Una delle tante cose di cui vado fiero è che questo è forse l’unico sito al mondo in cui se c’è scritto “Uwe Boll” la gente continua a leggere.
Io l’ho incontrato Uwe Boll. Per davvero sul serio. All’apice della sua anti-fama, quando House of the Dead e Alone in the dark erano bastati da soli a farlo diventare la barzelletta più popolare del momento e a scatenare la gara di spocchiosi pregiudizi, e lui aveva reagito con la calma dei giusti sfidando i critici che lo avevano stroncato a boxe. Con problemi di ogni sorta che gli stavano bloccando l’uscita di In the Name of the King, il suo film commercialmente più ambizioso, Uwe aveva fatto ciò che ogni Vero Artista degno di questa nomina avrebbe fatto. Aveva accumulato rabbia e indignazione, e li aveva sfogati senza freni nei suoi due film più personali, veri e propri complementari Yin e Yang del suo pensiero: il demenziale, southparkiano Postal, e l’opprimente e brutale Seed. E con coraggio e lungimiranza, i ragazzoni del FrightFest lo avevano invitato a presentarli e proiettarli entrambi uno dietro l’altro. Al che io ebbi l’occasione di sentire dal vivo perle quali “Per girare un film in Germania devi inventarti un parente che ha tentato di uccidere Hitler”, nonché un discorso sulla libertà di espressione e l’importanza di sfidare la censura che se fossimo stati in un film di Peter Weir tutti i presenti si sarebbero messi in piedi sui banchi. Dopodiché Postal era forse un po’ troppo autoreferenziale e di grana grossa, e Seed barcollava un po’ troppo tra il nerissimo e il noiosetto. Ma entrambi infilavano sprazzi di ispirazione cristallina, ed erano vivi, pulsanti, incazzati. Uwe c’ha rrabbia (e, come dicevamo, è puggile).
Ed ecco, Rampage è il modo che ha Uwe per dire “forse non mi sono spiegato abbastanza”.
È il suo modo di prendere le cose migliori di Postal e Seed, limarle, asciugarle, e sbatterle in faccia chiare, tonde e inequivocabili.
Postal e Seed erano un rancoroso “vaffanculo”; Rampage è una testata sul naso e avanti il prossimo.
Uwe ha preso Un giorno di ordinaria follia, ha detto “ma che è sta mosceria da Disney Channel”, e l’ha riscritto togliendo le cose sbagliate e mettendoci tutto ciò che ci sarebbe dovuto essere già dal principio. Al posto di Michael Douglas c’è un 21enne che abita ancora con i suoi, e a parte le solite balle con cappuccini approssimativi e cameriere incagabili la causa scatenante si divide tra discussioni anarchico-qualunquiste fatte con l’amico, e i suoi che hanno deciso di non mantenerlo più (peraltro comunicandoglielo con tono tutto sommato comprensivo, e con un ventaglio di opzioni per cui quasi chiunque metterebbe una firma). Mi viene difficile pensare che Uwe, 45 anni, creda davvero che si possa tifare per un personaggio così viziato e insofferente, ma questo è l’unico flebile motivo che mi blocca dall’etichettare il film come la più clamorosa e impossibile apologia di strage mai vista al cine. Una cosa di un’irresponsabilità spettacolare, e che non cerca scuse. Rampage rappresenta tutto ciò per cui i ciechi bigotti del mondo hanno tentato di bandire Arancia Meccanica o Natural Born Killers, comportandosi come il bambino in ultima fila che sbraccia “Io! Io! Accusate ME!!!”, con la foga e allo stesso tempo la libertà che si può permettere solo chi sa che tanto lo ascolteranno in pochissimi.
Insomma: il nostro giovinotto protagonista Bill (Brendan Fletcher) subisce mezzora di pseudo-angherie semi-impalpabili e discorsi da taxista, poi inizia ciò che in un film normale sarebbe la classica mini-sequenza onirica dell’impiegato frustrato, e che qui invece dura un’ora piena indisturbata, titoli di coda, grazie e alla prossima. Il suo piano di battaglia: a) accumulare vittime a caso; b) ricaricare e ricominciare. Pochi fronzoli, tanta camera a mano, e giusto una bella intuizione surreale quando Bill armato di tutto punto entra nella casa del Bingo e nessuno se lo caga, tenuta però un po’ troppo lunga.
Il resto, per ispirazione ed anche per esecuzione, è il film con cui quell’inguaribile grezzone di Uwe rimarrà ai posteri.
Se solo non fossimo l’unico sito al mondo in cui se c’è scritto “Uwe Boll” la gente continua a leggere.
DVD-quotes suggerite:
“Brutale e senza compromessi”
“Una spietata cavalcata verso l’inferno”
“Il capolavoro di Uwe Boll”
(quando uscirà in Italia il dvd di Rampage ce lo dovranno TAPPEZZARE con le mie quotes)
“Una testata sul naso e avanti il prossimo”
“Nichilismo come se fosse la stagione dei saldi”
“Bellissimo”
“Ve lo consiglio”
“Whoa”
(e via dicendo… contattatemi se ne servono altre)
E non è neanche in 3D…
quanto fa figo avere due paia d’occhiali da sole a portata di mano, eh Nanni!
quando dovrebbe uscire in Italand?
E’ una cosa che il Dr. Morelli ha copiato da me.
Come al solito, nessuna notizia sull’uscita nel Paese degli ultimi in classifica del Girone F.
Non so perchè, ma ogni volta che rileggo nella stessa frase “capolavoro” e “Uwe Boll” assieme, ho come un mancamento…
Cordialità
Attila
ma “ahia ma sei scemo” oltre che bellissima tag, doveva essere la reginetta delle dvd quotes, suvvia.
Prima che l’hype superi i livelli di guardia: questo e’, finora, il capolavoro di Uwe Boll. Non un capolavoro fatto e finito. Pero’ ecco, a mio parere e’ il primo film di Uwe Boll che si merita una sufficienza abbondante a prescindere.
Io consiglio anche Tunnels Rats di Uwe, non è male. Beh allora vedo di recuperalo sto Rampage!
Stavo pensando…ma perchè non usare uno pseudonimo? O un prestanome? Secondo me almeno una nomination agli oscar ci scapperebbe. Quando la gente vede “an uwe boll film” non riesce più ad apprezzare ciò che viene dopo.
Can’t wait for the dividì. Ma Final Storm è uscito?
Grazie per la recenza Nanni!
Never enough love for Mr. Boll.
Mio fratello lo vide, un mesetto fa, a Bruxelles, a un festival, con la presenza di Boll stesso, seduto due file avanti a lui. E mi disse che era un bel film e io ero rimasto sorpreso.
Zen
P.S. Disse anche “poi ho pensato a In the name of the king e volevo prenderlo a testate”. E l’immagine di Uwe che pesta a sangue mio fratello, per un attimo, mi ha lasciato tra l’esaltato e lo sbigottito. :D
(insomma, ammettiamolo, sarei potuto venire qui e dirvi “Oh a proposito del suo ultimo film, ma sapete che l’Uwe, una volta, ha picchiato mio fratello?”) (ditemi voi se non sarebbe stata una figata)
Uwe quando non fa i film dei giochi ci sa.
Se solo non fossimo l’unico sito al mondo in cui se c’è scritto “Uwe Boll” la gente continua a leggere.
O credete di esserlo.
Trad: il cinema, neanche quello di un certo tipo, non lo avete scoperto voi.
Per il resto, bel pezzo.
@Rrobe: hai dimenticato l’irony detector spento, ma vai tra, capita anche ai migliori ;)
E c’hai ragione.
Son stanco.
Considerando come House of The Dead rimanga uno dei film che più mi hanno fatto ridere (ma roba da lsd eh! tipo rotolavo in terra con le lacrime, e sono quasi sicuro di non avere assunto LSD, se non a mia insaputa), e Postal mi sia piaciuto meno, ma comunque parecchio, ben venga quest’ultimo. In the name of the king ho paura di vederlo. dicono che succedono brutte cose. Io avevo un amico che l’ha visto, e poi qualche tempo dopo è andato a vedere tuailait, senza costrizioni. Come un dim-mak a scoppio ritardato. ci ho paura a vedere quel film.
A sto punto parte il recupero di Rampage.
PS: @Nanni qui nel paese ultimo classificato girone F tra poco esce “Naso di Adrien Brody e Adrien Brody VS predators”, tu nella terra di albione lo hai già visto?
Ok, questo lo prendo e lo guardo e dopo averlo guardato posto un commentino qui giusto come prova.
Se e’ una cagata col botto, Nanni, voglio recensione e intervista al protagonista di KArate Kid (magari con foto di te e piccolo will Smith che fate finta di darvele), ok?
Sara’ difficile fare finta, mi tirero’ dietro l’avvocato…
@jo: da queste parti esce l’8 luglio
Strike first, strike hard, show no mercy: Nanni fa un favore al mondo e uccidi il male prima che si diffonda. Il film e’ gia’ un successo, ti rendi conto che ci aspettano almeno 10 anni di giovane Will Smith dappertutto?
@Nanni: sono commosso, deve esssere uno di quei rarissimi casi in cui siamo allineati con il resto dell’europa.
Ecco, “irresponsabilità spettacolare” rende poco l’idea!
Con una simile, inarrivata e forse irripetibile (senza scendere nel grottesco) libertà amorale il buon Uwe si è reso additabile come responsabile ideologico di tutte le stragi ad opera di pazzi e frustrati da qui fino all’anno tremila. Se il film si diffonderà, e non vedo perchè non debba accadere, per le sue peculiarità è un cult, diverrà una questione di tempo perchè qualche mamma chiami Uwe in tribunale per avere parlato nella testa del suo tenero figliolo che magari ha appena fatto saltare in aria la scuola.
Che posso dire, ipnotico. Fa così superbamente leva sui bassi istinti adolescenziali, magari irrisolti, da risultare entusiasmante a prenderlo per il verso giusto.
Mi ha evocato una riflessione che feci quando vidi per la prima volta Bad Taste di Peter Jackson e mi chiesi perchè lo splatter desse tanto divertimento, soddisfazione e catarsi; avevo concluso fosse un’evoluzione di quella fase del bambino che scopre la parola cacca e la pronuncia a ripetizione con entusiasmo manco fosse budino.
Ecco, cacca-budino ed è felice.
Ciao, vengo dal futuro e non è successo nulla di tutto questo
“Con Rampage,Uwe Boll ha annichilito tutti quelli che lo prendevano per il culo.”
“E’ un calcio alle gengive a potenza massima.”
“Dopo averlo visto,Uwe è il mio nuovo regista preferito.”
“E’ quello che Elephant avrebbe dovuto essere,se a dirigere ci fosse stato Boll e non quella checca isterica di Van Sant.”
Altri suggerimenti personali per le quotes :)
In fin dei conti, è come se ancora una volta avesse tratto un film da un videogame, solo che stavolta il videogame è Super Columbine Massacre RPG ;)
Crudele e asettico, senza quella sottointesa poesia distorta e un pelo snob che c’era in Elephant.
Certo, l’escamotage del protagonista fa perdere quella follia primordiale totalizzante che avrebbe portato al film definitivo sulla violenza….
Però la chiusura con il suo discorso finale è stupenda e ci sta tutta.
Un gran film. Sono soddisfatto.
Una cagata pazzesca. sarà per la faccia del protagonista. Sarà che il mosso alla Dardenne fa semplicemente pietà. Sarà che a 45 anni un regista così è davvero un meonnezzaro sadico. Ma forse è solo voglia di fare colpo, di scandolezzare, di avere successo e far parlare di sè. Un’idiozia infinita, un Idiocrazy SERIEO, come il video game a cui è ispirato (quale ?).
Uwe Bolling at Columbine
Ma quanto è cagacazzi sto rrobbé?
il film e’ la sublimazione di un narcisista frustrato che proietta sugli altri la rabbia per la sua mediocre esistenza ed i rifiuti avuti. alla fine vuole solo che qualcuno l ammiri dicendo guarda quanto e’ stato potente e scaltro a fare tutto questo senza essere beccato ma incolpando l amico che in realta’ invidia e odia. ogni narcisista ha il suo sogno di grandezza di avere come un dio im mano la vita e la morte degli altri e se non in positivo va bene anche in negativo
Sì però questo è un film, e lo scopo della fantasia è farti sfogare in modo innocuo quello che sai benissimo di non avere il diritto di fare nella realtà. E nella realtà, tu sai che le altre persone esistono, hanno un anima, dei sentimenti, un destino, sono REALI. Ma c’è anche qualcosa in noi che ci urla che il mondo è così sbagliato che tutti quelli che lo abitano si meritano di morire male e senza senso, se non quello di svegliare le coscienze al fatto che il mondo fa così tanto schifo che pur di farlo capire alla gente, diventa legittimo fare stragi che non abbiano nessuno scopo se non quello di raccontare quanto siamo infelici in un mondo che ha qualcosa di storto nel profondo. Poi non lo facciamo, perché la capacità di comprendere che gli altri sono REALI e non birilli da abbattere, è più forte di qualunque rabbia o progetto. Si chiama essere maturi, adulti, responsabili. Si chiama essere sani di mente. MA la voglia di spaccare tutto ce l’ha chiunque sia sufficientemente onesto con se stesso: non ci aspettavamo questo schifo di mondo, quando siamo usciti dalla passera di nostra madre: un mondo di merda di sicuro sì, l’uomo è un eroe è una merda e un eroe è sempre pronto ad un mondo di merda, ma questo è quasi insalvabile, non insalvabile assolutamente (e questo per me è il motivo per cui sarà sempre sbagliato sbroccare di testa, finché il mondo è salvabile, e ancora lo è, va salvato, non rovinato) ma quasi, e nemmeno il più eroico e baldanzoso tra noi era pronto a QUESTO. Io ci penso tutti i giorni: se ci fosse la fine del mondo e restassimo pochi milioni, morirei di dispiacere pensando a tutte le vite REALI perdute. Però poi respirerei anche l’aria di un mondo che può ripartire. Questo mondo è così orribile, che a volte non serve minimamente una scusa nobile per volerne distruggere dei pezzi. Poi però dobbiamo sempre sentire che gli altri sono REALI e non giocattoli. E questo giustamente ci frena. Ma la voglia rimane. Questo è un film che aiuta a sfogarsi in modo innocuo. E’ la versione banale di Joker con Phoenix.