Torna “Le Basi”, la nostra guida agli autori imprescindibili del cinema da combattimento e torna con l’autore che più di ogni altro ha riportato l’action sofisticato e drammatico della New Hollywood fuori dagli anni settanta. Esteta, esistenzialista, perfezionista, sono alcuni degli aggettivi che definiscono questo autore che tenendosi fuori dalle mode ha ridefinito a modo suo, con meno di venti film, il cinema d’azione e non solo.
Bentrovati ed eccoci arrivati alla conclusione di questo “Le Basi” su Michael Mann, che in una corposa rassegna ha disaminato la quasi totalità dei film del regista di Chicago costituendo un corpus sull’argomento che nel web italiano non ha pari. Belli, bravi e primatisti insomma.
E Blackhat? E Nemico Pubblico? E Alì? Direte voi, ma su “Le Basi” vi ricordo che non trattiamo film già trattati in precedenza come i primi due (cliccate per credere) e nel caso del terzo è un bel film ma decisamente troppo fuori dalle nostre coordinate. Quindi eccoci qua a offrirvi l’ultimo giro e per concludere la rassegna torneremo, come vi anticipai qui, all’inizio, alla prima stesura cinematografica di Mann: la sceneggiatura di Vigilato Speciale, dove si racconta la storia di un piccolo criminale, Max Dembo, che uscito dal carcere in libertà condizionata cerca di rifarsi una vita; ma nonostante i suoi sforzi, tutto rema contro le sue buone intenzioni, soprattutto i suoi controllori della libertà vigilata, e decide così di fare un’ultima rapina per sistemarsi e scappare con la sua amata in Messico.
Dustin Hoffman nel 1977 era uno degli attori più importanti di (New) Hollywood, e quindi del pianeta; fresco di una serie di successi praticamente ininterrotta dal 1969, ultimi dei quali capolavori come Tutti gli uomini del presidente e Il maratoneta, decide di tentare la strada della regia. Assieme ai suoi amici e colleghi Robert Redford, Paul Newman, Barbra Streisand e Steve McQueen fonda la “First Artists”, una compagnia di produzione sussidiaria della Warner Bros che serviva a dare il via libera ai progetti personali dei suoi associati, sempre usando budget inferiori ai tre milioni di dollari. Per esordire sceglie una storia scomoda come quelle dei personaggi che lo hanno portato al successo e quindi di portare sullo schermo “Come una bestia feroce”, l’autobiografia di Edward “Eddie” Bunker, il pluricarcerato, rapinatore, criminale incallito, redentosi con la scrittura.
“Mi piace come i criminali e gli artisti si allineino su certe cose, ambedue punzecchiano la società allo stesso modo”
Dustin Hoffman sul film.
Per fare questo, oltre a convocare Bunker come consulente, ingaggia per adattare il libro un giovane Michael Mann, notato sia per l’ottimo occhio sulla realtà criminale che dimostrava negli spettacoli televisivi sia per dei documentari girati tra il 1968 e il 1972 su tematiche sociali nel mondo.
Mann e Bunker si conoscono, e come abbiamo visto il primo tassello della formazione cinematografica di Mann, che passa per il toccare con mano il mondo criminale, si mette al suo posto. Concordano che la chiave per la riuscita del film deve essere la credibilità, un’aura quasi documentaristica che mostri senza veli la storia di un piccolo criminale che esce dal carcere e cerca di rifarsi una vita fuori di questo. Questa credibilità, come abbiamo visto più volte in questa rassegna, porterà Mann e Hoffman a girare per carceri intervistando detenuti, facendo casting per le riprese e studiandone l’antropologia; questa esperienza unitamente alla presenza quasi da mentore di Bunker suggellerà quel tratto unitario di tutta la carriera di Mann: l’attenzione maniacale, entomologica ma allo stesso tempo romantica, verso l’outsider e il criminale.
Purtroppo Hoffman non sembra viverla altrettanto bene, e le riprese a San Quintino diventano un incubo umano e logistico dove incidenti, scarsa collaboratività da parte dei detenuti e un maltempo martellante fanno rallentare il regista novellino, che ormai in ritardo ingiustificabile con i suoi soci chiama il vecchio amico Ulu Grosbard, che lo aveva diretto nel brillante Chi è Harry Kellerman e perché parla male di me?, per chiedere aiuto.
Grosbard legge il soggetto di Mann, già ampliato da Alvin Sargent, e non gli piace: non ci vede qualcosa da raccontare; quindi chiama il nostro amico Jeffrey Boam a rimaneggiarlo e, soprattutto, ad asciugarlo da centottanta pagine a delle più gestibili centoventiquattro.
“Quando Dustin mi chiamò dissi ‘OK, fammi vedere che succede’, è un buon amico e stava in una situazione terribile e siccome mi piaceva la storia gli diedi un’occhiata. Quando la lessi sulle prime non vidi nessun racconto che mi potesse interessare, poi ci ripensai e dissi ‘fammi rileggere la sceneggiatura’ e la rilessi, erano centottanta pagine ma ci vidi un film. Voglio dire: c’era una storia, mi era chiaro, e quindi sentii qualcosa che mi poteva interessare davvero. Perché vidi la possibilità di raccontare la storia di qualcuno -un criminale- che semplicemente getta via la sua vita. Lo feci riscrivere, tanto ormai il film costava tanto a non girarlo quanto a girarlo”
Ulu Grosbard sul film in un’intervista a “Premiere” del 2007
Hoffman “si licenzia” quindi da regista e rimane solo come produttore esecutivo per conto della sua compagnia, oltre che ovviamente come interprete, mentre Grosbard gira uno dei migliori film criminali degli anni settanta e Mann mette un piede nella porta a Hollywood ma soprattutto mette un piede nella vita di Bunker e a San Quintino, due cose che a breve porteranno il regista a iniziare trionfalmente la sua carriera.
Vigilato Speciale, nonostante l’estromissione di Mann dal processo creativo, conserva molto del suo primo imprinting e spirito: le parti della biografia di Bunker che vengono raccontate sono quelle che Mann voleva, la solitudine e un pessimismo -ancora in odore di nichilismo più che di esistenzialismo- incombenti sono i suoi, così come sono sue le accortezze tecniche imposte sul set per aumentare il realismo. Oltre alla consulenza di Bunker e allo studio antropologico per le carceri, viene infatti assoldato l’ex ladro John Carlin per pianificare le scene della rapina a mano armata di Dembo; Carlin finirà di nuovo in carcere per furto e uscirà giusto in tempo per l’uscita del film.
Ma soprattutto è la Los Angeles così vivida nel suo affresco fatta di emarginati e periferie anonime, di rapine studiate bene ma che vanno male, di bottini con cui scappare e andarsene al mare che è pronta per incubare quella più personale e perfettamente ibridata tra astrazione e realismo di Heat: la sfida. Ulu Grosbard la coglie, forse è uno degli elementi della vecchia stesura di Mann che gli suggerisce cosa è interessante raccontarne, e tira fuori un film duro, disperato ma anche tenero e romantico, così come è interamente popolato da perdenti e ingiustizie.
“Mi piace il sottobosco di Los Angeles e questo film aveva a che fare con quel sottobosco. Voglio dire: è una Los Angeles che non è Bel Air, capisci, non Beverly Hills, è la vera Los Angeles che parlava, è disperata ed è ovunque, Dio solo sa!”
Ulu Grosbard dal commento del DVD di Vigilato Speciale
Il film sarà all’epoca un mezzo disastro: costerà quattro milioni di dollari a fronte dei tre che sarebbe dovuto costarne, ne incasserà altrettanti andando appena in pari. Hoffman litigherà e andrà in causa con la Warner Bros per i tagli al film che fece per distribuirlo e, stressato oltre ogni limite, non proverà più a dirigere nulla. Passerà qualche anno prima che torni al successo con la doppietta di Kramer contro Kramer e Tootsie, ma certo cinema rischioso e sociale era ormai alle spalle, la New Hollywood e gli anni settanta si erano conclusi e per lui nel meno felice dei modi.
Oggi nella sua edizione integrale Vigilato Speciale appare come il bel film che è: un film drammatico con un sottofondo crime che ti tiene attento; e in fondo, come per il suo succitato sfondo losangelino, è una sorta di prodromo del “dramma umano mascherato da film di genere” che sarà Heat. Una grande prova attoriale del baffuto Hoffman con una ingenua Theresa Russell e uno sbandatissimo, tossico, Gary Busey come ottimi comprimari. Non siamo nel cinema di Siegel o Peckinpah, il registro è quello disperato e ineluttabile di film coevi come Gli amici di Eddie Coyle o Mean Streets – pur mantenendo però una tensione da film di rapine.
Conludendo: retrospettivamente è evidente come Vigilato Speciale per Mann è stato, oltre che il primo passo nel cinema che conta, anche un piccolo canovaccio di temi e situazioni che iniziano a delinearsi ed ha costituito una serie di circostanze che da una parte consolideranno, e dall’altra faranno sorgere, istanze e figure che il nostro non abbandonerà mai.
DVD-Quote:
“Anche se non è di Mann è impescindibile per chi ama Mann e per chi ama il buon cinema di rapina.”
Darth Von Trier, i400calci.com
Questo mi manca e lo recuperero’, tant’e’ che Hoffmann negli anni ’70 non ne sbagliava una… se in piu’ ci mettiamo l’esordio al cinema di Mann con una sceneggiatura tratta da Bunker, allora non ho scuse.
Questione Ali’: non ha davvero senso non occuparsene, almeno per dovere di completezza. Avete trattato tutto Mann e saltate un fim gigantesco come Ali’ solo perche’ “troppo fuori dalle nostre coordinate”… ma davvero??? Un film di Mann sulla Boxe (anche se in un’ottica non del tutto calcistica) e lo saltate cosi’?
Scusatemi, ma protesto formalmente: per favore, pubblicate la recensione di Ali’. In una personale dedicata a Mann, e’ follia lasciarlo fuori. Grazie.
Salve quoto e stra-quoto Zen My Ass
“non ha davvero senso non occuparsene, almeno per dovere di completezza. Avete trattato tutto Mann e saltate un fim gigantesco come Ali’ solo perche’ “troppo fuori dalle nostre coordinate”… ma davvero??? Un film di Mann sulla Boxe (anche se in un’ottica non del tutto calcistica) e lo saltate cosi’?”
ma come? un film del genere su un uomo del genere e non lo trattate?
gli avete fatto il R.I.P e ne avete elogiato il nome anche quando si parlava di Rocky
avete recensito persino film come The Fighter e Southpaw e questo no?
francamente non capisco….vi adoro ma non capisco
Mi unisco al coro.
Alì non può mancare.
Mi unisco alla raccolta firme. Da quando la boxe non è calciabile?
(e già che ci siamo anche When We Were Kings meriterebbe copertura prima o poi).
Ali bumaye.
Quoto Gigos su tutto
Secondo me si riferisce alle coordinate dei film noir di Mann, Alì è forse l’unico senza pistole, per dire.
Comunque posso dire una cosa? bella lì per Mann e per le lezioni di cinema (davvero) ma anche bella lì che la si chiude qui, alla fine della fiera non mi sembra un autore così imprescindibile
“alla fine della fiera non mi sembra un autore così imprescindibile” MACCOSA
Eh lo so, ma come si dice degustibus distocazzum est
quanto hai ragione Videostronz
grazie per questo splendido le Basi (come i precedenti). Mann è un regista che conosco poco e ho apprezzato molti retroscena che avete scritto.
Grazie per la retrospettiva ma decisamente Ali non può mancar. Poi se è calciabile Insider….
STRAQUOTO
Questo non lo conoscevo e già a leggere che è tratto da Bunker me l’avete venduto. Il resto è molto interessante ma BUNKER.
Su Alì, mi unisco al coro qui sopra. È un peccato non coprire interamente la carriera di Mann (almeno quella cinematografica, lasciamo pure stare Luck o altri lavori per la tv) e peraltro tralasciando un film 1) molto bello e 2) che parla anche di uomini che si menano. Più biopic e dramma che action, sicuramente. Ma resterebbe un peccato.
Questo senza nulla togliere a tutti i – magnifici – pezzi manniani che ci avete regalato finora.
(Piccolissima precisazione: Come una bestia feroce è il primo romanzo di Bunker. In grandissima parte autobiografico, come tutto il resto della sua produzione, ma di “autobiografia” sarebbe corretto parlare solo a proposito di Educazione di una canaglia, dove racconta davvero tutta la sua storia – e col suo nome.)
“Come una bestia feroce” non è l’autobiografia di Bunker.
Eccola che arriva, la solita domanda del cazzo. Quanto è fedele al libro?
Solo per curiosità, mi ero promesso di leggerlo prima o poi, proprio come di vedere il film.
abbastanza fedele, guardalo pure (il libro secondo me è il più bello di bunker)
“Abbastanza fedele” mi va benissimo.
Qualche mese fa ho finito di leggere “Cane mangia cane” e quasi non ci credevo quando ho scoperto di un adattamento con Nicolas Cage, Willem Defoe e la regia di Paul Schrader.
Devo per forza vederlo.
Un mio amico lo ha visto e purtroppo me ne ha parlato assai male..
Correva l’anno duemilaevaiaricordartiquale, ma sarà stato tre anni fa. Darth recensiva un film, non ricordo quale, io commento e chissà come si andò a parare su Vigilato Speciale, che mi consigliò caldamente.
Io lo vidi, ed indovinate chi deve una birra a Darth?
Sarei curioso però di vedere la versione originale Manniana.
io ricordo sempre che sui 400c è disponibile la mia recensione di Ali (chi è interessato clicchi sul mio nome)
Beh, con questa ondata di proteste i membri del PCC aumentano incredibilmente. Facciamo il pienone di iscritti stavolta, siamo sulla 50ina ! Chi lo avrebbe mai detto ? mi riferisco soprattutto a impensabili tesserati come Zen My Ass che dopo aver tanto criticato il PCC adesso ne cavalca la protesta (della serie coerenza zero). Io sto con chi protesta perché se c’è Tarzanello re della jungla allora non c’è motivo di escludere Alì, che per giunta è di Mann. Però un minimo di decenza, cristo. Almeno ammettetelo che il PCC incarna il calcismo che vorreste leggere dopo averlo stoltamente criticato con livore.
Storico aggiornamento iscritti PCC Partito Calcista Combattente già PCI (Partito Calcista Insurrezionalista):
Segretario: il Pisciatoio
Vice segretario: Lars Von Teese (EROE NAZIONALE)
Presidente: Lars Von Teese
Vice Presidente: Cecchi Gore
Tesserati:
il Pisciatoio
Botte & Costello
Past
Steven Senegal
Pilloledicinema
Lars Von teese
Kurtz Waldheim
Barbalbero
Ugo Brognazzi
Skalda
Bennett
supertramp
Samuel Paidinfuller
Steve Austin
Michael Madsen
Steve Buscemi
Steve Harris
Henry Rollins
Brian Cranston
Lanny Kravitz
Axel Rose
Mario Draghi (sì, proprio lui)
Cardinal Tarcisio Bertone
Axel Folle (ora senza costole)
Tony Montana
Lilli Gruber
Sean Young
Il figlio di Schwarzenegger
Terence Hill
Mads Mikkelsen
Alejandro Imbruttito
Il Reverendo (sorpresona!)
Tommy Lee Jones
Lino Banfi
Giorgio Chiellini
Stephen Hawking (l’unico che ha mandato un’email di conferma)
Nuovi tesserati:
Zen My Ass
Micheal Schiele
Johnny FortKnoxville
Gigos
marco
Maxnataeleale
Hellblazer Joestar
Al Bacino
Lana Del Ray
Idris Elba
Zachary Quinto
W il PCC
sul pcc ci piscio sopra.
le uniche battaglie che potevano aver un senso fare, non l’avete fatte.
Sì, vabbè. Ho visto che ieri ti sei scatenato con decine di commenti sulle serie tv e ti ho lasciato fare perché avevo capito che dovevi in qualche modo sfogarti dopo aver passato l’intera settimana a saltellare seduto su una canna di bambù. Ma ora te ne vieni fuori con questa nefandezza. E quali sarebbero queste battaglia che aveva senso fare e noi abbiamo inspiegabilmente omesso ? Sono curioso.
Come si evince dal mio nick sono molto legato a Bunker ed al romanzo Come una bestia feroce -davvero il romanzo crime più bello mai letto- ma ricordo che all’epoca della 1 visione non mi convinse tanto, vedrò di dargli una rinfrescata.
Cmq non c’è un cazzo da fare il cinema degli anni 70 è sempre il migliore: cupo, nichilista, reazionario, incazzato…insomma cinema per veri uomini
Grazie mille per queste Basi. Con questo fanno 3,io spero che il quarto sia Carpenter,e dalle prime basi su Milius che spero in Carpenter,speriamo bene.
Aggiungo un voto per le basi sul maestro
Grazie per queso film e in generale per la serie su Mann, l’Hoffman anni 70 è al suo meglio e mi sembra proprio un film da recuperare!
p.s. mi accodo però a chi dice che Alì ci stava come recensione, del resto se ci avete messo Insider…dai speriamo in un cambio dell’ultima ora!
Mi accodo tra gli contenitore la mancata copertura della recensione di Alì e come gli altri sono un poco stupito della motivazione. Questo film invece mi manca, lo volevo recuperare quando lessi il bellissimo libro di Bunker poi boh, mollai, pare comunque interessante
Grande rassegna. Grande Darth.
Mi rendo conto di essere un po’ OT rispetto a Mann e temo fortemente di essere preso a bottigliate: ma per “Le Basi”, avete in programma di rispolverare il primo Besson (quello di Nikita, Leon e Il Quinto Elemento)?
Non che lo veda come un personaggio prioritario per un Le Basi ma sicuramente, nonostante non cacci un film decente da appunto Il Quinto Elemento (Lucy non pervenuto), Luc Besson meriterebbe un approfondimento in questa sede prima o poi. Sia come regista che come produttore la sua Europa Corp ha cacciato qualche robetta molto interessante o per lo meno con intuizioni di mercato notevoli in ambito di cinema d’azione. Di recente ho rivisto Taken, Wasabi, Danny the Dog, Kiss of The Dragon e li ho tutti rivalutato molto. Tra un po mo sa che spolpo la saga di Taxxi e i film sul parkour che non ricordo i nomi..
Dato che bella mia ultima settimana di ferie io giustamente mi sono preso l’influenza ne ho approfittato per vedere un po’ di robetta tra cui il Cane Mangia Cane di Shrader (una roba abbastanza insulsa) e questo che invece è una bomba, amato dall’inizio alla fine.