Ci sono poche sorprese effettivamente.
Le premesse ve le avevo già spiegate: Wolfman fu proposto e iniziato da Mark Romanek, sostituito in corsa per divergenze creative, e preso in mano da Joe Johnston, di anni 59, toro ascendente gemelli, che è il classico mestierante che chiami quando ti preme di più finire tutto senza rotture di coglioni entro scadenze e budget che per altro. Che uno in effetti se lo chiede come mai di colpo il regista di Jumanji passa all’horror e attira come protagonista una scelta tutt’altro che banale come Benicio Del Toro (a cui tocca spiegare la fisionomia messicana del suo personaggio inglese), e un cast di tutto rispetto come Anthony Hopkins, Emily Blunt e Hugo Weaving.
Quello che ne esce è una cosa abbastanza frustrante: la sceneggiatura di Andrew Kevin Walker e David Self non è trascendentale ma ha del potenziale, e soprattutto le scene di violenza abbondano. Quando il lupo entra in azione, sbrana che è un piacere: zampate in bocca, squarciate di stomaco, budella strappate a morsi, selvaggeria a gogò… tranne che in mano a Johnston viene tutto annacquato il più possibile, proprio come ti aspetteresti dal regista di Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi, con un mix di ombre e tagli veloci che rimane quasi solo a livello subliminale. E come al solito, oltre a una storia narrata in modo volenteroso ma insipido, si finisce per affidare le uniche emozioni alla solita serie di occasionali spaventerelli senza nerbo.
Rimangono quindi le prove degli attori: Benicio è una garanzia ed è sempre bello vederlo protagonista; Hopkins è in formissima, soprattutto rispetto a ruoli patetici a cui l’hanno costretto di recente; Emily Blunt è bella e brava e se per caso ci ritroviamo allo stesso hotel le faccio recapitare un mazzo di fiori e un cordiale biglietto di stima e auguri; Hugo Weaving è il migliore di tutti, ed è un peccato che col doppiaggio ci si perda quel meraviglioso accento inglese che aveva già sfoggiato anche in V per Vendetta.
E, se il CGI fa di tutto per non sembrare plasticoso e come al solito fallisce, il trucco di Rick Baker è invece la classica opera di un vero maestro. Ma dico, una volta che era stato assunto per dipingere la faccia di Benicio, non potevano allungargli qualche banconota in più e far curare la trasformazione direttamente a lui? È come avere in squadra Maradona e far tirare le punizioni a Ciro Muro…
E ora Johnston si butterà su Capitan America: realisticamente, non aspettatevi niente più del compitino da 6 in pagella.
DVD-quote suggerita:
“Va giusto bene per le due/tre simpatiche scene di massacro”
Nanni Cobretti, i400calci.com
P.S.: ok, l’ascendente di Joe Johnston l’ho inventato
Riguardo all’ascendente, ormai si vede che hai il terrore dei nerd che ti massacrano nei commenti se fai un passo falso..!
Ti hanno fregato al tuo stesso gioco!
Bazinga.
buh, più o meno è quel che temevo e quel che succede spesso quando un progetto parte, si ferma riparte viene distribuito in ritardo eccetera. Se non avessero speso tanto anche per il cast probabilmente arrivava dtv. Cose che non capisco.
MMM…non riesco a capire se è la sua peggior pellicola o no…cioè:ha fatto di peggio o di meglio?
Non riesco a prendere le misure.
Elfman ne è valsa la pena ripiazzarlo al suo posto o ha fatto una cosina a là “tengo il mutuo da estinguere?” tipo Terminator Salvation,che mi puzzava tanto di “Remote Control”?
@Andy:
Johnston ha fatto cose tipo Jurassic Park 3 e Jumanjii, questo Wolfman è in linea con la sua produzione precedente, compiti ben eseguiti ma senza cuore.
Il film sembra un bignami su come si racconta una storia di Lupi mannari (ed è un peccato perchè la sceneggiatura non è affatto banale, ma un regista con più palle chissà cosa avrebbe fatto).
Non spaventa troppo, non approfondisce i rapporti tra i personaggi, gli attori sono un pò lasciati a se stessi. Secondo me un occasione mancata, ma la colpa è della produzione, il regista ha fatto il suo lavoro: ma non puoi chiamare all’ultimo minuti un tecnico degli effetti speciali e sperare che ti faccia un film alla Coppola.
Aspettavi un b-movie ad alto costo, tutto qui.
mi era sembrato una cosa alla van helsing di sommers, c’ero andato lontano?
@dario: si’, per fortuna ci sei andato molto lontano. In confronto a Van Helsing di Sommers questo sembra davvero Coppola.
Per il resto: lo sforzo di Johnston di adattarsi al genere e’ visibile e apprezzabile, e considerando che sotto ha una sceneggiatura ben curata ne risulta probabilmente uno dei suoi migliori film. Cio’ non toglie che la carica drammatica e violenta viene solo intuita e non trasmessa, e che il nostro era palesemente la persona sbagliata per il progetto.
Quindi il Nispelometro resta sotto i livelli di guardia?
Benicio da solo e’ piu’ che sufficiente per dire “Nispel chi?”
Perdonate l’OT ma: la rece di “Il parrucchino di Cage va a fare turismo sessuale in Thailandia”, ovvero bancock dangerous, la fate, vero??
Dolores, se posso chiederlo, una prima impressione sull’ultimo sforzo di Nicolone?
Jo, se cerchi trovi già una recensione (breve) in archivio.
Sorry, l’avevo clamorosamente mancata. Film carino, niente di più. Domani per curiosità guardo anche l’originale, che molti dicono essergli superiore..
La pensiamo più o meno allo stesso modo. (Il parrucchino di Nicolone ci ha rallegrato durante la visione.)
Eh …che dire, è carino ,però un po di cocaina e qualche sparatoria lo avrebbero reso un film potenzialmente perfetto
Non concordo per niente con chi ha detto che la sceneggiatura sia buona. A un certo punto quando SPOILER SPOILER SPOILER si capisce che il padre é un lupo mannaro e i due, lui e il figlio, si scontrano mi sono proprio “roteati” i coglioni. Mi sono immaginato questi due sceneggiatori seduti al tavolo a scrivere, a un certo punto uno dei fa – ti immagini che figata se nel film ci fossero due lupi mannari anziche uno! e poi combattono insieme!
Meno male che dovevano essere fedeli ai vecchi film dell’ orrore… E fortuantamente in un certo senso lo sono stati, la regia mi é sembrata buona, la fotografia anche migliore. Gli attori hanno fatto un buon lavoro, più o meno tutti quanti. Se solo gli sceneggiatoti fossero stati, di molto, più fedeli al film del 41, che a mio avviso aveva una sceneggiatura capolavoro, peccato per la pessima recitazione.
Non c’entra molto ma mi sono ricordato di una cosa che mi ha fatto sbellicare guardando l’originale: il padre del protagonista era più basso di lui di almeno mezzo metro! Il potere di Hollywood.
Te la giro in un altro modo: se alla fine non c’era una rissa tra due lupi chiedevo indietro i soldi del biglietto incazzato nero. Non c’era altro finale possibile gia’ in partenza. Per cui, detto questo, ho gradito il tentativo di discorso edipico di preparazione allo scontro. Poi e’ effettivamente difficile valutare la sceneggiatura considerando che la regia annacqua tutto quanto indistintamente.