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cinema da combattimento

La memoria del pesce rosso: “The Butterfly Effect” (E.Bress e J. Gruber, 2004)

Dolores Point Five
di Dolores Point Five | 29/12/20096

Il lato negativo di Internet è che ci fa credere di sapere tutto. Così finiamo per rimuovere i dettagli-chiave dei film. Oppure, al contrario, ci restano in testa solo cazzate.
In questa rubrica un redattore dei 400 Calci prova a ricostruire un film visto qualche anno fa senza usare Wikipedia per riempire i buchi.


Qui è quando lei fa la mignotta, son quasi sicura.

Qui è quando lei fa la mignotta, son quasi sicura.

Le premesse: dileggiato abbastanza da chiunque all’uscita americana, The Butterfly Effect ha comunque avuto un passaggio non disastroso nelle sale italiane (CDI, una garanzia): io l’ho recuperato in DVD qualche tempo dopo, cioè nell’estate 2005.

Plot: grazie a un sistema che non ricordo, Ashton Kutcher scopre di poter modificare il continuum spazio-temporale, ma ogni volta che torna nel passato per risolvere un problema (di solito rappresentato da Amy Smart) il futuro cambia SEMPRE PIU’ IN PEGGIO. Alla fine, anziché decapitarsi, lui riesce a metterci una pezza.

Dettagli cruciali:

– Ashton si chiama “Evan Treborn” (me lo ricordo solo perché suona come “event reborn”, ed è un esempio del livello di simbolismo del film intero)

– nei primi 15′ succedono più disgrazie che in tutto Le onde del destino
– Eric Stolz è il vicino di casa pedofilo del protagonista, nonché padre della futura Amy Smart, e quando sono piccoli gli fa fare un filmino brutto
– dei ragazzi fanno uno scherzo con una cassetta della posta che esplode
– in un presente possibile Amy Smart fa la puttana, è conciata malissimo e accoglie Ashton in una lurida stanzetta di motel dicendo “so, how’s tricks?”
– lui si sveglia in un altro presente TREMENDO dove è RIDOTTO A UN TRONCO UMANO (forse gli resta solo un braccio) e Amy Smart sta bene ma fa muci muci con un ciccione, e com’è vero Iddio io ho STAMPATA DAVANTI l’immagine di Ashton-tronco che urla NNNOOOOOOO con gli occhi al soffitto (pure ripreso dall’alto e tutto)
– in un altro presente a lui gli è morta la mamma
– in un ritorno al passato Ashton ragazzino si aggira per una casa sussurrando “destroy the blockbuster! destroy the blockbuster!”  (eviva il metacinema)
– a un certo punto lui adulto va a trovare IL PADRE che ha gli stessi suoi poteri, sta in manicomio (o in galera) ed è interpretato dal biondo di Hard Core Logo
– la scena finale è tutta sincronizzata con questa canzone qui.


Film con cui viene confuso più facilmente: A Sound of Thunder (viaggio nel tempo, eventi che cambiano), Fatti strafatti e strafighe (elementi di fantascienza, Ashton Kutcher), 21 grammi (salti temporali, si torna alla stessa scena deprimente trenta volte)

Segni che è stato visto nel 2005: Melora Hardin, che ha una parte di contorno, era ancora riconoscibile grazie a Magnolia; Ashton era ancora “Kelso di That ’70s Show” e non “quello che ha un Twitter”. E Amy Smart non godeva ancora di un cinque alto automatico. Più di così.

Vorresti rivederlo? Se lo danno in televisione un pezzetto sì, se devo cercarlo ho la sensazione che non ne ricaverei nulla di positivo.

DVD-quote suggerita:

“Buona fine e miglior principio, figli di puttana.”

(Dolores Point Five, i400calci.com)

Dolores Point Five
Autore del post: Dolores Point Five
"CAGNACCI"
k

tags: amputazione amy smart ashton kutcher callum keith rennie eric stolz hard core logo inchinati alla scienza la memoria del pesce rosso lulz magnolia melora hardin pedofilia persone che somigliano a cose più disgrazie che in tutto le onde del destino se mi muovo faccio peggio tentativi di fare brutto that 70's show the butterfly effect viaggio nel tempo

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6 Commenti

  1. Jo 29/12/2009 | 13:26

    me lo ero completamente perso, ma viste le premesse me lo recupererò subito, tipo stasera. Mi sa tanto di donnie darko.

    o sbaglio?

    Rispondi
  2. Dario 29/12/2009 | 13:55

    Cmq dal padre ci va da piccino, o meglio da piccino ha uno stacco che non si ricorda e poi invece torna da piccino e gli fa “babbo ho i tuoi poteri” e il babbo “non li usare” e lui “invece renderò tutto più bello” e il padre “noooooooooooooooooooo” e lo strozza finendo il momento di buio.
    Scena che non torna perchè la prima volta che il babbo lo strozza non poteva avergli detto quelle cose visto che poi cambia il passato andando indietro nel tempo per dire al padre che lui può cambiare il futuro.
    mi sono perso

    Rispondi
  3. Dolores Point Five 30/12/2009 | 11:29

    Però. Siete PREPARATI, ragaz.

    (Non posso pretendere di essre presa sul serio, ma i pesci rossi sono sinceri: io TUTTO quello che ricordo ce lo metto dentro. Il resto lo riempite voi.)

    (Jo: uh, DD è meglio di questo :)

    Rispondi
  4. uriele 31/12/2009 | 16:01

    a me era piaciuto un casino

    SPOILERONE SUL FINALE:

    il film ha un finale alternativo che è una figata. A metà del film c’è una scena in più in cui il protagonista va dalla zingara a farsi leggere la mano e scopre di non avere la linea della vita “sei un errore che non deve esistere”, la madre esce fuori piangendo e rivela al figlio che lui è stato il terzo tentativo di parto perché tutti gli altri bimbi erano nati morti.

    Alla fine, invece di prendere il filmato della festa della sua amichetta, tira fuori il video del parto e si strangola da solo con il cordone ombelicale. La madre ne soffre un po’ ma poi passa, tutti gli altri hanno una vita felice: l’anomalia è stata eliminata.

    Rispondi
  5. Masso 01/01/2010 | 01:40

    Io non ero a conoscenza di questo finale alternativo e pensavo fosse uno scherzo talmente era trash..fino a quando l’ho visto su youtube.Questo film secondo me poteva diventare una piccola perla perchè la sceneggiatura era un saccheggio dei soliti topos della letteratura Kinghiana sulla combriccola di adolescenti che condivide un trauma che li segna per tutta la vita e che dovrà affrontare e risolvere nella maturità.A metà sterza e si addobba come commedia universitaria alla “Porky’s”.Poi diventa un biopic drammatico sulla giornata di un invalido alla “Il mio piede sinistro”.Infine c’è un finale bricollage da commedia sentimentale brillante talmente improvvisato che ci si sporca con la colla fresca.Quattro film…montati insieme alla Frankenstein…ma le uniche scene veramente spesse sono quelle coi bambini e la cassetta delle lettere…e il confronto in manicomio tra padre e figlio!

    Rispondi
  6. Martinacuoricina 01/01/2010 | 03:25

    esistono anche un secondo e un terzo capitolo…non all’altezza ma ci si passa il tempo

    Rispondi

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