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13 Assassins: Lo shogunato ha i giorni contati

Luotto Preminger
di Luotto Preminger | 30/09/201019

Quattro anni miikiani corrispondono a circa dodici anni umani (e a quasi 130 nel caso di Terrence Malick), quindi non c’è da stupirsi se la pausa di riflessione che ci siamo presi col regista giapponese sembra durare da un’infinità. Personalmente non vedo più un suo film da Yokai Daisenso (escluso Yattaman che avrei guardato anche se l’avesse diretto Felice Farina): perché tutto ciò? Non so, ma so che non sono l’unico. Forse che Miike, dopo l’indigestione di metà decennio scorso, quando sfornava capolavori a randa ed era bellissimo perché continuava a pisciare gettoni d’oro come una slot machine rotta, forse che Miike ci è venuto un po’ a noia? Forse che era diventato troppo famoso in Giappone per cui si era messo a dirigere blockbusterozzi divertenti ma poco personali? Forse che era diventato troppo culo e camicia col Tarantino? Non so.
Quel che so è che sono andato a vedere 13 Assassins con le aspettative bassine, e in sala c’era pure Bianconi dei Baustelle, al che ho pensato “Ecco lo sapevo, Miike è diventato radical-chic. E io che non mi sono nemmeno fatto la doccia prima di uscire”. Poi, come spesso accade in questi casi, le luci si sono spente ed è iniziato il film.

Ecco Koji

Ecco Koji

13 Assassins comincia con un seppuku e va avanti per un bel po’ a fare il film giapponese d’altri tempi, tutto pareti scorrevoli e tatami e vecchi intabarrati nei kimono che discutono di complicatissime lotte politiche tra clan rimanendo leggermente spostati sulla sinistra o sulla destra di rigorose inquadrature statiche. E tu dici, qui i casi sono due: o Miike ci sta andando di pilota automatico e dobbiamo prepararci a una palla unica con qualche spadata di contorno, o Miike è lì dietro che se la ridacchia e dice aspetta aspetta. Già ci fanno ben sperare i suoni splendidamente gorgoglianti degli harakiri, ma poi, DAL NULLA, ecco arrivare una clamorosa sequenzina che pare una scheggia di Imprint precipitata dentro Yojimbo. È allora che i sottotitoli italiani recitano “MASSACRO TOTALE”, e tu pensi ok, fidiamoci.

Sono tredici assassini...

Sono tredici assassini...

E a proposito di cinema giapponese d’altri tempi, la trama ci dovrebbe ricordare qualcosa, semplice e confortevole e sempre fica: c’è un samurai che assembla una squadra di altri samurai per una missione. Non vi suona nuova, vero? Bravi: 13 Assassins è infatti il remake dell’omonima pellicola diretta da Eiichi Kudo , che nel 1963 decise di seguire il filone Kurosawa raddoppiandone (o quasi) i samurai. Miike parte da lì per minare il chambara eiga dall’interno, pigliando la vecchia sceneggiatura originale e rinnovandola di suo pugno, in collaborazione con Daisuke Tengan, il figliolo di Shohei Imamura. Si conoscono tutti, questi musi gialli. Ma torniamo ai tredici: tredici assassini che devono far fuori il più malvagio e insensibile nobilastro psicopatico mai visto, uno che si presenta con, nell’ordine, uno stupro, un doppio omicidio ai danni di inermi e l’uccisione di una famiglia (infanti compresi) per puro divertimento a mezzo arco e frecce. In tipo dodici minuti. Questo tanto per capire da che parte dobbiamo stare. E bon: il capo samurai (il sempre affidabilissimo Koji Yakusho di kiyoshikurosawiana memoria) forma la squadra, sceglie il villaggio in cui tendere l’imboscata allo stronzo con le sue truppe, pronti, via! Fine della prima metà del film, inizia la seconda metà del film che, per un’ora e un quarto buona e fino al termine della pellicola, ci mostra solo ed esclusivamente il MASSACRO TOTALE di cui sopra. Carnaio.

Dal punto di vista narrativo lo spartiacque è palese: mezzo film di preparativi, mezzo film di battaglia. Ma stilisticamente non c’è troppa discrepanza: anche in guerra, Miike continua ad adottare il suo trend du jour, lo pseudo-rigore pseudo-classico dentro cui ci si può permettere di ficcare quel che si vuole. Ed ecco che il Nostro Regista Giapponese Contemporaneo Preferito 2.0 regala per ventine e ventine di minuti un’azione inviperita ma fluida, ammirevolmente gestita e solidamente rappresentata, inventando e reinventando il concetto di battaglia tra samurai, regalando perle di WTF e momenti strappaapplausi, ma sempre tra le case di legno dei vecchi classici, sempre con un’idea di regia da maestro, sempre con la faccia di bronzo di chi dice oh, cazzo volete, sto facendo un serissimo remake. Succede di tutto con tre fiocchi e un cesto di frutta, e succede BENISSIMO. È un Miike che anziché dinamitare la casa dall’esterno, entra nella stanza, chiude la porta scorrevole dietro di sé, si siede compostamente, assaggia il tè verde E POI dinamita tutto, con lui dentro, e vaffanculo. 13 Assassins è un film esaltante. E nel caso ve lo stiate domandando la risposta è SÌ, CI SONO I BOVINI IN FIAMME USATI COME ARMA.

...ma solo dieci possono permettersi un bel completo

...ma solo dieci possono permettersi un bel completo

Il finale poi l’ho adorato: senza troppi clamori, senza far esplodere il mondo intero, il Nostro assesta con nonchalance un sorridente calcetto nel culo a tutto quel che c’è stato fino a quel momento: i samurai, l’onore, la battaglia, la morte, il passato, la Storia. La morale è A chi piace la figa tiri una riga; titoli di coda e via di corsa a girarne un altro.
Come abbiamo fatto a sopravvivere tutto questo tempo senza di Te?

DVD-quote suggerita:

«Screw Kurosawa, this goes up to thirteen»
Luotto Preminger, i400calci.com

>> IMDb | Trailer

Luotto Preminger
Autore del post: Luotto Preminger
"E questa, cari bambini, è la MERDA"
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tags: 13 assassins akira kurosawa azione inviperita ma fluida bianconi dei baustelle BOVINI IN FIAMME USATI COME ARMA brasini calcetto nel culo chambara eiga daisuke tengan dinamitare eiichi kudo faccia di bronzo fare tredici figata film esaltanti imprint In Da La Fazza koji yakusho massacro totale piacere la figa rachele dei baustelle remake scoreggiare in faccia a gary coleman shohei imamura son bombarolo strappare applausi a scena aperta takashi miike terrence malick tirare una riga tre nastri e un cesto di frutta un bel completo up to thirteen yattaman yojimbo yokai daisenso

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19 Commenti

  1. Dave 30/09/2010 | 09:36

    Lo si potrà vedere in Italia in qualche modo?

    Rispondi
  2. Luotto Preminger 30/09/2010 | 10:20

    Bè, era a Venezia e poi alla rassegna dei film di Venezia a Milano. Per adesso non è prevista “regolare” uscita in sala, che io sappia. E dato che non ha vinto nessun premio al festival le probabilità si assottigliano

    Rispondi
  3. Il_Presidente 30/09/2010 | 11:15

    FHAEUghuhsughh e io che questo weekend volevo andare a castagne!
    Ora la fregola è ai massimi livelli e devo annullare tutto e scatenare l’internet!!!!!1111!!!11

    Rispondi
  4. Jo 30/09/2010 | 12:30

    In italia (volontariamente minuscolo) non uscirà mai. Punto. Forse forse cineteca tra un po’, magari anche video noleggio?

    Finchè non esce un Netflix europeo o similare, ahimè l’unica fonte è il dvd estero tipo play.com o altri siti più specializzati, o come sempre somari e fiumi… :-(

    e lo dico con scoramento eh, io sarei ben felice di pagare per vedere film così…

    Sono contento che Miike sia finalmente uscito dalla sua pausa di riflessione, io ero rimasto a Sukiyaky (si, il rifacimento di django..), e mi aveva garbato, tutto sommato… Yattaman ancora purtroppo mi manca, ma recupererò in fretta, appena mi decido a scucire i soldi per le spese di trasporto (trovato il divuddi, 7 euro di disco, e 23 di spedizione, sti cazzi…)

    Rispondi
  5. mr_miracle 30/09/2010 | 13:23

    io ho bisogno di vedere questo film…….ne ho un bisogno fisico che nemmeno per zebraman…..

    Rispondi
  6. mei 30/09/2010 | 13:40

    devo dire che il sukiyaky faceva un po’ cagare, yattaman funzionava fino al finale anche se hanno clamorosamente cannato la scelta per miss Dronjo, juvinile a è lammerda. Vabbè che dei suoi ultimi mi mancano molte visioni ma direi che è in netta fase discendente. Speriamo recuperi con questo e zebraman2

    Rispondi
  7. paolo' 30/09/2010 | 14:39

    zebraman 2 è ‘na cagata poco meglio del primo zebraman, ma si salva con 15 minuti finali da capogiro.

    13 assassins è – semplicemente, un miike in forma come non lo si vedeva da 5 anni o giù di lì. e non è per nulla poco. e occhio anche al 13 assassins di eichi kudo, che già allora era la rivoluzione del genere, quasi un chambara nichilista.

    Rispondi
  8. mei 30/09/2010 | 15:06

    “zebraman 2 è ‘na cagata poco meglio del primo zebraman”

    quindi capolavoro!

    Rispondi
  9. Simo 30/09/2010 | 22:43

    non vorrei fare l’antipatico puzzone, ma quali sarebbero i capolavori a randa che ha sfornato il miike?

    Rispondi
  10. Luotto Preminger 30/09/2010 | 23:21

    Simo, bè, c’è stato un periodo in cui – sarà che eravamo giovani noi suoi fan – ma era difficile che uno solo dei 3-4 prodotti annuali di Miike deludesse. Uno che nello stesso anno faceva Dead or Alive e Audition! Visitor Q e Ichi the Killer! Gozu! Dead or Alive 2! The bird people in China! A quel ritmo, con quella versatilità!

    Rispondi
  11. gigi 02/10/2010 | 04:24

    Miike, samurai che si macellano, un’ora di delirio gore: ok, venduto, non mi serve altro :)

    Mi ricordo la visione di IZO a venezia 2004 con Miike e tutto il cast in sala: a fine proiezione la sala si era pressochè svuotata, film pesantissimo e sconclusionato, una CGI orrenda, decisamente non riuscito! Ma avere Miike in sala… sarei andata anche per vedere lui che si film mentre si cucina la cena

    Rispondi
  12. Simo 14/10/2010 | 11:45

    Rispondo fuorissimo tempo massimo al buon Luotto che non leggerà mai e poi mai. Potrei anche finirla qui dicendo “urca urca trilulero viva michael cera expendbles cacca steven seagal rincoglionito” tanto non lo leggerà mai e poi mai nessuno. Ma invece no.
    Dicevo, giusto per puzzare un po’ di più: il termine capolavori mi pare eccessivo. Non so, sarà un fatto di gusti miei che non incontrano, ma passò un periodo in cui a Miike (quello della fotina sopra, non quello che scrive qui) ho dato più di una possibilità e mi sono sorbito un po’ di roba. Non “un bel po'” perché ha una produzione Zappiana, ma un po’ sì. Chessò: 15 film così ad occhio e croce.
    Alcuni proprio li ho rimossi, cosa che raramente è un buon segno.
    Di altri mi ricordo di averci trovato del buono (Audition, Visitor Q, Bird People), del non-buono-che-tutti-dicono-buono-ma-secondo-me-sbagliano (DOA, Ichi, Gozu) e pure del brutto senza appelli (Izo, City of lost souls, Fudoh).
    Ora il motivo per cui alcuni li reputi bruttissimi non lo ricordo (e prima di rivederli preferirei andare a fare quello che regge il maxibiberon per la raccolta dello sperma nella riproduzione equina) quindi un improbabile dibattito funzionerebbe male a meno che non ripeschi qualche mio vecchio commento dall’internet, comunque il discorso di massima è: trovare del brutto così brutto mi fa irrimediabilmente scadere l’aurea di intoccabile che nel sottobosco orintalofilo di inizi secolo quest’uomo aveva.

    Rispondi
  13. Alabama 21/06/2011 | 20:24

    Comunque esce in sala il 24 giugno.

    Rispondi
  14. Alabama 21/06/2011 | 20:28

    ops, non avevo notato che la rece è di settecento anni fa. E vabbè.

    Rispondi
  15. AVV. 14/05/2014 | 23:45

    visto su rai4 e non mi ha deluso

    mi è dispiaciuto solo un po per il samurai più bravo che dopo un inizio esaltante si ritrova non si sa perche a combattere senza spada.

    Rispondi
  16. Ing Luke 16/05/2014 | 10:49

    Visto anch’io su RAI4 alcuni giorni fa.
    E’ come a detto il buon Luotto é un “massacro totale”. Magnifico!
    Quello che non condivido della rece é quando parla di stacco tra primo e secondo tempo. Io lo trovo lineare, con un primo tempo di presentazione di personaggi e cuocerci il giosto per farci odiare il Villain. Questo é un Villain vecchio stampo, non ci si riesce a simpatizzarci, si prova solo odio puro.
    Comunque: Capolavoro!

    Rispondi

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