È esattamente quel che sembra. Eggshells, il film studentesco di Tobe Hooper, girato nel 1969, uscito in circa 50 sale e successivamente dimenticato (ma non “perso”) e apparso solo un’altra manciata di volte in occasioni speciali, è poco più che una curiosità per completisti. È sperimentale, surreale, senza una vera trama che non sia una specie di ritratto di una casa comune hippie, tra aerei di carta che sbattono contro il muro ed esplodono (!), fattoni che duellano con la spada contro se stessi e un montaggio di cinque minuti cinque a camera fissa di gente che sale e scende una scalinata. E il tutto è un po’ troppo casuale per affascinare. Una specie di “vediamo se ad abbandonarsi all’ispirazione e mettere insieme tutti questi schizzi estemporanei si ottiene un’opera d’arte”, la cui risposta è “No, grazie, avanti il prossimo”.
Gli spunti positivi non mancano del tutto: si scoprono alcune affinità con certo cinema indipendente odierno, la stessa pretenziosità, la stessa ostentata sensibilità “anticonvenzionale”… ma se gli “indie” di oggi se ne stanno generalmente chiusi in camera a farsi le pare e a tenere sì e no per mano la morosa, almeno gli hippie scendevano in strada a tentare uno straccio di rivoluzione e a casa facevano le orge. Altri tempi.
Dopodiché, anche se trattasi di film parecchio diversi, è facile notare lo stesso stile di regia asciutto e distaccato che, accoppiato con il genere giusto di materiale, ha fatto la fortuna di Non aprite quella porta. Ed è buffo notare come la casa degli hippie sia identica a quella della più nota famiglia di assassini del film successivo ma, come ci è stato spiegato nell’introduzione, è solo questione di architettura tipica texana.
Per la cronaca: alla proiezione di Eggshells è seguita appunto quella di Non aprite quella porta, che per chi vi scrive rimane il miglior film horror di tutti i tempi, e che sullo schermo enorme dell’Empire di Leicester Square fa un figurone nonostante fosse low budget persino per il 1973. E poi è montato sul palco Tobe Hooper in persona a farsi intervistare controvoglia. Tra risposte brevi e vuoti di memoria, le uniche cose degne di nota sono state quando ad ogni domanda sui suoi film anni ’80 rispondeva invariabilmente con “Erano gli anni ’80…”, e quando a un giudizio sul remake di Texas Chainsaw Massacre ha commentato “Si tratta di tutt’altro contesto… ma ho apprezzato quel primo piano del culo di Jessica Biel quando entra nella casa.” Il Tobe di oggi è un uomo decisamente stanco, ma a volte basta un solo film per meritarsi il rispetto eterno, indipendentemente da cosa fai dopo. E alla peggio, c’è anche Space Vampires.
DVD-quote:
“Dannati hippie”
Nanni Cobretti, i400calci.com
>> IMDb
Stamattina mi sento di fare un ringraziamento generico per l’esistenza di questo blog a voi dei i400 calci. Grazie.
E poi tutto ciò che sta scritto tra “gli spunti positivi…” e “Altri tempi” è incredibilmente geniale.
Ma grazie a te :)
si vabbè quando la finite di farvi i pompini a vicenda fate un fischio.