Alice Creed è una fighetta dal padre ricchissimo; abbastanza viziata da reputare il padre un taccagno che non le passa abbastanza dindi nella paghetta settimanale; abbastanza finto-ribelle da mettersi con un moroso povero e ambiguo; abbastanza scema da non capire che ha proprio scelto il moroso sbagliato ma abbastanza sveglia da reagire nel modo giusto quando le cose si mettono male.
E questo è tutto ciò che il regista-sceneggiatore J Blakeson ci dice di lei, in pochissime forti pennellate al posto giusto. L’attenzione del film va quasi tutta ai suoi rapitori, Vic e Danny; i quali per i primi sei minuti di film non dicono una parola ma fanno compere in uno hardware store (tipo il Castorama, Leroy Merlin) come una coppietta modello, solo che i materiali che comprano servono a tappezzare il covo dove tenere segregata Alice, non un nido d’amore. E già qui si potrebbe sottilizzare, ma oggi non siamo in spolerin’ mood. J Blakeson ha capito una cosa che molti registi si ostinano ad ignorare: il silenzio è tanto importante quanto i dialoghi; e difatti, entrambi capitano al momento giusto, nella giusta dose, in modo da far crescere la tensione in maniera esponenziale. E’ attraverso poche battute che scopriamo quali sono i veri legami fra i tre personaggi, o al massimo attraverso i loro sguardi.
Ovviamente, per reggere tutto il film su sei spalle, il trio attoriale deve essere eccezionale: bravissimi tutti, Gemma Arterton che si produce in un importante topless (“importante” come minutaggio, come valenza narrativa e come quantità di materia esposta alla MdP. Sì, però continuate a leggere, c’è altra roba interessante dopo), Martin Compston in crisi d’identità, e soprattutto l’immenso Eddie Marsan. Eddie Marsan deve vincere un premio per questo ruolo. Eddie Marsan deve vincere tutti i premi del mondo. Eddie Marsan deve diventare il più malvagio Re d’Inghilterra, sullo schermo e non.
Torniamo alla tensione: il thriller vanta un meccanismo precisissimo nella sua esibita teatralità e Blakeson lo dirige con mano sicurissima e implacabile, come è lecito aspettarsi da uno che ha scritto The Descent Part 2. Basterebbe anche solo questo, ma Blakeson vi aggiunge un enorme e disturbante carico di tensione sessuale, percepibile in ogni fotogramma, che cresce fino a far sfociare l’azione in un melodramma Fassbinderiano. Già nella prima parte si indugia sull’immaginario BDSM, poi la coraggiosa Gemma affronta una scena (non esplicita ma perversissima) di pissing e una di quasi shitting che si tramuta in un altro importante snodo narrativo. Ecco, i colpi di scena di questo film avvengono attraverso o il sesso o il cesso: chiedo scusa per il calembour poco fine, ma in effetti la tazza qui è un personaggio non da poco. Che io sappia, nessuno mai lo aveva tanto nobilitato come elemento cinematografico, bisogna forse andare a Rocco Animal Trainer, e non stiamo parlando di mainstream.
Ora passiamo alle cose meno interessanti: ci sono un paio di buchi di sceneggiatura che ti fanno dire “ma perchè fa così e non cosà, che è molto più semplice?”, ma è un peccato davvero veniale. La colonna sonora per fortuna non è invadente, tutta la mise-en-scene è costruita con encomiabile economia estetica per far risaltare i rapporti incandescenti fra i tre. Il finale è gestito molto bene, senza sbraghi e con un fermo immagine che rimette in gioco il significato del titolo. Certo, per essere davvero orgasmico Blakeson avrebbe potuto sfruttare a dovere lo scenario simil-Cargo 200, ma poi nessuno gli avrebbe dato i soldi. Scommetto che ci ha pensato, però. Magari lo usa nel prossimo film, e speriamo che lo faccia presto.
DVD quote:
“Sesso. Cesso. Eccesso.”
Cicciolina Wertmüller, i400calci.com
miss Wertmuller sono daccordo su tutta la linea.
Splendido soprattutto il silenzio iniziale ed il contagoccie con cui ci vengono date le notizie che creano l’intreccio narrativo.
La mia qui
http://www.soloparolesparse.com/2010/09/la-scomparsa-di-alice-creed-j-blakeson/
…ma abbiamo detto all’incirca le stesse cose…
Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma. Gemma.
L’avevo già infilato nella lista delle prossime visioni, mi fa piacere sapere che non dovrò giustificarmelo unicamente per la presenza di Gemma.
“questo post farà il botto su google”
oh si.
Mettere nello stesso post gemma arterton e rocco animal trainer rischia di far saltare le coronarie a tutti i lettori… go Cicciolina! go!
Ho appena ordinato su Amazon “Rocco Gemma’s trainer”.
non centra un cazzo che non centra un cazzo, cmq ieri ho visionato hard candy, bel film davvero, niente, volevo condividere ;)
Ora ci dovete tenere aggiornati sul botto.
Tipo, ora a quanti siamo?
Cosa sta succedendo a questo blog, mi si citano ultimamamente Fassbinder, Antonioni, Tsai Min-Liang (scritto giusto? non ho voglia di controllare)? Ragazzi ripigliatevi vi prego :)))
Cioè ma la serie Rocco Animal Trainer è arrivata al numero 31?
James Bond PUPPA!!!
‘Sto pupazzo inglese col Martini e quelle fighe di legno delle BondGirl!!!
VAI ROCCO!!!
CONQUISTA LA POLONIA una alla volta!!!
Visto il giorno della vostra race. Tutto bello fino a quando SPOILER
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Martin Compston non vuole ciulare la già da lui ciulatissima Gemma. La fine poteva essere ecqua per tutti e invece no… mah
Appena visto, niente male, un Eddie Marsan che lèvati! Sto J Blakeson (J? mah) mi sa che è da tener d’occhio.
Gemma Arterton s’è inquartata o sbaglio?
incredibile, sto scrivendo la recensione e mi accorgo che abbiamo scelto gli stessi screenshot, anche se con frame diversi (nel mio ad En Ra Ha partono schizzi di bava mica male)