E insomma, qualche tempo fa scopro praticamente per caso che c’è in giro questo action con Jessica Chastain, John Malkovich, Colin Farrell e, in ruoli minori, Common, Ioan Gruffudd e Geena Davis. Si chiama Ava e ne sono immediatamente, irresistibilmente attratto, perché quando un film ha un cast del genere e non ne parla NESSUNO, deve esserci sicuramente dietro una storia fantastica. Quando poi salta fuori che hanno finito di farlo nel 2018 e sono passati due anni senza che nessuno lo volesse distribuire… vabbè, ma di cosa stiamo parlando. Sarà pure vero che ogni tanto ci capita di scoprire una perla nascosta, un gioiello passato colpevolmente inosservato, ma guardiamoci in faccia: quando un film puzza così tanto che l’unico cinema in cui riescono a proiettarlo è in Ungheria, quando serve una pandemia mondiale perché la gente sia così affamata da convincere un servizio streaming minore a distribuirlo on demand, o è l’ultimo film di Woody Allen o puzza così tanto perché è la merda vera.
E non so se capita anche a voi, ma io quando vedo una cosa che è così platealmente un disastro ferroviario, devo averla a tutti i costi.
Di cosa parli è chiaro senza neanche leggere la trama, basta vedere la locandina: Jessica Chastain è Ava ed è un’assassina (per conto di chi? Le possibilità sono le solite tre: del governo; di un’agenzia paragovernativa immaginaria con un nome fascistoide tipo “La Fermezza”; di un’organizzazione paramafiosa con un nome ultra generico tipo “L’Organizzazione”) (la tre), John Malkovich è il mentore, Colin Farrell è il cattivo, Common è un tizio di colore (forse un altro assassino, forse un alleato, forse il love interest) (la tre). Come in tutti i film di questo tipo, Ava è la migliore in quello che fa, fino al momento in cui non lo è più. Qualcosa è andato storto durante la sua ultima missione (ha scoperto qualcosa che non doveva sapere? ha ucciso la persona sbagliata? ha avuto un rimorso di coscienza?) (la tre) e ora la sua stessa organizzazione le dà la caccia. Ava è in fuga, fino al momento in cui non lo è più, perché il terzo atto prescrive che l’eroe passi al contrattacco.
Chiariamoci, non è tanto il fatto che non ci sia un briciolo di novità in un soggetto che pare uscito dal più automatico di tutti i generatori automatici, quanto l’arroganza (e l’ignoranza) di chi crede che basti questo. Perché Ava, in un senso più ampiamente “cinematografico”, è davvero tutto qui. È il genere di film che puoi aspettarti da gente che ha visto Lucy, Salt, Haywire e non ha capito cosa era andato storto. Oppure ha visto Atomic Blonde e ha ha detto “beh ma che ci vuole? Posso farlo anch’io!”.
L’idiota in questione si chiama Matthew Newton, un tizio (giuro che non sto esagerando a uso ridere) famoso perché picchia le donne. Ava è il suo progetto, sua è la sceneggiatura e sua doveva essere anche la regia, fino al momento in cui non lo è stato più. Sapete come va in questi casi: un po’ di gente aveva iniziato a criticare Jessica Chastain, una delle attrici di Hollywood più attive e più vicine alla causa femminista, suggerendo che potesse suonare un po’ ipocrita battersi a parole contro la violenza sulle donne e poi essere culo e camicia (è anche produttrice) con un noto picchiatore di donne. Fortunatamente — e con gran classe, mi permetto di dire — sia il problema della violenza sulle donne sia quello dell’ipocrisia di Jessica Chastain sono stati risolti per sempre togliendo il film a Newton e mettendolo in mano a Tate Taylor. Tate Taylor che, esattamente come Newton, non ha nessunissima esperienza col genere action, ma almeno non picchia le donne (o, se lo fa, non si è ancora fatto beccare) e in più ha già lavorato con Jessica Chastain il che lo rende “affidabile”, immagino. “Affidabile” è molto meglio di “saper girare una scena d’azione”, no?
In un’ora e mezza di showcase costruito attorno alla pretesa di far passare Jessica Chastain per Charlize Theron, l’unico momento in cui si rischia di provare qualcosa è la scazzottata geriatrica tra Colin Farrell e John Malkovich, e quello che si prova è un sincero “accipicchia, di spalle le loro controfigure sono quasi credibili!”. Per il resto, solita solfa: stunt fiacchissimi, zero fantasia e montaggio frenetico che fa i salti mortali per dare l’illusione che attori ingessati come delle statue di gesso si stiano effettivamente muovendo con velocità, potenza e coordinazione. Caratteristiche, peraltro, importanti solo fino a un certo punto visto che alla fine Ava è una donna assassina e quindi uccide nell’unico modo che un uomo riesce a immaginare: si veste da troia, seduce il suo obiettivo e lo fa secco quando abbassa la guardia.
Anzi, sapete che vi dico? A un certo punto chiamare Ava un film action non è neanche più corretto, è in qualche modo ingiusto nei suoi confronti. A guardarlo bene, Ava è un dramma famigliare su una ex tossicodipendente che vuole ricucire i rapporti con la propria famiglia; a margine c’è il fatto che questa ex tossicodipendente sia una super killer in fuga, perciò, tra un dialogo riconciliatorio con la madre assente (Geena Davis) e uno strappalacrime con la sorella che ha perso la fiducia in lei, può capitare che faccia a botte e si spari in faccia con qualche stronzo, ma si vede che non era quella la priorità. Attenzione: anche come dramma famigliare Ava è un film di una banalità e una noia soverchianti. Non vorrei passasse il messaggio errato che, inserito nel genere a cui realmente appartiene, il film abbia qualche qualità che lo redime. Ma è davvero importante sottolineare che viene presentato come action, con tutti i crismi dell’action, a partire da Jessica Chastain tutta rossa e tutta sexy che impugna la pistola con l’aria di chi sa come usarla — ma non è questo. Ci prova un po’ all’inizio, poi cambia idea, per la maggior parte del tempo i personaggi stanno seduti a parlare dei loro sentimenti.
Abbastanza emblematico in questo senso è il ruolo di Common. Ce l’avete presente Common? Per essere un rapper che ogni tanto si presta al cinema, non si era comportato male in John Wick 2. Uno a questo punto si aspetterebbe qualcosa di simile, niente di sconvolgente, niente di troppo eccentrico, ma un paio di cazzotti li faranno tirare pure a Common, no? Ecco, no: Common fa l’ex fidanzato di Ava, che ora sta con sua sorella. La sua storyline all’interno di un film “d’azione” è che è un po’ combattuto tra la sua attuale compagna e la sua ex — in più ha una storiaccia di debiti in un casinò/discoteca/chiesa sconsacrata gestita da Joan Chen (quella di Twin Peaks!) che non c’entra veramente niente con tutto il resto e si vede proprio che quando hanno scritto questa parte avevano appena visto John Wick e gli era partito il trip del mondo segreto criminale fatto di luoghi underground ma super stilosi tutto regole astruse e divani di pelle.
Forse l’aspetto più esilarante di Ava è l’evidente volontà di porre le basi per un franchise quando non riesce a stare sulle sue gambe neanche come episodio stand-alone: questi timidi accenni di worldbuilding, i personaggi introdotti e poi lasciati lì inutilizzati, per non parlare del finale aperto apertissimo, fanno pensare a un seguito già scritto che grazie al cielo nessuno vedrà mai.
Ma cosa gli era venuto in mente? Cosa li aveva resi così sicuri di sé da pensare che questa pallida imitazione di un film potesse dare origine addirittura a una saga? Cosa era venuto in mente a Jessica Chastain? Ma l’ha mai visto un film prima d’ora?
Sul suo talento come attrice, dopo Bigelow, dopo Aaron Sorkin, credo non ci siano dubbi. Poi però la vedi in film come X-Men: Dark Phoenix o Il cacciatore e la regina di ghiaccio e ti chiedi: ma non ce l’ha qualcuno che le vuole bene che l’aiuta a scegliersi i film? Non ce l’ha un amico che le dica “questa è una merda che puoi anche evitare di pestare”? Com’è possibile che una che quando non sta girando passa il tempo a lottare per i diritti delle donne a Hollywood, per una più giusta rappresentazione, per porre fine alle violenze e all’omertà, sia finita a lavorare con uno che dal 2006 a oggi sono più le donne che ha mandato all’ospedale dei film che ha diretto?
Oh, magari sei convinta di avere tra le mani il prossimo Quarto potere, ci sta che i tuoi principi vacillino e da “lotta dura senza paura” passi a posizioni più moderate come “bisogna separare l’uomo dall’artista”. Ma per un film come Ava? O sei in cattiva fede, o sei idiota. E in entrambi i casi, che figuraccia.
Quote che non serve a niente perché questo film non lo vuole distribuire nessuno:
“Che figuraccia”
Quantum Tarantino, i400calci.com
mio dvd quote: “ava, come lava!”
Cavolo, sto film avevo iniziato a vederlo tipo un mese fa, ne avevo visto forse meta’, ho interrotto per un qualche motivo… e poi ne ne ho completamente dimenticato l’esistenza fino a questa recensione.
A onor del vero fin dove l’avevo visto mi pare non mi fosse dispiaciuto, anche se forse lo stimolo “vediamo dove vogliono andare a parare” non e’ dei piu’ fichi.
Comunque per me in Knockout / Haywire non era andato storto un bel niente…. a parte quella sensazione che provo con TUTTI i film di Soderbergh che manchi sempre un qualcosa (la chiusura di un arco, un atto narrativo, una sequenza davvero memorabile) per dare vero senso e carattere alle storie che racconta.
Il mio esame della prostata è stato più coinvolgente( e decisamente più interessante di quanto mi aspettassi) di questa roba qua….😆
Oh capisco, l’assassina in incognito è la figlia della protagonista di Spy (gomitino, gomiitino, strizzatina d’occhio).
Il senso di questo film è che o hai del nero da smaltire o dollari da riciclare.
@quantum, Jessica vuole rilanciare il sodalizio con Kinberg.
Ne parlavano qualche tempo fa come un progetto venduto a fior fior di quattrini. Vedremo.
https://en.wikipedia.org/wiki/The_355#:~:text=The%20355%20is%20an%20upcoming,Sebastian%20Stan%20and%20%C3%89dgar%20Ram%C3%ADrez.
Alla triade di grandi film di Jessica in cui rimette a posto maschi bianchi etero aggiungerei Miss Sloane
Questo Newton ha menato Hellcat, sarebbe anche in parte.
che accozzaglia di gente di menare poco credibile…la roba più calciata che ha fatto Colin Farrell è ancora Tigerland che son passati mille anni…poi calcista con panza e baffo in true detective 2 e lì non era male…il nero comparsata di menare nel John wick orripilante in gita alle terme romane…che roba inguardabile…La tipa vabbè è lì per l’assegno mentre John vabbè può fare quel che vuole direi che per quanto possa far pena sto film non credo che possa ledere eccessivamente la sua dignità.
non era una risposta ho sbagliato a strucare il buton, sorry
Ho visto Jessica allontanarsi da questa recensione col cappuccio tirato su
OT – Una richiesta: potreste spostare il tasto ‘rispondi’ a sinistra? Mi piace leggere le vostre recensioni e pure tanto i commenti, ma puntualmente mentre scrollo per leggerli pesto col pollice ‘rispondi’ e mi si aprono le caselle, il tastierino del telefono, il reCAPTCHA con le fotine dei semafori… sta cosa mi ammazza un po’ il flow.
Credo succeda a tutti, anzi è impossibile che non succeda a tutti. Tranne ai mancini… boh spostatelo al centro.
concordo :D
La scelta dei film di Jessica Chastain si spiega col fatto che, pur essendo un’ottima attrice, è scema come la merda (dare una sbirciata al suo profilo Twitter per rendersene conto). Ha lo stesso acume del personaggio che faceva in The Help (o forse anche meno).
P.S: Comunque, i film di Woody Allen non sono così nascosti come sembra (o meglio, come vogliono far credere alla woke generation), in realtà si trovano facilmente ovunque nelle piattaforme streaming.
“è scema come la merda (dare una sbirciata al suo profilo Twitter per rendersene conto). Ha lo stesso acume del personaggio che faceva in The Help (o forse anche meno).”
Ahahahahah ti confesso che mi piacerebbe saperne di più visto che non seguo Twitter.
Insomma è un lacrime strappa storia più che un action