Svolgimento: io non sono mai stata appassionata di Stephen King. Lettrice vorace, sì; curiosa verso l’orrore, sì; kinghiana, no. Un Natale della mia infanzia mia cugina mi ha regalato L’Incendiaria che mi è sembrato prolisso oltre ogni limite, non mi ha fatto nessuna paura, non ci ho capito un granché. E da lì mi sono dedicata ad altro, stupendomi costantemente della mole sia dei libri sia della fama di King. Quanti cazzo di alberi hanno tagliato per stampare i suoi libri? Sono responsabilità mica da ridere. Per quanto riguarda gli adattamenti cinematografici delle due opere, la mia perplessità si è acuita irrimediabilmente: uno che disconosce la versione Kubrickiana di The Shining e promuove attivamente quell’altra versione imbarazzante per la TV col bambino più orribile di sempre, non può che essere un cretino.
Comunque: kinghiana no, cronenberghiana sì. E se Cronenberg dirige un film, io lo vedo no matter what; Cronenberg è una garanzia, anche quando sbraga non può sbragare tanto tanto male. In questo caso, il fatto che il regista e altre cinque persone siano diventate matte a furia di asciugare il romanzo d’origine La Zona Morta (che chiaramente non ho letto) e trarne una sceneggiatura che non fosse convoluta e spossante mi è sembrato subito un buon segno. Il risultato, anche visto oggigiorno, mantiene il suo potere inquietante; lungi dall’essere il miglior film di Conenberg, ha comunque varie idee visive potenti. Il logo del titolo che compare a poco a poco, stagliandosi come una serie di “interferenze” irregolari sullo sfondo; lo strambo suicidio del serial killer e la vendetta della madre in una casa dalle luci fioche e livide; l’onnipresenza dele sequenze delle “visioni” di Johnny, che grazie alla loro mistione di piani temporali e alla presenza fisica di Johnny sulla scena, richiamano l’analogo gioco di realtà parallele di eXistenZ. Nonostante gli effetti speciali e qualche scena bella sanguinolenta, si nota che il budget non è altissimo; ma Cronenberg non si perde d’animo e si concentra sui volti brutti e instupiditi dei personaggi di una provincia gretta, meschina, ipocrita e pronta a cadere fra le braccia del primo arruffapopoli di turno che si butta in politica per loschi fini.
Il film non funzionerebbe se non potesse contare sul sempre magnifico Christopher Walken, dolente e confuso, vittima del proprio potere, tormentato da dilemmi etici e da un amore impossibile; la sua perfomance fa impressione per la quantità di tristezza che riesce ad esprimere anche col volto mezzo in ombra, i suoi sorrisi sono disarmanti e gli scoppi di violenza tanto incongrui quanto efficaci. Gli fa da comprimario uno strepitoso Martin Sheen nei panni del populista Stillson, con la sua parlata a mitraglia, l’ignoranza esibita e vari altri modi di fare tristemente profetici. Qualcuno si è divertito a mettere insieme questo video, e in effetti le somiglianze ci sono.
Brooke Adams è uno dei love interests più negativi della storia del cinema: la sua Sarah è brutta, stupida, ipocrita. Seduce e abbandona il povero Johnny ben sapendo di ferirlo. Si rende conto che Stillson è un cretino solo quando le rapisce il figlio. Non si capisce davvero cosa provi per lei Johnny, anzi forse la sua fissazione amorosa è essa stessa un segno di squilibrio mentale.
In breve, La Zona Morta mi è piaciuto ma non mi ha mai convinta a riprovarci con King. E’ una mia grossa lacuna, me ne rendo conto; ma la vita è breve e per ogni centinaio di pagine stampate c’è uno sguardo triste di Christopher Walken che mi convince di aver fatto la scelta giusta.
DVD-quote:
“Merito più del regista che dello scrittore”
Cicciolina Wertmüller, i400Calci.com
condivido sia la recensione sul film (bello e triste) sia l’opinione su King, con l’eccezione di IT che è un capolavoro anche se supera le 1000 pagine è uno scrittore troppo prolisso e con finali delle trame deboli.
Giù le mani da zio King. Alessandro da genova
Ho tutti i libri di Stephen King. ..lo adoro. .ho iniziato con “Misery” e non l’ho più lasciato! Il mio preferito comunque è “L’ombra dello scorpione”
Anche io adoro King, ho letto tutto di lui e mi affascina sempre! Specie nei romanzi lunghi (“L’ombra dello Scorpione”, come “IT” è un capolavoro).
Però è vero che spesso svacca nel finale.
E’ che L’incendiaria, effettivamente, è uno dei suoi libri deboli. Ne ha fatti, eccome. Il rovescio della medaglia è che, ovviamente, ce ne sono anche di ottimi. Il mio preferito? Christine. Peccato che poi il film non funzioni, con tutto il bene che voglio a Carpenter.
De La zona morta ho un bel ricordo, un film triste e sobrio. Senza fronzoli, senza effetti speciali (reali e metaforici), senza neanche la personalità dei Cronenberg migliori, va detto. Comunque bello.
“La zona morta” è il mio libro preferito di King. Il film l’ho visto parecchi anni fa e me lo ricordo poco ma le cose che dici sono tutte giustissime.
Lo vidi a 14 anni in piena fase Stephen King. Avevo adorato il libro, e ricordo che il film mi aveva molto deluso: l’avevo trovato banale e fiacco, come quasi tutto ciò che era tratto da King a parte Shining. Naturalmente all’epoca non sapevo chi fosse Cronenberg. Oggi lo rivedrei, con un’ottica completamente diversa.
Fun fact: La zona morta ha ispirato il Dylan Dog n. 27 “Ti ho visto morire”, e all’epoca trovavo che l’albo rendesse più giustizia al libro che non il film. Ma ripeto, avevo 14 anni.
Ma adesso pure Cicciolina, come Casanova, non puo’ fare a meno di buttare frasi in inglese, così perché fa bello?
Dai su, che la lingua italiana è bella e varia.
Sul film: me lo ricordo talmente poco che è come se non l’avessi visto. Ricordo solo una certa delusione (libro molto bello, cupo e nero come quasi ogni King anni 80) ma un mood azzeccato, forse più che altro per la faccia di Walken
E’ che le si sono ammosciate le tette, quindi ora compensa con l’inglese per apparire donna complessa.
Ma posso dire che anche se ho visto praticamente tutti i film tratti da King, non me ne è mai fregato neanche di striscio che siano stati tratti da King?
Per me ogni libro di King è buono solo per trarne delle sceneggiature, o come poggiapiedi per la tazza del cesso.
Per il resto leggo la rubrica “il mio Stephen King preferito al cinema” solo per ripercorrere la memoria di film megaspettacolari come la zonamorta. ( e <> un cazzo. )
e la zonamorta “non è uno dei migliori film di cronenberg….” un cazzo.
Interessante thriller paranormale tratto dal romanzo omonimo di King. Per essere scritta da lui, si tratta di una storia insolitamente semplice, asciutta e lineare che va diritta verso un finale (quasi) prevedibile. Anche la regia di Cronemberg è un po’ al di fuori del suo stile personale, generalmente molto più visionario. Walken è molto bravo ad esprimere le antitetiche sensazioni che il suo “dono” gli procura: la vita gli ha tolto l’amore e lo ha ricompensato con un potere che è anche una maledizione. Molto efficace anche il resto del cast , con uno Sheen forse eccessivamente caricaturale nella sua cattiveria, un buon Lom, una ingiustamente dimenticata Adams ed un valido Skerritt. Non male anche la colonna sonora di Michael Kamen .
Capisco che gli attori-feticcio possano passare inosservati (a meno che non abbiano il mento e lo sguardo di Bruce Campbell), ma Nicholas Campbell se la cava benino in questo film. È quello con le forbici, per chi non lo avesse notato.
> uno Sheen forse
> eccessivamente caricaturale
No, era solo avanti sui tempi. Le cose che escono dalla bocca di Trump…
Oggi sono vittima di un attacco di imbranataggine, o forse sto notando cose che avrei dovuto notare prima: che senso ha la casella con la frase “Segnalami i prossimi commenti via e-mail. Puoi anche iscriverti senza commentare”, se poi non è presente un campo per inserire il proprio indirizzo email quando si lascia un commento? Se avete già spiegato altrove la situazione, chiedo venia (e link).
Scusate ma mi sento in dovere di difendere King…premetto che la Zona Morta non l’ho visto, ma ho visto altri film tratti dai suoi romanzi-racconti come Le Ali della Libertà, Stand by me, Misery non deve morire, l’Ultima Eclissi e il Miglio Verde…per me dei capolavori. Qui il merito sta sia nello scrittore che nel regista, ma penso davvero più nella fantasia di King. Poi consiglio così la giusto per conoscere meglio lo scrittore, prima di criticarlo, la lettura di alcuni suoi racconti: Notte buia niente stelle e il Bazar dei brutti sogni….
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Best Comment Evah.
La cosa bella è che scrivi cose senza saperne nulla e la gente ti dà anche retta, io compreso…
Peraltro, senza avere letto il libro. #facepalm
Adesso posto su Facebook un saggio critico comparativo tra L’Odissea (che non ho letto) e Fratello Dove Sei? (che non ho visto).
La Zona Morta (film) in particolare rende una frazione della complessità del libro, e fa il compitino sfruttando le visioni di King. Paro paro. Poi per carità, va tutto bene.
Sì Sylvester, va tutto benissimo, ma anche no… Posso anche apprezzare una persona che critica aspramente un libro che io considero un capolavoro se questi il libro lo ha letto, ma qua siamo a livelli di demenza…
Io confondo sempre Christopher Walken con Willem Dafoe, e Bill Pullman con quello di Scemo e più Scemo,non Jim Carrey,l’altro.
Anch’io confondevo Christopher Walken con l’altro. Poi ho capito che Walken è Occhio Triste, l’altro gira col furgone a forma di cane, e da allora non li confondo più.
Confondere Pullman e Jeff Daniels capita a molti, pare. Anche a me, che pure non dovrei far fatica a distinguerli: uno è quello del discorso del 4/7 in Independence Day, l’altro insegnava ad Anna Paquin a pilotare l’ultraleggero in Flying Away Home ed era il protagonista di The Newsroom.
La cosa che piu’ mi ha colpito di Zona Morta e’ questo senso di disagio e Walken e’ PERFETTO nell’ incarnarlo. Comunque bel film.
la cosa che mi fa sempre incazzare da matti è che in critico qualsiasi dica peste e corna di qualcuno, uno scrittore in questo caso,è sembra sia verità assoluta. È solo il suo parere! Da parte mia assolutamente non condiviso. Adoro King! E non x i suoi horror,ma x quasi tutti i suoi libri . Ammetto che a volte è troppo prolisso,ma mi piace da matti come scrittore.Che dire dei film? Pochi gli hanno reso giustizia,a parte il Miglio verde! Pure il mio libro preferito è L’ombra dello scorpione.Leggete prima di criticare consiglio io
Prolisso fino al prolasso
Credo che nessun film possa rendere merito a King completamente. Rimane uno scrittore troppo difficile da ridurre per uno spettacolo di due ore. Chi non lo conosce provi a leggere Il gioco di Gerald o La bambina amava Ton Gordon. Non c’è bisogno dell’horror per inquietante…
Forse dovrebbe riprovarci Cronenberg. Se ha filmato l’infilmabile Pasto Nudo, potrebbe riuscire anche nel ruminare un romanzo di King e produrre un film guardabile e fedele allo spirito dell’opera che adatta.
Per stare a cagare spilli: “un cretino che disconosce Kubrick’ Shining” mi fa anche ammazza’ dalle risate, ma magari queste cose le leggo su La Repubblica. King ha detto una cosa precisa: Jack Torrance (Jack Nicholson, per capirci) nel film di Kubrick a differenza del libro non ha character arc. È psicopatico dalla prima scena e finisce pazzo come un cavallo. Siccome l’intera storia è questo labirinto di follia sempre più fitto, il percorso nel libro è molto più disturbante: Jack è un buono che viene corrotto. Mi spiace spezzare il cuoricino di Stanley, ma il film di Kubrick in questo senso è solo visivamente potente (cosa ampiamente riconosciuta da King), ma senza il vero motore della storia.
cicciolina non potevo non condividere tutto quello che dici su king, su cronenberg e su christopher walken del quale non riesco a non amare lo sguardo. la tua frase “Lettrice vorace, sì; curiosa verso l’orrore, sì; kinghiana, no. ” potrebbe essere mia. bellissimo film. mi ricordo anche di un dylan dog che lo omaggiava…
Ma che è ‘sta calata di sciroccate che devono difendere a tutti i costi King (come se lui l’avesse mai chiesto)?
Ma dove sta precipitando questo bellissimo sito?
Fai benissimo a snobbare King: scrittore pessimo e prolisso che fa cagare, capace di ammazzare a forza di descrizioni lunghissime e noiosissime anche la migliore delle idee di trama
Penso sia uno dei libri migliori di King, sostanzialmente perché, a differenza del film, le centinaia di pagine a disposizione sviluppano bene sia la credibilità di Stilson sia la dolenza dell’amore di Johnny (lei, nel libro, è più stratificata). Leggevo che a convincere Cronenberg, oltre a una serie di obblighi contrattuali, era stata proprio la storia d’amore.