Provate a dire che è il solito film e vi riempiamo di calci in faccia.
Culto della spada, un maschilismo che pareva perduto da anni, una pervicace fiducia nella capacità atemporale dell’arroganza da criminale di strada di reggere anche in costume medievale e una mancanza di rispetto fantastica per la coerenza dei costumi fanno di King Arthur un film che se ne fotte con stile. Se ne fotte delle regole, se ne fotte del vostro giudizio, se ne fotte di dover rispettare quel che si è sempre fatto in maniera di fantasy e se ne fotte proprio del fantasy. È un film di gangster in costume, una storia di giochi di potere e pugni in faccia con in più creature mitologiche e magia. The Snatch con i maghi, Lock & Stock con i cavalli, Rocknrolla con le corone.
Se ne fotte così tanto che sta andando malissimo. Ma non a Valverde, qui le sale che programmano il film sono tutte piene.
Ogni versione della storia di Re Artù e della spada nella roccia ha i suoi costumi, il suo genere e il suo taglio visivo, King Arthur l’ha preso tutto dai film di microcriminalità, criminaletti da strapazzo che pestano i piedi per errore ad un pesce troppo grosso e sono costretti ad affrontarlo, papponi come Mario Adorf in La Mala Ordina che vengono perseguitati da qualcuno di più grande ma non ci stanno a fare una brutta fine. King Arthur è un concentrato di calci, una spremuta di calcismo usato per raccontare una storia mitologica e farne un film di menare dentro. Intimo.
Come se chi l’ha scritto avesse visto in vita sua solo film di menare e fosse stato costretto a riscrivere questa storia usando il proprio background.
Come Conan il piccolo Artù rimasto orfano viene cresciuto nella violenza, lo vediamo nel classico montaggio-Ritchie, quello che non sai se stai assistendo ad una intro o se tutto il film sarà così, tutto montato come una gigantesca intro (la risposta è la seconda). Botte, sangue dal naso, bulli, mafiosetti che se la prendono con lui, dobloni rubati e risparmiati, puttane che lo medicano, e ancora lavoretti, botte, botte, botte, fino all’incontro con una specie di palestra all’asiatica (cioè con la corte quadrata all’aperto al centro di un edificio di un solo piano in cui si allena gente a torso nudo), come se fosse nella Chinatown di Londinium. Lì un maestro comincia a prenderlo sotto la sua ala e allora si fa grosso. Molto grosso. Grosso tipo Charlie Hunnam.
Da qui inizia la seconda vita di Artù, quella che definiremo la “vita pellicciotto” a partire dal delicato indumento che caratterizza i datori di lavoro delle prostitute e che il nostro indossa con secoli di anticipo sui suoi eredi. Artù non vuole storie, gestisce il suo traffico, ha in mano il proprio quartiere di Londinium, non si mette paura nemmeno dei vichinghi perché lì è lui il re non ufficiale, nonostante ci sia un re vero che non sa essere suo zio.
La sfiga vuole che la spada nella roccia emerga dalle acque e questo è interpretato come un segno. E visto che è un segno lo zio cattivo vuole capire chi sia il predestinato a tirarla fuori e diventare il nuovo monarca. Dunque tutti sono costretti alla procedura, forzatamente. Artù ha i suoi modi di scampare l’obbligo perché proprio non gli va, ma ad un certo punto, inguaiatosi per altri versi, finirà a tentare sotto gli ordini dell’ufficiale locale David Beckham.
Tira fuori lo spadone e parte la sua seconda vita, inviso al potere, ribelle riluttante, ricercato con taglia sulla testa e costretto a dare guerra rinunciando al piccolo mondo di puttane e soldi rubati che si era ritagliato. Parte proprio una trama da wuxiapan, una in cui la spada è la protagonista, l’oggetto che mette in moto tutto e in cui sta il potere, girata però con il montaggio di Ritchie, di quelli che fa sembrare che presente e passato possano stare uno accanto all’altro e comunque farti capire la storia, di quelli che fondendo i ricordi di Artù, i suoi sogni, le visioni e gli eventi presenti crea una diversa sensazione di epica e predestinazione, di determinazione e incazzatura (quando serve).
Il signor Zio di Artù intanto con le sue giacchette strette e (si vede ad un certo punto) anche un paio di quelle scarpette eleganti ma a punta, proprio da boss malqualificato di una mafia potente ma non potentissima, si aggira sporcandosi addirittura le mani in prima persona per trovare il nipote che non sa di essere tale e mettere fine a questa storia della successione. Metterci fine in stile medievale. E proprio in questa fase ha luogo la scena che vale un film intero e che fa sudare gli occhi.
Dei molti aiutanti di Artù uno ha un figlio di 10 anni, in un tentativo di uccidere il re che non va a buon fine dovranno tutti scappare fuori dalla città ma il padre in questione, ferito, non ce la fa. Il figlio torna indietro per prenderlo, entra in casa e trova il re che lo sta interrogando. Il re intuisce cosa stia accadendo, chiede se siano parenti, il bambino con fare sicuro di sè nega tutto subito, inventa una gran balla, non ha paura, è arrogante e mostra noncuranza davanti alla minaccia di fare fuori quello che in realtà è effettivamente suo padre. Tuttavia quando il re, furbamente, accenna a tagliare un orecchio al padre, il bambino grida un “No” che lo tradisce. E qui Jude Law tira fuori la frase del film sospirando una straordinaria aria sognante, onestamente ammirato da quel che è avvenuto: “Ho sempre desiderato un figlio maschio”. E taglia l’orecchio.
Se pensate che il vero maschilismo sia il disprezzo della donna o lo svilimento del suo ruolo non avete capito niente. Il vero maschilismo è il culto dei rapporti tra uomini, della visione onesta, schietta e virile della vita in società, dei conflitti e del loro opposto: un figlio di 10 anni così duro e determinato da sapere subito cosa fare per amor di padre ma il cui stesso amor di padre lo tradisce all’ultimo.
Il vero maschilismo è l’affermazione e la dimostrazione che non è indispensabile la presenza femminile per animare un rapporto, che il silenzio è un linguaggio e che i fatti parlano più delle parole. King Arthur è un film in cui c’è una sola donna che parla (poco, malvolentieri e in sostituzione di un uomo). È una storia di un affare da uomini, storie di senso del dovere, brama di potere e bro fists, una in cui ad un certo punto Artù finirà a rifugiarsi proprio in quella corte all’asiatica in cui si era allenato, braccato dalle guardie e, per non portare morte e distruzione lì non vuole rimanere ma il maestro gli risponde “Non riuscirai mai ad impedire a questi uomini di combattere per te, adorano lottare e vivono per combattere”. Sarà un piacere.
Dvd-quote suggerita:
“Una spremuta di cinema di combattimento”
Jackie Lang, i400calci.com
Quindi e’ il solito film di guappi albionici tipico di Guy Ritchie? Questa volta in costume… detta cosi’, me lo hai davvero messo su un piatto d’argento…
E tra l’altro non sorprende il mega fiasco negli USA: il genere medievale non ha mai tirato da loro e la WB che ti fa? Spende quasi 200 milioni per un film inglese con cast inglese che adatta una leggenda inglesissima… e poi tutti a piangere perche’ non funziona…
Excalibur, imbecille!
bagno di sangue di critica e pubblico…ormai sempre più gente, anche qui da noi decidono se un film e bello o meno vedendo i risultati sui vari siti di critica, pomodoromarcio e metamchia tra i principali…mentre ovviamente ogni nuovo stronzo fumante made in disney è accolto come capolavoro…chissà perchè…andare a vedere un film e poi dire la propria e roba vecchia, si fa prima a seguire il gregge.
detto ciò, questo ancora non lo vedo, come ogni essere umano con due neuroni in testa sono molto affezionato alla versione di boorman, ma anche aperto a delle “rivisitazioni” sopratutto se messe in atto da chi, nel bene e nel male, ha sempre avuto una forte personalità cinematografica.
Evvai Guy Ritchie mi è sempre stato simpaticissimo, contento che anche questo sia potenzialmente un bel film.
Il film ancora non l’ho visto, seppure mi attira.
Ma nella rece c’è la definizione più bella di maschilismo, nella storia delle definizioni!
Comunque, competere con l’excalibur super-Fantozzi sarà dura per questo film xD
Jackie e’ l’esperto di film per UOMINI VERI, del sito. Se dice che e’ un film maschilista, non posso che vederlo e consigliarlo soprattutto ai miei figli. Non se ne puo’ piu’ di sta roba degli uomini sensibili, servono piu’ modelli alla pistolero senza nome. Peccato per I risultati, ma come dice giustamente Zen, fai un film su una storia inglese con un cast inglese (anche se Charlie e’ venuto fuori come Americano white trash eh) e pretendi pure di svaligiare I botteghini
Articolo fantastico! Una curiosità: dalla rece mi sembra di capire però che a differenza degli altri film di Ritchie (Lock & Stock, the Snatch) qui si prendano tutti molto sul serio, è così? Si ride poco? Grazie
no, ti confermo che è molto autoironico, magari non come quei due, ma lo è molto più dei suoi simili
Colonna sonora incredibile, ritmo da ottovolante sparato a bomba con un sacco di roba sempre più grossa che si accumula perchè è più bello così, su tutte, direi la gestione del viaggio di formazione all’isola nera. Cala un poco nel finale perchè gestito più ”normalmente” rispetto al resto del film.
Intendiamoci, per due terzi è una bombetta, il finale è ”solo” bello.
Per me, da vedere.
A me è piaciuto e anche un tot. E per gli stessi identici motivi da te così ben espressi. Come PG-13 non è affatto male e una volta digerito che i pugni li puoi vedere soltanto male, scene come il taglio dell’orecchio o
SPOILER
SPOILER
l’assassinio della figlia del re Jude Law per mano del re Jude Law devo dire che mi sono piaciute. Come mi è piaciuta la maga con le borse perennemente sotto gli occhi o anche la stessa resa del lancio degli incantesimi. Anche i mostri mi sono piaciuti, in testa su tutti ovviamente l’abominio tentacoluto del sotterraneo allagato.
Ora, a me il fantasy piace un casino (ammetto più a leggerlo che a vederlo) però devo dire che al cinema ero con amici e amiche anche loro appassionati del genere e per loro il film è stato una cacata, segno che non tutti forse riescono ad apprezzare il passaggio postmoderno di fusione fra gangster inglesi e fantasy medievale inglese. In sala credo che la gente a cui è piaciuto davvero sarà stata una minoranza.
Io comunque in un sequel ci spero, ormai per sto genere di prodotti non ci si può augurare altro.
Vi voglio bene ma siete riusciti a non vendermi il film.
Ho un problema con Guy Ritchie nel senso che i suoi film e la sua poetica mi fanno discretamente cacare. Volevo uscire a metà di sia di Lock & Stock e di Snatch (Rockenrolla me lo sono risparmiato). Il primo Sherlock Holmes non mi è dispiaciuto ma Man from U.NC.L.E. è merda fumante.
Peccato perché il fantasy mi piace parecchio in tutte le salse e non ho seghe mentali sul rispetto della mitologia originaria.
io l’ho trovato una cafonata fantastica, peccato solo lo scontro finale un po’ moscio e soprattutto il floppone incredibile che temo terminerà qui la saga. certo mi devono spiegare dove hanno speso i 175 milioni (escluso il marketing!) del budget, è una cifra folle per un tipo di storia che nelle ultime interpretazioni al cinema non era andata sempre benissimo.
E mago merlino?
ritchie voleva prendere idris elba ma non si sono messi d’accordo, quindi il personaggio si vede mezza volta e di spalle. se lo sono tenuto per il seguito, che a sto punto non credo ci sarà.
Stasera vado a chiedere dei soldi a un vichingo
Meh. Visto. Mi è sembrato francamente svogliato e affrettato.
Da vedere ragazzi! Sono entrato in sala aspettandomi una cafonata avventurosa fantasy e ho trovato invece una CAFONATA AVVENTUROSA FANTASY! L’amico Charlie ci sta tutto, eddai si, anche il suo torso nudo che in quanto contentino-quota-rosa dura circa dieci minuti iniziali.
Mi spiace leggere di floppone perché non lo merita affatto e perché si vede chiaramente, anche se non troppo marcatamente, che é il primo episodio di una serie, spiace davvero.
Lo stile registico alla Sherlock Holmes (quello con Robert Downey Jr) riportato nell’era di re Artù, dove un simpatico e mascalzone Arthur fa il Robin Hood della situazione con la sua scanzonata combriccola non si può proprio vedere.
Prendiamo poi spunto anche dal Signore degli Anelli, giusto per non farci mancare niente. Per non parlare delle scene di combattimento, più confuse che quelle dei Transformers.
Probabilmente, il film che quest’anno, fino ad ora, mi ha deluso maggiormente
Mi spiace per il flop. Le cacatone banali marvel and friends sono venerate da pubblico e critica mentre un film che prova a fornire uno sguardo (più un mood) inconsueto viene affossato, per giunta con arie snob da intenditori di sto gran cazzo.
Detto questo, io ho avuto l’impressione di stare guardando due film diversi incollati insieme con il chewing-gum: da una parte il film di Ritchie, in cui Artù è un pappone londinese e la successione dinastica non è che una guerra tra gang con spade e frecce; dall’altro lato il pilota dell’ennesima, inutile saga Warner, con la fiera di inutili cose buttate a caso che vogliono ricordarci che “ok ridiamo e scherziamo ma qua c’è stanno L’EPICA, LA MAGGÍA, IL SERPENTONE GIGANTE”. Il villain, ad esempio, più che oscillare salta da una scena all’altra tra il Gangster Spietato e un boss intermedio di qualche squallido gdr online, di quelli che sbucano nei pop-up di Pornhub.
Più che nei pop-up di Pornhub anche sui siti di torrent cinesi… di quelli che devi spendere in microtransazioni anche solo per fare un rutto
Comunque bel nome Johnny Cloaca.
Forse gli anni passano, ma i mesi ritornano.
“Guardi che se lei cambia continuamente nome spinge i giovani a bere di più e a guidare fortissimo”
quando sento parlare di maschilismo metto mano alla pistola
Come sempre molto bene ma troppi spoiler. Una volta eravate più misurati coi dettagli. Baci e calci
Vorrei che il film valesse un quinto di questa recensione.
Concordo, recensione molto più bella del film, che inizia benissimo e poi si sgonfia maluccio. Cheers!
secondo chi dice di amare il cinema di azione poi non trova GODIBILE questo film, non ama davvero i film d’azione. chiaro, deve piacerti come Rithcie racconta le sue storie ed un modo che non può piacere a tutti, ma dire che è un film brutto o deludente per me non sta da nessuna parte se ti piace il genere. non è lento, non è vuoto, ha delle belle scene di azione\combattimento (alcune micidiali, alcune esagerate con un po troppa cg ma solo perchè hanno provato a fare qualcosa di diverso, perciò si apprezza lo sforzo). l’ho visto due volte al cinema e due volte in seconda serata e per due ore sono stato li, incollato, perchè il film ti tiene li con il suo ritmo e il ritmo che Ritchie mette nel montaggio. non sarà un colossal ma è fottutamente divertente.
Un vero amante dell’action, davanti a questo King Arthur, comincia a guardare l’ora a metà film. Dopo, per pulirsi gli occhi da tutta quella insulsa CGI, torna a casa a rivedersi The Raid.
1) La scena della “crescita”
2) L’attentato
3) Il trascinamento scazzato di Excalibur nel finale
Ma come non fai a voler bene a uno come Guy Ritchie per la puttana!!!
Lo vedrò solo perché c’è Jackson teller, e spero che mi attenui la lancinante mancanza di sons of anarchy…
Ma due parole su Jackson Teller come attore action? Io il film non l’ho visto, lui è un gran manzo sicuro ma come se la cava? Ha un futuro calcista?? Lo voglio manzo sì, ma con l’anima (calcista).
Sono venuto qui appositamente dopo aver letto le stroncature sulle varie testate (italiane e straniere).
Come se nessuno fosse stato in grado di immaginare il risultato di Guy Ritchie + leggende medievali.
Grazie per aver riportato tutto nella giusta prospettiva.
fantozzi non poteva mancare :D
bella rece!
Il film é noiosetto e derivativo, niente di che, ma questa rece mi ha parecchio colpito: in pratica ti racconta ogni singolo momento della trama con tanto di battute, non si sapeva come riempire lo spazio bianco?
In compenso tu tre righe le riempi alla grandissima di stronzate.
Mi chiedo come avrebbero riempito i sei film previsti, domanda che a questo punto pare non avrà risposta
Per me il problema grosso è che il trailer presenta un altro film, che io se non avessi letto qui non sarei mai andato a vedere.
Invece è una figata e mi spiace davvero tanto se non ci sarà almeno un seguito.
Detto questo, dopo Holmes e Artú aspetto il nostro Guy su Robin Hood, perché potrebbe essere il suo film.
Signori, come non citare che il Boss finale è il Death Dealer di Frazetta?
Vado oggi a vederlo.. adoro Richie e voglio contribuire a renderlo un po’ meno flop coi miei 5 euri
visto.
a parte la tristezza di esser l’unico in sala (avevo il dubbio che partisse il film ad un certo punto..) devo dire che non è male. Di comico o divertente, rispetto ai vari snatch e lock’n’stock che sono stati citati ha ben poco, non dico che è serio perchè non lo è, ma gag e tormentoni presenti nei film citati non se ne registrano.
concordo con chi ha detto che alcune scene sono fin troppo confuse e confusionarie ma il ritchie’s style si vede e si apprezza (specialmente nella prima parte).
e poi è fantasy, molto fantasy anche.. il che non è male vista la profonda penuria di film di genere.
Sonoro potente e adeguato (tranne una traccia fin troppo fastidiosa).
Peccato se non avrà seguiti…
Visto su vostro consiglio.
Soldi buttati.
Menare generico e affrettato.
Tutto il film suona sbagliato, della trama non si capisce un caxxo a meno che gia non la conosca, il fim é montatato come se fosse un gigantesco trailer brutto di due ore. Le poche scene di dialogo sono noiosissime e piatte. Mi aspettavo un film epocale, e invece sembra che il regista non abbia mai visto Game of Thrones…
Sarebbe un pregio, non aver mai visto Game of Stronz…
Grande Doc
Ma basti il boss finale uguale al death dealer di frazettiana memoria per eleggerlo miglior blockbuster della stagione.
Film godibile e veloce, ma abbastanza generico e insignificante: Guy Ritchie non e’ decisamente un autore, per carita’, ma il suo tocco personale e’ sempre ben evidente in tutti i suoi film (compresi i due Sherlock Holmes) e qui mi e’ sembrato abbastanza mortificato da una produzione invadente (troppa CGI e pure inutile) e anche confusa.
Il film funziona quando Ritchie ha mano libera e racconta della vita di Arthur e del suo gruppo come di qualsiasi delinquenti londinese (insomma, quando questo Arthur fa’ Lock and Stock e Snatch funziona benissimo), il resto scivola via senza lasciare traccia…
Charlie Hunnam è un SAMCRO anche nel medioevo.
Gli manca solo la scritta “PRESIDENT” sul giacchetto di pelle..
Si, il giacchetto di pelle.
…Nel medioevo.
Visto, in ritardissimo, solo ieri.
Pro:
Montaggio delle scene tra i vari piani temporali/ricordi e ritmo generale
Scene “berserk” nei momenti con Excalibur
Colonna sonora
Contro:
CGI non proprio raffinatissima
Montaggio delle scene d’azione un po’ troppo confuso (Immagino con concorso di colpa del PG13)
Fazze in giro nel cast troppo “belle”