Sono sicuro che siete tutti bravi a scovare i film che imitano The Raid. Quelli che rubano soluzioni, le mascherano e le riciclano magari in altri contesti. Bravi. Ma non siete bravi a sufficienza da fare un film identico e chiamarlo il raid russo. Quindi ecco a voi: Russian Raid.
Il sottile doppio senso è che quello raccontato è un raid di russi contro i russi in cui si nomina più volte il periodo degli anni ‘90 con un filo di nostalgia per quel caos e quella violenza lì. È un film per certi versi di tradizioni perché il principale menatore del film mescola violenza a balletto (alcune mosse paiono proprio passi di danza e sono violente e delicate) quindi ci sta che sia il raid russo.
Ma ci sta soprattutto perché è la storia di un gruppo di persone mandate in una fabbrica a prenderne il possesso e che dentro trovano un consiglio di amministrazione fatto di energumeni armati fino ai denti (davvero, non è una mia esagerazione). Loro invece sembrano “un gruppo di amici della palestra” come dicono ad un certo punto, perché arrivano tutti con le tute e sono esaltatissimi all’idea di menare tanto.
Ma andiamo con calma e mettiamo per terra i punti della trama. Il gruppo è guidato da un leader che non riconosce, un losco affarista li ha messi insieme, lui è un ex dei corpi speciali con passato da ballerino che oggi mena come un fabbro, il gruppo invece è fatto di tutti amichetti arroganti e esaltati. Non gli sta bene che quello sia il capo ma se lo devono far andare bene, tutti dialoghi che si spengono quando si entra e si cominciano a menare le mani in una varietà di stili rinfrescante. Ovviamente la videocamera balla con loro, come dieci anni fa (cazzo sono già passati dieci anni) insegnava The Raid, l’operatore partecipa alla coreografia marziale sempre. In più quel coatto di Denis Kryuchkov aggiunge delle velocizzazioni improvvise e continue. Quasi ad ogni colpo portato c’è una piccola velocizzazione in un continuo avanti veloce e ritorno a velocità normale che non è il massimo.
Tutto scompare di fronte al fatto che Ivan Kotik, il protagonista, è giustissimo. Viene dal lavoro di comparsa generica nei film d’arti marziali cinesi (uno anche con Jackie Chan) e si vede. Ha una rigida formazione internazionale, le botte le dà e le prende e se si venisse a sapere che in omaggio alla tradizione asiatica sul set, per farla corta, si facevano male per davvero io non mi dirò stupito. I fronti si scambiano varie volte e come sempre nei film russi dobbiamo mandare indietro gli orologi al 1971 quanto a rappresentazione dei sessi. Gli uomini fanno gli uomini e le donne fanno le donne, badano ad essere vestite bene, ad avere timore della forza o esigenza d’essere salvate.
Russian Raid ha anche un’ammirabile dedizione all’ironia contro la Russia, i russi e la loro mentalità. Lo scontro del vecchio mondo contro il nuovo è di grana grossa come si può desiderare. E una volta accertato che il film vuole sedersi sulle spalle di The Raid da un certo punto in poi si può anche smettere di pensarci. Invece di esserci uno contro tutti, qui ci sono diversi rapporti incrociati e una voglia positivissima di mettere in scena tanti personaggi assurdi, tante facce diverse delle botte fino ovviamente al più inevitabile e soddisfacente degli showdown finali. Sarebbe forse eccessivo parlare di “trama” è più un intrigo delle parti, cioè una maniera di far capire di volta in volta chi sta con chi e chi contro chi, o per dirla in modo più chiaro: è un modo di fare le squadre e poi mescolarle per rendere la partita più equilibrata. E va bene.
Come una bella e sana mazzata sulla schiena di un omone data con un pezzone di legno che poi si rompe, Russian Raid tiene duro fino alla fine e ha il fiato per reggere tutto un film al ritmo che promette e con la costanza, il tecnicismo e l’atletica richiesta dalla maniera in cui vengono impostati i personaggi. Già solo la banda di ragazzacci tutti vestiti uguali è un passo avanti alla gang capitanata da Colin Farrell di The Gentlemen (ma non c’è un personaggio come quello di Farrell).
Dvd-quote suggerita:
Dagli screenshot sembra sia tutto bello smarmellato, quindi si vede tutto bene!
“Duccio, apri tutto!” – cit.
“Gli uomini fanno gli uomini e le donne fanno le donne” è esattamente quello che diceva Stefano Tiozzo sulla Russia in uno dei suoi video
Ah, è venuto in mente anche a me. Era il video dove diceva che i russi comprano abitualmente un sacco di fiori per le morose/mogli, giusto?
Sì, diceva che le donne si aspettano questo tipo di regali continuamente. Credo fosse un video in cui elencava varie differenze tra Italia e Russia, forse c’era parte 1 e parte 2. Comunque questo significa che non era necessario ambientare il film nel 1971 per giustificare il comportamento dei personaggi, oggi è ancora così a quanto pare.
Err, il film non è ambientato nel 1971. E’ la rappresentazione dei sessi al suo interno che dalla nostra ottica pare roba del ’71
Non so …a me dopo 20 minuti consecutivi di botte (anche date e girate bene per carità) cala la palpebra..
Allora che ci fai qua ?
Non siamo la sede del Jane Austen Fan Club
esistono anche le botte inframezzate da una trama…cioè il 99.9 per cento dei film di menare
Seeh il 99%…
Cala cala
falla te la percentuale … non è un problema
le botte SONO la trama. problem solved.
Sì vabbè va bene tutto, ma le basi: DOVE LO TROVIAMO? Che secondo me è la cosa più importante e in cui questo blog è un po’ carente, eh… Ah, comunque grazie per avermi fatto scoprire Fatman, l’ho beccato su Now…
Confidano che i lettori non facciano i pigri e sappiano usare google o Duckduckgo;
ma siccome sono di buon umore ti svelerò che si trova su Prime Video
Ce l’hanno anche in videocassetta Betamax al Jane Austen Fan Club, lo regalano ai nuovi iscritti.
È uscito in bluray da poco
https://eurekavideo.co.uk/movie/russian-raid/
Thank you!
“Bolshoi di menare” mi ha steso….ahahahahahahah!!!!
Sta cazzo de Jane Austen è sempre un passo avanti a tutti!
No vabbè, gli darei dei soldi solo per il titolo
ma chi sarebbe sta jane law ari vandamne aster di cui si parla tanto?
Ciao ragazzi ma questo film c’è anche su Prime video italiano?
O solo su quello americano?