“Il tuo sorriso è come il sole. Giallo.”
Tuono Pettinato
Siamo in una Torino alternativa.
Una Torino immaginaria, distopica, in cui tutti – dalle infermiere ai carabinieri ai pescivendoli – parlano un inglese impeccabile.
A parte questo dettaglio è del tutto identica alla Torino odierna.
C’è un serial killer che è brutto, ma brutto forte (immaginatevi un morphing malriuscito tra Silvio Orlando e Mark Knopfler) e come logica conseguenza rapisce e torturammazza le modelle perché sono belle.
La sorella di una delle vittime quindi si rivolge al detective italonewyorchese Enzo Avolfi, un solitario dal passato oscuro e i metodi poco ortodossi, e insiste per affiancarlo nell’indagine.
“Macheccazzo dici, è pericolosissimo, tu sei una civile qualunque inesperta e perdipiù agitata dura, e io ti ho già detto che sono un solitario!” “Eddai!” “Ok.”
Da quel momento sono inseparabili come Topolino e Pippo all’inseguimento di Macchia Nera Gialla.
A quest’ora dovreste già sapere che il pubblico del FrightFest, dopo una buona mezzora di silenziosa incredulità, ha iniziato a ridere rumorosamente più o meno ogni quattro minuti. È stata un’esperienza di cui conserverò sempre un tenero ricordo, ma non voglio entrare sulla questione perché ne ho già lette troppe. Dario Argento che si rifiuta di promuovere il film e dà la colpa ai produttori americani invadenti, gli sceneggiatori che alla terza proiezione andata a puttane improvvisamente dicono “ma no, era volutamente comico”… basta, non me ne frega un cazzo.
Mi è parso di intuire che l’intento fosse quello di girare un bel thrillerone vecchio stampo che funzionasse ovviamente in sè ma che contemporaneamente richiamasse a mo’ di omaggio i più classici “topos” (si dice così?) del genere. Il risultato però è che Giallo infila un elementare stereotipo dietro l’altro senza tregua, con tanto di dialoghi legnosi, e soprattutto – qui sta il pacco – dimenticando di strizzare l’occhio allo spettatore. L’effetto è inevitabilmente esilarante. Aggiungeteci poi una coppia come Adrien Brody (il duro enigmatico) ed Emmanuelle Seigner (l’isterica), che vi giuro che non ne vedevo una così affiatata e scintillante dai tempi di Tomba e la Hunziker, e la torta è completa.
Argento ormai è questo: le cose a cui tiene sono sempre meno ispirate, e le cose a cui non tiene sono sempre più trascurate, con effetti in questo caso devastanti. Un paio di momenti da navigato professionista ci sono, tipo le scene di tortura, ma ci sono anche tantissimi spunti che vengono buttati lì una volta e poi completamente ignorati, roba da pensare quasi a errori di montaggio. Lo sapevate ad esempio che Adrien Brody interpreta non solo il detective, ma anche – sotto opportuni quintali di trucco – il serial killer? Vorrei tanto che fosse uno spoiler, ma non lo è. Lo fa semplicemente perché, dopo il rifiuto di Vincent Gallo, a qualcuno è girato così, forse un atto di vanità da parte dello stesso co-produttore Brody al grido di “Eddie Murphy puppami la fava”, forse puro risparmio. E dire che un paio di elementi nella trama che potevano suggerire un riuscito colpo di scena alla Fight Club c’erano pure. In compenso il flashback sul passato oscuro del nostro eroe è una roba che il trio ZAZ non avrebbe saputo girare meglio.
Per cui insomma, il mio consiglio finale è: ragazzi, dimenticate L’uccello dalle piume di cristallo, fate scorta di alcool e popcorn, invitate gli amici, buttate giù uno shot ogni volta che un personaggio si accende una paglia e vi garantisco che a due terzi di film starete facendo l’imitazione di Cita appesi al lampadario.
Io mi unisco a voi. Ridendo fuori. Ma piangendo un po’ dentro.
P.S.: per chi morisse di curiosità, quelli di Icons of Fright hanno la sceneggiatura
DVD-quote suggerita:
“Il miglior Argento dai tempi di Scary Movie 2”
Nanni Cobretti, i400calci.com
Tanto per restare in tema di luoghi comuni, non che mi aspettassi qualcosa di diverso…
Dario Argento è sorprendente. Appena pensi che abbia toccato il fondo, eccolo lì a scavare…
Vorrà dire che prima o poi diventerà un grande regista in Cina.
mmm sarà pure vero che Dario è un pò ‘stanco’.. ma questo articolo è molto offensivo e non solo nei suoi confronti..
non è per l’esattezza una critica cosciente e puntuale è una vera e propria presa per il culo nei confronti di una persona che è stato un maestro nella sua professione. (e visto che fai battute anche sugli attori immagino che ridicolizzi anche lo loro professionalità).
..e poi il plurale di TOPOS è TOPOI.. è greco.. un giornalista non dovrebbe fare questi strafalcioni mentre parla delle cadute di stile di qualcun altro!
Ma se ho scritto che mi sono divertito un mondo e l’ho perfino consigliato! Pensa se fosse stata una stroncatura, come il 99% delle altre recensioni che trovi in giro per la rete.
Su “topos” in effetti non ero sicuro e l’ho scritto apertamente nell’articolo, pertanto non lo definirei uno strafalcione.
Detto questo… davvero, quali sono i pezzi offensivi???
Il caos frigna.
“C’è un serial killer che è brutto, ma brutto forte (immaginatevi un morphing malriuscito tra Silvio Orlando e Mark Knopfler)”
“Macheccazzo dici, è pericolosissimo, tu sei una civile qualunque inesperta e perdipiù agitata dura, e io ti ho già detto che sono un solitario!” “Eddai!” “Ok.”
Da quel momento sono inseparabili come Topolino e Pippo all’inseguimento di Macchia Nera Gialla.”
“L’effetto è inevitabilmente esilarante. Aggiungeteci poi una coppia come Adrien Brody (il duro enigmatico) ed Emmanuelle Seigner (l’isterica), che vi giuro che non ne vedevo una così affiatata e scintillante dai tempi di Tomba e la Hunziker, e la torta è completa.”
“…poi scivoli su una buccia di banana (che simboleggia il colore giallo) e vai a sbattere là”
“Emmanuelle Seigner e Adrien Brody osservano la reazione del pubblico durante la proiezione di Giallo al FrightFest”
“Lo fa semplicemente perché, dopo il rifiuto di Vincent Gallo, a qualcuno è girato così, forse un atto di vanità da parte dello stesso co-produttore Brody al grido di “Eddie Murphy puppami la fava”, forse puro risparmio.”
“In compenso il flashback sul passato oscuro del nostro eroe è una roba che il trio ZAZ non avrebbe saputo girare meglio.”
“il mio consiglio finale è: ragazzi, dimenticate L’uccello dalle piume di cristallo, fate scorta di alcool e popcorn, invitate gli amici, buttate giù uno shot ogni volta che un personaggio si accende una paglia e vi garantisco che a due terzi di film starete facendo l’imitazione di Cita appesi al lampadario.”
“P.S.: per chi morisse di curiosità, quelli di Icons of Fright hanno la sceneggiatura” (sottile ironia)
..se ti servisse posso dartela io una copia della sceneggiatura.. così non fai arrivare i tuoi numerosi richiedenti fino al Frighten! se sei fortunato ti capita anche la copia con l’autografo di Brody.
possono bastare gli esempi di Offese?
Ho tralasciato le parti in cui piangi e ridi perchè hai espresso le tue sensazioni e se sono state quelle giustamente lo dici…
Come immaginavo, l’unica offesa che leggo e’ nei confronti di Silvio Orlando e Mark Knopfler, e mi scuso profondamente con loro ma mi serviva un qualche termine di paragone per descrivere la fisionomia del killer. E come immaginavo, soltanto una persona direttamente coinvolta con la produzione poteva fraintendere il tono dell’articolo a questi livelli francamente sorprendenti.
Paola, il mio e’ un sito ironico e amen, hai ampiamente dimostrato di non capirlo nemmeno vagamente ed e’ inutile che insisto. Per cui ti rispetto e ti rispondo, e lo faccio in modo del tutto serio.
Sappi che TUTTE le recensioni su questo sito sono scritte cosi’, con questo stesso stile umoristico che evidentemente non rientra nei tuoi gusti e pazienza. Vorrei aggiungere “anche quelle positive”, ma il paradosso e’ che perfino questa e’ positiva! Mi sono divertito! Ho consigliato il film! Hai persino citato il mio consiglio tra le offese!!! Avresti preferito che non lo consigliassi? Avresti preferito che mi unissi alle stroncature del film (un buon 95% delle recensioni totali, controlla tu stessa e sentiti libera di correggermi la percentuale se credi) e dicessi a tutti di non guardarlo? E invece ho consigliato di andarlo a vedere, e io stesso non vedo l’ora che esca in dvd per comprarlo e riguardarlo piu’ volte, e l’ho fatto capire. Davvero, con tutte le recensioni con cui te la potevi prendere hai scelto una delle pochissime che e’ a favore di premiare il vostro sforzo e farvi avere qualche spicciolo dai cinque lettori che mi danno retta. E pazienza se magari non e’ per i motivi che speravate voi. De gustibus non est disputandum (questa e’ corretta, sono sicuro, a scuola non ho fatto greco ma latino si’).
Detto questo, se hai altre rimostranze ti chiedo gentilmente di contattarmi in privato per non ammorbare i lettori con discorsi che non li riguardano, e rispondero’ piu’ che volentieri anche punto per punto alle tue segnalazioni.
dopo aver letto Nanni Cobretti volevo vedere il film CON URGENZA, adesso non lo vedrò mai più. Grazie Paola eh, GRAZIE!
Il maniaco del film sembra purtroppo indifendibile, stando praticamente a qualsiasi recensione disponibile.
E purtroppo inizio a credere che non siano solo cose inventate da critici acidi.
Caratterizzato male, truccato sembra in modo osceno, al limite del ridicolo.
Poco credibile.
Se fosse un carattere da trascurare ci potrebbe anche stare.
Ma forse per un thriller, in cui non ci sono mi sembra di capire elementi magici, il maniaco/assassino credibile è un elemento centrale.
Ma io vorrei sapere se veramente qualcuno ha detto in fase di pre-post-produzione…”sì sì il maniaco così funziona perfettamente. Il trucco è perfetto sì sì bravi”. Sì funziona. Cioè ma qualcuno aiuta Argento nei suoi film? Argento si confronta con gli altri? Perchè 14 milioni di euro di produzione e un premio Oscar non son pochi, eppure sembra che uno dei personaggi principali sarebbe risultato meglio caratterizzato da Alvaro Vitali vestito da donna.
Allora credo che nel film il 90% sarà buono magari, e invece verrà rovinato da queste assurdità. Perchè? Perchè?
Secondo me perchè c’è intorno ad Argento un po’ troppa piaggeria sul ricordo dei vecchi successi.
Poca gente che si confronti criticamente con lui, forse.
A dispetto dei tanti fan che invece si sono affezionati e lo sostengono.
per paola:
si parla italiano, non greco nè latino. il plurale di curriculum è curricula eppure non esiste alcuna regola imprescindibile sancita dall’accademia della crusca che dica che i plurali delle parole greche e latine vadano rese a seconda della declinazione d’origine, si parla italiano, ripeto.
per il resto invece, lo scambio di commenti non l’ho letto tutto ma non è difficile capire che un blog è diverso da una testata giornalistica perchè informale, ironico, immediato, è una peculiarità di internet un certo tipo di scrittura che mi sembra descrivere in modio chiaro perchè questo film delude (solo perchè suscita reazioni diverse da quelle che dovrebbero essere negli intenti iniziali).
io amo i 400calci, bravi ragazzi! e bravo federico per ciò che hai detto a riguardo di little miss sunshine nell’intervista su la3.
evviva
edit:
pensavo di aver commentato all’articolo che rimanda a questo, figà sono fuori fase, sorry
“Dal regista de L’Ammazzatore” …
“Dall’aiuto regista de L’Ammazzatore”
GIALLO
Un film di Maccio Capatonda
Ieri sera non avevo proprio un cazz di meglio da fare e che ho fatto? Ho recuperato Giallo. La cosa più preoccupente è che, al netto del make up del killer, al netto della recitazione da cagnacci e al netto della fila impressionante di MACCOSA che parte dopo i primi 15 minuti… mi sono divertito!