Ero appena uscita estatica dalla visione di Symbol quando una torma di olandesi in bici mi ha investita. Mi sono svegliata poco fa in ospedale con una flebo di liquirizia e un aerosol di hashish – la tipica cura ricostituente del luogo, a quanto afferma l’aitante infermiere Hubert Bals. Riemergo alla vita giusto in tempo per accodarmi all’articolo di Wim sull’umorismo scatologico, perchè in effetti Symbol è pieno di scoregge e piselli, ma è anche un film con gli occhiali, e belli spessi.
Il regista è nientemeno che Hitoshi Matsumoto di Dainipponjin, ovvero Big Man Japan, del quale ha già egregiamente e copiosamente parlato Monsieur Casanova. Stavolta Matsumoto si fa una pettinatura se possibile ancora più scema della precedente e parte con una grottesca, fatalista, pessimista metafora della condizione umana che si snoda attraverso due universi paralleli: in Messico il povero luchador per bambini Escargot Man si prepara a farsi tritare vivo dai coloratissimi avversari, mentre un giapponese ottuso (Matsumoto) si risveglia in una enorme quanto misteriosa stanza bianca e tenta in ogni modo di uscirne – ma in realtà sta decidendo suo malgrado delle sorti del mondo.
La stanza bianca è costellata di protuberanze falliche, unico segno rimasto della presenza di migliaia di angioletti; quando l’uomo schiaccia un pisellino, da una botola casca un oggetto che, se usato nel modo giusto, potrebbe essere decisivo per la fuga. Non si può non pensare a Toshimitsu Takagi, il burlone che ha creato la famigerata Crimson Room. Ecco, io ci ho appena perso un’ora anziché scrivere. Comunque i tentativi di fuga di Matsumoto, la “Educazione” come ci informa una schermata, sono una visione assolutamente frustrante; ogni tanto il poveraccio viene investito da megascoregge ben poco angeliche e deve ricominciare da capo. Quando finalmente si passa alla “Implementazione”, cioè ad una stanza grigia popolata da angeli adulti, i piselloni da schiacciare (chiedete lezioni a Charlotte Gainsbourg, hahahaha!) mostrano di avere degli effetti ben precisi sul mondo reale: Escargot Man se ne accorge per primo. Poi tocca a una serie di manifestazioni di vita e morte sulla Terra. Alla fine il giappo viene assunto fra le schiere angeliche stile Gustave Doré in un turbine di piume e si ritrova ad un livello ulteriore, il “Futuro”, alle prese con un gigantesco cazzo nero…
Girato con due grane e fotografie diversissime, il film presenta varie domande esistenziali tipo “in che mondo preferisci stare?”, “riuscirai mai ad uscire dalla tua mente?”, “che senso ha stare qui a scrivere quando tutto e’ preordinato da uno scemo in una stanza piena di cazzetti?”, nonche’ un’idea hegeliana della storia come progresso ciclico, nonche’ una serie di invenzioni esilaranti. Un trip dell’assurdo, insomma, in cui ogni senso conflagra, ti lascia con l’amaro in bocca e con la voglia di iscriverti all’UAAR. Poi Matsumoto schiaccia un cazzetto e ti fai investire da 400 bici olandesi.
PS: fra il cast c’è anche qualcuno che si chiama Arkangel De La Muerte: chiunque sia, voglio essere il suo stalker.
DVD-quote suggerita:
“God hates us all”
Cicciolina Wertmüller, i400calci.com
Non riesco a decidermi se ha piu’ la faccia da scemo Hitoshi Matsumoto o Song Kang-ho.
io dico matsumoto.
Non so perché tutto questo mi fa venire in mente Party of 7, solo che lì c’è Capitan Banana anziché escargot man.
i giapponesi mediamente stanno male [cit]
No vabbè adesso non è che potete tirarmi fuori una perla al giorno da sto cavolo di Rotterdam Festival, eccheppalle!! Non mi bastano i giorni per vedere tutti sti film!! :-D
Solo un giapponese può fare un film dove un tizio grazie alle scariche elettriche diventa alto quaranta metri e mena a destra e a manca, poi quando torna normale gli scende la catena (OK, OK, un giapponese e anche Nevedin/Taylor in crank2), quindi anche questo diventerà un must da guardare al più presto…
Quanto sono indietro i Giappi, in quanto a invidia del pene noi italians non ci facciamo battere da nessuno.
http://www.youtube.com/watch?v=WRtgUQmQKu0
p.s. non so se ci azzecca la mia risposta, ma è tardi, sono stanco e incazzato e ho voglia di rivedermi un fantozzi. Comunque buonanotte