Era uno dei film più attesi al FrightFest, e non ha deluso.
Ti West, già autore dell’interessante The Roost, si fa produrre e incoraggiare da Larry Fessenden, che è uno di cui si parla troppo poco, e tenta l’impossibile caccia a Roman Polanski con un film che parrebbe l’esatto contrario dei valori etici e morali che normalmente pubblicizziamo noi dei 400 calci, ma che nonostante ciò va incredibilmente a segno.
Perché sì, Ti West è un maledetto secchione che aspira a fare horror intelligenti. L’ha detto esplicitamente in conferenza.
Eppure, The House of the Devil ci (= mi) piace.
Trama: una studentessa a corto di contanti si fa tentare da un’offerta troppo buona per essere vera – babysitter per quattro ore a $400??? – e puntualmente la prende nel culo.
Sul come e perché taccio per non rovinare la sorpresa, anche se annunciata a suo modo da un bel paragrafetto introduttivo che colloca la storia in un preciso momento storico-social-culturale, e in un certo senso anche dal titolo.
In ogni caso fidatevi quando vi dico che per far funzionare una roba del genere ci vogliono due palle grosse, incoscienti e quadrate, e infatti l’andazzo rilassato non è per tutti i gusti.
Qualcuno direbbe “film teorico”, in quanto tentativo piuttosto estremo di giocare con la tensione e sfruttare al massimo la “calma prima della tempesta”. Qualcuno soprattutto direbbe “du’ palle”. Di solito sono io il primo a dire “du’ palle”, aggiungendo un rutto e una grattata di culo e cambiando canale su Guida al Campionato.
Ma stavolta no.
Sarà la notevole prova della protagonista Jocelin Donahue in un ruolo tutt’altro che facile.
Sarà che Tom Noonan in questo momento è l’attorone più clamorosamente sottosfruttato in circolazione.
Sarà la parallela, commovente e precisissima ricostruzione del film medio anni ’80, soprattutto sui titoli di testa, roba che pare di vedere le righe della VHS.
Sarà che Ti West ha sì un’ambizione smisurata, ma giocando quasi esclusivamente di finezze riesce a trattenere l’ego molto meglio di quanto sappiano fare gente tipo Aaronofsky o Haneke.
Saranno i due poster più fighi degli ultimi secoli.
O sarà che alla fine, quando tiri in ballo il Supremo Nostro Signore delle Tenebre, non ti puoi sbagliare.
Potrei aggiungere che di Ti West ne sentiremo parlare, ma a questo punto è già troppo facile.
DVD-Quote suggerita:
“È un film indubbiamente intelligente, ma non fatevi scoraggiare!”
Nanni Cobretti, i400calci.com
Per un attimo mi hai riportato alla mente un altro film, visto qualche mese fa, contenente anch’esso una babysitter, una casa e un diavolo (che poi era più che altro una via di mezzo tra un bambino e un bue). Non ricordo il titolo, ma forse è meglio così.
Ah, non conoscevo questa Jocelin Donahue, ma sarei fortemente tentato di trascorrere le prossime 4 ore a scrivere quanto è figa. E’ che purtroppo ho altre cose da fare, per stavolta ve la scampate.
Hype.
sì, ma io voglio vedere almeno the roost.
si trova?
mazza che gnocca lei.
la amo.
The Roost mi sono fidato ciecamente prima ancora di vedere questo e l’ho acquistato dritto su Amazon. E ho fatto bene.
“Durante gli anni 80 oltre il 70% degli americani adulti credeva nell’esistenza di sette sataniche ILLEGALI”
x me il film si può riassumere in questa che è la prima frase del tutto, w/b
in pratica: se vi è piaciuto, poi fatemi conoscere una di queste sette sataniche legali chè a quel punto mi prostrerò palesando tutta la mia ignoranza
@sergio beone: non e’ un reato avere una setta e adorare chi minchia ti pare. Cambia tutto, ovviamente, se decidi che parte dei tuoi riti abituali e’ compiere atti illegali (che ne so, ammazzare qualcuno o far suonare una cover band dei Black Sabbath senza pagare la SIAE). Ma che tu ci creda o no, non tutte le sette sataniche lo fanno.
@nanni mi prostro palesando tutta la mia ignoranza -in effetti la mia tastiera è x terra e il video su una sedia
cmq io sono x il “DU PALLE”, ovviamente dovuto sempre alla mia carissima ignoranza, chè la tua rece non fa una grinza, a parte quando sembri intendere che ci sia del male a lasciar libero il proprio ego da parte dei filmmaker… ohi, dipende dal filmmaker, che potrà anche partorire palle pretestuose tipo il tempo dei lupi o l’albero della vita, ma anche capolavori come funny games o pi greco, che non son mica poco eh (x quel che mi riguarda, km di spanne sopra questo cmq a suo modo coraggiosissimo film)
colgo l’occasione x dichiarare il mio amore sconfinato x questo blog, dove ho appena scoperto che ci si degna di rispondere a un commento fuori tempo massimo di tre anni… grande :)