Oggi per voi abbiamo un ospite speciale! Direttamente dalle pagine di Latveria is for lovers, bellissimo genovese, eccezionale musicista: Hipurforderai.
Nel 1985 nei cinema non è una novità il “fantasy” duro e puro, anzi, possiamo dire che per i film di racconti fiabeschi ambientati in pazzi mondi medioevali sia un anno splendido. Esce infatti Legend diretto da Ridley Scott e con un lanciatissimo Tom Cruise, Richard Donner porta sugli schermi Ladyhawke e tutti si innamorano giustamente di Michelle Pfeiffer, ma già anni prima Conan il barbaro aveva insegnato all’umanità che tizi vestiti di stracci e pelle, mostri, spade e compagnia bella erano e sempre saranno una figata.
Lo stesso anno in casa Disney succede un po’ di tutto, la vecchia guardia dei nine old men, ossia gli animatori e registi storici dei lungometraggi da Biancaneve in poi, stava andando in pensione, e i vertici amministrativi dell’azienda stavano cambiando. Non starò a tediarvi con la storia dirigenziale del colosso di Topolino degli anni ’80, ma questo influirà pesantemente proprio su Taron e la pentola magica. Il film infatti, tratto dal ciclo di romanzi fantasy Le cronache di Prydain di Lloyd Alexander (che non ho letto), viene lasciato in mano alle nuove leve dello studio con una totale libertà di manovra forte anche degli stessi registi del successo Red e Toby nemiciamici di qualche anno prima, ma quando viene presentato alla nuova dirigenza questa lo trova eccessivamente cupo e violento, arrivando a imporre una cosa impensabile per un film di animazione (in quanto costosissimo): un nuovo montaggio che ne ritarda di mesi l’uscita nelle sale.
Se nel cinema il mondo del fantasy ha sempre reso abbastanza bene, con l’animazione non era mai andato particolarmente d’accordo, tanto che Il signore degli anelli di Bakshi nel 1978 nonostante un buon risultato economico non aveva avuto un seguito lasciando a metà il racconto tolkeniano. Quando a luglio 1985 viene proiettata la nuova creatura Disney nei cinema americani è il disastro: bambini che scappano in lacrime terrorizzati, madri incazzate, fiasco totale. Taron e la pentola magica viene cancellato dalla memoria collettiva, tanto che non viene neanche rilasciato per il mercato dell’home video fino al 1998, anno in cui esce in videocassetta senza venire minimamente restaurato, tipo fondo di magazzino all’outlet della fantasia.
Nel 1986 ho cinque anni, sono felice e spensierato e ho ancora un’idea confusa di cosa sia il cinema, anche se da qualche mese sono stato iniziato al mondo dei cartoni animati. In quegli anni si usava rincoglionire i bambini con una cosa chiamata “mangiafiabe”. Erano musicassette con allegato un volume di poche pagine che raccontavano la storia di un film della Disney. Io ne avevo solamente uno e ovviamente era Taron e la pentola magica. Se vi dicessi che ricordo tutto di quegli anni vi racconterei una grande menzogna, ma una delle poche immagini che mi ritornano facilmente mi vede girare per casa con un mangianastri a pile e il libriccino a sentire e risentire l’avventura di Taron sognando avventure fantastiche su quei venticinque disegni che avevo a disposizione.
Se finora siete stati attenti quindi avrete già capito una cosa: Taron e la pentola magica è stato il mio film preferito dell’infanzia senza averlo mai visto e senza avere possibilità di vederlo data la mancata distribuzione in VHS. Signore e signori ecco a voi l’immaginazione di un bambino. Eppure sono bastati quei pochi disegni di scheletri, draghi, streghe e calderoni fumanti, e quel racconto concitato di AVVENTURA su una musicassetta gracchiante a fare di Taron il mio eroe.
Nel 1994 ho tredici anni. Gioco a Dungeons and Dragons con gli amichetti, ho una passione viscerale per i fumetti, i videogiochi e i film d’azione, in pratica sono un nerd e tramite un compagno di classe vengo introdotto nella cerchia di un suo cugino più grande, Alessandro, che di anni ne ha 16. La domenica mattina a casa di Alessandro c’è una sorta di messa pagana, un manipolo di ragazzini che vanno dai tredici ai diciotto anni si riunisce nel salotto di casa sua, perché oltre ad essere un ottimo dungeon master Alessandro ha una collezione MOSTRUOSA di fumetti, film e cartoni animati e si guardano videocassette, si parla di avventure di tizi in calzamaglia o di gente che si mena in paesaggi post-apocalittici, si lanciano dadi bizzarri e si provano i primi giochi per la neonata playstation. Un piccolo paradiso preadolescenziale di cui ricorderò per sempre quell’immensa libreria di VHS, e tra queste c’era una videocassetta registrata da quello che penso sia stato uno dei rarissimi passaggi televisivi di Taron e la pentola magica.
Il nastro era vecchio e si vedeva malissimo, e in mezzo c’erano le pubblicità delle girelle e del crystal ball, ma quanti possono dire di aver visto per la prima volta il loro film preferito dell’infanzia con dieci anni di ritardo quando erano praticamente alle soglie del liceo? E quel film era bellissimo, meglio di come lo ricordavo. Grazie mille Ale (anche se non ci vediamo dal 1996).
Taron e la pentola magica narra di un guardiano di porci che sogna la vita da cavaliere. La maialina a cui deve badare è capace di prevedere il futuro proiettandolo nelle pozzanghere, e il supercattivo della vicenda, l’effettivamente mostruoso Re Cornelius, vuole servirsene per recuperare un artefatto, la pentola magica del titolo, capace di sfornare ottime zuppe e di resuscitare un esercito di morti con cui distruggere tutto per governare su un mondo di rovine cenere e morte. Ovviamente Taron è un idiota e la porcellina viene rapita subito, e da qui inizia quella che sarebbe la più classica avventura di formazione di disneyana fattura con tanto di animaletto pelosino sempre in bilico tra il tenero e l’irritante (l’indimenticabile Gurghi), se non fosse che il tutto è ambientato in un mondo fantasy oscuro e pericoloso e che gli antagonisti sono terrificanti esseri scheletrici e draghi mostruosi.
Per capire quanto Taron e la pentola magica sia distante dal cinema per ragazzi di oggi basta guardare la scena del rapimento della maialina: il giovane eroe distratto dal primo incontro con Gurghi accorre verso le urla della bestia che avrebbe dovuto proteggere, questa è in una buia radura, accerchiata da due draghi dall’aspetto terrificante (per un bambino in età prescolare). Taron prova ad accorrere in suo aiuto mentre tutta la disperazione del piccolo mammifero da prosciutti viene enfatizzata in un inutile e straziante tentativo di fuga non riuscito. L’eroe finisce a terra mentre i cattivi portano in volo la maialina verso l’oscuro castello di Re Cornelius e quando Taron si rialza dalla polvere ha il volto deformato dal terrore e segnato da un labbro sanguinante. Sangue per bambini gente! Ma nemmeno nei film Marvel ci sarebbe più una scena simile.
E vogliamo parlare del fatto che l’unico modo per fermare questa apocalisse horror è un sacrificio umano? La soluzione al problema “pentola malvagia” infatti è quella di immolare la propria vita volontariamente per il bene comune. La morte che porta la vita, il sacrificio estremo, roba da tutti i giorni in un film per bambini.
Il momento più ganzo però è la resurrezione dell’esercito di scheletri guidato da Cornelius (avevate dei dubbi sull’eventualità che la pentola finisse in sue mani?), una scena di una potenza visiva sensazionale, e i non-morti messi su schermo sono di una bellezza senza paragoni, roba che riuscirà a replicare giusto Raimi quasi dieci anni dopo con L’armata delle tenebre.
Altra caratteristica quasi inconcepibile per un film Disney è la totale assenza di canzoni, nonostante la meravigliosa colonna sonora composta da Elmer Bernstein (I magnifici sette, Ghostbusters e una marea di altre figate). Immaginate Frozen senza le canzoncine e pensate quanto vivrebbero meglio i genitori di bambine femmine in questi ultimi anni.
Taron è un fiasco totale. La sceneggiatura ballonzola (ovviamente a guardarla senza gli occhi dell’amore il discorso del maiale magico sembra un po’ una cazzata e viene anche tralasciato prima della metà del film in quanto totalmente obsoleto al procedere della trama), l’immaginario è troppo cupo e adulto per i bambini e troppo poco maturo per i grandi, che negli anni ottanta non andavano al cinema a vedere i cartoni animati se non costretti dalla prole, i mostri sono realmente spaventosi e i cattivi non hanno e non vogliono nessuna possibilità di redenzione o di empatia, le situazioni pericolose in cui si trovano i protagonisti sono portate all’estremo, e il classico momento commuovino da film Disney sul finale è tanto eroico quanto straziante. La critica lo ignora, il pubblico terrorizzato lo disintegra, tanto da finire dietro al botteghino USA a abomini agghiaccianti tipo Gli orsetti del cuore, roba che nessun revisionismo potrebbe mai rivalutare.
Eppure Taron e la pentola magica non voleva essere un folle suicidio commerciale, anzi, ce la mette tutta per piacere. È stato il primo film d’animazione a utilizzare la Cgi, e infatti i primitivi effetti di computer grafica presenti nel lungometraggio sono ancora oggi affascinanti, e ha provato a creare un nuovo immaginario infantile con una imprudente iniezione di coraggio ma con pochissima fortuna, tanto che tra gli art director del film c’era un giovanissimo Tim Burton, che su quel tipo di atmosfere ci ha costruito un’intera carriera, anche facendo film destinati al pubblico dei più piccini come Nightmare Before Christmas con un successo incredibile (nonostante Renato Zero). A differenza di Brisby e il segreto di Nimh di cui parlava la dottoressa Wertmuller il livello di “vediamo di traumatizzare ogni singolo bambino che vedrà questo film” non è così elevato come l’atmosfera del film potrebbe far intuire, ma il pubblico del 1985 non ne ha voluto sapere dell’avventura di questo bizzarro guardiano di porci, e ancora oggi sono in pochi ad amare questo film, obsoleto per le nuove generazioni e che difficilmente può andarsi ad inserire nel grande business della memoria degli attuali trentenni/quarantenni.
Io amo questo film dal 1986 senza nemmeno averlo visto, ma avendolo solo letto e sentito, lo adoro dal 1994 quando finalmente l’ho potuto anche vedere e l’ho trovato bellissimo, lo idolatro dal 2010 quando finalmente è uscito in una versione decente in DVD in occasione del 25esimo anniversario.
DVD-quote:
Era già il mio film preferito prima ancora di vederlo.
Hipurforderai, i400calci.com
Aaah, la rubrica (sottoutilizzata ma mai dimenticata) “Traumi infantili”!
Vi dico solo che il mio primo cane su chiamava Gurghi.
non ho mai capito perchè da ragazzino, pur essendo appassionato di fantasy, d&d ecc.ecc.. io l’abbia sempre snobbato.
forse perchè lo beccavo in tv già iniziato, o forse più probabilmente perchè già dal titolo trattasse di una pentola (una pentola! sigh!) e non di uno spadone o una mazza ferrata assassina, il che mi faceva immaginare fosse una bambinata.
“Taron e la spada della morte” mi avrebbe comprato subito ad esempio.
mea culpa.
Avevo il puzzle da piccolino (mi sa che abbiamo supeprgiu la stessa età) e anche io mi innamorai follemente del cartone senza averlo mai visto.
Qualche anno dopo vidi in una sala giochi il cabinato di Dragon’s Lair e quei disegni mi portarono al mio puzzle preferito dell’infanzia.
Con l’avvento dell’Internet una delle mie prime ricerche su Altavista fu “Taron Dragon’s Lair” e scoprii che il disegnatore era lo stesso, Don Bluth, artefice anche dei disegni dello splendido Space Ace.
Con l’avvento dell’adsl poi, alla tenera età di 22 anni, indovinate quale fu una delle prime cose ricerche sul muletto? Esatto… e non era neanche un porno con l’audio fuori sincrono!
Niente, mi hai fatto scendere la lacrimuccia con questo post :’)
a proposito..a quando uno speciale sul fantasy dell’epoca?
oltre ai mostri sacri già citati (Conan, Legend..ecc) ricordo che con pochissimo senso critico mi facevo piacere le peggiori monnezze
Roba tipo Paladini (ricordo ancora i alcuni fantastici elmi, tra cui quello con le corna da ariete) o the barbarians (con 2 gemelli barbari muscolosi, cloni di Conan)
2 gemelli barbari muscolosi, Natalia Boa Vista di CSI Miami, e lo iettatore di Avanti Un Altro!, per essere esatti ;)
prova a scrivere sul motore di ricerca: “nispelismo e barbarie”
sul film poco da aggiungere, la disney giusta.
Sono del 1982, è ricordo indelebile della mia infanzia.
Se cerco a casa dei miei di sicuro trovo il libro illustrato del film.
Mi sbaglierò, ma è probabile che quelli della Disney siano andati sullo sword ‘n sorcery, con poi quella palette di colori e con quel cattivo fatto così, perché He-Man and the Masters of the Universe stava spaccando il culo ai passeri.
Io la VHS l’ho sempre avuta in casa (duplicato di una copia noleggiata, come si usava), ma non sono mai riuscito a portarla a termine. Ogni volta mi spaventavo troppo e interrompevo.
Non giudicatemi, rimarrà sempre questa macchia sul mio curriculum di bambino disney fan.
MACCOSA
Oggi va così.
Visto per la prima volta una decina di anni fa, lessi un parere entusiasta di Taron sul forum di Nocturno e corsi a recuperarlo e diamine che bello. Certo da bambino, per com’ero impressionabile penso lo avrei accantonato dopo pochi minuti, vederlo con cognizione di causa è stata una gran sorpresa.
Visto che hai nominato red e toby nemiciamici, io l’altro giorno lo beccai su sky cinema e lo guardai così, senza motivo, perché non avevo nulla da fare. Nonostante sia la classica storiella per bambini stile disney anche lì c’erano un paio di scene di violenza domestica che forse oggi non farebbero passare così facilmente. Tipo il cacciatore che per inseguire la volpe spara sull’auto della vicina che sta trasportando il latte, lei scende gli toglie il fucile di mano e gli spara sulla macchina. Oppure quando lo stesso cacciatore fa irruzione proprio nella casa della vicina col fucile spianato per uccidere la volpe. Alla fine il cacciatore in questione non è nemmeno designato come il personaggio cattivo, è solo un burbero vecchietto con un pessimo carattere e alla fine riesce anche ad andare semi d’accordo con la vicina. Insomma, una visione dell’america rurale quasi realistica e un pò critica che i film di oggi faticano ad avere.
Visto a cinema al tempo dell’uscita: entusiamo alle stelle! Anche perchè a 8 anni delle debolezze di sceneggiatura e simili ne capivo una mazza, ma gli scheletri morti in un cartone! Diamine, un mondo nuovo che si apriva! Non mi ritrovo però sulla non distribuzione in vhs: pochi anni dopo ne avevo già una copia piratata da non so dove con la classica didascalia/marchio in basso a sinistra “CWD”, buia come la pece in cui le scene più scure dovevo per lo più immaginarle.
Non ho approfondito, o forse ho capito male ed era solo artefice del videogame, ma se davvero nel cast c’rera anche Don Bluth, Tim Burton mio metiti a destra che passano quelli seri!
Ce l’avevo anch’io in versione Mangiafiabe! Il mio preferito assieme a Brisby e il segreto di Nimh!
Visto al cinema quando uscì, avevo dieci anni. Eravamo in quattro gatti e questo faceva presagire che non stava avendo un gran succcesso. Non l’ho mai più rivisto, forse qualche scena durante un passaggio televisivo, eppure ricordo con emozione la scena degli scheletri e gli effetti CGI, e ricordo che ne scrissi persino una recensione nel giornalino di classe delle medie. La prima e ultima recensione che ho scritto in vita mia.
L’ho adorato, ma l’ho visto solo da adolescente e da adulto
Da bambino, mi avrebbe terrorizzato a tratti, ma lo avrei amato lo stesso ^^
Vorrei proprio leggerli, i libri che hanno ispirato i film. E comunque, non mi aspettavo che nel 1985 fossero così “moige”, negli USA. Non sapevano godersi la vita. ;)
Io dico solo grazie per i bellissimi ricordi che hai risvegliato come una madeleine proustiana.
Sniff!
Colpevolmente, ricordo la pubblicità e i trailer quando usci al cinema, ma anche per me è sempre rimasto nel limbo.
Forse fuperche mio padre era rimasto traumatizzato dall’avermi portato anni addietro a vedere red & toby e non mi porto mai a vedere questo.
Poi negli anni successivi nn capii mai perche era “scomparso” dai vari radar disney…e ora mi è chiaro…
I film d’animazione Disney erano tappa abituale, all’epoca avevo 6/7 anni, ogni volta che transitavano nelle sale della mia cittadina…quasi sempre a Natale.
Era una sorta di rito familiare (cugini, cugine e zie)…ma Taron lo andai a vedere solo con mia mamma. Uscii dalla sala in stato estatico…non mi sembrava vero di aver visto demoni, draghi, spade magiche, scheletri, streghe, magie, ricchi premi e cotillon in un film Disney SENZA canzoncine “abbotta balle”!
Più tardi, negli anni, lo intercettai in videoteca (sigh!) ed ovviamente non manco la duplicazione su VHS da 120.
E’ ancora presente nell’armadio della “cameretta” a casa dei miei!
Bei ricordi, bei momenti…
P.S.
A Latveria era tutto fermo da quasi un anno, felice che la citazione sia servita a far battere ancora quel cuore!!!
Visto all’epoca, io ero gia’ grandicello per spaventarmi (11 – 12 anni), ma mi ricordo mio fratello piu’ piccolo di 5 anni e i cuginetti terrorizzati, scene di bambini in lacrime che pregavano le mamme di uscire dal cinema.
Gia’ solo per quello: mi-ti-co!
Per me la vera Disney finisce qua.
Poi sara’ solo furbizia, ruffianeria, disegni di cattivo gusto, colori pastello e canzoni di merda. Con poche isolate eccezioni (Mulan, Lilo & Stich, forse Alladin).
Visto da bambino al cinema con papa’ ai tempi dell’uscita, cosi’ come Labyrinth. Traumi infantili e notti di incubi a seguire, ma penso proprio che la mia mai sopita passione per il macabro e lo strano sia conseguenza di quelle visioni li’.
Avevo il vhs, come ce l’avevo di praticamente tutti i classici disney. Piccola parentesi, ora la disney è il peggior mostro dell’industria cinematografica, probabilmente lo è sul serio, ma sul versante film d’animazione ha tirato fuori un gran numero di veri capolavori nel corso dell’ultimo secolo, e ogni tanto ha provato anche a uscire dal sentiero delle principesse sfigate, con risultati alterni ma anche con qualche picco vero e proprio. E la violenza, anche se solo suggerita, non è sempre stata poi così tabù. Basti pensare a Bambi, al terrificante Dumbo, ad alcune sequenze di Fantasia. Questo Taron fu una vera e propria sperimentazione in campo fantasy-horror. Io avevo la vhs del ’98 e la adoravo, la scena del risveglio degli scheletri ce l’ho impressa in mente da venti anni e resta uno dei momenti cinematografici della mia vita. Fallì, perché la gente dalla disney si aspetta le principesse stronze, e quando esce roba tipo questo (ma anche Atlantis, bellissimo, altro floppone recente) resta disorientata. Era probabilmente troppo strano per l’epoca, soprattutto perché la disney del periodo era molto fossilizzata su film abbastanza standard fatti con lo stampino. Tanto è vero che negli anni successivi il famoso “rinascimento disney” si sarebbe basato di nuovo sulle canzoni, sulle principesse rincoglionite e sulle fiabe morali. Con qualche bellissima deviazione (tipo il drammaticissimo Gobbo di N.D.).
Sarebbe interessante vedere produzioni animate mainstream (occidentali) un po’ più “adulte”, ci aveva provato la dreamworks col tema biblico a cavallo del 2000 ma mi sa che non era andata benissimo neanche a loro.
il momento “bambini cagati addosso” non era poi una peculiarità di sto film eh, ma di sicuro questo aveva esagerato un pochino e nella mia testa un buon 50% degli spaventi erano dati dal magistrale commento musicale: una roba orchestrale potentissima a sottolineare i momenti più dark che ti rimanda diretto col pensiero alla notte sul monte calvo. Ecco secondo me buona parte dell’ansia era incrementata da questo, ad esempio robe di soldati morti già se ne erano viste con asterix anni prima (i legionari delle 12 fatiche) ma tutto si risolveva ad uso ridere senza la gravità ansiogena di taron. Sarebbe anche interessante stabilire quali siano le origini dell’idea dell’uso di schiere infernali e perché ricorrano a più riprese da quella roba degli anelli fino ai pirati dei caraibi per dire, passando per Raimi. Però erano davvero anni magici; tra questo, il già citato figlio di puttana skeletor vs he man e il cabinato di altered beast dove prendevi a cazzotti gli scheletri sfarinandoli e c’erano uomini lupo a caso. Ma signori, il vero tocco assurdo di questo lungometraggio disney, la vera roba fuori di senno era quella di tentare di imbastire un mcguffin con un porco dotato di arti divinatorie. Cioè è proprio una roba talmente fuori di testa che non sta nè in cielo nè in terra. Roba che fossi stato alla disney all’epoca l’avrei buttato fuori sui mercati arabi così, giusto per ridere
Come vedo avevo gia’ scritto nei commenti della rece di “Brisby e il segreto di NIMH” secondo me “il momento bambini cagati addosso” e’ anche una questione di contesto.
Si usciva dalla grande anarchia creata dell’invasione dei cartoni giapponesi in TV. Tutti i bambini italiani si erano fatti le ossa con secchiate di ultraviolenza e personaggi creepy. Che volete che fosse una maialina rapita da due draghi in confronto a una qualsiasi puntata de l’Uomo tigre, o praticamente una qualsiasi altra serie giappa non per bambini (ma anche quelle) del tempo?
Pero’, appunto, Taron era Disney. Il tipo d’animazione, i colori, i personaggi rimandavano ad un immaginario in fin dei conti bonaccione e tranquilizzante, o comunque ben lontano dalle inquietudini giapponesi. E quindi, boh, forse quei momenti dark colpivano perche’ erano in un contesto in cui non te li aspettavi.
E’ come tipo vedere una testa che esplode in un film di Cronenberg o vederla in una puntata di Don Matteo. Nel primo caso e’ normalita’, nel secondo sarebbe un evento destabilizzante anche per lo spettaore scafato.
Anzi, qualcosa del genere e’ successo: non so se qualcuno si ricorda quando negli anni 90 la Rai mando’ per sbaglio una puntata “hard” (giuro) de “Il commissario Rex”, ispirata a “Basic Istinct” (giuro), con scene di sesso esplicite e morti ammazzati male (ri-giuro). Io la vidi per caso e ovviamente era all’acqua di rose rispetto ai film che vedevo, pero’ ci rimasi comunque di sasso. Tanto che appunto ancora me la ricordo.
Io mi ricordo che una mattina la Rai mandò in onda un filmetto con la Le Brock una mattina al posto di un programma per famiglie:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/12/01/ore-10-il-porno-western-in-tv.html?refresh_ce
Mi è partito il commento anonimo…
Si ma Renato Zero quando canta ‘Re del blu re del mai’ vale da solo la visione di Nightmare Before Christmas, eh.
Il problema di NBC in italiano non era tanto la voce di Renato Zero quanto l’adattamente un po’ traballante di certi testi secondo me, in italiano le canzoni suonavano strane e certe volte non tornava la metrica. Zero a quanto ricordo ci stava alla grandissima come doppiatore.
Uno fra i miei film Disney preferiti; più in generale tutte le cronache di Prydain di Alexander mi hanno aiutato a innamorarmi del fantasy (azione+divertimento+stranezza… come fa un bambino a resistere?)
Insieme a Brisby era il mio cartoon dark preferito. Io lo conobbi nel tuo stesso anno ma con una cassetta registrata nientepopodimeno da quel criminale (genio) di mio padre. Probabilmente è lo stesso passaggio tv (la mia registrazione non aveva neanche i titoli di testa) Le canzonicine tipo musical le ho sempre trovate stucchevoli nei film disney, infatti i miei film preferiti sono sempre quelli con meno canzoni. L”unica nota particolare è che quando vedi l’animazionr ripulita e restaurata perde un po quel fascino delle visioni da bambino, scure e con le righe, ma coprivano un po le tracce dei disegni non pulitissimi e rifiniti. Comunque grande classico per palati fini
Lo vidi al cinema in prima visione a quindici anni… Ora, sarà anche per l’orario assurdo che avevo scelto ( lo spettacolo delle 18,30, che adesso pare normale ma allora era follia pura ), sarà perchè la gente non aveva capito il prodotto, resta il fatto che nel cinema c’ero SOLTANTO IO. Da solo. In tutta la sala. Una figata pazzesca per chi come me ha sempre detestato la folla al cinema. Mi sono goduto tutto il film, che ho trovato fighissimo oltre i limiti del ragionevole, superato solo da Heavy Metal, senza nessun bambino rompiballe che piangeva o gridava, ho perfino cambiato poltrona sei volte per trovare la visuale migliore, e durante i titoli di coda sono andato fin sotto allo schermo per toccarlo. Una delle migliori esperienze cinematografiche dlla mia adolescenza… ;-)
Io sono nato nell’85, ma ricordo di aver avuto la VHS (originale) di Taron prima del ’98. Magari mi sbaglio e la comprammo poi, devo controllare a casa dei miei, avevo però il libro illustrato (senza audiocassetta).
Mio al deiuan!
Cioé, appena ho tempo lo recupero che non l’ho mai visto…
Cazzo… quella cassetta audio l’avevo anch’io :D !
Grazie, solo grazie, lo stavo cercando da tempo immemore. Ma non credo che lo riguarderò, la scena del sacrificio di Gurghi penso mi abbia fatto piangere più di tutte le volte che ho mai pianto in vita mia combinate x10.
Io penso di essere uno di quelli che si sono lasciati ingannare da un titolo banale come “la pentola magica” (che brutta traduzione di “Black Cauldron”). L’ho finito di vedere in questo istante, per uccidere la noia da influenza, e l’ho adorato. Non mi capacito di come Disney abbia potuto produrre un film del genere. Früher einmal war alle besser
Ma il ragazzetto ha in mano l’atlantean sword di Conan ? XD bell’articolo comunque, mette curiosità di vederlo
Mamma mia che reliquia che hai tirato fuori!!Avendo avuto anche io 5 anni all’epoca, ho vaghi ricordi di questo cartone. Credo di averlo visto perche’ mi suona il cattivone con la pentola, il maiale, gorghi. Anche se la prima impressione che ho avuto guardando la copertina in questo post credo sia la stessa che ho avuto all’epoca: la copia povera della spada nella roccia. Anche se poi basicamente i due c’entrano niente.
Mi riporta a quando ero bimbo, avevo anche il libro adattato per bambini con le immagini tratte dal fil d’animazione…. Bei ricordi.
Lo andai a vedere da solo al cinema a 14 anni (ero già un piccolo asociale), e ad onor del vero non ne ho un gran ricordo: ero troppo grande per spaventarmi (del resto ero cresciuto a cartoni giapponesi, e al confronto con robe tipo l’Uomo Tigre o anche solo le catene di Mimì e del suo sadico allenatore era acqua fresca), troppo piccolo per apprezzarne il lato fantasy (Tolkien l’avrei letto solo alcuni anni dopo), le musiche o la primitiva CGI. L’unica cosa che mi è rimasta veramente impressa è quanto irritante era Gurghi, praticamente era Jar Jar Binks ma piccolo, peloso e rilevante ai fini della trama…