Son forti questi inglesi. Prima se ne escono con Solomon Kane che è un tentativo di fregare il mestiere a gli americani e fare il blockbusterone in costume con gli effetti speciali. Poi, quando meno te l’aspetti (come una bomba), ti tirano fuori questa perla, Black Death. Vediamo un po’: il regista è quel Christopher Smith che abbiamo conosciuto con Triangle e con il simpatico Severance. Lo sceneggiatore invece è tale Dario Poloni, uno che ha esordito con la script di Wilderness, guarda caso pellicola firmata da quello di Solomon Kane, il sior Michael J. Bassett. Non è incredibile? E allora uno fa due più due e dice: Mah, se tanto mi da tanto. Stesso sceneggiatore, registi che alla fine probabilmente vanno nello stesso pub a bere le pinte, gente con la cotta di maglia e lo spadone, stessa ambientazione. Saranno due film simili. E invece niente di più diverso. Rimangono un difensiore del cialtronesco Solomon Kane, ma Black Death è veramente un film stracazzuto.
La storia più o meno è questa. Siamo in Inghilterra al tempo della prima ondata di peste bubbonica. Pessimismo e fastidio ovunque. Si vocifera di un piccolo paesino isolato, perso tra foreste e paludi, dove il morbo non è ancora arrivato. Un gruppo di soldati brutti, sporchi, cattivi e mossi da forte ardore religioso, si mettono alla ricerca del paesello per capire cosa stia realmente accadendo. Si unisce a loro Osmund, un giovane monaco interpretato da Eddie Redmayne, diviso tra l’amore spirituale verso Dio e l’amore passionale verso la bella Averill. Pecato però che le buone intenzioni di questi uomini timorati di Dio, legittimati dal potere temporale come da quello spirituale, siano solo di facciata. Lo scopo di Ulric (Sean “Luca Casarini” Bean, evidentemente a suo agio con spadoni e armature) e dei suoi uomini è quello di andare a sconfiggere il Demonio in persona. In un mondo ottenebrato dall’ignoranza, sull’orlo del baratro a causa della peste, tutte le energie e le speranze sono ottusamente rivolte verso la sfera religiosa. La Morte Nera è arrivata perché Dio ci vuole punire per i nostri peccati. Coloro che ne risultano immuni hanno evidentemente abiurato e si sono concessi al diavolo. Urlic e i suoi partono con in mente di estirpare questo morbo, di sconfiggere e punire demoni e necromanti, in modo da riportare la Fede nel cuore di questi pagani.
Il mio amico Marcello, che è uno che di guerrieri, spadone e regazness se ne intende, mi ha chiamato dopo la visione e mi ha detto: “Oh, ma hai visto Black Death? Altro che Uallera Rising! Altro che i droni e i paesaggi! Qui c’è roba forte!”. Io devo ammettere che Valhalla Rising m’è garbato e anche parecchio, ma c’è del vero nelle parole del mio fiero amico Marcello. Black Death è un film che mantiene le promesse. C’è l’avvenutra, ci sono gli eroi e i combattimenti. Insomma, ci sono tutte le caratteristiche del genere – parliamo di un film apparentemente al confine tra l’avventura e il thriller sovrannaturale in costume – dove si respira un’aria volutamente passé, quasi seventies. Ma tutto questo poi si scopre essere funzionale a una sceneggiatura che non risparmia colpi bassi sul potere della religione, sulla vendetta e sulla bassezza di quegli uomini che perseguono i propri desideri convinti che siano quelli di tutti.
Christopher Smith ha il merito di aver realizzato un film che può apparire semplice ma che in realtà risulta estremamente complesso. Un film che può stupire inizialmente per la convinzione e per la serietà con cui si metono in campo crociati, monaci e sporchi guerrieri antieroici, ma che sa perfettamente dove andare a parare. Mano a mano che si procede, il viaggio di questo disperato mucchio selvaggio diventa sempre più allucinato e malato. I nebbiosi paesaggi inglesi, la desolazione delle foreste e delle paludi, fanno da sfondo a un mondo pericolosamente folle, in cui sembra esserci solo spazio per la sopraffazione e per il dolore. Un posto in cui tutti i punti di riferimento, le convizioni o le credenze sono destinate a fallire. O ad essere portare avanti ciecamente, fino alla dannazione completa. Ottimo anche il cast. Oltre ai già citati Bean e Redmayne, fa piacere vedere le facce di personaggioni come Andy Nyman, Tim McInnerny, Carice van Houten e il fighissimo Johnny Harris.
DVD-quote suggerita:
“Da guardare indossando la maglietta della Dufresne Records colla scritta Go Pagan!”
Casanova Wong Kar Wai, i400calci.com
Son contento, Chris Smith si sta dimostrando un ottimo regista! Severance è molto buono, Triangle è un film che spacca di brutto. Sono curioso di vedere questo.
Per Chris Smith pure io faccio un tifo indiavolato, se Creep e Severance non m’eran dispiaciuti dopo quella bomba di Triangle faccio la ola appena lo sento nominare! (e spero vivamente abbia inserito nel cast di Severance quella figa fotonica di Laura Harris col chiaro scopo di bombarsela e che ci sia riuscito) Sto Black Death mi sono impuntato che devo vederlo in una serata a tema assieme a Centurion e Valhalla Rising, non so perchè ma ormai ho in testa questa cosa e sto aspettando la serata giusta, intanto olio la cotta di maglia!
PS: Dufresne Records, mamma mia cos’hai tirato fuori! :)
ESIGO quella maglietta! Dove si può comprare!
ah, io più ci ripenso e più mi sembra un filmone.
la tripletta black death, centurion e valhalla sarebbe da organizzare!
bomba i regaz della dufresne.
@Casanova: se alla serata aggiungi pure “Monthy Phyton and the Holy Grail”, torno in Italia ieri per una notte per ubriacarmi di sidro e bruciare qualche strega con tutti voi
E come antipasto, lo spezzone di Superfantozzi dedicato a Escub… Eschizz… Excalibur.
Onorato della menzione caro Wong Kar-Wai
Quando l’ho finito di vedere e ho capito che non era un film fantasy ma che aveva anche dei concetti profondi e – cosa non da poco- li avevo capiti, mi son sentito un intellettuale di quelli che leggono i libri, hanno gli occhiali, fumano la pipa e ho chiamato i miei amici per fare bella figura, tra cui te.
Non vorrei che di questo passo finisca ad apprezzare la commedia agrodolce da Sundance.
Ci tengo a fare una rivelazione clamorosa: ho visto un film di cui si parla in questo sito e MI È PIACIUTO.
Per me è uno scoop. Come sapere che J. Travolta è gay, tanto per intenderci. Roba che non ti aspetteresti mai, che ti lascia secco.
Il film in questione è il citato Centurion.
Così, mi andava di dirlo.
Ora mi riprendo, eh.
attento agli occhiali…
@abrax,
come sai a te va il mio affetto imperituro (e anche a Nanni Piotta, Casanova, Luotto, Merenda e Dolores, per puntualizzare / meno alla Cicci W. perché ama Avatar)
…però guarda che stando agli ultimi post le mie lenti sono finite in mano di K., quindi mi rimangono la montatura e le lenti a contatto, quelle con la faccina dello smile, quelle che indosso sui 400C.
So che rischio, e rischio zappate in da fazza, ma mi ritrovo nella posizione di un mercenario romano che grida: Al mio comando scatenate la piotta !
Non potevo esimermi, non di fronte alla verità-
con inverecondo affetto, HP
Visto ieri, non mi è piaciuto. Mi piace Carice, il film no. Eppoi tutti sti cazzo di demoni e negromanti che fine hanno fatto? E la peste non li colpisce solo perchè sono isolati? Qui mi sono incazzato. Troppo ovvia la fine della fidanzatina. Brutta scopiazzatura di The Wicker Man la parte coi pagani. Belle le ambientazioni. Buone le caratterizzazioni dei personaggi. La sufficienza, insomma. Solo, dove cazzo sta il buon vecchio soprannaturale, o anche il sottonaturale (degenerazioni dell’uomo) che mi piacciono tanto (quando fanno male, alla mente e al fisico)?
sono propio forti sti inglesi…ecco un altro gran bel film fatto dall’ennesimo regista che viene dalla cara isola.
consiglio di recuperare di smith oltre al citato severance anche creep-il chirurgo altro bel filmozzo ma mi manca ancora triangle…mentre di basset oltre al citato wilderness anche deathwatch.
P.S.
basset sta ora facendo un nuovo film su SILENT HILL,sono propio bravi sti inglesi…