E all’improvviso, dal nulla, arrivò un uomo che non era come tutti gli altri, un uomo dalla conoscenza superiore, capace di miracoli, e portò la salvezza.
Se state pensando a Gesù… sì è Gesù. Cioè, è Jim Caviezel.
Ma l’idea alla base del film sarebbe in realtà quella di adattare l’epica di Beowulf con più di un retrogusto alla Highlander, suggerito anche dal titolo.
Outlander parla di un alieno in forma umana, Gesù, che nell’inseguire un mostro grosso e incazzoso nello spazio finisce catapultato nella Norvegia dell’ottavo secolo in un villaggio di vichinghi. Dove per prima cosa smarrisce il suo “bastone di fuoco”, e per seconda viene fatto prigioniero, guardato con sospetto, e sbeffeggiato perché ha un nome buffo (e me la spiegheranno loro la differenza di virilità tra il chiamarsi “Kainan” e il chiamarsi “Boromir”). Ma quando il mostro incazzoso si fa vivo e miete vittime come noccioline, i barbari vichinghi impareranno che Gesù è un alleato da non sottovalutare.
Ora, per quanto riguarda il paragone con Beowulf: ci sono i vichinghi, c’è la bestia mitologica, c’è l’eroe venuto da lontano… NON c’è il culo di Angelina Jolie in primo piano… però insomma, senza scendere in sottigliezze come i complessi edipici direi che lo scheletro è stato rispettato. È addirittura conservato e tradotto il segreto “oscuro” che lega l’eroe al mostro, di tipo diverso ma sempre col suo bel peso morale. Bravi.
Per quanto riguarda invece Highlander, che è la parte che ci interessa di più, è tutto sbagliato. Si affida tutto al girare l’ambientazione vichinga con gusto abbastanza moderno e adrenalinico, nell’elemento dell’eroe che sembra come tutti gli altri ma è geneticamente diverso, e nel fatto che stranamente i vichinghi hanno accento scozzese. Però 1) mancano i Queen, e 2) le scene girate nel pianeta natale di Gesù ricordano un po’ troppo quell’aborto da ordinanza restrittiva nei confronti di una cinepresa che era Highlander 2.
Ma la pellicola di Howard McCain rimane un oggettino divertente, con un buon ritmo, attori convinti, effetti speciali all’altezza, e un numero rassicurante dei nostri cliché preferiti tra i quali:
- i buzzurri vichinghi che prima trattano Gesù come la più ignobile delle merde, poi lui uccide un orso e in 30 secondi è il loro migliore amico che tra un po’ gli farebbero anche trombare la moglie per puro spirito di cameratismo. Ed era un orso normale, eh? Manco fosse stato un drago, o Nathan Jones.
- il momento random di destrezza sportiva: è quello che di solito si piazza nei film quando il produttore dice “voglio rigorosamente una scena d’azione ogni 12 minuti” e non si sa come riempire, e quindi ci si infila qualcosa di vagamente spettacolare che ribadisca il concetto che l’eroe è uno davvero pheego. In questo caso è una cosa senza senso in cui Gesù e il suo amico corrono ubriachi sugli scudi tenuti sollevati dagli altri vichinghi buzzurri, facendo salti e piroette varie tanto per. Il che dimostra ben poco, perché per come la vedo io gran parte della difficoltà è a carico di quelli di sotto che devono resistere al peso dei suddetti salti. Mah.
- la strizzata d’occhio culturale! C’è un bambino biondo che si attacca alle palle di Gesù da vero stalker. Gesù gli chiede come si chiama. E indovinate come si chiama? Dai su, è facile. Indovinate! No, non Thor. Erik! Erik il vichingo! Ok forse non era facile e il richiamo ai Monty Python ce lo vedo solo io.
Insomma, più che dignitoso.
Anzi, da oggi farei partire una nuova “feature” dei 400 calci con la quale rincorreremo il nostro obiettivo di essere citati sulla copertina di un dvd, suggerendo una citazione ai compilatori delle suddette:
“Insomma, più che dignitoso”
Nanni Cobretti, i400calci.com
(per i compilatori: sentitevi ovviamente liberi di usare anche frasi alternative a quella suggerita. Ad esempio, se puntate al target Famiglia Cristiana va bene anche “Gesù è un alleato da non sottovalutare” – Nanni Cobretti, i400calci.com)
P.S.: l’ho detto che la donna che nel film s’innamora di Gesù si chiama Fregna? Giuro. Ok non è vero, si chiama Freya, ma oggi sono infantile così.
P.S. 2: capisco niente Queen, ma almeno un po’ di black metal vista l’ambientazione ci sarebbe stato tutto…
Solo un appunto: è possibile avere un film sui Vichinghi senza che sia basato su Beowulf? Cito quello in oggetto con Gesù alieno (mah), o il 13° Guerriero. E sì che di materiale i (non barbari) Vichinghi ne hanno lasciato: si chiamerebbero saghe, ce n’è un bel po’! Basterebbe pensare alla “Saga di Eirik il Rosso”, piuttosto avventurosa e… “filmabile”; culmina con la scoperta dell’America da parte dei suddetti, per la precisione di Leif Eiriksson, figlio di Eirik il Rosso.
Penso anche ai 3 romanzi di Tim Severin, storico e avventuriero: in italiano “Il Vichingo”, “La vendetta del Vichingo” e “L’ultimo guerriero” che parlano della vita -immaginaria, anche se lui è esistito- di Torgils Leifsson, il figlio di Leif Eiriksson.
Grazie per l’attenzione e complimenti per il vostro lavoro!
amo i400calci.
Guarda mi hai fatto proprio ridere con questa recensione :-) il film comunque è una cacca.
@lucia: mi fa piacere :)
Anche un po’ di doom alla Valhalla Rising. Sulle scene con la colonizzazione del pianeta delle bestie infernali e nel momento della loro distruzione. La tonitruante caduta del mostro nella cascata e epica. Grazie per il consiglio, non l’avrei mai trovata questa chicca senza di voi. Maestro Cobretti, a rapporto!
Ci tenevo solo a segnalare al monarca assoluto Nanni Cobretti, dei 400 calci, come vada evidenziato in MANIERA IMPORTANTISSIMA, secondo il sottoscritto, che di storia medievale vichinga, norrena in special modo, ha avuto per carriera e provenienza personale qualcosa a che fare, il lavoro degli sceneggiatori de La leggenda di Beowulf: e nel riprodurre la storia per come ci è stata tramandata dalla tradizione cristiana del testo letterario. Bravissimi quindi in primi lì gli sceneggiatori e qui a riprendere questo che lei Nanni chiama “oscuro legame dal valore morale tra l’eroe e il mostro”. Due pellicole che anche sul piano della ricostruzione storica del periodo si distinguono, con pochi sapieti tratti per attenta sensibilità storicistica. Oltre che invenzione creativa.
Ci tenevo solo a segnalare al monarca assoluto Nanni Cobretti, dei 400 calci, come vada evidenziato in MANIERA IMPORTANTISSIMA, secondo il sottoscritto, che di storia medievale vichinga, norrena in special modo, ha avuto per carriera e provenienza personale qualcosa a che fare, il lavoro degli sceneggiatori de La leggenda di Beowulf: nel riprodurre la storia per come ci è stata tramandata dalla tradizione cristiana del testo letterario. Bravissimi quindi in primis lì gli sceneggiatori e qui a riprendere questo che lei Nanni chiama “oscuro legame dal valore morale tra l’eroe e il mostro”. Due pellicole che anche sul piano della ricostruzione storica del periodo si distinguono, con pochi sapienti tratti per attenta sensibilità storicistica. Oltre che invenzione creativa.
Brevemente, ci tenevo a dire di come, appunto, La leggenda di Beowulf, visti i meriti dello Zemeckis e soprattutto secondo me qui davvero del Gaiman poteva meritarsela una piccola recensionucola. In amicizia, Domenico