Finimmo le riprese in autunno inoltrato, e nei capannoni della De Paolis avevamo ancora moltissime mosche.
“Che facciamo di queste?”, mi chiesero.
“Be’, liberiamole”, dissi io.
E così fu: togliemmo i sigilli e spalancammo le finestre.
Alle mosche non sembrava vero di essere libere, un po’ alla volta sciamarono fuori e si sparpagliarono per i cieli di Roma.
(Dario Argento, Paura)
Ecco. Trovatemelo un altro che riesce a descrivere un atto al limite del vandalismo urbano con toni sognanti degni di “Leone rincontra l’uomo che l’ha cresciuto, guardate cosa succede!11”.
L’avrete capito: le mosche in questione, che probabilmente svolazzano ancora negli incubi dei cittadini romani, erano nientepopodimeno che le protagoniste di Phenomena, capolavoro dell’annata ’85 e terapia d’urto per entomofobici all’ultima spiaggia. Sì, ho sparato subito il parolone capolavoro, così giochiamo a carte scoperte. Quando il patròn Nanni decise di affidare proprio a me il compito di celebrare il trentesimo anniversario di Phenomena, immagino fosse perfettamente consapevole del fatto che il risultato non sarebbe stato una recensione. Né un pezzo di approfondimento. Ma piuttosto la versione nero su bianco delle urla di una groupie durante un concerto degli One Direction.
E se Nanni non si aspetta la minima traccia di distacco emotivo, vorrete mica farlo voi?
Quindi mettetevi comodi, prendiamoci per mano e ripercorriamo insieme la storia di Phenomena – che per molti versi ha influenzato anche la nostra. Perché lo so benissimo che tra voi si nasconde un’intera generazione che ancora oggi sogna una Jennifer Connelly minorenne e di bianco vestita, zozzoni che non siete altro.
Oggigiorno, Radio Montecarlo è quel sottofondo che si sente durante i tragitti in taxi e poco più. Ma all’inizio degli anni ’80 è stato proprio un notiziario trasmesso su questa stazione a instillare nel cervellino di Dario il seme – anzi, la larva – di ciò che sarebbe poi diventato Phenomena. Immaginatevi la scena: il Maestro è in vacanza al mare, magari beatamente spaparanzato al sole; si trastulla ascoltando la radio e a un certo punto capta la notizia di un delitto risolto grazie alle larve presenti sul corpo della vittima, che avrebbero aiutato gli investigatori a stabilire l’orario esatto dell’omicidio. Dove chiunque altro avrebbe reagito cambiando stazione in cerca di Vamos a la playa, Dario aveva appena trovato il cuore del suo prossimo film.
A questo punto non restava che aggiungere dei protagonisti e una location all’altezza. Il successo di Suspiria aveva già insegnato che l’accoppiata ragazzina collegiale + indicibili orrori funzionava alla grande. E visto che squadra che vince non si cambia, ecco arrivare tra le montagne svizzere Jennifer Corvino: bellissima (ma vi ricordo: minorenne) studentessa americana, ancora ignara del suo futuro di sabbia e nebbia. Ancora oggi che modestamente posso citare a memoria il 70% delle battute del film, sento salire un certo tremolio già dal “Jennifer, dal nuovo, era giunta nel vecchio mondo e quella sarebbe stata la sua prima, memorabile notte al pensionato femminile Richard Wagner”. Con tanto di Goblin in sottofondo, perché Dario anche in questo si conferma abitudinario. E dategli torto.
Affiancata da un’inquietante Daria Nicolodi in versione maestra cattiva, la Corvino non solo è bella, non solo è ricca, non solo è figlia di un attore di fama mondiale, ma è anche sonnambula e mostra uno strano legame con gli insetti, che le pascolano addosso nemmeno fosse San Francesco. Non c’è da sorprendersi insomma che, vuoi l’invidia, vuoi che alle ragazzine gli insetti in genere fanno legittimamente schifo, Jennifer venga presto isolata dalle compagne di collegio e sottoposta a controlli psichiatrici per indagare sui suoi ambigui rapporti con il mondo animale. È qui che Phenomena ci impartisce la prima lezione, quella che riassume in sè la morale dell’intero film: mosche, vespe, lucciole e scarrafoni vari sono buoni. L’inferno sono gli altri. La massa, qui incarnata dal pensionato Wagner in toto , è ottusa e condanna ciò che non sa spiegare; eppure la diversità è una virtù da celebrare, non un difetto da nascondere: Jennifer non ha bisogno proprio di nessuna cura, perché la sua attrazione fatale per gli insetti è un dono e non una malattia. Altrimenti detto “Io riesco a comunicare telepaticamente con esseri che voi trovate disgustosi, vi sembrerò una sfigata ma occhio che vi faccio un culo così”. Metaforona – non tanto sottile, ma efficace – delle dinamiche sociali di ogni adolescente, anche di quelli che nottetempo sono soliti dormire piuttosto che passeggiare per la Transilvania della Svizzera e assistere a omicidi. Un’intera generazione di weirdos – e vi ricordo che siamo nell’85, nel pullulare di sottoculture giovanili di ogni tipo- si ritrova così en passant benevolmente assolta agli occhi del pubblico di massa. Mentre si gode due ore di ragazzine che muoiono male e cadaveri in putrefazione. Scusate se è poco.
Lezione numero due: col cazzo che gli opposti si attraggono. Gli strambi fanno amicizia tra loro, creando legami che la gente comune nemmeno si sogna. E quando uniscono le forze, niente li può fermare. Non cogliete ancora nessun collegamento? No? E se vi dicessi che il mentore di Jennifer, quello che le insegna a sfruttare il suo dono paranormale per il bene comune, è un entomologo, quindi PROFESSORE, che un incidente ha inchiodato a una SEDIA A ROTELLE? Ammicco ammicco. Non so se Dario sia mai stato un appassionato di Stan Lee, ma è davvero difficile non vedere nella figura di Jennifer Corvino una X-Woman ante Hollywood.
Ma torniamo alla trama. Con l’aiuto del professor McGregor e della fidata Inga, il suo scimpanzé-assistente, Jennifer si mette sulle tracce del maniaco che terrorizza i dintorni del collegio e che ben presto si rivela non solo assassino, ma pure necrofilo. Esattamente come nel caso che aveva ispirato l’intero film, saranno proprio gli insetti a guidare Jennifer verso l’autore degli omicidi. È nel corso di queste indagini che lo spettatore impara ciò che mai si sarebbe aspettato e che mai più sarà in grado di dimenticare: il vento non è una banale manifestazione naturale. Il vento è IL MALE. Altro che cadaveri in putrefazione e vasche colme di larve: l’elemento davvero traumatizzante di Phenomena è il phön, che qui diventa un vero e proprio personaggio, onnipresente e dalla piena autonomia. Intangibile ma protagonista delle scene più inquietanti, questo vento caldo che sembra far impazzire la gente è incredibilmente il dettaglio più spaventoso del film. Perché l’assassino si può anche catturare, ma come si fa a fermare il vento all’origine dei suoi raptus omicidi? Finché a questa domanda non verrà fornita risposta, Belen si guarderà bene dal varcare il confine alpino. Tieniti pure i tuoi orologi a cucù: sono 30 anni, Svizzera, che ti guardo con diffidenza. E ora sai il perché.
Arriviamo al momento clou della faccenda: Jennifer ne ha abbastanza di bullismo, omicidi e montagne verdi e decide di tornarsene in America. Nessun problema, le spiega la Nicolodi. Potrà partire con calma l’indomani, dopo aver trascorso la notte a casa sua. Nel mezzo del nulla. Inquietantemente grande per una persona che vive sola. E comunque ricordiamoci che la Nicolodi questa ragazza l’ha trattata a merda fin dalle prime scene. Insomma, intuiamo che sarà una lunga nottata. Adesso tenetevi forte, perché sto per guarirvi di botto dall’entomofobia che vi portate dietro dall’85: quelle che sguazzano nella vasca nella scena cult non sono larve vere. E nemmeno larve finte: è vermiculite, un semplice minerale che riscaldato tende ad allungarsi, assumendo la forma che sappiamo. Sì, sì, lo so che adesso state bestemmiando per i soldi spesi invano in terapia. Per i reclami, rivolgetevi a lui.
E comunque ricordatevi che l’essere immersi in una vasca piena di larve e resti umani non è mica la cosa peggiore che possa capitarvi. Arriviamo all’ultimo, fondamentale insegnamento di Phenomena: viva la Durex. Perché procreare è una faccenda rischiosissima, i risultati potrebbero essere devastanti per tutti, c’è persino l’ipotesi di dover rinunciare ai vostri progetti di arredamento shabby chic per ritrovarvi a collezionare cadaveri in casa e buon Dio, siete davvero sicuri di voler correre QUESTO pericolo?
DVD-quote:
“Il cult che ci ha fatto da Cioè, Postalmarket e Raffaele Morelli.”
Belen Lugosi, i400Calci.com
decapitazione più fulminante della storia del Cinema tutto: CHECK
madò! il bambino mostroooo!
mi hai fatto cacare addosso, benen!
madò! il bambino mostroooo!
mi hai fatto cacare addosso, belen!
Gran bell’articolo.
Volevo solo dire che sono sempre stato innamorato di Jennifer Connelly.
Flash of the blade!
Ho riso tanto! Bell’omaggio, e con il vento che tira in questi giorni dalle mie parti comincio a farmi delle domande…
Ai tag aggiungerei il classico “bambini orribili” e “Jennifer Connelly FREGNA”
Si Jennifer Connelly abbia fatto l’emplein nel periodo tra C’era un volta in America e Labirinth,dopo Phenomena(esclusi i due episodi di Masters of Horror)Argento non più diretto un bel film.
L’ultimo signor film di Argento.
dario è un grande ma i dialoghi nella 500 in profondo rosso e il doppiaggio del primo dead space non riuscirò mai a perdonarglieli
Io ancora mi domando come un regista del genere poi non sia riuscito a rinnovarsi. Perché secondo me è tutto lì il problema. Phenomena filmone
Simmie di Menare! (e comunque #teamdaliladilazzaro)
Per me anche il medio metraggio in due occhi diabolici non era affatto male, però si l’ultimo film riuscito, poi l’effetto delle droghe ha cominciato a scemare…
Visto di recente, bomba ma l’ho trovato un pò palloso rispetto ad altri film dell’ex maestro. Cmq bimbo deforme + alabarda e scimmia + rasoio sono wtf sublimi
E c’erano pure gli Iron Maiden con Flash of the Blade! Gli Iron Maiden Caaaarl!!!1
Visto per la prima volta -che vi devo dire….- qualche giorno fa, davvero bello anche se, opinione personale, Fulci resta superiore -almeno nella trilogia della morte-
Abbastanza bombetta anche se, per me, non è dei suoi migliori. Giusto poco tempo fa ho fatto il ripassone (fino a Trauma) in concomitanza con la lettura del libro di Argento che citi perché fare i confronti crea emozioni nuove. Detto questo, tutto bello, però sul vento assassino Shyamalan ci ha fatto un intero film che non è piaciuto a nessuno tranne che a qualche stronzo tipo me. Ci ho pure visto dell’Argento dentro.
Comunque consiglio a tutti la lettura di “Paura”, ti fa apprezzare molto di più un uomo molto problematico e molte delle sue scelte anche se, purtroppo, i suoi ultimi film sono li a parlare molto forte. Avevo perso le speranza ma dopo la lettura ho ricominciato a sperare un pochino che prima o poi, chissà, un altro Phenomena ce lo possa pure dare..
Jennifer… Come sei diventata magra e spigolosamente anziana..
Ti ricordo quando passavi le notti dentro i supermercati o quando ballavi sapendo di essere vista e poi da grande diventavi cessona… e ti immaginavo mia, come solo un teenager degli 80 poteva..
Uno degli amori piu grandi della mia vita, piu forte e puro di quello per serena grandi sull’amaca.
Ps. Perche nessun film horror vecchio e nuovo mi trasmette più qualcosa, dal buon Dario alle ultime castronerie passando per i classici (tolgo la perla chiamata Babadook).
Ps2. Mamma mia..Jennifer… Sul cavalluccio con le spracciglia ad ali di gabbiano…
@dott. Gonzo poi è semplicemente diventata maggiorenne. La pedofilia incalza vedo. Per me è ancora molto belle. E “Io Ballo da sola” è un film orrendo (ho colto l’occasione).
che poi quella è liv tyler. cosa mi fate dire!
No Vesper, parlo di quello che provavo da minorenne…ingenuo e sognatore, quello che pensava che oggi avremmo avuto tutti la tuta spaziale, McTiernan, Tony Scott e De Palma avrebbero comandato a Hollywood e Swarzy avrebbe vinto 3 oscar…
Ora vincerebbe a mani basse la buona Serena…( dei tempi dell’amaca!) :D
Come non concordare con la recensione?
L’ultimo film di quando Dario Argento era un mito e il film (insieme a “Labyrinth”) che fece innamorare un’intera genereazione di ragazzini di Jennifer Connelly.
Concordo con chi consiglia l’autobiografia del Darione. Non mi interessava minimamente, ma me l’hanno regalata e con mia grande sorpresa si è rivelata una lettura persino appassionante. Ne esce il ritratto di un personaggio egocentrico, ossessivo e piuttosto arrogante, ma abbastanza onesto da rendersene conto. Aiuta a rivedere molti suoi film sotto una luce diversa e ti rende più indulgente sugli ultimi terribili vent’anni, perché capisci che fare film è tutta la sua vita. Mette addosso una tristezza immane la descrizione del cinema italiano degli anni 60 e 70, pieno di vita, idee, mezzi, di successo internazionale.
@vespertime Qualcuno ha detto “Io ballo da sola”? https://www.youtube.com/watch?v=pIComyzyv7Y
E poi gli alieni di X Files hanno rubato al mondo Dario Argento e l’hanno sostituito con quello che oggi fa film come Dracula.
Perchè non è la stessa persona vero?
Vero?
E vogliamo parlare della scimmia che, alla fine del film, getta il rasoio come Callaghan getta il distintivo alla fine del Caso Scorpio?
filmone, visto in ritardo, perche’ i miei mi vietavano la visione di certi film, ma superfigata, pure con tutti i difetti (quali?)…atmosfera, terrore, sangue, vermi, deformita…ah….dove sei finito Dario???
Grande recensione per un filmone,peccato poi il buon Dario non abbia piu’ realizzato gioielli di tale livello…..
Rivisto ieri perchè mi hai fatto venire voglia…che dire, colonna sonora da urlo sin dal primo omicidio (e poi..gli Iron Maiden in un film italiano? Adesso siamo lontani anni luce). Filmone