Rob Zombie ha 51 anni, fa “Zombie” di cognome all’anagrafe, di recente ha pubblicato un singolo intitolato Well, Everybody’s Fucking in a U.F.O. e, all’incirca al minuto venticinque del suo ultimo film 31, piazza l’inquadratura con cui si apre il pezzo.
Tra le altre cose che succedono nei primi venticinque minuti mi preme segnalare la presenza di nani nazisti, clown con le motoseghe e Malcolm McDowell filosofo pazzo in parrucca.
Questo per dire che quello che viene accusato da tutti di continuare a ripetere se stesso dopo il miracolo del debutto («Rob Zombie as a filmmaker is at best a one-hit wonder, and a case study in the dangers of putting a fanboy in the director’s chair» dissero per esempio di lui dopo Le streghe di Salem) ha, per la prima volta in carriera, effettivamente ripetuto se stesso, riuscendo tra l’altro molto probabilmente a superarsi. 31 è la cosa più simile a La casa dei 1000 corpi che Zombie abbia mai fatto, quel meraviglioso circo degli orrori dopo il quale il signor Sheri Moon ha diretto un road movie zozzo, due (mediocri) remake di un film famoso, un cartone animato pazzo, un episodio di C.S.I. Miami e quell’ormai famigerato omaggio agli horror psichedelici degli anni Settanta che a me è piaciuto da matti quindi state muti.
Quello che fa sempre lo stesso film.
Per cui sì, 31 è, per la prima volta da 13 anni, lo stesso film, con in più il bagaglio di tutto quello che è venuto dopo.
Che grande idea! In 31 c’è tutto Rob Zombie ciao. Sigla!
Nessuno accuserà mai Rob Zombie di essere troppo coraggioso, di scegliere soluzioni oblique, di giocare con le aspettative dello spettatore. 31 è, dovessimo leggere solo la sceneggiatura, un film di servizio, che parla di gente rapita da un gruppo di (presumibilmente) ricchi voyeur sociopatici e da loro rinchiusa in una casa insieme a un gruppo di psicopazzi che li uccideranno nei modi più violenti possibili. Hanno 12 ore per sopravvivere e non viene data alcuna spiegazione di quello che succede: assumiamo che gli architetti della tortura siano ricchi perché possono permettersi tutto lo scherzetto (e perché hanno delle grosse parrucche), assumiamo che il gioco abbia cadenza annuale e che coinvolga scommesse di vario genere, assumiamo che nessuno sia mai sopravvissuto al gioco perché non è quello lo scopo per cui viene organizzato.
Ovviamente siamo negli anni Settanta, la pellicola è sgranata, i vestitini di Sheri Moon molto aderenti, la colonna sonora ha i Lynyrd Skynyrd e California Dreamin’.
Non ci vuole neanche molto a presentare i buoni/vittime: cinque minuti insieme a loro sul furgone che li sta portando chissà dove e già capisci che sono una compagnia teatrale, che Jeff Daniel Phillips è il capo della banda, Lawrence Hilton-Jacobs è il nero dal cuore d’oro e che non c’ha voglia di fare un cazzo, Meg Foster (!!!) quella che ha l’esperienza, Kevin Jackson quello con l’accento buffo e ovviamente che Sheri Moon è Sheri Moon. E che il resto delle persone sul furgoncino stanno rimanendo troppo non-descritte per sopravvivere più di qualche minuto.
E infatti si fermano nel deserto, arrivano gli psicopazzi rapitori e i nostri cinque finiscono qui:
In realtà no. Cioè: 31 è un film che punta tutto o quasi sull’aspetto visivo (il resto della ricetta sono one-liner da applausi), ma il respiro con cui Zombie apre il teatro viene a mancare non appena il gioco comincia. Non c’è mai spazio in 31, giocato com’è sulla claustrofobia, le inquadrature strette e/o oblique, la camera a mano, la volontà di spaesare chi guarda – spesso letteralmente, più ancora che nei 1000 corpi qui Zombie eccede a tratti nel fattore “dove cazzo siamo”. Non ci sono né gli orizzonti della Casa del diavolo né l’ossessione per le architetture di Salem, che funzionava proprio perché si impegnava a costruire spazi fisici coerenti per poi eroderli lentamente ma non è di questo che stiamo parlando, il punto è che 31 è un primo piano sulla faccia di un nano nazista che ti urla insulti in spagnolo, è un filmaccio, è viscerale e grezzissimo e a tratti fa schifo al cazzo. Che è poi l’effetto cercato da Zombie, che non faceva roba così stupida e così punk da un decennio buono. Favorisco:
E a questo punto se conoscete un minimo l’uomo è chiaro che, questa volta più di altre, l’immaginario del film è quello di un quindicenne degli anni Settanta, che non c’è nessuna finezza né vergogna nelle scelte estetiche (e di scrittura) di Zombie, che sì, l’approccio se volete è davvero quello del fanboy, dell’appassionato con la testa che ribolle di suggestioni e abbastanza coraggio da infilarle una dopo l’altra o dentro l’altra o a fianco all’altra, affastellando, ammassando, saturando. Se siete tra quelli la cui peraltro legittima opinione è che il senso della misura sia essenziale a fare un buon film, e che l’horror in particolare sia un genere che funziona meglio se procede per sottrazione e costruzione della tensione e vuoti che diventano pieni e striscianti inquietudini, 31 potrebbe farvi l’effetto che Our American Cousin fece a Lincoln.
Non è il miglior film di Rob Zombie, quasi certamente, e non c’è nulla che non gli abbiate già visto fare. Potrebbe però finire per diventare quello che tutti si riguardano più spesso e volentieri e che tutti citano con gusto quando vogliono fare bella figura in società – What’s the difference between an onion and a whore? è un gran modo per rompere il ghiaccio a un cocktail party per esempio.
(è anche il suo film più violento e pieno di macelleria da praticamente sempre, grazie alla gloriosa idea di armare anche le vittime e aggiungere quindi i carnefici al novero dei potenziali cadaveri)
Il punto è che a 31 non interessa neanche granché essere il miglior film di Rob Zombie, non ha ambizioni né pretese. C’è solo della gente che deve morire male e dell’altra gente che la morirà male. È un distillato di Rob Zombie, mescolato in un paiolo con una motosega, ed è chiaro che a lui per primo va benissimo così. Io e il mio amico nano nazista siamo d’accordo.
DVD quote:
«c’è tutto rob zombie ciao»
Stanlio Kubrick, i400calci.com
“È un distillato di Rob Zombie, mescolato in un paiolo con una motosega”
Venduto.
Voto 12 12 12
C’è solo della gente che deve morire male e dell’altra gente che la morirà male.
Necessario e sufficiente!!!
(Avrei aggiunto il tag nani nazisti)
“I don’t cry when I cut up a whore.”
Per me ormai rob zombie e tim burton sono la stessa persona.
Entrambi con un fortissimo immaginario iniziale che col tempo è andato a deteriorarsi in -sempre peggio-, sta menata di di metterci SEMPRE la dolce metà che quando le vedo meglio un episodio di meganavi, l’ostinazione a continuare a provarci solo perchè hai il cash e la fantaidea di inserire personaggi talmente “bizzarri” e “originali” che fanno dire woow e invece poi li vedi in un video dei little big. Bom!
Praticamente come Benigni.
Ma per capirci, è una specie di rimake horror de L’implacabile?
Rob Zombie è tornato a casa per fortuna. E si che a me “Lords Of Salem” piace abbestia.
Siamo dalle parti dei videoclip realizzati nel tinello di casa su commissione di qualche band metal che si è tirata troppe mdma per rendersi conto che le luci messe così fanno povertà a palate.
diciamo pure che l’idea dei maniaci assassini tutti colorati che ammazzano senza un perche` ha anche alquanto fratturato la colonna vertebrale della minchia
Non è che Rob Zombie ha fatto per tutta la carriera lo stesso film, ha fatto i primi due film uguali e poi a provato a cambiare ad elevarsi ma non c’è riuscito, quindi è tornato a fare quello che li viene bene.
Tutto qui, non c’è niente di male ad essere mediocri.
“per la prima volta in carriera, effettivamente ripetuto se stesso, riuscendo tra l’altro molto probabilmente a superarsi.”
“Non è il miglior film di Rob Zombie, quasi certamente, e non c’è nulla che non gli abbiate già visto fare.”
Il film non l’ho visto e non posso esprimere un giudizio, ma dopo più di dieci anni ha tutta l’esperienza per fare meglio e da quello che scrivi forse ci è pure riuscito, anche se poi dici che Zombie non era interessato a fare il suo miglior film.
> ha fatto i primi due film uguali
Uhm, mi pare che tra La casa dei 1000 corpi e La casa del diavolo ci passi un canyon…
Facendo un sequel è andato sul sicuro rifacendo le stesse cose ma in un road movie. Mettendoci tutte le situazioni che li piacciono e che li danno sicurezza, sono il meglio che sa fare ma anche che farà mai, visto che 10 anni dopo ci ritorna perchè non ha altre idee.
Per me dal 2005 ad oggi non ne ha azzeccata una.
uguali mica tanto, a me la casa dei 1000 corpi non piacque molto e la casa del diavolo mi piace da impazzire.
ma si se non consideriamo fotografia, recitazione, approccio ai personaggi, trucco, stile di ripresa e di montaggio, allora sono UGUALONI.
Io parlo dello stile che ha il film, come è pensato e realizzato e tu rispondi parlando di montaggio e trucco.
Ci proverò lo stesso.
La fotografia rimane uguale, la recitaz… non dai, ricordati che sono film di Rob Zombie se cerchi recitazione e complessità hai sbagliato film.
Ne scrivi come se non fossero sequel, i concetti chiave sono quelli e si ripetono, non ti faccio l’elenco perchè non c’è bisogno.
Per me rimangono tra i migliori horror dal 2000 ad oggi, ma i suoi altri film sono veramente inutili.
no non parlavo solo di montaggio di trucco.
lo stile di ripresa, di messa in scena cambia completamente tra il primo ed il secondo film, e anche la fotografia, che *non* rimane uguale. riguardati delle scene.
io recitazione e complessità ce le trovo eccome in devil’s rejects.
nel secondo è presente un’aria malinconica ed un’epica completamente assente dal primo. penso che nessuno vedendo la casa dei 1000 corpi abbia esclamato “PECKINPAH!”, come abbiamo fatto quasi tutti vedendo the devil’s rejects.
i personaggi cambiano personalità, in alcuni casi (otis) completamente, vengono presentati in modo diverso, nel primo sono dei matti rincoglioniti, nel sequel (soprattutto nella seconda parte) ci sono scene su scene che li vede tranquilli a scherzare tra loro come una famiglia normale.
la recitazione è più naturalistica, e si allontana notevolmente dallo stile sopra le righe del primo capitolo.
questo cambiamento viene rappresentato anche (si) dal trucco, otis e baby sono completamente diversi.
la casa dei 1000 corpi non cerca empatia, mentre devil’s reject ci fa empatizzare con questi *mostri* perché altrimenti il finale epico non funzionerebbe per nulla.
per quanto mi riguarda se cambi atmosfera, cambi stile, cambi completamente la personalità dei personaggi, hai fatto un sequel solo di nome.
se poi tu in devil’s rejects non ci vedi complessità e recitazione, bè, saremo daccordo sul non essere daccordo.
Va bene, va bene ma rimane lo stesso immaginario, solo con più soldi e idee altrui, e questo 31 è un ritorno alle origini quindi all’unica cosa che sa fare. Tutto quello che scrivi sono le cose migliorate dal primo al secondo, anche se la complessità e presa a piene mani da altri film, i “mostri” in realtà sono le vittime e chi cerca vendetta finisce per diventare peggio di chi sta cacciando, l’empatia e altre belle cose.
Rob Zombie ci ha messo solo i suoi personaggi in mezzo ed è andata piuttosto bene.
Ma se per arrivare all’epicità in un film SPOILER
per te basta mettere tre stronzi in una macchina farli bucherellare con sottofondo una canzone che non c’entra volutamente un cazzo, non voglio pensare cosa ti succede se guardi un film come
C’era una volta in America, come minimo ti scoppiano le pupille.
(si l’ho visto c’era una volta in america, grazie)
no non penso che basti quello che scrivi, e penso che ci sia molto altro che dettaglio dopo dettaglio permette che quel finale epico abbia un senso.
ma quando precisi “una canzone che non c’entra volutamente un cazzo” mi viene il dubbio che l’immaginario o la filosofia come vogliamo chiamarla di zombie ti sia aliena.
quella canzone non potrebbe centrare di più neanche se fosse stata scritta apposta, a parte il sound, persino il testo.
perché per zombie tutti questi personaggi sono sempre (in parte) “ribelli” contro il sistema, in una maniera molto fanculo a tutti. e freebird, in quel momento, è semplicemente perfetta per rappresentare il modo in cui li vede. “i’m free as a bird now. and this bird you cannot change. lord knows, I can’t change”, mentre vanno incontro alla morte rifiutando di “piegarsi” al sistema.
ho una fascinazione per questo genere di personaggi? condivido la filosofia di rob zombie?
ma manco per il cazzo.
proprio per questo stimo ancora di più il fatto che zombie mi abbia fatto provare empatia e ambivlalenza verso questi psicopatici.
davvero quel “non centra volutamente” mi lascia basito, abbiamo evidentemente delle sensibilità diverse.
“una canzone che non c’entra volutamente un cazzo” perchè quei tre non se la meritano quella canzone, non è stata scritta per gente come loro e l’idea geniale e proprio lì, solo nella testa dei suoi psicopatici quella canzone si sposa con il loro stile di vita.
Rob Zombie impone la sua “filosofia” fino alla fine anche come sfregio a chi non ha empatizzato coi tre amigos, perchè appunto sono contro il sistema. Io comunque non ho provato empatia con la famiglia Firefly, tutta la vita dalla parte dello sceriffo.
che non se la meritino siamo d’accordo. io però (in quel film e basta, tipo nella casa dei 1000 corpi potevano morire tutti male, vittime e carnefici, importava sega) ho provato empatia e quindi ho apprezzato. dai alla fine ce la siamo portata a casa questa discussione.
scusate, io i grammarnazi li impiccherei per i peli del culo, ma e` piu` forte di me: vedere il verbo “centrare” seviziato in quel modo mi fa sanguinare gli occhi
hai ragione però uffa, facile per te arrivare e correggere, mica eri preso dal fuoco della discussione. you’re not fun.
e comunque “c’entra” è corretto…
@schicchi duk
mi riferivo a questo passaggio
“quella canzone non potrebbe centrare di più neanche se etc”
@ Stanlio Kubrick Visto che siamo in argomento che ne pensi?
http://www.badtaste.it/2016/09/26/john-carpenter-pezzo-mea-rob-zombie-critica-remake-halloween/195936/
Well, Everybody’s Fucking in a U.F.O. sembra una cover di https://www.youtube.com/watch?v=aYDfwUJzYQg
Diciamo che se è simile ai primi due film di Zombie allora potrebbe piacermi, se invece somiglia alle streghe di Salem non mi piacerà e probabilmente mi farà incazzare.
Non ho visto il film e quindi non ho come dare un giudizio (il trailer mi è piaciuto, ma non fa testo), però se Rob Zombie è tornato a fare quello che sa fare meglio (e mi piace di più) allora c’è da festeggiare.
Il punto semmai è un altro. Negli anni 70 l’America ha partorito fra le altre bellissime cose in campo cinematografico un immaginario horror di tutto rispetto e rimanerne affascinati mi pare una cosa naturale. Mi dispiace però che tutto questo rimanga a livello di superficie, che non si scelga di andare oltre la mera e forse facile imitazione per andare a fare qualcosa dal forte impatto come alcuni film di quegli anni.
Anche perché l’horror degli anni ’70 parlava proprio di quel periodo, mentre invece tornando indietro nel tempo si e situando in una specie di altrove gli eventi mi pare che anche la carica dirompente e l’impatto emotivo della cosa tenda a perdersi.
Boh, forse è una tendenza che c’è sempre stata, forse ora come ora è trasbordante, ma mi sembra che questo continuo guardare indietro agli anni ’70 o, in misura ancora maggiore anche se non è questo il caso, agli anni ’80 non sottolineino altro che la difficoltà dei primi vent’anni del nuovo millennio a trovare una sua personalità definita.
Non è che tu abbia torto eh, anzi. È che con Rob Zombie sai cosa compri perché è lui il primo a saperlo e a cui va benissimo così. Non ha mai avuto velleità, solo voglia di fare i film che gli piacciono. Alla fine è un ricco che usa i suoi soldi per girare splatteroni che gli piacciono tanto invece che boh, finanziare Donald Trump. Se cerchi qualcosa che vada oltre la superficie non credo la troverai mai in Zombie (fatta salva forse La casa del diavolo).
sul continuo guardare indietro come sintomo della difficoltà a trovare una personalità definita da parte di questo nuovo millenio
http://www.prismomag.com/independence-yesterday/
Bellissimo Anna
nessuno ha trovato che in questo film abbia un po’ esagerato con la macchina a mano? non ricordo questo vago senso di nausea in the devil’s rejects e gli altri film.
o forse sono diventato più sensibile io col tempo, può sempre essere.
> nessuno ha trovato che in questo film abbia un po’ esagerato con la macchina a mano?
«giocato com’è sulla claustrofobia, le inquadrature strette e/o oblique, la camera a mano, la volontà di spaesare chi guarda – spesso letteralmente, più ancora che nei 1000 corpi qui Zombie eccede a tratti nel fattore “dove cazzo siamo”»
Io.
ahah si avevo letto, però io ecco non l’avevo interpretato come un vero fastidio da parte tua. per me più che “dove cazzo siamo” spesso era proprio “cosa cazzo sta succedendo”.
tipo (SPOILER)
quando vengono rapiti a malapena ho visto morire una delle due ragazze, l’altra svanisce nel nulla, magari si vede eh, ma io NON HO CAPITO.
e così in quasi tutte le scene di violenza. ci ho pensato perché ho ricordato la menzione positiva di nanni e volevo dirgli mentalmente “E POI TI LAMENTI CHE L’AZIONE ERA CONFUSA IN WINTER SOLDIER?”
comunque allora mi tranquillizzo, non sono io che sono diventato troppo sensibile.
No no ma sono d’accordo con te, cioè è chiaro che in quelle scene l’idea era quella del caos organizzato (e manco tanto) e che le ha girate così perché gli sembrava il modo migliore, però anch’io avrei apprezzato un paio di momenti meno confusi e con un pelo più di respiro.
Ma forse non c’entravano granché con il film, non so.
Stanlio:
“Non è che tu abbia torto eh, anzi. È che con Rob Zombie sai cosa compri perché è lui il primo a saperlo e a cui va benissimo così. Non ha mai avuto velleità, solo voglia di fare i film che gli piacciono. Alla fine è un ricco che usa i suoi soldi per girare splatteroni che gli piacciono tanto invece che boh, finanziare Donald Trump. Se cerchi qualcosa che vada oltre la superficie non credo la troverai mai in Zombie (fatta salva forse La casa del diavolo).”
[Inciso: non capirò mai come si usano i codici in questo forum]
Ecco, non che non mi avessi già comprato con la recensione, ma il succo per me sta tutto qui: io questo voglio da Rob Zombie, ergo se tanto mi da tanto questo avrò, e non mi interessa nemmeno che si elevi a chissà quali vette di qualità: quello lo si lascia fare ad altri e quando si ha voglia di Rob si va a cercare Rob che è una garanzia.
Non vedo l’ora di vederlo.
mia reazione dopo aver visto la prima immagine:
“… mmadreh?”
Come scrive Stanlio, che ha trovato il bandolo delle mattanza;
.
Rob Zombie si conferma maestro di cerimonia,
quasi allenatore di criceti in scatola;))
.
Prendere o lasciare quindi.
Appena finito: film scaricato settimane fa, ma visto stasera dopo aver letto la rece. Non sono un fan di Rob Zombie e questo e’ solo il secondo film da lui diretto che vedo (il primo e’ stato Halloween), per cui mi mancano le basi per giudicare il suo stile.
Dovendo giudicare questo 31 per quello che e’, direi che il giudizio e’ completamente negativo: come horror non spaventa e manca assolutamente di tensione, la trama e’ troppo esile e tutto rimane non spiegato e appena accennato. L’affiatamento dei 5 cinque protagonisti e ‘ forse la cosa migliore di un film veramente povero nell’esecuizione e nelle idee.
Non basta spingere su un immaginario punk sudista (che poi non e’ che sia poi tutta questa cosa… aspetto sudicio, dialetto del sud e metafore colorite, nient’altro?), se poi gli omicidi e la violenza sono coperti da troppi primi piani e da una camera troppo agitata. Il film, per il tipo di storia che mette in piedi, avrebbe avuto bisogno di un respiro piu’ ampio e di qualche retroscena in piu’. Tutti gli assassini sono scialbi e il trio di imparruccati fa’ pieta’ (scommetto che McDowell era ubriaco durante le riprese).
Bocciato, peccato.
Se hai trovato il tempo di vedere questo e Halloween devi trovare il tempo anche per La casa dei 1000 corpi e per la casa del diavolo. Si tratta di un altro livello, credimi. Penso rimarrai molto contento e ti chiederai come sei potuto stare tutto questo tempo senza averli visti. L’unica cosa che non è mai cambiata e non ha perso smalto è il culo della signora Zombie.
Io sto ancora aspettando il remake di Ilsa she wolf of the SS. Secondo me gli riuscirebbe bene, la trama e’gia’li’ e anche se la signora zombi ha cominciato a stufarmi…( e fatti l’amante Rob!!!) quello potrebbe essere il ruolo della vita…roba da Oscar subito e standing ovation anche da parte di Mollica
Mia moglie ha visto questo trailer 31 volte oggi;
https://www.youtube.com/watch?v=Gp2adx_ScA8
(Non parla da stamattina, devo preoccuparmi??)
stai diventando il tenente colombo dei 400c
Basta non chiedermi perché mi sento colombo.
.
Darei risposte isteriche;))
.
.
.
https://www.youtube.com/watch?v=uqimOYOQjJ8
war is hell, come dicevano i discharge
http://www.badtaste.it/2016/09/26/john-carpenter-pezzo-mea-rob-zombie-critica-remake-halloween/195936/
Ah ma è McDowell quello? Pensavo fosse il Conte Uguccione o Jean-Claude…