La settimana scorsa, per festeggiare il primo compleanno dei 400 Calci, Nanni Cobretti si è regalato un lettore Bluray. Come acquisto ideale per testare il baracchino ha pensato alla prima cosa a cui avete pensato anche voi: esatto, la neo-trilogia di Universal Soldier. Per cui, in attesa del terzo capitolo che – poste permettendo – gli verrà recapitato intorno al 2 febbraio, il Cobretti ha ritenuto potesse essere una cosa carina ripassare i primi due. Nel senso di quelli originali (quelli apocrifi con Matt Battaglia, per il momento, li lasciamo da parte).
I nuovi eroi, titolo originale Universal Soldier (1992), è il classico film comunemente definito “seminale”.
“Seminale”, per chi non conoscesse il latino, significa che è molto importante per la Storia del Cinema.
E I nuovi eroi lo è per i seguenti motivi:
1) è il primo film con Van Damme ad ottenere distribuzione nelle sale USA, là dove i classici precedenti erano stati testati su grande schermo soltanto in Europa;
2) è il primo film americano di Roland Emmerich;
3) è l’attesissimo scontro epico tra Jean-Claude Van Damme e Dolph Lundgren, due delle più grandi star d’azione dell’epoca, roba scottante che non si vedeva dai tempi di Chuck Norris vs. David Carradine in Una Magnum per McQuade.
Trama: un belga e uno svedese si ritrovano per motivi oscuri a combattere la guerra in Vietnam dalla parte dell’esercito statunitense. Prevedibilmente confusi, vanno in paranoia e si ammazzano tra di loro. Circa 30 anni dopo, un programma segretissimo del governo resuscita i loro cadaveri per trasformarli in supersoldati zombi chiamati Universal Soldiers (UniSol). Tutto va bene, finché il belga non ricorda di colpo di non aver niente a che fare con tutto ciò e scappa alla ricerca del senso della vita, mentre lo svedese trova una scusa non troppo robusta per corrergli dietro. Nel finale risolveranno i rispettivi dubbi a pizze in faccia.
Ma c’è poco da fare: Roland Emmerich, qui in fase pre-catastrofica di belle speranze, si mangia il film. Ci sono scene che chiunque con un briciolo di cervello se avesse visto i giornalieri l’avrebbe portato via di corsa per mettergli in mano un kolossal SUBITO e far finire I nuovi eroi a qualcun altro, anche uno Sheldon Lettich qualunque, che viste le premesse non c’era strettamente bisogno che ci venisse un film così figo. Roland invece prende un budget medio-basso e va a caccia di location-convenienza, quei luoghi enormi e completamente deserti in cui nessuno ti chiede un centesimo per girare ma in compenso puoi far svolazzare la cinepresa dove ti pare e piace, fare campi larghissimi dalla bellezza naturale, aggiungere musica epica e montaggio incalzante e far sembrare il tutto molto più ricco di quello che è. Vale per l’assalto degli UniSol alla diga, e vale soprattutto per l’inseguimento in camion, girato come se si trattasse di un blockbuster alla James Cameron. Di lì a poco in ogni caso Roland riuscirà a piazzare il copione di Stargate, e il resto è Storia.
Passando ai due divi: Van Damme è in uno di quei rarissimi momenti in cui gli viene concesso un taglio di capelli che non lo fa sembrare un completo cretino. Tra l’antiquato senso dell’umorismo che Emmerich confermerà in chicche come 2012 e l’ammirazione per il cinema muto che Van Damme omaggerà a modo suo in La Prova, i due vanno d’accordissimo, anche se ciò che ne esce non è esattamente roba per gli annali. In più viene rispettata l’obbligatoria inquadratura sulle chiappe nude, meno gratuita ma più lunga del solito. Dall’altra parte Dolph è alle prese con il ruolo più complesso della carriera è dà il meglio di sè, istrioneggiando più che può e parlando più in quell’ora e mezzo che nei suoi otto film precedenti, e forse pure negli ultimi sei mesi a casa sua. Nessuno dei due si può definire inespressivo, anzi, ma rimangono entrambi dei cagnacci da recita scolastica tutta parole scandite e ampi gesti plateali, e la cosa riempie di tenerezza.
Lo scontro finale non è nulla di trascendentale, rovinato nella premessa dalla patina ridondante di superforza e nella realizzazione dal classico schema Van Damme “prima ne prendo tantissime io, poi prendi cinque calci tu e vai al tappeto”. Sarebbe potuto anche essere una bella metafora sugli steroidi, se non fosse che Jean-Claude vince non appena riesce a mettere le mani su una siringa più grossa di quella che ha usato Dolph. Ma tutto sommato rimane un epilogo più che adeguato.
Sui titoli di coda, Body Count’s In The House, motherfuckers:
DVD-quote suggerita (per un’eventuale ristampa):
“Un film seminale (= ‘molto importante’)”
Nanni Cobretti, i400calci.com
Oltre al calcio elicotterato e alle chiappe al vento, il Van continua a mettere a punto la sua versione di eroe che va oltre il disilluso. Un uomo perennemente stordito e assente. Taciturno e sospirante. Recitazione da autistico che troverà il suo apice nel “down” di The Replicant.
P.S.
Film decisamente seminale, nel senso che da bimbetto mi ci facevo le seghe sopra.
‘un uomo perennemente stordito ed assente’
hanno ultimizzato questo genere di eroe per caso che reagisce da macchina assassina con la trilogia Bourne. soprattutto The Bourne Identity, nei successivi l’eroe è già più invincibile.
ma nel primo damon mi è molto piaciuto.
Ma va la’ che Matt Damon sara’ stato assente per circa tre minuti del primo film. Qua ha ragione Cleaned, Van Damme fa Rain Man. Un Rain Man che invece di contare le carte tira calci volanti in spaccata, ma pur sempre uno stordito vero.
@fre
Vero, ma Van Damme cià proprio il vizio. E’ perennemente stordito, assente e scoglionato forte pure in Desert Heat, Lionheart, In Hell, The Shepherd (vabbè in quest’ultimo non ciaveva proprio voglia).
Nel guinnes dei primati (in senso di scimmie) il Nostro ci finisce anche per aver intepretato più volte di TUTTI un doppio ruolo. Fratello gemello in Double Impact e Maximum Risk , clonato in The Replicant, sdoppiato nello spazio-tempo di Timecop.
Io quasi aggiungerei all’elenco anche i cambi di personalita’/pettinatura appunto di In Hell.
Pero’ qua si vede davvero l’ispirazione da comiche mute, tipo nella scena alla tavola calda (sui risultati e’ meglio soprassedere).
@Nanni Cobretti
“io… voglio solo… mangiare”
Esempio di eroe quasi autistico: Marko Zaror in Mirageman.
E poi la moglie di Cobretti in Chocolate (autistica proprio)
@ratto: io in Mirageman avevo capito che Zaror era solo un po’ scemo/ingenuo…
Cmq: “sono tutto orecchie” (applausi ogni volta)
Penso che il buon Dolph abbia nella sua carriera alcune tra le migliori battute della storia del cinema action. la mia preferita:
“Io vengo in pace.”
“E riposa in pace.”
Semplicemente Stupenda.
aaappproposito di Dolph…
Ma qualcuno ha visto Command Performance?
Lo hanno passato su Sky, a sorpresa, eppure il DVD ita non c’è manco a nolo
:(
Sta arrivando la rece anche di quello (<3 Nu Img 4evr)
“Quando il premier russo viene preso in ostaggio durante un concerto rock a Mosca sarà un batterista ex motociclista a salvarlo.”
DO WANT!
Porcavacca dimenticavo la chicca piu’ importante! Lo stunt pubblicitario con finta rissa tra JC e Dolph al Festival di Cannes: http://www.youtube.com/watch?v=4hXToJl-owE. Lo ripeto: sono troppo teneri *_*
“io vengo in pace e riposa in pace” non me la ricordo… qualcuno mi rinfresca la memoria??
“sono tutto orecchi” mi fa ancora ridere quando la sento dire da chiunque, in qualsiasi contesto. E’ un riflesso pavloviano.
PS
non so se qualcuno qui si ricorda il sottotitolo che diedero al film quando uscì in tv in italia… forse ho ancora un reperto di vhs quando lo registrai 15 anni fa.. Universal Soldier, i soldati dell’universo.
EH?!?!?!?
giurin giurella, se qualcuno se lo ricorda pure lui e può confermare…
“e riposa in pace” era Arma non convenzionale :)
E no, quell’aborto di sottotitolo italiano non lo ricordo. Io avevo comprato (tenetevi forte) il laser disc.
LASER DISC? IN ITALIA? pic or didn’t happen.
o eri già nella terra di Albione?
se riesco a ritrovare la cassetta, lettore vhs e scheda di acquisizione video da schiaffare nel pc prendo il fotogramma del sottotitolo e ve lo mando.
Il Laser Disc in Italia esisteva, anche se c’erano solo due uscite al mese (una Universal e una Columbia). Ma si’, nello specifico quello di UniSol l’avevo ordinato dall’estero. Pero’ in italiano avevo Senza tregua, A rischio della vita e (brrr) Street Fighter :)
mi inchino ammirato di fronte a siffatta collezione, messere.
nanni, la mia invidia nei tuoi confronti per il laser disc di Street fighter è alle stelle (e si che speravo di essere a un buon punto con il blu ray).
Hai vinto cento bison dollari
http://images.onesite.com/capcom-unity.com/user/chunluu/bison_money.jpg
Se vuoi te lo vendo…
uhuhuh quanti ricordi. O meglio…del film mi ricordo bene solo la scena delle chiappe nude davanti al condizionatore (qualcosa dev’essere andato storto in quella microscopica fettina del mio cervello adibita ai ricordi)
ENORMI i Body Count! Li ascoltavo ai tempi in cui indossavo due camicie di flanella a quadrettoni per volta, ma non sapevo avessero fatto la colonna sonora di questo muvi!