11 giugno 1933 – 29 agosto 2016
Gene Wilder è morto, con lui è morta la mia infanzia e il motivo per cui ho cominciato a guardare film e sto facendo una fatica del diavolo a scrivere qualcosa di sensato, tanto che ho riscritto questa riga almeno cinque volte prima di virare sull’ammissione di impotenza.
Jerome Silberman, così si chiamava, era figlio di immigrati ebrei russi, e cominciò a recitare per far ridere la mamma, che aveva problemi di cuore.
I used to be Jerry Silberman. When I was eight years old, my mother had her first heart attack. After my father brought her home from the hospital, her fat heart specialist came to see how she was doing. He visited with her for about then minutes, and then, on his way out of the house, he grabbed my right arm, leaned his sweaty face against my cheek, and whispered in my ear: «Don’t argue with your mother – you might kill her».
I didn’t know what to make of that, except that I could kill my mother if I got angry with her. The other thing he said was: «Try to make her laugh».
So I tried.
Aveva otto anni, e da allora non ha mai smesso di far ridere la mamma e il resto del mondo. È morto ieri che ne aveva 83, l’Alzheimer da tre anni e nessuna intenzione di farcelo sapere: «Non mi piace lo show business» diceva. «Mi piace lo show, ma non il business».
Serve davvero fare il riassunto della sua carriera? Ogni angolo dell’Internet oggi ribolle di foto di Frankenstein Jr. (quelli che vogliono farla facile), di Willy Wonka (quelli che non vogliono confondersi con quelli che vogliono farla facile), di Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (quelli che vogliono fare i raffinati, e pure noi perché sì). I melbrooksiani di ferro tireranno fuori Mezzogiorno e mezzo di fuoco (ancora oggi la miglior tradizione italiana di un titolo di film che sia mai stata fatta, peraltro) e Per favore non toccate le vecchiette, i fan del Gene Wilder autore i suoi lavori da regista, Il fratello più furbo di Sherlock Holmes, La signora in rosso, film a volte sgangherati, spesso ombelicali ed egoriferiti, sempre raffinatissimi, divertenti e soprattutto disinteressati a barriere e divisioni tra generi e linguaggi. Perché a Gene Wilder interessava questo, interessava fare il cinema: ha scritto, diretto e recitato horror, thriller, film di spie, western e musical senza soluzione di continuità, e senza mai snaturarsi né inseguire trend ma limitandosi a essere se stesso – a essere Gene Wilder cioè, non Jerome Silberman, e Gene Wilder era un attore sopraffino e un personaggio incredibile, che il cinema ci aveva prestato e che ora ha deciso di riprendersi.
(credo sia inutile aggiungere che ci sarebbe tanto da aggiungere. Se volete una bella introduzione al mondo del Gene Wilder personaggio e del Jerome Silberman persona, prima ancora che al suo cinema, Kiss Me Like a Stranger è una lettura obbligata)
Bravo Stanlio. Post doveroso.
Possiamo definirlo un Sellers minore?
No, “minore” non è una parola che verrà utilizzata in accostamento con Gene Wilder.
Qualunque accostamento a Sellers è in sé quanto di meglio si possa sperare, se sei un attore. Giusto omaggio.
concordo con Stanlio.
potremmo definirlo un Sellers alternativo.
minore no.
in una notte dei primi anni 90, dopo che aveva fatto un intervento al fantafestival al cinema barberini (dove ero andato per vedere quella cacata dei sonnambuli), mentre stava uscendo dalla sala, gli sono andato davanti e gli ho chiesto un 5 alto.
lui mi ha guardato per qualche secondo dritto negli occhi.
e ha battuto.
RIP
Sappi che per adesso sei l’uomo più invidiato dal sottoscritto…(al paridi certo figlio di ç**çç%$£ç*éç che ha l’autografo di un certo Shaneggiatore su certo un fumetto di guerra).
Stasera tiro fuori e mi (ri)sparo il dvd di The Frisco Kid.
La mia prima videocassetta ever fu ”Non Guardarmi Non ti Sento”. con un Kevin Spacey d’antan. Quanto l’ho consumata quella cassetta lì <3
Calma, dignità e classe.
Taffetà Darling!!
R.I.P.
Se n’è andato Waco Kid. Ogni singola battuta del suo personaggio in Mezzogiorno e mezzo di fuoco è memorabile.
l’ho “conosciuto” con non guardarmi non ti sento. boom! la scena della mens rea (posso dirlo?) mi son pisciato addosso dal ridere!
assieme alle matte risate vedevo in lui una altissima professionalità e passione nel fare cinema, come scrive giustamente Stanlio
R.I.P.
Io sarò anche uno dei conformisti che adora Frankenstein junior ma é uno dei primi film che i miei mi hanno fatto vedere quando ero bimbo ed io ci sono legatissimo. Wilder lo ricorderò lí e in altri 10000 film e serie tv ed una lacrimuccia mi righerá sempre il volto sniff
Tranquillo, non è conformismo, Frankenstein Junior è un film assolutamente perfetto e, visto che stiamo parlando di me, il mio film preferito di sempre. Non avrai che cinque alti da me se lo citi.
Una delle poche, pochissime cose belle, di quando se ne va un personaggio del genere è che ogni volta che se ne sente il bisogno, si può metter su un dvd e stare ancora un paio d’ore con lui. E ancora e ancora… Uno dei tanti motivi per amare il cinema è che ci permette di stare con le persone a cui vogliamo bene, tutte le volte che vogliamo. Taffetà
Io ci sono rimasta proprio male. Male. Male.
Grazie mister JS, per aver fatto del cinema di ridere, una casa di cose a caso;)
se ne va uno di quei simboli di comicità semplice e genuina ma sempre di classe e mai di cattivo gusto…RIP.
Onore a Lui.
un Gigante della comicità raffinata.
quella che oggi pare sia così difficile fare.
ma la verità è che puoi riguardare FJ o “mezzogiorno” mille volte e mille volte ti faranno ridere.
i suoi film resteranno sempre a fianco della pantera rosa del 63, il sacro graal del 74, un pesce di nome wanda, e, nel suo “piccolo”, non ci resta che piangere…
Cinque alto
Beh, raga secondo me dovremmo stringerci in un grande abbraccio tenendo la testa bassa ed emettere un brusìo, tutti insieme. Un grande, lungo brusìo.
Ecco il brusio caro PISH;)
https://www.youtube.com/watch?v=8PUW2POEjX4#t=28
Buonanotte cowboyo!
Ma sbaglio o Johnny Depp ha cercato di assomigliargli sempre di piu’? Solo che Gene Wilder non aveva bisogno di trucco. Era un volto unico, con quegli occhietti surreali. Da piccolo in qualche modo mi inquietava e affascinava allo stesso tempo. Ho giusto da pochissimo fatto vedere Frankestein Jr ai miei due figli. RIP.
Frankestein Junior e Mezzogiorno e mezzo di fuoco sono e saranno sempre due tra i miei film preferiti, senza dimenticare la sua collaborazione con Richard Pryor… Un grande. RIP
Grazie Gene. Sei stato un grande.
Una di quelle persone alle quali certe cose, che gli altri si dannano per imparare a fare, vengono totalmente naturali. Nel suo caso far dannatamente ridere ed essere incredibilmente di classe.
Non mi ha minimamente stupito leggere che era anche un istruttore di scherma qualificato, è il tipo di cose che da uno come lui potevi aspettarti.
Di solito non commento questi eventi tristi, un po’ per discrezione e soprattutto perché mi sudano gli occhi con facilità.
Gene Wilder, anche per ragioni anagrafiche, è un pezzo della mia infanzia e i titoli fondamentali me li sono visti pochi anni dopo l’uscita. Credo che abbiate sintetizzato tutto con le parole “ridere” e “classe”.
P.S.
Ho avuto un improvviso flashback di quando ero ragazzino: la Rai dava la versione italiana di The Marty Feldman Comedy Machine (con il titolo “l’occhio che uccide”). La sigla iniziale aveva un’animazione assurda che ho scoperto, molti anni dopo, essere di Terry Gilliam.
Peraltro identico a Eric Idle dei Monty Python.
Ah, il Lombroso
Insieme a Leslie Nielsen, l’unico attore comico americano che mi fa veramente ridere solo a guardarlo. Attore di una classe immensa, straordinario.
non so davvero che dire e che non sia già stato detto.
Rip
ciao gene. insegna agli angeli che SI!! PUO’!!! FAAAREEEEE!!!