Spaccate gli occhiali a chiunque vi dica che Free Fire è un film “di impianto teatrale”. Perché se un giorno mai dovessimo fare un i400calci Starter’s Pack, cioè una specie di collection dei film che, più che costituire LE BASI (vi sembrerà incredibile ma LE BASI sono costituite semmai dalla serie LE BASI) sono un armamentario di casi esemplari, fulgidi esempi a cui guardare quando si immagina la strada da percorrere, Free Fire avrebbe il suo posto assicurato. Insomma Free Fire non si guadagna l’anello che va ai migliori film in assoluto, ma di certo lo annoveriamo con orgoglio tra quelli concepiti con la disposizione d’animo migliore. Con in testa solo i calci.
Anni ’70, Cillian Murphy è irlandese e l’uomo-più-grosso-del-cinema-mondiale-senza-bisogno-di-essere-un-bodybuilder, cioè Armie Hammer, è americano; il primo vuole dei fucili per le sue cose da irlandese ed ha la borsa con i soldi, il secondo è un uomo d’affari stellestrisce in trasferta che fa da intermediario per la consegna. Con il primo ci sono anche un faccendiere attempato, una ragazza dal non chiaro schieramento e due fattoni che dovrebbero fare il lavoro sporco, cioè caricare i fucili. Il nostro grosso eroe statunitense con barba e savoir faire li deve far incontrare con chi quel materiale l’ha rubato e preparato, cioè Sharlto Copley, che è sudafricano, e la sua banda. Tutto facile, inizio impeccabile per un poliziesco.
La consegna avviene in un ex stabilimento industriale abbandonato, pieno di calcinacci, rovine, ruggine e resti di tutto. Quei posti che pare ci sia esplosa una bomba dentro per come sono messi e che vengono tenuti in piedi dal comune probabilmente solo come teatro per attività losche.
Ora, siamo tutti uomini di mondo con i piedi per terra e una certa esperienza di film, e nonostante quanto possiamo tenere al concetto di spoiler (io zero, ma tra di voi, ne sono certo, parecchi ci tengono parecchio), siamo in grado di accettare una piccola rivelazione senza la quale possiamo anche chiudere questo post qui e non parlare del film fino a quando esce in home video: si sparano.
Lasciamo stare ora il perché e il per come (ma il film non lo lascia stare, anzi ci lavora benissimo), sappiate che questa introduzione finisce in sparatoria, una così lunga da arrivare fino ai titoli di coda.
Free Fire non è un film che contiene una sparatoria ma è semmai una sparatoria che contiene un film. Non c’è la storia che giunge al culmine con un confronto armato ma un confronto armato all’interno del quale viene narrata una storia, toccando temi e generi differenti, lavorando come nei casi migliori mescolando umorismo, sentimento, tensione, valori e dramma, lavorando di grottesco e gore, di pulp e noir per dare vita ad un piccolo universo. E anche per sorprendere con un paio di colpi di scena sempre interni alla sparatoria. Tutto è nella sparatoria!
Per arrivare a questo, come nei migliori balli, all’interno della sparatoria si formano spontaneamente delle coppie. Nonostante i coinvolti siano circa 11, alcuni si accaniscono particolarmente su altri, oppure hanno in mente di fare fuori solo una persona in particolare e così piccoli duelli si innestano nel più grande conflitto, gestendo il grottesco della situazione con quel fare pulp che, almeno dalla sua comparsa sulla scena cinematografica, appare come l’antidoto più forte ai rischi di implausibilità e ridicolo involontario che un cinema estremo e difficile come questo porta con sé. Ogni coppia ha una storia che nasce e finisce nel film, niente pregressi, niente trucchi. Ve l’abbiamo detto all’inizio: è la sparatoria a contenere il film e non viceversa.
Qui ai calci sosteniamo che il cinema di menare è tale non tanto quando ci si mena (che pure è un elemento non trascurabile come capirete) ma quando il menare è il film, quando cioè un calcio o una pizza in fazza sostituiscono dialoghi e volti intensi, strette di mano e baci. Menarsi non è solo uno sport o un piacevole modo di passare il vostro sabato sera alimentato ad alcol, non crediate che sia solo gioia e risate, felicità ed echimosi, ma è soprattutto una maniera di dirsi e dimostrarsi cose.
Nel vero cinema di menare tutto quel che di più importante il film ha da dire lo dice con i movimenti e i corpi degli attori, con il confronto e il rischio della vita.
Ecco il posto che occupa Free Fire nello Starter’s Pack: con il suo umorismo e le sue belle faccette porta a qualsiasi tipo di spettatore quel concetto che noi già conosciamo ed abbiamo imparato in film pieni di fazze discutibili della Cannon: una pallottola può valere mille parole.
Forse vi ricorderete di Ben Weathley per film come Sightseers e per come anche lì la morte era una maniera di portare avanti la storia, di mettere in scena cosa pensano, fanno e vogliono i due assurdi protagonisti. Ecco in Free Fire, prolungando la vita di tutti i coinvolti oltre quel che ci aspettiamo da una sparatoria al cinema, Weathley fa sì che ogni morte conti e pesi, che ognuna abbia un senso e racconti qualcosa. Invece di abbandonare il film rapidamente come mosche, i personaggi ci rimangono attaccati con un’assurda tenacia situata nell’intercapedine tra il comico e il vitale. Così quando ci abbandonano il fatto non può non avere un senso.
DVD-quote:
“Un film concepito con in testa solo i calci”
Jackie Lang, i400calci.com
Ok, il film potrebbe essere una gran figata, concettualmente è tutto corretto ma la realizzazione com’è? Voglio dire un film di spara-spara può venire fuori come un Hardboiled certo, ma anche come un Pistole Sporche (che pure è un mio piccolo cult ma sono cosciente faccia cagare) quindi dimmi, le sparatorie sono ben girate? Sono secche e giocano di stacchi o assomigliano a quelle di Johnnie to con coreografie e concessione di campi larghi?
Comunque sto film in zona mia introvabile mi sa che dovrò aspettare quando esce.
Vai tranquillo.
Ben Weathley é incapace di fare cagate o cose tamarre
Ok anche se nel giusto contesto a me piacciono le cose tamarre
A me piacciono meno , ma nel giusto contesto sono d’accordo con te.
No è roba molto secca, nemmeno sembra britannica ma proprio il B movie girato senza tempo da perdere.
Ne avevo gia’ sentito parlare e dalla trama ricorda un Walter Hill d’annata… Il problema e’ Ben Wheatley: Kill List mi era piaciuto abbastanza, ma non sono riuscito a finire High Rise nonostante lo abbia iniziato due volte e mi piaccia Ballard (di cui avevo letto il romanzo originale qualcosa come due decadi fa).
Per me in High Rise il problema è proprio il romanzo originale: idea stupenda ma realizzazione pesantissima. E il film è girato con grande sfarzo ma pesantissimo resta.
Non mi esprimo sul romanzo d’origine, letto troppi anni fa per averne un ricordo preciso, ma il film puzza di metaforone fin dall’inizio e non decolla davvero mai.
Vediamo dal prologo dove la storia dovrebbe condurre, ma per il resto si perde in una infinita serie di scene di lotta di classe… non mi ha proprio preso. Se vuoi fare un film di gente che si massacra in uno spazio chiuso, fallo e basta, non menarla troppo che ammazzi l’entusiasmo.
Purtroppo dove il romanzo di Ballard riusciva a rimanere in perfetto equilibrio tra il metaforone e il racconto apocalittico duro e crudo, in tutto un gioco di detto-non detto, Wheatley cade con tutta la baracca nella metafora. Tecnicamente è ben fatto, ma non riesce ad essere all’altezza del materiale di partenza. In più per me canna di brutto i personaggi di Hiddlestone e del regista televisivo.
High Rise non l’ho (ancora?) visto, ma Ballard come autore lo conosco bene, e direi che adattare i suoi lavori per il cinema e’ a dir poco arduo.
Cronenberg c’e’ riuscito, ma Crash e’ un film particolare che appartiene in tutto e per tutto al cinema di Cronemberg.
Se vogliamo pure Spielberg, ma Empire of the Sun e’ uno dei romanzi meno ostici di Ballard.
Boh, vedendo il trailer mi sono talmente annoiato che l’ho lasciato a metà. E sto parlando del trailer. Non penso di avventurarmi oltre anche se in questo periodo sono in secca di film e di serie tv tipo un tossico senza spade. Accountant però si è rivelato positivo assai, l’ho visto poco fa, e non ho ancora capito perché lo avete sinora evitato.
vai con:
Hell or high water
Elle
Kill Two Bravo
Buona visione
@Giordy Mitico. Era un po’ che speravo di ritrovarti perché volevo ringraziarti. Mi avevi consigliato il film anni 70 del bambino con il cane telepatico. Io l’ho visto e… bombazza! Volevo appunto dirtelo ma non mi ricordavo dove ci eravamo scritti. Quindi sono molto contento di ritrovarti. E ovviamente mi fiondo a squalo sui tre titoli che mi hai detto perché son sicuro che meritano alla grande come quell’altro. Oh, grazie Giordy ! Mi hai salvato da un periodo di svacccamento tetro.
@Chiwawa
troppo buono :)
Essere utile alla causa é sempre un piacere..
Di ” A boy and his dog” ne parlavamo a proposito dell’ultimo Ti West , In a valley of violence.
Ho letto il racconto lungo di Ellison proprio la settimana scorsa. Veramente molto bello.
@Giordy Dai, non fare il modesto :) Stai infiocinando una serie di dritte da paura. Se mai capiterà, un piano sequenza di birrette insieme non ce lo toglie nessuno. Ricordo in effetti il collegamento a In a valley ma non esistendo la rece di quel film (cosa che tuttora io non mi spiego) non ricordo in calce a quale altra rece ci eravamo scritti. Ho apprezzato molto (dopo aver visto il film di Jones) la battuta sul cane quasi parlante del film di West !
@Billy Bob l’ho recuperato anche io, pensa che non lo conoscevo come autore.
E’ il tizio di “Kill List”? Quello non mi è piaciuto particolarmente, ma, da come ne parlate, pare che a questo si debba dare una chance.
Ben Wheatley è qualcosa come il mio cineasta preferito hic et nunc. E A Field in England uno dei miei all time favourites. Sono contento si muova tra i generi.
Visto al festival di Torino. Recensione inappuntabile, Wheatley è uno che ci sa fare e la sparatoria-film regge benissimo, però alla fine se ci fosse stata una mezza storia attaccata sarei stato più soddisfatto.
Lo vedrò sulla fiducia per Wheatley, nonostante la scottatura con High Rise.
E poi c’e’ Cillian Murphy da cui sono in astinenza vista l’attesa spasmodica per Peaky Blinders 4.
Dovreste recuperare Down Terrace, validissima opera prima di Ben.
E poi cazz… avete letto che Wheatley e Hiddlestone stanno lavorando per adattare HARD BOILED di Frank Miller… no cioè…
Hiddelstone in hard boiled già mi fa girare i coglioni. Quel ruolo deve farlo statham, che pure di aspetto è uguale al protagonista del fumetto.
E anche wheatley non va bene. Ci vanno neveldine e Taylor, con un budget della stramadonna. E deve essere in prima persona come quello là con sharlto copley. Oh si, cazzo.
Si’ ma … il film con il “cane telepatico” come si chiama ? Ora sono curioso !
A Boy and his Dog, che tra l’altro era tratto da un ottimo fumetto di Richard Corben… mi pare di averlo letto su un Eternauta di una vita fa.
Mi correggo: un fumetto di Corben tratto da un romanzo di Harlan Ellison. Mai letto il romanzo, ma il fumetto mi aveva messo addosso un’enorme tristezza.
Ottimi gusti, anche io ero partito con il fumetto di Corben per recuperare il film (strano, ma bombetta).
In realtà è il percorso contrario: il fumetto inizia dopo la fine del film del 1975.
Pensavo che il fumetto venisse prima, grazie della precisazione. Comunque ho controllato: il fumetto A Boy and His Dog venne pubblicato non su L’Eternauta, ma tutto insieme su uno speciale da edicola… Bei ricordi.
Nulla può andare storto.
+
Andiamo a confermarlo.
=
https://www.youtube.com/watch?v=TsOiit3Mu3k
(Episode 1)
ma che è uscito sto film? si trova da qualche parte?
Richard Corben e l’Eternauta…che ricordi…
Praticamente è Le Iene con, al posto dei dialoghi supersonici, sparatorie. E nel mio mondo si può reagire in un solo modo: venduto.
Non vedo l ora di vederlo . quota rosa fancalcista presente! Complimenti x la recensione bellissima.
Fotta
Questo mi interessa di brutto. Perché Weathley è tra i più interessanti ultimamente. E perché sono davvero troppi anni che manca un bel film balistico degno di questo nome…
finalmente l’ho visto. madonna se mi è piaciuto!
sicuramente uno dei film dell’anno!
poi per la prima volta un film di ben weathley dove si capisce cosa cazzo dicono i personaggi.
Ilù sarei io ma mi è scappato un invio.
Visto solo ora. Che dire, recuperatelo, fila drittissimo per la sua strada che è una meraviglia. Niente barocchismi nelle sparatorie, tutto molto essenziale però il connubio tra azione e storia si mescola che è un piacere. con le dovute proporzioni mi ha ricordato I Trasgressori di Hill.
Ho appena scoperto casualmente che Free Fire ha Martin Scorsese
come produttore esecutivo e la colonna sonora di Geoff Barrow dei Portishead
https://www.imdb.com/title/tt4158096/fullcredits?ref_=tt_cl_sm#cast
Non poteva venire male e infatti l’ho apprezzato in sala
(purtroppo ho perso i titoli di testa)