Innanzitutto è giusto mettervi al corrente di una cosa ridicola.
La Horde è stato presentato in anteprima mondiale al FrightFest, il giorno di venerdì 28 agosto.
Il problema è che La Horde era pure in programma al Festival di Venezia che, come è noto, dovrebbe avere l’esclusiva su ogni film in cartellone. Per cui la proiezione al FrightFest non la si poteva chiamare “world premiere”, ma “sneak peak”. E soprattutto, ci è stato chiesto gentilmente di non recensirlo fino a quando appunto non fosse stato proiettato anche a Venezia.
Questo, se la dice lunga su qualcosa, è sulle condizioni del Festival di Venezia. Credo. Chiederemo lumi al giurato Luciano Ligabue.
E visto che finalmente al Lido hanno fatto la loro bella finta anteprima, diamo una compassionevole pacca sulla spalla a Marco Müller e passiamo al film, che ci giunge con la scomoda etichetta di “la francesata dell’anno”.
Si è ormai capito che i francesi hanno imparato due trucchi:
1) copiare a man bassa dal cinema americano, a partire da Carpenter, passando per Carpenter, fino ad arrivare possibilmente a Carpenter;
2) contaminazione di generi! Iniziare con un tipo di film, e dopo 15/20 minuti svoltare dibbrutto su un altro.
Personalmente, se proprio non riescono a farsi venire in mente altro, la cosa mi sta abbastanza bene.
La Horde parte come cazzuto poliziesco alla The Shield: poliziotti corrotti perdono uno di loro e decidono di vendicarsi dei gangster responsabili andandoli a stanare nel loro covo in un palazzo abbandonato. Come da regolamento, i registi Yannick Dahan e Benjamin Rocher girano la cosa come se la trama del film fosse tutta lì: dramma, tensione, discorsi pesi, pose cazzute, donnuomi, ecc… poi a un certo punto bussano insistentemente alla porta, uno scagnozzo va ad aprire e -sorpresa! – è uno zombi che se lo divora al volo. E lo zombi ha compagnia. Molta compagnia. E da un’occhiata rapida al panorama la cosa pare interessare tutta la città. Per cui gangster e poliziotti sono costretti ad allearsi per vedere in qualche modo di uscirne vivi.
Detto questo, devo confessarvi una cosa: La Horde è stato proiettato subito dopo Shadow, per cui ogni volta che il ritmo calava la mia mente vagava pensando a Mortis che leccava il rospo, e mi sono distratto più di una volta perdendomi un po’ di relazioni tra i personaggi. Ma poi mi ripigliavo, perché il ritmo riprendeva quota con svariate scene di ottima fattura: un gangster brutto ma bravino nelle arti marziali, un vecchio pazzo con la fissa del militare, un catfight poliziotta/zomba che al confronto Uma Thurman e Daryl Hannah in Kill Bill stavano giocando a canasta… soprattutto questa mania che ha più di un personaggio di tirare 85 cazzotti a ripetizione quando spesso tre sono sufficienti e verso i 15 una persona normale si è già frantumata tutte le falangi senza motivo.
Si avverte il grosso sforzo (invano) di fare qualcosa di leggermente diverso dal solito, e si avverte soprattutto un budget esagerato che ti viene da chiederti come mai in Francia puntano così tanto sull’horror mentre in Italia, che abbiamo una tradizione infinitamente migliore, l’alternativa è il semi-clandestinaggio avventuriero o scappare.
E in conclusione non è niente di trascendentale, ma ci si diverte.

"Ti voglio bene"
DVD-quote suggerita:
“The Shield contro La notte dei morti viventi mangia-baguette!”
Nanni Cobretti, i400calci.com
Basta zombie. Veramente. Pure quelli di Romero.
Io non ce la faccio a dire “basta zombie”…dopo aver visto il trailer di Zombieland non ce la faccio proprio…
Infatti…inutile sapere spaccare lavandini con la testa e camminare su tir in corsa..quando poi finisci a fare l’esperto a CSI!!!!!
I francesi hanno una legge che impone ai cinema di passare almeno il 45% delle “giornate” di cinema nazionale, o prodotto da case francesi, quindi il 45%, o più, del ricavato del mercato nazionale francese torna “a casa” e nei loro film si vede tutto il denaro che ci spendono …
Si vede, si vede.
ahime gli zombie avranno vita breve, su questa terra ci sono sempre meno cervelli commestibili…
Dialoghi eccezionali + scena del poliziotto chepoga con l’orda = mio personale orgasmo multiplo in sala