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httpv://www.youtube.com/watch?v=TT_f-r3Qbb4&feature=related
L’orso Grizzly (ursus arctos horribilis) detto anche orso grigio è una delle più note e diffuse sottospecie dell’orso bruno.
Tra i tratti caratteristici di questa sottospecie si possono notare una “gobba” molto pronunciata e tratti somatici molto spiccati.
L’orso Grizzly in media pesa 680 kg (se di razza maschile) mentre gli esemplari femmina hanno una mole del 20-30% inferiore.
L’orso Grizzly è un animale onnivoro che si nutre prevalentemente di vegetali e piccoli roditori, ma non disdegna anche animali di grossa stazza e qualche volta anche carogne.
È per tale ragione che se gli crivelli la femmina con una semiautomatica infierendo sul cadavere perché devi andare di corsa ad una cena e quella ti sta intralciando la strada, è possibile che l’orso maschio ti faccia quello che comunemente è definito in lingua Navajo “nnu boocjo tanthoh”.
PREMERE STOP
“Vorrei fare un film in cui un orso grossissimo ribalta un SUV con dentro 4 stronzi” deve aver detto John Rebel (il regista dal nome più figo di sempre) al produttore che stava intrattenendosi con una partita a Svlòzzo mentre due assistenti di produzione gli stavano applicando quello che in lingua thailando-milanese è definito “massaggio profondo” (50 euro anticipati e poi il regalo alla ragazza sul comodino).
“Si così! Vai avanti!” deve aver detto il produttore staccando un assegno di duecentomila dollari e lasciandolo sul comodino.
“Grazie” deve aver detto John Rebel pulendosi la mano e sfilandosi la maschera da assistente di produzione.

la manovra Marchionne
Eviscerazione del rapporto/conflitto uomo-animale? Herzoghiana rivisitazione del detto “la natura è solo “caos, conflitto e morte”? Trasposizione in celluloide della scala alimentare? No…
Questo Bear è una critica spietata al mercato dell’auto che fa modelli spaziosi, con grande capienza di bagagliaio e dagli interni eleganti e raffinati ma che basta che un orso ti ribalti il veicolo e salta il semiasse.
Ecco, questo è il fulcro doloroso intorno a cui ruota il dramma dei quattro protagonisti che, di fronte all’avanzata dello strapotere giapponese che ha lentamente fagocitato il know-how automobilistico americano (auto solide, resistenti, magari non belle ma che ti durano una vita), vedono le loro vite minacciate e distrutte.
Un dramma profondo che si consuma all’ombra di un bosco cupo, metafora, evidente, della crisi economica dilagante dove non si bada più alla qualità ma alla quantità.

METAFORONE!
La riproposizione per un’ora e mezza del refrain: fuori dall’auto-dentro all’auto- fuori dall’auto-fuga in un raggio di 4 metri- dentro all’auto è evidentemente un voler mettere in luce la manchevolezza meccanica del lontano oriente.
E, di fronte allo sfacelo della General Motors, i 4 protagonisti si trovano a confrontarsi: laddove la tensione sale, i rapporti si incrinano ma diventano anche profondi, si piange, si confessano peccati, si viene mangiati partendo dalle unghie dei piedi e poi si scartano i regali di compleanno.
L’orso è EVIDENTEMENTE metafora dello stato attuale dell’economia globale: in linguaggio economico, infatti, lo stallo dei mercati viene definito periodo dell’ORSO.
Un orso che fagocita, inquieta nella sua assenza e terrorizza con la sua presenza e che ribalta il SUV (ulteriore metafora di un mercato dell’auto distrutto dalla crisi).
Come ne possiamo uscire da tutto questo? Una soluzione c’è: ribelliamoci a questo strapotere nipponico, sviliamolo, urliamogli addosso e imbracciamo lo spray antistupro.
MEMORABILE in questo senso la scena dove il protagonista riesce a scacciare l’orso assassino sputando sul parabrezza dell’auto.

METAFORONE 2!
Ecco, questo BEAR è un film che ci invita a riflettere, che ci fa assaporare il gusto agrodolce della situazione contemporanea in cui viviamo e che, in un’ora e mezza di noia e devastanti WTF, riesce anche a far filtrare un messaggio costruttivo:
“la prossima volta che John Rebel fa un film io mi dò malato”.
DVD-quote suggerita:
“Un film che può essere carino se trasmesso su Radio24”
Bongiorno Miike, i400calci.com
innanzitutto DEVO vederlo.
Poi mi lamento dell’assenza nei tags come nel post di un riferimento a Project Grizzly.
Ecco, Troy Hurtubise (certo che ho googlato per ricordarmi come si scrive!) vi direbbe che con un bagagliaio così spazioso, avrebbero potuto tranquillamente traportare la sua armatura e proteggersi senza timore alcuno.
Nemmeno dei giapponesi.
BEST POST EVER
ma il regista col nome più figo in assoluto è sempre Nimrod “fingolfin finarfin” Antal
in seconda posizione Gore “pino silvestre” Vidal
QUOTO abraxas
Sottofondo musicale: puro genio!
“in linguaggio economico, infatti, lo stallo dei mercati viene definito periodo dell’ORSO” : Anche interdisciplinari, da APPLAUSI!
Mi vado a rivedere The Edge nell’attesa che esca va…
PS
comunque il film avrebbe avuto un 100% in più di hype se il bear del titolo fosse stato Bear Grylls.
con lui lo sbrano finale sarebbe stato assicurato
Standing ovation, frenetico batter di mani, urla irrefrenabili e giubilo estatico.
Questo post è puro genio.
@tutti: troppo buoni. Scusate i tag ma ogni tanto perdo colpi. Poi Nanni me li da tutti insieme in sequenza e, tumefatto ma contento, ritorno da voi.
Me sto a taja’…
Nimrod Best Name Ever Antal prosegue il suo regno di terrore.
Ma siamo sicuri che alla fine non esca Marchionne che guarda i 4 e, aggiustandosi le lenti, dice loro: “Vedete a non aver creduto nel mio progetto di rilancio della Chrysler”
Cordialità
Attila
Cazzo no, dai. John Rebel. John Rebel!!! Come fa a non vincere la classifica dei nomi fighi? Mi sembra gia’ di vedere la vetrina di Toys’R’Us tappezzata di action figures… John Rebel vestito da poliziotto! John Rebel vestito da sciatore estremo! John Rebel vestito da bassista dei Muse! John Rebel vestito da intellettuale di sinistra! Si vende da solo, senza neanche vedere com’e’ fatto.
john rebel sembra il nome di una poplasticstar anni 80 coi capelli ossigenatissimi e cotonatissimi che canta in playback…
vuoi mettere col fascino esotico di nimrod antal… che se quello con cui parli non lo conosce ci scappa pure una supercazzola
“john rebel sembra il nome di una poplasticstar anni 80 coi capelli ossigenatissimi e cotonatissimi che canta in playback…”
E che magari cantava “Idol Yell”…
pensavo più una cosa alla den harrow o sandi marton
(pippofalapizza pippofalapizza…)
metodo marchionne!!!!!
con manovra Marchionne si intende l’atto con cui si afferra una fabbrica per il torace e la si strizza finchè non ha sputato il salatino con cui si stava soffocando.
Voi comunque siete tutti troppo vecchi dentro (e qualcuno anche fuori): come fate a non pensare a questo
http://www.youtube.com/watch?v=XBOu8mind7U
bah.
vado a farmi una tazza di latte tiepido con i Colussi.
un orso che muove le sopracciglia non è credibile.
Certo, è più credibile un mercenario 64enne botulinato…
(non mi toccate Bear che divento isterico come una Signora Bene dei Parioli che trova l’estetista chiuso)
E inoltre vorrei far notare che nella clip mostrata ai giurati Bear parla con la Luna.
PARLA-CON-LA-LUNA.
A casa mia questo è un PUPPARE FAVONE.
ho 4-nipoti-4 e non ho mai visto bear nella grande casa blu… rilancio bear grylls e il cannibalismo
@Pipolo Segal: Mi hai quasi fatto piangere, quanto vorrei avere quella simpatica palla di pelo a disposizione nel mio salotto pronta ad elargire abbracci nei momenti di sconforto (tipo dopo aver visto le foto del Voltron).
Io in un orso bruno che attacca l’America ci rivedo pure
Misha, la mascotte delle olimpiadi di Mosca del 1980. Quindi è pure un film sulla guerra fredda e sull’atavica paura yankee di essere arribaltati.
Com’è che nessuno ha ancora detto “Cujo”?
Non si poteva mandare l’orso in vacanza sulla spiaggia d’Olbia dove due di Varese hanno parcheggiato il suv? Prima la multa poi l’orso…