Quest’anno abbiamo già parlato di un film tratto da uno scritto di Clive Barker. In quel caso era Book Of Blood, trasposizione – non particolarmente riuscita – di uno dei capisaldi dello scrittore britannico. Negli ultimi anni sembra che l’attenzione rivolta dal mondo di celluloide a Barker stia crescendo in maniera esponenziale. E una delle personalità chiave dietro questa operazione è Anthony DiBlasi. Produttore esecutivo – oltre che del già citato Book Of Blood – di The Plague e di The Midnight Meat Train. In cantiere ha un non meglio precisato Untitled Clive Barker/Edgar Allan Poe Project e soprattutto l’atteso remake di Hellraiser. Ma Anthony DiBlasi ha trovato anche il tempo per esordire dietro la macchina da presa, mettendo la sua firma in calce su questo piccolo film dal titolo Dread, presentato anche a quella roba forte che è Frightfest… E indovinate un po’? Dread, come ebbimo già a rivelarvi, è un racconto breve di Barker.
Tre ragazzi, guidati dal carismatico quanto misterioso Quaid, uniscono le loro forze per una ricerca universitaria. Vogliono scoprire quali sono i meccanismi che si celano dietro le paure dell’uomo comune. Da dove arrivano, come funzionano e se hanno qualche punto in comune. Per fare questo fanno una serie di interviste a loro coetanei che – davanti a una camera digitale – svelano i loro timori più profondi e segreti. Il problema è che Quaid, non sta proprio benissimo. Nasconde un sanguinosissimo ricordo d’infanzia che, oltre ad avergli fatto scattare la molla per questo lavoro di ricerca, l’ha evidentemente traumatizzato pesantemente, regalandogli allucinazioni, turbe e paranoie. Dopo poco le cose- inevitabilmente – prendono una brutta piega. L’amico di Quaid, Stephen (interpretato da uno che in Twilight sembra un povero pirla, a.k.a. Jackson Rathbone) tenta di rimettere le cose sui binari della normalità. Non sarà l’unico a pagarne le spese.
Lo dice uno che non ha letto il racconto in questione, per cui prendete il tutto con le debite pinze: Dread sembra essere piuttosto fedele e rispettoso nei confronti del materiale originale. Questo mi sento in grado di dirlo perché, pur non essendo un esegeta di Barker, l’esordio di DiBlasi ha tutte una serie di caratteristiche che possiamo riconosciamo come barkeriane. La fisicità dell’orrore, il tentativo di rappresentare il dolore in arte visiva, la sessualità e l’attrazione fisica come valvole di sfogo, una morbosità nei confronti dei limiti umani… Non manca nulla. È chiaro che lo scopo del regista è quello di fare un buon servizio allo scrittore e di scomparire di fronte alla storia. DiBlasi – pur non segnalandosi come un regista particolarmente fantasioso o personale – svolge bene il suo lavoro, realizzando un buon horror psicologico con qualche notevole impennata gore e soprattutto un’atmosfera sufficientemente malata e perversa. Dread è un film che cresce piano piano – come lo scollamento dalla realtà e la pazzia dei protagonisti – fino a un finale pugno nello stomaco niente male. Decisamente interessante.
“Meglio di Book Of Blood! Piuttosto angosciante!”
Casanova Wong Kar Wai, i400calci.com
hmm book of blood non è che mi avesse esattamente entusiasmato (la scena dello stupro invisibbole poi l’ho trovata di una tristezza unica), comunque gli darò un’occhio.
ah, e già che ci sono buon natale a tutti… e se vedete un babbo natale per strada, nel dubbio sparate prima e poi controllate se si tratta di un prete sordo…
Anche a me non è dispiaciuto. La parte finale in realtà vale da sola la visione del film.