Piccoli e sbrigativi commenti sugli episodi della serie televisiva Fear Itself, prodotta da Mick Garris.
EPISODIO 4 – In Sickness and in Health, John Landis, 2008
Trama: Poco prima di salire all’altare, una ragazza deficiente riceve un bigliettino: “L’uomo che stai per sposare è un serial killer“. Uno scherzo di pessimo gusto? Un disperato avvertimento? Inevitalbimente, la deficiente mi va in sbattimento. Partirà una guerra psicologica che rischierà di rovinare la festa.
Giudizio lapidario: John Landis, il regista più figo chiamato a partecipare a questa serie, fortunatamente ha capito tutto. Ha capito che Fear Itself è una roba brutta e televisiva, per cui ha deciso di divertirsi. Incredibilmente piatto e “smarmellato” dal punto di vista visivo, questo episodio è un intelligente divertissement parodico capace di sfuttare al meglio i luoghi comuni del genere e di giocare con le aspettative degli spettatori. Estremamente divertente e anarchico. Immagino sia la vetta della serie. Ho scritto divertissement in un post. Vi chiedo scusa.
Sottogenere: l’incipit sembra essere preso in prestito da uno di quei rip off di A Letto con il Nemico che probabilmente proiettano su Rai Due il martedì sera alle 21,00. Tipo quelli che se vai a leggere su TV Sorrisi e Canzoni ci trovi scritto “Un giallo a tinte forti…“. Diciamo che è un thriller psicologico con sorpresa.
Woody Woodpecker (a.k.a. quell’attore che mi fa morire): Ma che mi venga un colpo se quello non è il vecchio Marshall Bell. Come chi? Oh, parliamo di George di Total Recall. Quelo che c’aveva Kuato, il tumore parlante, nella pancia. Il Coach Schneider di Nightmare II: la Rivincita. Il genaeralke Owen di Starship Troopers. Oh, mica cazzi. E visto che il nostro ha una di quelle muste che appena ci fai un primi piano, ti viene da urlare fortissimo “Capolavoro!“, qui fa ben due parti! C’ha il gemello!
Cosa resterà di questo episodio?: L’ho già detto che questo sicuramente sarà l’apice (positivo. Comincio a temere per quello negativo…) della serie? Ok, quindi diciamo che rimarrà tutto. Ma la smarmellata di luce sulla faccia del bambino iniziale è un vero capolavoro. Vi metto anche un linkettino…
Quante volte è stato urlato MACCOSA?: penso che Landis abbia fatto sua la politica della magica parola Maccosa e abbia deciso di inserie più WTF qui che in quasi tutta la sua carriera. A parte che le reazioni alla sposina agli avvenimenti sono da manuale del WTF, tutte le varie svolte narrative ci portano ad avere una sola parola in mente. Ah, e tanti se ne sono detti anche alle due insopportabili damigelle.
Una foto, cento parole:
EPISODIO 5 – Eater, Staurt Gordon, 2008
Trama: Una giovane recluta appasionata di horror si ritrova, in compagnia di due colleghi, a dover vigilare su un terribile serial killer cajun cannibale (olè!) per un’intera notte in un isolato distrtto di polizia. Le cose non andranno buono.
Giudizio Lapidario: Stuart Gordon è un simpatico cialtrone a cui vogliamo molto bene. Gli vogliamo più bene quando non si prende troppo sul serio, perché i cialtroni sono più simpatici quando cialtroneggiano, non quando vogliono fare quelli ammodo. E qui Staurt ci crede un po’ troppo. L’episodio in sé non è male, ma penso che domani farò fatica a ricordarmene.
Sottogenere: Il set, un bel precint carpenteriano, potrebbe portare a un bel film d’assedio. Invece si opta per un horror magico con imbarazzanti riti e possessioni demoniache.
Woody Woodpecker (a.k.a. quell’attore che mi fa morire): La protagonista è Elisabeth Moss, aka Peggy Olson di Mad Men, o se preferite la Zoey Bartlet di West Wing. Per la parte del cattivo è stato chiamato invece Stephen R. Hart, ovvero uno che con una musta del genere può fare solo il monster. L’avete visto in Max Payne, in Shoot Em Up, in Resident Evil: Apocalyspe e in Silent Hill. Mi piacerebbe vederlo in Animal 2, film di mazzate in carcere con Ving Rhames.
Cosa resterà di questo episodio? Un bel flashback del cattivone che strappa, cucina e poi mangia la lingua di una giovin donzella, Marie Zydek. La cosa più bella di tutte è che prima di sbattere in padella la lingua, il monster fa scaladre una noce di burro. Vi segnalo anche il nome di Marie Zydek perché nella lunga carriera di questa donna si contano ben sei ruoli. Due proprio qui in Fear Itself, per la cronaca proprio in questi due episodi (in Eater è Tortured Woman. In quello di Landis è Female Body). Ma nel suo curriculum Marie può vantarsi di aver fatto: la Drug Rehab Girl, la Young Woman e anche la Hippie Chick. Ottimo invece il finale.
Maccosometro: La magica parola Maccosa è stata pronuncita ben sette o otto volte. Me le ero segnate, ma poi ho fatto casino. C’è un’accelerata iniziale non da ridere, dovuta soprattutto al fatto che il serial killer – una volta lasciato da solo nella sua cella – comincia a cantare un mantra voodoo che fa a tempo con il tema (pacco) dell’episodio. Le orechie a sventola di Elisabeth Moss non aiutano. Ah, un altro Maccosa forte è stato urlato quando la poliziotta buona – sempre lei, la Moss – cominica ad avere le visioni: in una di queste immagina di vedere il suo collega ciccione che mangia una pizza condita con occhi umani.
Una foto, cento parole:
Pegg Olson con i tatuaggi delle gang però è qualcosa, ammettilo.
Il prete nell’episodio di Landis è cigarette-smoking man di X-Files.
E la tizia della prima foto è la bionda di Psych!