Si dice da più parti che l’Italia non ha mai fatto i conti col fascismo, ed è per questo che esso risorge sotto mentite spoglie. In Spagna invece hanno una memoria storica migliore, nonché registi dalla mano più sicura e fantasiosa. Un nome per tutti: Guillermo Del Toro (sì vabbè è messicano, però gira film sulla Spagna) coi suoi capolavori El Espinazo Del Diablo e soprattutto Pan’s Labyrinth. I titoli italiani non li so e non li imparo per protesta; sono un’esule, cazzo.
Comunque, ora che mi trovo temporaneamente in patria mi è capitato di vedere il degno erede dei film di del Toro dedicati al Franchismo: si tratta dell’ultima fatica di Alex De La Iglesia, appunto Balada Triste de Trompeta. Il quale si svolge nella cornice storica tra la guerra civile (1937) e l’anno peggiore del regime del Generalissimo (1973). Il Pagliaccio Triste Javier, il cui padre (anch’egli pagliaccio) fu ucciso durante la guerra civile non prima di aver massacrato un battaglione di nazionalisti a colpi di machete, si innamora perdutamente dell’acrobata Natalia; la quale però è già proprietà privata del Pagliaccio Allegro Sergio, un uomo violentissimo, perfetto specchio della deriva fascista in cui il paese sta affondando. Ne segue un duello all’ultimo sangue in cui Javier sfigura Sergio tramite falcetto e trombetta, fantasia a manetta, che bello; fugge nella foresta, dove finisce per fare da cane da caccia per un ammiraglio vicino al regime; in quanto cane da riporto, morde la mano al Generalissimo; alla fine sbrocca, si sfigura con la soda caustica, ammazza gente così per ridere. I due clown per finta si ritrovano freaks per davvero. Ma l’amore per la bella Natalia farà solo vittime innocenti; finale anti-tragico, umiliante, pessimista, crudele nella negazione di qualsivoglia dimensione “alta”.

Trombetta, pagliaccio.
Trattandosi di Alex De La Iglesia, bisogna aspettarsi un’estetica estrema, variopinta, surreale ed eccessiva come quella del suo padrino Almodòvar (prima che si convertisse al cattolicesimo pseudofemminista che in confronto Ildegarda di Bingen e Teresa d’Avila erano pornostar). Se non vi piace lasciate perdere. Se vi piace, assaporate non solo la regia circense e rigorosa al tempo stesso, ma soprattutto il continuo mescolamento di piani, dal privato al politico, in cui le figure del pagliacci e dei governanti si confondono. E come potrebbe essere altrimenti? Si veda la battuta di caccia a cui prende parte il Generalissimo: ribaltamenti Bakhtiniani a manetta e dall’effetto deflagrante, una bella dose di anticlericalismo che in Italia nemmeno nei dorati Seventies, roba da far impallidire i film “seri” (mi viene in mente Terra e Libertà di quell’innominabile ipocrita mediocre che a me fa schifo). Non che la drammaticità del momento storico venga edulcorata: al contrario, quando si tratta di mostrare attentati e vittime il regista non si fa certo problemi. Già la geniale sequenza dei titoli di testa dovrebbe bastare a capire quanto pessimista e furioso sia questo film, quanto disperato e serio sia il ghigno dietro le maschere dei due folli clown.
E poi c’è un casino di sangue, ma questo mi sembrava scontato. Fra ustioni, lame, torture auto- ed etero-imposte, battaglie all’arma bianca, ce ne è di che far orgasmare i nostri lettori. E magari anche Tarantino, chissà. L’ho visto questo pomeriggio passeggiare allegramente per il Lido con un codazzo di passanti che lo fotografavano manco fosse il campanile di San Marco, la madonna di Fatima, il Presidente del Consiglio.
DVD quote:
“Un impegno concreto: pagliacci per tutti.”
Cicciolina Wertmuller, i400calci.com

In mancanza d’altro, il pagliaccio Baraldi. Ciao bambini!
>> IMDb
eh già noi siamo troppo impegnati a insultare Farnesi per quello che scrive invece di criticare come lo scrive.
A un livello del genere non ci arriveremo mai :(
Questa rece mi ha messo una fotta in cre di bi le
Sembra molto interessante.
Sì, ehm, non mi piace mettermi con il ditino alto e fare il secchione che si impunta, però la guerra civile spagnola dura dal 1936 al 1939, nel 1973 era quasi finito il periodo del Caudillo…
Adesso vado a vergognarmi un po’ per aver fatto questa precisazione.
Cordialità
Attila
Cicciolina ti dovresti vergognare x quel che hai detto di loach. A parte la ignoranza… che pena.
a proposto di pena e italianità:
http://www.youtube.com/watch?v=RAsjSmOvBqw
trailer di un triste infinito :( e c’è pure quello che fa coppia col nongivane, doppia tristezza infinita con i fiocchi :(
Visto il presidente della Giuria mi sa che abbiamo il vincitore.
@ mei:
ma quando compare maccio capatonda nel trailer??
@mei: non capisco se si tratta di un film da prendere sul serio o no…le frasi assurde recitate alla cazzo di cane mi hanno fatto morire:
“non c’è granchè per essere nostalgici” – mi ha fatto ridere di più il tizio che la pronuncia
“e va bene, che vengano, avanti”
“adesso capisco, adesso mi è tutto chiaro”
“allora che diavolo vuoi?” “il libretto di istruzioni”
“non ti faccio niente”
“questo posto non esiste. io non esisto”
el dia de la bestia, muertos de risas, la comunidad, crimen perfecto…
alex è uno dei più sottovalutati registi di sempre
“Il quale si svolge nella cornice storica tra la guerra civile (1973) e l’anno peggiore del regime del Generalissimo (1973)”
lol, cioè che cazzo si lamentano ‘sti mangia-paella, hanno avuto un anno storto (1973), noi sono quasi 17 anni che viviamo nel Mojo World.
A me Alex De La Iglesia in genere fa cagare a spruzzo, però lo stanno consigliando tutti. Boh, non so. La tua rece mi ha un po’ fatto passare la voglia, in realtà. Chiaro che se poi giochi sporco citando il pagliaccio Baraldi…
E brava Cicciolina! La stessa riflessione l’ho fatta anch’io vedendo questo meraviglioso film. Ti figuri una cosa del genere girata in Italia???
Da non perdere la battuta del pagliaccio ai 4 terroristi dell’ETA in macchina dopo aver fatto saltare per aria Carrero Blanco (fatto vero): “ma voi di che circo siete?”
approfittando dell’uscita in sala (e davvero ‘sto per fare un colpo di mano con la ghenga che vorrebbe anche vedersi un onesto Argo eh…), mi son letto questa fottissima rece. Chebbello. Machefigataè?
Dopo due anni ha finalmente trovato distribuzione anche da noi. A me De La Igliesia è sempre piaciuto- nonostante mi renda conto che non è per tutti i gusti. Se c’è un autore per cui il termine “cult” ha un senso, è lui. A riprova ci sono le due recensioni su Ondacinema: quella di due anni fa (alla presentazione del film a Venezia) lo stroncava brutalmente, quella di qualche giorno fa gli mette un bel 7. Probabilmente hanno ragione entrambi i recensori.
Sìsì però dopo due anni il refuso sulle date si potrebbe pure correggere, neh
@budino, hai ragionissima, e’ pura distrazione unita a mancanza di tempo. Stai tranquillo che stanotte lo faccio. Grazie :-)
Dev’essere stata una lunga notte, se dopo 3 giorni umani non è ancora cambiato nulla… Bell’articolo, non so il film, ma adesso sono curioso. Grazie a te!
@alessandro: sei ancora tu, budino? Sì che ho corretto, guarda sopra. E come hai giustamente indovinato, “le mie notti sono più belle dei vostri giorni” (cit.) :-D
Ma no che non ero io! Poi passo per il Feldmaresciallo Spinainculo…
Buon divertimento, in attesa della prima notte di quiete (.)
No, infatti, non ero Budino, o Budino non era me, o non ero in me stesso, o Budino non era in me. Fatto sta che sì, ho visto che hai corretto il refuso.
Grazie e buonenotti!