Le premesse: correva l’anno 2003, Nicolas andava all’asilo e io stavo con un meccanico semi-analfabeta che spendeva tutti i suoi soldi in DVD-import di film ultraviolenti “per andare oltre”. Una sera si presentò a casa con sotto braccio l’ultimo arrivo che aveva sconvolto tutta la Francia. Poi mi mise un numero crescente di birre in mano.
Alcuni imbarazzanti risvegli più tardi, decisi che sarei diventata una madre migliore e che il film faceva schifo.
Il plot: una biondina con un taglio di capelli alla Marco Aurelio va a studiare nella casa di campagna della brunetta di cui è silenziosamente innamorata, nottetempo (dopo che la biondina si è somministrata una raspa) un feroce camionista maschio sbavante odio per l’umanità irrompe in casa ammazza tutti e rapisce la brunetta, la biondina si lancia all’inseguimento del camion, WHAT A TWIST.
Dettagli chiave:
– all’inizio del film la bionda sogna qualcosa che succederà alla fine del film
– le due protagoniste cantano in macchina Sarà perché ti amo sbagliando le parole e ridendo, c’è il sole (METAFORA)
– il Feroce Camionista entra in scena grugnendo mentre gli sta venendo staccata una pompa da una testa femminile con i capelli scuri
– durante la notte la bionda rimasta sola si masturba * con effetti audio veramente ma tipo pallina contro il muro (me lo ricordo perché sembra la versione unf della scena di Mulholland Drive)
– una persona viene decapitata con un cassettone, trick di non semplicissima esecuzione, che avviene più o meno così: la persona sta scappando, ruzzola giù per una scala, gli/le rimane la testa incastrata tra questi cosi della scala quelli che Google chiama “i supporti gradino della scala“, il Feroce Camionista raggiunge la persona, dice ARGH, trascina il cassettone lì vicino e lo/la decapita. Son quasi sicura che la dinamica fosse questa.
– il fratellino rompiballe dell’amica scappa in un campo, come la scena di Un mondo perfetto, solo che l’altro lo secca a fucilate
– c’è un inseguimento in macchina (ed è pure bello) con in sottofondo questo pezzo dei Muse
– qualcuno tira del filo spinato in faccia a qualcun altro
– a cinque minuti dalla fine, gli sbirri E lo spettatore capiscono cosa sta succedendo guardando il nastro della telecamera a circuito chiuso di un negozietto
– finisce come il monologo del dottore di Psycho ma un po’ peggio.
Film con cui viene confuso più facilmente: Promenons-nous dans le bois (Francia, lesbiche, WHAT A TWIST), Sheitan (Francia, isolamento, ragazze provocanti, dai dai che la giriamo), Dead End (Francia, fare finta di non essere francesi, notturni a pacchi)
Segno che è stato visto nel 2003: Cécile de France era ancora la lesbica dell’Appartamento spagnolo, e uno poteva già cominciare a dire “boia dé, ma fa sempre la lesbica? cos’è questo casting così aggressivo? forse perché una donna sta bene con i capelli corti allora vuol dire che SMETTE DI ESSERE ETEROSESSUALE? Ma dove siamo, NEGLI ANNI CINQUANTA?”. Nel frattempo Wikipedia dice che ha fatto un film su Suor Sorriso.
Lo rivedresti? Nemmeno se lui viene a casa mia e mi dà ragione sulla situazione politica.
Che poi non solo questo gliel’ha prodotto Luc Besson, ma Aja nel dietro le quinte delle Colline hanno gli occhi dice che lui l’ha voluto rifare perché “è una classica storia di coraggio e sopravvivenza americana”, e se io quello me lo ricordo è perché l’inetto che soccombeva alla violenza aveva lo stesso taglio a scodellone di Dustin Hoffman in Cane di paglia, non credo che una visione così ritardata del mondo possa appoggiarsi su un taglio di capelli ben riuscito.
* no, perché poi, se analizzi la situazione mettendo a confronto il prima e il dopo capisci che la FOLLIA della MATTA è slatentizzata da una raspa. Ma. Come. Si. Fa.
Finisce con a) un rapporto omosessuale b) un rapporto eterosessuale c) un’altra raspa?
Finisce con un TWIST abbastanza ridicolo, non tanto in termini di esecuzione ma per quello che implica. (“Donna” + “omosessualità, ma pure sessualità in generale” = “diventi matta e fai brutto a random”.)
A me invece è piaciuto, ma sarebbe stato meglio senza il fattore “è tutto nella sua testa pazza smarmellata”.
E il trucco di De Rossi SPACCA.
questo pazzo pazzo pazzo mondo!
PS: ogni volta che vedo quella foto penso che sia un modellino, è LA staticità fatta donna + sega da calcestruzzo.
tutto l’inizio è un clone di un romanzo di Dean Koontz (Intensity)
A me non era dispiaciuto, niente di che ma carino.
Mi era piaciuta la muscle-car e il camionista, che si staccava abbastanza dallo stereotipo dell’assassino da slasher.
E la raspa, ovviamente…
Enea: esatto, e il fatto che poi tutto il frittatone venga ribaltato in funzione del BRUTTISSIMO TWIST è il segno che a un certo punto qualcuno * ha pensato “stiamo scopiazzando troppo, corriamo ai ripari se no Koontz ci porta in tribunale e VINCE”.
(* non Aja, in quanto la sua testa è notoriamente ancora cava.)
a me non mi dispiace. certo c’è di meglio in giro ma non mi dispiace affatto. certo probabilmente è sopravvalutato per quello che è (ne sentite di lodi su sto film in giro) ma ridimensionandolo risulta un buon passatempo. tralasciando i buchi di sceneggiatura creatisi per avere il twist finale . ma vabbè. MARTYRS (per dire) mi è piaciuto molto ma meno.
volevo dire che Martyrs mi è piaciuto molto meno. senza ma.
..Più spalate merda su di un film e più mi viene voglia di (ri)vederlo. Curioso. Ammetto che all’epoca della prima visione non mi era affatto dispiaciuto. Non tanto per l’intreccio (francamente risibile), quanto per la dose inusitata di violenza tout-court sparata a video.
“Raspa” nella lingua dei miei avi è sinonimo di “sega”. Incredibilmente ho trovato conferma alla voce “masturbazione” di Wikipedia.
Lei comunque, Dolores, rimane il mio sogno proibito, anche perché il twist di sto film fece restare di merdissima anche me, che poi ho passato gli anni seguenti a chiedermi dove sbagliavo.
La recensione è divertentissima.
Ma non sono d’accordo.
Il film è semplicemente un pretesto per realizzare qualche robusta scena splatter, con condimento di citazioni pop-nostalgiche.
Io l’ho trovato divertentissimo e scaccia-pensieri. Le sequenze omicide sono di buon livello, e già questo mi basta per rivederlo.
Marco, grazie dei complimenti, ma purtroppo il film è pieno di presunzioni autoriali, a partire da soggetto e sceneggiatura: se davvero fosse stato tutto “un pretesto per…”, non ci sarebbe stato bisogno di far fare il TWIST alla final girl (cosa che abbiamo già detto derivare – forse – dal tentativo di non farsi portare in tribunale da Dean Koontz per il plagio di “Intensity”), né di avere una final girl lesbica (n.b. e lo è, tanto che il pre-massacro ci insiste mica poco, sottolineando a ogni opportunità che LEI E’ INNAMORATA DELL’AMICA, GET IT?). Così invece emerge proprio la convinzione di stare facendo qualcosa che rompe gli schemi, al di là della disastrosa sparata nei piedi che rappresenta il ROVESCIONE.
Mi sarei irritata uguale se il protagonista del film fosse stato un omosessuale maschio che da eroe diventa – gasp! – cattivo, ma a quel discorso di solito ci pensa David DeCoteau (di solito male, ma una cosa alla volta).
Oh, my, DeCoteau.
Le immagini che mi inietta negli occhi questa donna.
(e non c’è nessun rito di iniziazione con donne che si spalmano di liquore in tanga, peraltro, quello SI che sarebbe rientrato nel “un pretesto per…” Aja le cose le fa pure a metà)
..si si dite dite.. poi sono io che mi sono beccato il DeCoteu a tradimento una sera, e da allora non riesco più a guardare le musclecar anni 70 americane con gli stessi occhi :-(
(vedi “il fermo immagine del lunedì” di un mese e mezzo fa..)
Sarà che quando ero adolescente avevo un amico che mi perseguitava con le VHS dei peggiori horror anni novanta (Final Destination per esempio, So cosa hai fatto…) da allora con l’horror ho chiuso, era proprio un genere che mi faceva orrore (nel senso sbagliato)
Quindi ho visto questo film con le aspettative così basse che… Alla fine mi è piaciuto! Certo, il colpone di scena finale è arrivato bello inaspettato! Anche se in effetti di buchi di sceneggiatura ce ne sono (tipo che senso ha l’inseguimento dato il TWIST?)
E soprattutto, in una nazione come la Francia che fa le auto più noiose del mondo, è possibile che il benzinaio più sfigato abbia a disposizione per un inseguimento una splendida Ford Mustang con tanto di dadoni di peluche?
Però boh, io non sarei così cattiva con questo film, anche lo splatter che trasuda non l’ho trovato una volta tanto trash, ma proprio di atmosfera
O Pucciosa, ti domandi: “è possibile che il benzinaio più sfigato abbia a disposizione per un inseguimento una splendida Ford Mustang con tanto di dadoni di peluche?”
SPOILER
Ma è quello il punto. Quell’auto, come tutto l’inseguimento, non esiste. Sta solo nella mente della protagonista, che in una delle sue due personalità si diverte a fare l’eroina d’azione da film americano di serie B.
E quindi l’inseguimento NON è un buco di sceneggiatura, ma fa parte della storia creata dalla sua mente e poi raccontata ai poliziotti: all’inizio del film la sentiamo chiedere se la telecamera è accesa, quindi da quel momento comincia a raccontare la sua storia come l’ha vissuta lei.
Ma anziché un semplice racconto entriamo direttamente nella sua mente, dopo vivono mescolati insieme presagi, idee, paure, sogni, che letteralmente creano un mostro che ha vita propria: il camionista che getta la testa dal finestrino, infatti, è già dentro quel mondo prima che arrivino alla casa dell’amica.
Questa recensione è ingiusta e fa parte della serie ironia-per-forza, perché sbeffeggia un film che non lo merita. Jackie Lang, nella recensione di “Reversal” lo chiama “capolavoro”. Forse non arriverei a tanto, ma è comunque un gran bel film. Riesce a fare quel che il titolo promette, tenere alta la tensione. L’interpretazione di Dolores sull’omosessualità, poi, è completamente campata in aria: l’omosessualità qui è solo un espediente narrativo, non è il male, e sono di nuovo d’accordo con Lang quando dice che “dà l’impressione che solo un caso abbia voluto che la protagonista fosse donna”.