Non era ancora uscito qui in UK che già tutti ululavano al “film maledetto”, “sconvolgente”, “malvagio”. Come mai? A causa di due scene in cui le donne che amano il protagonista vengono da costui uccise a pugni. Chi è abituato alla violenza in sala si annoia e non batte ciglio, anzi potrebbe addirittura diverirsi all’idea di vedere due delle peggiori attricette di rom-com hollywoodiane distrutte a mani nude. Altri gridano alla misoginia e invocano il rogo per Michael Winterbottom. E allora ne parliamo un po’.
Disclaimer: lo so che il film è tratto da un romanzo noirissimo di Jim Thompson e che quindi teoricamente il regista non può essere accusato della violenza che già era nelle pagine del romanzo. Ma un po’ di politique des auteurs non guasta: qualunque cosa sia scritta su carta, c’è pur sempre un tizio dietro la MDP che decide come tradurlo in immagini. Anche perchè la trama è poco più che un contorno per la descrizione di una mente malata assetata di dominio sui deboli: il giovane e belloccio sceriffo Lou Ford vuole vendicare la morte del fratello, “suicidato” mentre lavorava in un cantiere per avere violentato una bambina; saldati i conti vuole disfarsi di chi gli sta intorno, soprattutto fidanzata e amante, e andarsene.
Ora, il Winterbottom è un raro esempio di regista che fa sempre quel cazzo che vuole, non scende a compromessi, non guadagna un granché e non gliene frega molto, riceve giudizi contrastanti, è un po’ la spina nel fianco della cinematografia inglese ma tutti fanno finta di non accorgersene. Con questo nuovo, violentissimo noir gli piovono addosso lodi per la tecnica cristallina (il film è ineccepibile ed inattaccabile formalmente) e insulti per lo spirito feroce, ma lui non capisce dove stia il problema; suvvia, seriamente, se guardiamo la sua filmografia troviamo una pletora di personaggi femminili forti, intelligenti ed eroici, capaci di grandi sentimenti, che a volte vanno incontro ad una brutta fine e a volte no. The Killer Inside Me non fa eccezione: i personaggi di Joyce (Jessica Alba) e Amy (Kate Hudson) sono due brave donne leali, romantiche – che non si meritano affatto di morire, come il protagonista dichiara ripetutamente.
Semmai è l’assassino Lou Ford ad essere odioso: non solo per la faccia d’angelo con cui ammanta di ipocrita rispettabilità la propria esistenza scissa, ma anche e soprattutto per la vocina da bimbo che il padreterno ha affibbiato a Casey Affleck. Vi ricordate L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford? Avete anche voi detestato Ford non tanto per la vigliaccheria quanto per la vocina insopportabile e melliflua? Cristo santo, quest’uomo sembra figlio di HAL 9000. Per forza bisogna fargli interpretare dei bastardi assoluti. Avete presente la mitizzazione titanica dell’eroe negativo? Scordatevela. In questo film non c’è niente che salvi Lou Ford dall’essere del tutto spregevole.
Ma nemmeno la prostituta Joyce e la maestra Amy sono angelicate, anzi: amanti sfrenate, grezze, adorano la sessualità sadomaso di Lou (che non riesce a scoparsele se non mettendo loro le mani in faccia o sugli occhi) senza pensare che egli nasconda pulsioni omicide. E perchè mai dovrebbero? In un’intervista, Winterbottom mette in chiaro che il fatto che Joyce ami farsi sculacciare non è affatto un invito a fari massacrare di botte. Ma il film non si svolge nell’era del Sano Sicuro e Consensuale, bensì in una piccola città texana negli anni ’50: repressione, sessismo e chiesa si respirano insieme al profumo dei pancakes. non sorprende che nel sottobosco della mente si agitino bestie feroci. Le donne o sono vittime di stupro fin da bambine o imparano presto giochi capaci di dare alla testa degli psicopatici. Fate caso all’innocua sequenza in cui Ford siede in salotto a leggere: nella sua libreria vi sono solo o testi sacri o saggi di Freud. Uno così non può avere la testa a posto. Una breve inquadratura giustifica la violenza e le sue modalità – anche questo è un tocco di grande raffinatezza registica. Giustifica anche il fatto che gli altri omicidi vengano eseguiti in modo più freddo e/o filmati da lontano, o addirittura per litote come insegna No Country For Old Men: ma mentre in quel caso la litote denota rispetto per la vittima, qui si tratta di puro cinismo.
In una tale congerie di negatività e sadismo, la mano registica di Winterbottom potrebbe crogiolarsi in un tripudio autocompiaciuto, riempir lo schermo di sangue, risate sardoniche, sensazionalismo assortito; e invece no. Paradossale a dirsi, The Killer Inside Me presenta un bassissimo livello di sangue e di carne nuda al vento e la messa in scena non si fa mai aiutare da musiche drammatiche, luci radenti o sfoggi di montaggio complesso: come dire, il realismo è già abbastanza, non c’è motivo di calcare la mano né di giudicare l’azione dall’alto dell’occhio registico. Ma è proprio la naturalezza, l’immediatezza della violenza che rende The Killer Inside Me disturbante; ti scaraventa dentro lo schermo, ed è da lì che nasce il ribrezzo, non da fuori.
Insomma si esce dalla sala senza essersi divertiti un cazzo. Niente LOL, niente coolness, solo depre. Si esce dopo aver visto tre attori non eccelsi dare le performances migliori delle loro carriere. Jessica Alba un paio di anni fa alla rivista Empire aveva dichiarato di voler fare film più duri ed essere dispostissima a farsi imbruttire, rovinare, quindi la sua scelta non stupisce; ma Kate Hudson! Passare da Bride Wars a questo film è in effetti un atto di coraggio. Giustappunto, torniamo a parlare di film misogini – vogliamo confrontare The Killer Inside Me con la media delle rom-com mainstream? O con Sex & The City, vera frontiera dell’horror dell’etica? E’ lì che si nasconde il vero spregio per la natura femminile, è lì che alle portatrici di figa viene negato il diritto ad avere i neuroni: molto meglio avere le scarpe/anello nuziale/vibratore. Ecco, molte spettatrici non lo ammetteranno mai, ma Winterbottom non si abbassa a questi livelli. Lo shock del suo film è molto più salutare di quanto appaia.
DVD-quote suggerita:
“Niente LOL, niente coolness, solo depre”
Cicciolina Wertmüller, i400calci.com
bella recensione.
casey affleck si faceva apprezzare già in Gone Baby Gone…
beh, Casey mi piace un bel po’. E decisamente già dai trailer direi che era la principale attrazione del film per me. Non penso me lo farò mancare.
Grazie per la recensione, sono molto, molto curioso di vederlo, ora (più di quanto non lo fossi prima, ammetto).
Bel pezzo, complimenti. Questo non mi fa cambiare giudizio su Winterbottom, ma fa venir voglia di dare una possibilita’ al film
Bel pezzo.
anche io ho apprezzato Gone baby gone, dopodiche ho inserito baby Affleck nell’elenco degli attori da seguire, vedremo…
Su sto film, prima di vedere il trailer, non ci avrei scommesso neanche il peggior poster in circolazione (sarà che “il film su uno dei tuoi libri preferiti” è sempre qualcosa di poco rassicurante) però ora, tra la tua bella recensione e i trailer convincenti, ci sto un po’ sperando.
(e una domanda, quella brutta che si fa in sti casi: è fedele al libro?)
@Jean-Claude: non ho letto il libro quindi non posso saperlo; ma come ho scritto nel disclaimer, la fedelta’ o no alla fonte letteraria *secondo me* non deve condizionare il giudizio su un film.
Io i soldi a Winterbottom li darei anche soltanto come testimonianza di supporto a film che danno fastidio alle persone ma andrò a vedere il film perchè il plot è intrigante, mi piace la violenza sui deboli, mi piace la strada presa da Winterbottom, mi è piaciuto Affleck come Ford e i trailer/spezzoni di film che ho visto mi hanno convinto.
@cicciolina: L’ho sempre sostenuto anche io, ma in certi casi, e questo è uno, è inevitabile. Vuoi per il fattore soggettivo, vuoi per la grandiosità dell’opera e per la sua, estrema, cinematograficità (ricordiamoci che Thompson ha scritto dialoghi per due dei migliori Kubrick) ma non si può farne a meno. Fosse un approccio alla Shining sarebbe un altro discorso, ma forse, in certi casi, è meglio guardare prima il film che leggere il libro.
Se il film arriva, come qualità, solo alla metà di questo pezzo, mi compro un maxischermo e invito te e Dolores sul divano della mia sala tappezzata di Bibbie e di opere di psican… no, aspetta, mi sa che ho sbagliato qualcosa.
Se le tue doti amatorie arrivano, come qualità, solo alla metà di quelle di Lou Ford, io ci sto. Però appena abbiamo finito scappo a gambe levate :-)
Fatemi capire: hanno dato i soldi a uno per uccidere a mani nude Kate Hudson, anche se per finta? E tutti quelli per fare il provino dove li hanno piazzati? Nel Serengeti?
Appena visto, film della madonna e dvd quote della vita!