L’avvertenza, che giro a voi come è stata girata a me, è di sopportare la prima mezzora. La partenza di questo Macabre, horror indonesiano, è infatti girata come una soap opera di quarta categoria, roba che mostra tutti i limiti di un paese la cui industria cinematografica è messa forse addirittura peggio della nostra.
Ad ogni modo, tutto ciò serve a imbastire la situazione: un gruppo di amici, dopo una problematica notte in discoteca, accompagna gentilmente a casa una ragazza conosciuta sul posto la quale insiste per ospitarli per la notte insieme alla madre. In realtà li vuole fare fuori per non meglio identificati riti per uno strambo culto. Seguono massacri pesissimi. Ma davvero.
Macabre, opera prima dei “MO brothers“, è un maledetto diesel, ma una volta partito non si ferma davanti a nulla, e diventa letteralmente una divertita mitragliata di violenza dietro l’altra, al punto che non ricordo un solo fotogramma del secondo tempo che non contenga almeno un rivolo di sangue, o una stanza completamente imbrattata, o un personaggio che vive un po’ di più giusto per spruzzare un altro po’ di emoglobina.
Sono due comunque le cose che rimangono impresse:
1) la madre. È quella del poster. Ha gli occhi a palla per tutto il film, e fa davvero impressione. È un maledetto incubo. E poi è letteralmente inarrestabile, roba che Terminator in confronto è stato fatto dalla Chicco. Non ve ne scorderete facilmente.
2) a un certo punto entra in scena una squadra di poliziotti in borghese, e uno di loro inizia subito ad atteggiarsi da figo: “Il mio nome è Sonny. Sonny Samba”. Ma sei un idolo immediato, Sonny fuckin’ Samba. Con un nome del genere ti assumerei al volo in redazione.
E quindi insomma, alla fine dei conti, se cercate una serata esotica, divertente e annaffiata di tanto rosso, Macabre fa il suo sporco lavoro in modo più che egregio.
Lo si è visto al FrightFest ma è in programma anche domani al Ravenna Nightmare.

"sto male e sono armata di spiedino!"
DVD-Quote suggerita:
“Un tot violento, e con uno che si chiama Sonny Samba”
Nanni Cobretti, i400calci.com