Nel Capodanno del 2000, assillato dalle paranoie di tutti sul Millenium Bug, alienato e alticcio a passeggio per il centro durante i più grossi festeggiamenti in strada mai visti a Roma dalla fine della seconda guerra mondiale, pensai davvero che la fine dell’uomo non fosse poi lontanissima. Negli anni a cavallo tra i sessanta e settanta del novecento, invece, i titolisti cinematografici italiani non riuscivano a pensare a nulla di fantascienza che non contenesse il 2000 nel titolo.
Sigla.
httpvh://www.youtube.com/watch?v=TLV4_xaYynY
Con quella leggerezza tipica della religiosità barocca, un motto imperversa a cavallo tra la fine del cinquecento e per tutto il seicento sui monumenti sacri -meglio se funebri- in tutta Europa: Hodie mihi, Cras tibi ovvero “Oggi a me, domani a te”, simpaticamente corredato come rafforzativo da un teschio o qualsiasi altro armamentario mortuario come clessidre alate, falci, danze macabre e via dicendo.
Ed è simile il piglio del leggiadro 2000: la fine dell’uomo (No blade of grass): ricordarti a brutto muso che nessuno è troppo speciale per sottrarsi alla bestialità, serve solo il contesto giusto ed esiste per tutti. Oggi sei così ma domani, nelle circostanze giuste, potresti essere un mostro.
E quale contesto migliore per provarlo che una bella Apocalisse? Nessuno direi. In No blade of grass scoppia infatti un’epidemia di parassiti che distrugge le piantagioni della terra e in pochissimo tempo ci si ritrova alla minima sussistenza. Condizione che in pochissimo degenera nella lotta per la sopravvivenza più spietata, che degenera a sua volta poi nella perdita di ogni direttiva morale alla base di quello che chiamiamo civiltà: il caos, l’abominio, il buio totale della Ragione. La fame indotta da scarsezza di raccolti è anche alla base di Alba Rossa e pure lì in due minuti dalle cheerleader del liceo si passa alle fucilazioni sommarie.
Sì, perché non può esistere raziocinio se non hai di che nutrirti prima, e se il caos comincia a divampare con un semplice blackout prolungato in una sola città figuratevi cosa può accadere se l’intero pianeta rimane senza cibo.
Parlandovi del primo Mad Max citavo questo film paragonandoli, sia per lo scenario assolutamente familiare, praticamente contemporaneo e senza fantascienza, sia per le orde motorizzate di predoni e sia per il senso mortifero di homo homini lupus di cui sono intrisi ambedue. Dicevo la verità ma nel confronto morale tra i due, Interceptor ne esce molto più sereno. Innanzitutto 2000: la fine dell’uomo è un film angloamericano molto più anglo che americano e gli inglesi, si sa, quando devono fartela prendere male si rimboccano bene le maniche.
Sul tema apocalittico avevano già prodotto ad esempio nel 1965 The War Game, un mockumentary iperrealistico della BBC sull’escalation nucleare con interviste, servizi televisivi, spezzoni di telegiornali fatti ad arte per raccontare lo scenario dell’apocalisse dal primo attacco militare fino alla sopravvivenza nel mondo contaminato. Fu così ben fatto che vinse l’Oscar come miglior documentario nel 1966, fu così ben fatto che non venne trasmesso fino al 1985, ben vent’anni dopo, perché il pubblic0 televisivo non era pronto. E venne fatto solo in occasione del quarantennale delle bombe su Hiroshima e Nagasaki.
Quindi essendo un film con una forte componente britannica e tratto da un libro di fantascienza speculativa di uno scrittore pure egli inglese, 2000: la fine dell’uomo punta senza grandissima spettacolarità a raccontare un po’ il Male proprio della razza umana nella forma dell’Odissea della famiglia Custance.
Una famiglia normalissima e nutrita i Custance che da sparuti superstiti in fuga da bande di predoni via via diventano predoni loro stessi, diventano assassini, ladri, mostri in lotta contro tutti e con ogni mezzo, fino a rivoltarsi contro loro stessi. A vederli non puoi che pensare “se capitasse a me, potrei fare diversamente? Davvero è oggi loro, domani io?”.
Nulla viene nascosto della deriva umana, né della discesa nell’abisso dei Custance né della violenza che subiscono e che vedono, soltanto un’inversione di positività dei colori della pellicola ci filtra dalla violenza, dalle razzie, dalle esecuzioni a sassate, dagli stupri, in un effetto straniante che se distacca da un lato rende tutto ancora più alienante dall’altro.
Un film disturbante ancora oggi, asciutto e nichilista come il cinema futuro degli anni settanta imporrà ma essendolo già nel 1970 quando la fantascienza al cinema era altra e di altro tono.
Asciutto e crudele ma senza l’epica western di Mad Max, senza il thriller di Soylent Green e senza il tripudio effettistico dei vari Terminator, No blade of grass sta più dalle parti del recente The Road come spirito ma spogliato di alcune grezzezze e segni del tempo ha un messaggio ancora velenoso e inquietante e gioca la sua apocalitticità oltre che sull’efferatezza di base anche sull’understatement molto britannico.
Quando i film di fantascienza mordevano l’Apocalisse era una cosa molto seria, magari non come per un uomo del seicento ma quasi.
DVD-Quote suggerita:
“Hodie Mihi, Cras Tibi”
Darth Von Trier, i400calci.com
Mi tocca saltare a piè pari la recensione perchè, curiosamente, No Blade Of Grass è tra i prossimi film in scaletta, pronto da un paio di giorni.
Ma poi ci torno, giuro!
“Un film disturbante ancora oggi, asciutto e nichilista come il cinema futuro degli anni settanta imporrà ma essendolo già nel 1970 quando la fantascienza al cinema era altra e di altro tono.” AMEN.
Massimo rispetto per rece e film.
il cinema SF di quegli anni e` responsabile per avermi incasinato l’infanzia con quelle visioni di futuro apocalittico straniante e disturbante.
Mi sa che e` venuto il momento di un bel ripasso
a quando la rece di “a boy and his dog”?
bel pezzo, grazie. da recuperare
A proposito di inglesi, chi si ricorda quella serie tv claustrofobica de “I Sopravvissuti”?
io ho ricordi vaghi di quando ero un sottopuffo. Dici che vale la pena di recuperarla?
Io ne ho un buon ricordo. Se riesci a trovarla, la versione italiana in DVD è integrale, mentre la versione che davano alla tele era un po’ tagliata rispetto all’originale. C’è anche un remake BBC del 2008 che non ho visto.
I sopravvissuti? Pochi anni fa la davano in edicola se non erro
A riprova che quando ci si mettono, gli inglesi ci danno dentro come matti, sul tema segnalo anche “Threads” film per la TV bello peso che mi ha sempre messo i brividi addosso
http://en.wikipedia.org/wiki/Threads
Un altro titolo misconosciuto visto per puro caso un annetto fa su La7 è l’altrettanto ottimista e “solare” …E LA TERRA PRESE FUOCO di Val Guest, dove assistiamo alla fine dell’umanità per via del caldo.
filmone! Sai che ora me lo sparo se lo trovo in giro
Io Threads lo vidi la prima volta un paio di anni fa e lo trovai assolutamente terrificante. The Day After è una scampagnata al confronto.
Grandi.
Lo vidi milleni fa per caso e fu un’esperienza piuttosto traumatica.
E’ ora di rivederlo.
Strano caso quello di Cornel Wilde, mediocre divotto hollywoodiano, specie di incrocio tra Victor Mature e Tony Curtis, che invecchiato si riciclò come regista dedito alla viulénza, tirando fuori una trilogia assolutamente calcistica come “La preda nuda”, “Spiaggia rossa” e appunto “2000: la fine dell’uomo”.
ecca allà, il momento delle pacche sulle spalle forti, mai visto e vado matto per il post apocalittico di quegli, anni che di solito e nero e senza speranza come mai più lo è stato, volo a recuperarlo…
letto!!!
l’ho letto!!!
si,si l’ho letto!!!
chissa se il film è all’altezza del libro :D
ottima rece, ora me lo pesco ;)
io l’ho letto la morte dell erba. a 16 anni circa. ed effettivamente rimani un pò cinico e un pò sconfitto dopo averlo letto. un pò come quando lessi il signore delle mosche circa dieci anni dopo.
il film invece non lo conosco proprio e oltre a vederlo lo consiglierò a mio padre perchè ancora oggi, ogni tanto, insieme parliamo con piacere di quel libro. sarà felice di guardarlo.
Film molto bell che ho visto però anni fa, ne ho bei ricordi ma dovrei ripassare.
Mi torna in mente un film di animazione con 2 anziani che affrontano l’apocalisse nucleare insieme, da soli. Che magone.
‘When the wind blows’…
Non ho mai visto il film, ma il libro è uno dei miei incubi preferiti.
Vero, gli inglesi sono degli assi in queste cose.
Mi ricordo che mio padre me lo fece noleggiare in videoteca al grido di “Tanto è un cartone!”… inutile dire non dormì per un paio di notti e che ogni volta che non scende l’acqua dal water piglio paura (chi l’ha visto sa).
Grandi ragazzi! Grazie mi fa piacere riscoprirlo
https://www.youtube.com/watch?v=sdtpvoOXn2o
@Darth
Ieri sera hanno passato in TV quella bomba di changeling che avevo recuperato grazie alla tua rece di qualche anno fa (e rivedendo lo non mi ricordavo che c’era una scena che il primo insidious aveva copiato pari pari).
Ti posso chiedere un po di title dropping di horror 70s/80s underdogs (non slasher), che nun se sa mai recupero nel caso?
Col search sul blog ho trovato giusto quello della Disney.
Il libro nn era male.
Recuperò il film.
Grazie.
Threads in effetti è bello peso.