Io ho come memoria di una frase di Alfred Hitchcock. Se non sbaglio, definì un suo film come una pellicola incentrata sull’annoso problema delle case in affitto a Londra. Non so se me la sono sognata o l’ho veramente letta da qualche parte. Sto cercando sull’internet, ho chiamato i miei amici colti, sto sfogliando Il Cinema Secondo Hitchcock, ma nulla… Comincio a preoccuparmi. Forse è un problema legato alla mia alimentazione accazzo. Però è una frase che ha cominciato a girarmi in testa durante la visione dell’ultima fatica di Pang Ho-Cheung, Dream Home.

Ella è preoccupata per la sua casa.
Dream Home è arrivato al festival con delle premesse, per noi, particolarmente incoraggianti. È stato definito come uno dei film più violenti di tutta la cinematografia di Hong Kong. Che non è che sia una delle cinematografie più delicate e leggere del mondo. Insomma, di cose turpi in anni di visioni coatte ne abbiamo viste. Eppure la pellicola si sta costruendo questa nomea. Addirittura il regsita ha detto che a una proiezione del suo film lui stesso ha vomitato due volte. C’ha tenuto a dirlo anche in sala. “Spero che nessuno di voi abbia mangiato pesante, perché potreste avere qualche problema durante la visione…“: Io arrivavo da una cena in un fantastico birrificio di Udine, il Bire, dove mi ero scolato due medie e mangiato questo mondo e quell’altro. Non mi è successo ovviamente nulla, ma c’è da dire che in un paio di situazioni i miei occhi si sono involontariamente chiusi… Però in sala uno spettatore è svenuto. Giuro! Pang Ho-Cheung, ovviamente, quando ha saputo del fatto, era al settimo cielo! Uno svenuto in sala a un festival è una pubblicità della madonna! Io ero vicino al poveretto e vi posso raccontare come è andata. Il soggetto in questione, durante una scena effettivamente molto cruda, si è alzato per lasciare la sala. Al buio, ha lisciato totalmente un gradino ed è rovinato rumorosamente in terra, picchiando la testa e svenendo. Subito è stato soccorso dal personale di sala, che non l’ha portato fuori (avranno avuto le loro ragioni) ma l’ha accudito direttamente sul posto. Io, che ho un cuore d’oro, ero molto scocciato dal fatto, dato che mi ha parecchio distratto molto dalla visione. Comunque: Dream Home effettivamente, quando picchia, picchia duro.

Lei fa una fine bellissima...
La protagonista del film, Josie Ho, vuole assolutamente acquistare una casa ma, per una serie di sfortunate circostanze, non è in grado di pagare quanto richiesto. Urge trovare una soluzione: uccidere tutti i vicini al fine di far abbassare il prezzo dell’immobile. Vi rendete conto? È non è una delle trame più belle che abbiate mai sentito? Il film racconta da una parte il massacro compiuto dalla protagonista – body count = 12 – e parallelamente ci spiega come mai questa casa sia diventata per lei una vera ossessione. È importante dire come le parti in flashback siano totalmente pretestuose e necessarie per arrivare a una durata che giustifichi la definizione di lungometraggio, ma ovviamente non è questo il centro del film. L’interesse risiede nelle incredibili sequenze di orribile violenza. È una vita che desidero scrivere quanto segue: bassa macelleria. Questo è quello che promette e mantiene Dream Home. Fin dalla prima incredibile sequenza, l’intento (giustificato dall’assunto del film: denunciare la tragica speculazione edilizia hongkonghese. “In una città dove i prezzi delle case sono totalmente folli, per sopravvivere è necessario essere totalemte fuori di testa.”) è quello di sconvolgere e shockare lo spettatore. Mi dispiace non potervi raccontare il punto più alto del film, ma sarebbe uno spoiler imperdonabile. È interessante notare come le scene di violenza siano inizialmente del tutto credibili e particolarmente crude (la migliore, senza una goccia di sangue, sembra uscita da I Pugni in Tasca) e come poi, man mano che la storia procede, si facciano sempre più assurde e deliranti, fino a raggiungere momenti quasi slapstick.

L'attore più bravo del mondo. Sfido Fabio Volo a fare una faccetta del genere.
DVD-quote suggerita:
“12 morti sullo schermo. Uno (svenuto) in sala ”
Casanova Wong Kar Wai, i400calci.com (che ruba le frasi ai suoi amici di Festival…)
Doveva essere The Lodger. Quello di Hitch.
ah, ma quindi vi suona anche a voi?
cioè, esiste questa frase?
Cacchio, io a Hong Kong ci vivo e in effetti gli affitti sono PAZZIA. Mi avete appena dato un’idea meravigliosa :p
Io vivo in un quartiere malfamato di Londra e ho sempre sperato di trovare un monolocale dal prezzo stracciato perche’ il mese prima ci avevano sparato qualcuno. Il mio piano non ha mai funzionato perche’ le sparatorie sono troppo comuni e non incidono piu’. Ha ragione Pang Ho-Cheung, bisogna agire in prima persona! Just do it!
Ma sbaglio o anche in “I shoot, you shoot” c’era il problema degli alloggi e della convivenza forzata? Qualcuno lo ha visto?
Io ho difficoltà a trovare un affitto decente in Genova city, ma ogni idea è buona, signori.
Certo che qualche descrizione della bassa macelleria avrebbe aiutato… Io ho chiuso gli occhi quando il tizio in Saw si è segato la gamba, vale?
Direi anche diffondere l’idea di un serial killer nella zona dovrebbe fare abbassare i prezzi di da dio.
Non ho visto “I shoot, you shoot”, ma l’idea e’ venuta anche (anni fa) a Pennac nel ciclo dei romanzi di Monsieur Malaussène. Non aggiungo altro per non spoilerare chi non li ha letti!
“Addirittura il regsita ha detto che a una proiezione del suo film lui stesso ha vomitato due volte. ”
Una pubblicità straordinaria. Spero che lo mettano nella fascetta del dvd.
“Il film che ha fatto vomitare perfino il regista”.
@ParkaDude, già, i Malausséne… letti troppi anni fa per ricordare di preciso, però qualcosa mi torna. “I shoot, you shoot” invece è sempre di Pang e narra di un killer ganassa che assolda un nerd con la telecamera per documentare i suoi delitti. Lo sfigato se non erro vive in condivisione con altri e/o in una situazione difficile. E’ molto divertente, se lo trovo lo recensisco!
la fata carabina.
lo so, lo so…ci so troppo.
Una pubblicità straordinaria. Spero che lo mettano nella fascetta del dvd.
“Il film che ha fatto vomitare perfino il regista”.
Hai vinto.
Non sono d’accordo sul fatto che le parti non-splatter siano semplici pretesti…anzi, film decisamente politico/socialmente impegnato.
In You Shoot, I Shoot c’è il problema economico del killer che riesce però a ritornare in affari con la nuova formula “omicidio + video”. Non va nello specifico ma comunque siamo lì.
bassa macelleria? perfetto, questo film è appena entrato nella mia lista dei “to see”
semplicemente il miglior film in programma quest’anno.
fantastico dream home, film cattivo come se ne vedono pochi che riesce a mischiare splatter estremo, critica sociale (!!!) e umorismo in maniera incredibile. la scena del tipo con budella di fuori che vuole farsi l ultimo tiro di canna è entrato di diritto negli stracult degli ultimi anni