che dovrebbero essere emblematici. E che invece no. Credo che il latte ai coglioni mi sia sceso definitivamente nel momento in cui c’è quell’insistita inquadratura del porro sulla guancia della signora. Almeno vi siete risparmiati di inquadrare i piedi per definire le psicologie di sta gente. O forse l’ho rimosso io.
Ragazzi mi dispiace, ve lo giuro. Però penso pure che oltre al fatto, indiscutibilmente bello, di vedere qualcosa fatta in Italia questo qualcosa debba anche piacere per poterne parlare bene, perché altrimenti cadiamo nella solita trappola.
Pacche sulle spalle a tutti quelli coinvolti nel progetto, magari la prossima volta andrà meglio. Almeno con il sottoscritto.
Personalmente credo che dei 3 episodi questo sia quello di più facile comprensione, quello che rispecchia di più l’idea di “storia” che l’utente qui su non ha colto. Mi è piaciuto molto: non è banale, è diretto e in poco più di dieci minuti riesce a esprimere perfettamente il concetto di distanza da tutto e tutti, quell egoismo pesante che toglie ogni possibilità di rapporto umano. Promosso.
Bocciato in toto….probabilmente questo è il peggiore ma anche gli altri non sono molto meglio.